16
maggio 2015
Gita
alle Grotte di Frasassi
Ci
svegliamo presto e cominciamo a pensare a dove andare, la giornata
sembra uggiosa ma decidiamo comunque di uscire. Nuvole scure sembrano
voler minacciare il fine settimana e noi ci mettiamo in macchina per
esorcizzare il maltempo.
Dopo una breve consultazione Claudio propone
di andare a Frasassi, ci vestiamo adeguatamente e prepariamo un
borsone con cinque paia di scarpe, asciugamani, accappatoi, costumi,
pigiami, maglioni, felpe, giacchetti impermeabili, calzini e
quant'altro possa servire per una settimana in montagna, poi, hai
visto mai decidessimo di fermarci da qualche parte, e, sai com'è,
magari incontriamo delle terme lungo il percorso, comunque nelle
grotte è bene andare con le scarpe da trekking, altrimenti c'è il
rischio di scivolare e poi magari ci potrebbe sempre cadere
inavvertitamente una stalattite sul piede. Senza pensare che in
effetti se cadesse una stalattite forse non la racconteremmo.
Pronti?
Si parte!
Prima iniziale discussione tra Claudio e il navigatore
satellitare per poi fare pace e ristabilire una certa armonia in
macchina, armonia che è destinata a durare poco in questa giornata
dedicata all'esplorazione speleologica, insomma ad un giretto
turistico tra formazioni calcaree millenarie.
Prima di arrivare alle
Grotte, sulla strada, ci premuriamo di mangiare un panino, in un
posto in cui sembra che i panini siano particolarmente buoni.
Effettivamente è così, un po' cari, forse però la qualità del
companatico è ottima. Proseguiamo rimpinzati di salumi e formaggi
verso le Grotte di Frasassi.
Intorno a noi si schiude
un'ambientazione fantasy delle più fantasiose. Ci aspetteremmo di
vedere elfi, gnomi e fatine intorno a qualunque albero, creature
fantastiche e magiche in foreste misteriose e profonde. Le selvagge
montagne striate violentemente da scure rocce sono ricche di alberi
in pieno vigore, puntute e morbide, perfette per racchiudere un
favoloso universo. Nel piazzale antistante la biglietteria per le
grotte veniamo immediatamente assaliti da una pacifica folla di
segnalatori di luoghi dove mangiare squisiti piatti.
Purtroppo
c'eravamo già organizzati, sarà per la prossima volta. Premurosi,
ci spiegano quali scarpe indossare, Valentina opta per quelle che
aveva deciso di indossare, da trekking estivo e aperte, destando il
disappunto di una delle segnalatrici di luoghi di ristoro,
evidentemente non è quello che lei ritiene essere il giusto
abbigliamento. Il concetto di libertà di scelta qui è evidentemente
molto soggettivo: puoi liberamente fare ciò che gli altri ti
suggeriscono gentilmente di fare.
In biglietteria ci dicono che
dovremo aspettare un'oretta, per cui andiamo a fare un giretto nella
vicina San Vittore, un minuscolo paese in pietra con fiume,
ponticello da cui si possono osservare carpe e altri pesci che
sguazzano felicemente nella riserva naturale.
Ci sarebbe da vedere
una chiesetta ma è chiusa per l'ora di pranzo. Valentina non resiste
alla voglia di addentrarsi nel bosco e un senso di pace e unione con
la natura la pervade. Claudio è troppo impegnato a litigare col
navigatore satellitare per poter apprezzare la perfetta melodia
maggenga delle goccioline di acqua piovana che si fanno strada tra le
foglie in piena rinascita e il cinguettio degli uccellini che pervade
lo spazio uditivo, tra profumi di terra bagnata, boccioli, fiori e
germogli.
Torniamo, facciamo un giretto tra le bancarelle,
acquistiamo alcune pietre e fossili in un chiosco con meravigliosi
cristalli, fossili e geodi. Valentina ha un po' di claustrofobia e si
è premunita di cristalli per modificare l'eventuale energia
negativa.
Prendiamo una navetta che ci porta all'ingresso delle
Grotte, la Guida è lì e capisce in brevissimo tempo il disagio di
Valentina e la tiene vicina a sé così da evitare eventuali disagi, ci chiarisce che non è possibile fare foto all'interno delle grotte.
Dopo le prime spiegazioni di rito entriamo nell'Abisso Ancona, così
chiamato in onore dei fortunatissimi giovani escursionisti che le
scoprirono nel 1971, una sala enorme che potrebbe contenere
facilmente il Duomo di Milano e che a noi sembra una stanzetta. Nelle
grotte, ci spiega, il senso della dimensione è completamente
alterato, è altamente improbabile che si possa soffrire di vertigini
ed è molto difficile capire la grandezza o la distanza. Alcune
stalattiti e relative stalagmiti a terra ci sembrano non più alte di
quattro o cinque metri e sono invece alte oltre diciotto e anche
venti metri.
Due in particolare ci danno il senso della nostra totale
mancanza di senso di orientamento dimensionale nella grotta, in cui
non filtra luce naturale, la cosiddetta 'Madonnina', una stalagmite
alta oltre due metri e che sembra non più alta di cinquanta
centimetri, e la 'Spada di Damocle' una bianchissima stalattite di
oltre sette metri che ci appare come un leggerissimo drappo
grigiastro di stoffa non più grande di un canovaccio o di un pareo
appeso al soffitto.
Proseguiamo nel percorso esplorando laghi
purissimi di oltre venti metri che ci sembrano pozzanghere di un
meraviglioso color azzurro luminescente e purissimo e foreste di
calcare, sonorità armoniche si sviluppano nella grotta al solo
sfiorare alcuni punti nella 'Sala dell'Organo' da parte della Guida.
Concrezioni si sviluppano in giardini, creando fiori, candele,
sculture, foreste di animali e architetture fantastiche.
Arriviamo
alla fine delle sale con gli occhi pieni di meraviglia, emozioni
umidicce e torniamo indietro.
Ripercorrendo la strada, ovviamente su
pedane non particolarmente scivolose e con corrimano in acciaio,
cominciamo ad abituare gli occhi e riconosciamo alcune stalattiti,
stalagmiti, le 'fette di pancetta' o 'di lardo', stalattiti
sottilissime che si sviluppano accanto alla roccia, i 'bucatini',
stalattiti nate da poco, di appena quaranta o cinquant'anni, le
concrezioni eccentriche che sfidano la forza di gravità, i fiori di
cristalli che galleggiano sull'acqua, l''Orsa'. I 'Giganti' ci
sembrano davvero grandi, avremmo voglia di esplorare un po' di più,
salutiamo la nostra bravissima Guida e usciamo all'aria aperta.
Valentina si lancia verso il cielo aperto, scatenando l'ilare e
sorridente reazione del gruppo.
La pioggerellina ci accompagna in
questa gita, sul percorso di ritorno facciamo una breve sosta a
Fabriano e andiamo via senza neanche un foglietto di carta, ci
dirigiamo verso Perugia, dove incontriamo una coppia di ragazzi che
ci forniscono alcune indicazioni su dove e quando acquistare i
tartufi, andiamo verso il centro e compriamo un po' di salse
tartufate che vengono proprio dal paesino che ci avevano indicato.
Torniamo verso casa la sera, stanchi e nervosi ma con la meraviglia
negli occhi di luoghi incantati e posti fiabeschi.
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