21 luglio 2018
Francavilla al Mare * Chieti *
Francavilla al Mare
Ci svegliamo intontiti dal sonno, ci
prepariamo e usciamo per andare al mare. L’acqua è freddina e limpida, ci
intratteniamo a chiacchierare con un francavillese verace che ci racconta del
riscaldamento delle acque, dell’inquinamento e delle scellerate azioni umane
che hanno disturbato l’ecosistema di telline, cannolicchi e vongole. Parliamo
di cultura e filosofeggiamo sul presente, il passato e il futuro, che speriamo
più sostenibile e attento al rispetto di natura, territori e persone. Tutto ci
sembra perfetto, gli ombrelloni e le palme danzano con il vento, coro vivace al
placido mare. È ora di nuotare un po’, Giulia fa un lungo bagno e si diverte
tantissimo con il salvagente. Mamma Valentina e Papà Claudio si alternano a
spingerla, beandosi nel liquido elemento. Le tensioni accumulate durante gli
ultimi due anni scivolano via grazie alle onde, usciamo dall’acqua felici,
torniamo verso l’appartamento e mangiamo. Usciamo dunque per andare a Chieti a
vedere il museo con il Guerriero di Capestrano. La campagna teatina è molto
variegata, particolare e unica nella sua alternanza tra coltivazioni differenti
e i vigneti incastrati tra altra vegetazione in linee e forme geometriche che
sembrano evocare antichi simbolismi. Papà Claudio segue le indicazioni stradali
per il museo, posizionate ovunque un po’ come i cartelli romani
dell’Auditorium, e parcheggiamo vicino al Palazzo di Giustizia, nella Piazza
San Giustino. Il duomo, che vediamo soltanto dall’esterno, è di adriatica
bellezza e sembra riproporre quella varietà di forme geometriche che si
intuisce nei campi circostanti. La città è un originalissimo miscuglio di
vocazione marittima e montana, assomma in sé le peculiarità regionali, tra
palazzi borghesi, nobiliari e popolari, intonacate e decorate con stucchi e
statue o di mattoncini chiari, tipicamente adriatici. La musica è parte
integrante del tessuto urbano, se ne percepisce la morbidezza nelle linee architettoniche
ritmicamente variegate, nei caffè e tra i porticati, sembra quasi di poter
scorgere carrozze, cappelli a cilindro e fruscianti abiti corredati da ventagli
piumosi, proseguiamo alternando marsupio Stokke a Book 51 e Papà Claudio,
arrivati quasi all’ingresso del museo, nel parchetto di Piazza Mazzini, decide
saggiamente di andare a riprendere la Ford Focus per parcheggiarla più vicino.
Dire che Villa Frigeri ci accoglie nel
suo giardino sarebbe improprio, più che altro ci fornisce un po’ di fresco e
poi si schiude con la tipica ritrosia abruzzese ai nostri occhi con la
diffidenza di una creatura di esemplare bellezza celata da una coltre di
indifferenza. Il museo è piuttosto interessante e presenta alcune rarità e una
orgogliosa organizzazione contenutistica che mette in risalto le peculiarità
delle popolazioni italiche che abitarono l’Abruzzo prima della fondazione
dell’Urbe. Ammiriamo la fibula sabina e le differenze tra i differenti stili,
ci soffermiamo dunque a guardare il Guerriero di Capistrano, decisamente
emozionante, nella sala creata da Mimmo Paladino. Riprendiamo la Focus SW e
torniamo a Francavilla al Mare. Indossiamo il costume e andiamo al mare per un
bagnetto rigenerante, torniamo nell’appartamento per una doccia, Mamma
Valentina si concede uno spuntino iperproteico a base di legumi e mortadella,
quindi usciamo per andare mangiare la pizza da Cicco non senza salutare i
dirimpettai e aver ricordato i lutti che hanno funestato la famiglia
nell’ultimo decennio. Prendiamo l’autobus, scendiamo poco dopo il Pontile
Sirena, c’è un incontro su regimi dittatoriali in cui parlano di torture e
preferiamo andare verso la piazzetta del Professore, dove scopriamo degli stand
SlowFood sulle cipolle, Giulia, comodamente adagiata nello Stokke tra le braccia
di Mamma Valentina, assaggia un pezzetto di pizza con peperoni e cipolla,
sembra gradire il sapore, mentre Papà Claudio parla di terra, coltivazioni che
rispettano i suoli e gli ecosistemi con un coltivatore locale. Ci incamminiamo
dunque verso la pizzeria, Giulia dorme, poi si sveglia stranita e con la voglia
di esprimere le sue rimostranze, mangiamo, chiacchieriamo con una coppia di
genitori e con qualche nonno, torniamo dunque verso l’appartamento percorrendo
un pezzo a piedi e uno con l’autobus, ci addormentiamo quasi subito.