giovedì 5 dicembre 2013

Le Fontanelle di Contigliano...

Un agriturismo con il ristorante ricavato all'interno di un ex fienile con una vetrata spettacolare che affaccia sulla valle del Tancia dove si mangia bene ma dove è consigliabile andare con persone del luogo. 

La prima volta siamo andati a cena, invitati da amici di Rieti che conoscono il territorio, per cui non abbiamo potuto godere del panorama splendido anche di sera. 

Eravamo un gruppo, ci sono stati serviti degli antipasti misti, degni di nota: le bruschette con buon pane casareccio, gli affettati tagliati a mano che ricordavano sapori dell'infanzia, quando i maiali erano ancora allevati in modo civile e non imbottiti di antibiotici, la ricotta molto buona, fresca e delicata, i fritti sublimi, pastella leggera e croccante, verdure fresche burrose all'interno, neanche una traccia d'unto, l'olio utilizzato sembra di produzione locale o comunque extra vergine di frantoio. Abbiamo preso delle fettuccine, degli strangozzi e altri primi. Le paste fatte in casa sono molto buone, per i condimenti: squisita la funghi e tartufo, un po' pesante per l'estate quella con salsiccia e zucchine anche se la salsiccia era ottima e ben cotta, le zucchine fresche, l'olio buono, l'ortolana indugiava un po' nell'aroma di cipolla ma le verdure erano da orto. 

Non abbiamo assaggiato la carne che ben prometteva, soprattutto quella cotta nel grande camino con braciere. Ci hanno detto che tutta la produzione di carne è dell'agriturismo stesso e hanno un tipo particolare di maiale, il maiale nero, le cui carni sono particolarmente gustose, non fatichiamo ad immaginarlo, visti i salumi. Patate al forno ben cotte. Dolci fatti in casa: torta della nonna, frolla, crema, mandorle e briciole, servita tiepida, buona ma non eccellente e crostata con marmellata di more. Buon vino, servito in quantità, acqua microfiltrata leggermente gasata e liscia. 

La seconda volta siamo andati con un gruppo di amici non di Rieti e il pranzo, seppur gustoso, non era della stessa qualità della prima, insomma ci siamo sentiti considerati un po' dei turisti sprovveduti e abbiamo avuto la sensazione che, come per molti luoghi in Italia, i piatti più prelibati siano destinati agli amici. La veduta di giorno è comunque meravigliosa.  

mercoledì 20 novembre 2013

Mondo Arancina, uno spicchio di Sicilia a Roma

Da Mondo Arancina si trovano facilmente tutte quelle sfiziosità della rosticceria siciliana. Gli arancini sono gustosi e ben preparati, buone anche le panelle palermitane o la pizza al taglio che, nonostante nell'impasto sia più simile a quella isolana, per quanto riguarda la varietà dei condimenti si inserisce bene nella tradizione capitolina, un po' più fantasiosa.

martedì 19 novembre 2013

Il Frantoio dii Lubriano, gli gnocchi di Nonno in un posto dove il tempo si ferma

Siamo andati a mangiare a Lubriano per caso, eravamo andati a Bagnoregio per Sapori d'Autunno e abbiamo deciso di mangiare al Frantoio. L'atmosfera è davvero particolare e il luogo potrebbe già essere meta di una gita, peccato per la quantità di fiori finti, non di carta, proprio quelli di plastica che sinceramente a noi non piacciono molto. 

Sul menù c'è un avvertimento chiaro, è bene posare l'orologio altrove e lasciare la fretta a casa, la qualità richiede tempo. Viste le premesse, ordiniamo antipasto, primo e secondo insieme. L'antipasto è composto da un mix di bruschette, tra cui una con una crema di tartufo delicatissima che fa ben sperare, l'olio è sincero. 

Dopo un'ora arriva il primo: gnocchi con funghi e tartufo. Che spettacolo! A fine pasto abbiamo chiesto conferma ed effettivamente gli gnocchi sono preparati al momento, per cui vengono fatte bollire le patate e impastati su ordinazione, il risultato premia davvero la lunga attesa. Il sapore delle patate ha evocato senza alcun dubbio quello di quando Nonno Dante era ancora con noi. Una delizia del palato. 

La grigliata di carne è arrivata dopo un tempo di attesa ragionevole e le salsicce erano perfettamente cotte sulla brace a fuoco evidentemente lento. Ottimo. 

Sconsigliato se si ha fretta: è l'esatto contrario del fast food. Il prezzo è onesto.

lunedì 18 novembre 2013

Tempio del Gusto, Spoleto: tanta forma e poca sostanza

Siamo andati domenica, anche molto incuriositi dalle recensioni sui siti community. Il ristorante si presenta benissimo, molto carino, il personale affabilissimo e molto cortese, l'atmosfera intima e raccolta di un locale rustico con stile, i tavoli apparecchiati con gusto. Abbiamo ordinato due menù del territorio composti da antipasto, primo, secondo, dolce, caffé, acqua, pane e vino al prezzo di 35 euro per un totale di 70 euro in due. Il menù era composto da un millefoglie con formaggio fuso, per il primo abbiamo optato per gli strangozzi al tartufo, per il secondo la nostra preferenza è andata al maialino in crosta e il dolce era quello tipico di Spoleto. Il vino era buono, il pane anche, pur se poco lievitato, il dolce non male, i piatti presentati alla perfezione e il servizio decisamente impeccabile, i piatti, purtroppo, non erano all'altezza della presentazione: il millefoglie era a strati seppur la sfoglia fosse croccantissima, il formaggio non era squisito, il primo con tartufo era troppo saporito, gli strangozzi troppo lisci per il tipo di condimento, che comunque era troppo saporito e copriva l'aroma del tartufo fresco, la carne di maiale non cotta e sinceramente si può avere un manzo al sangue ma il maiale proprio no. 

Che dire, tanta forma ma poca sostanza.

venerdì 15 novembre 2013

Bagnoregio

A meno di un'ora di macchina da Roma si estende una valle incantata in cui si staglia un borgo abbarbicato su un'isolotto in un mare di calanchi argillosi. Civita di Bagnoregio è uno dei borghi più belli d'Italia, luogo popolato da personaggi dello spettacolo e della cultura che lì hanno trovato terreno fertile per ristorarsi e nutrire la propria creatività, e da persone incuriosite dalla città che muore, posto insolito dove camminare tra i vicoletti fermandosi in una cantina per un bicchiere di vino sincero e una buona bruschetta senza il rumore del traffico. Civita è il luogo più famoso, ma basta fermarsi qualche metro prima del ponte pedonale per immergersi in una cittadina vivace con viuzze fiorite, case antiche e quell'atmosfera provinciale di un paesotto dove ci si conosce per nome, cognome, soprannome e albero genealogico. Bagnoregio è meno nota di Civita di Bagnoregio eppure è un luogo davvero particolare da cui partire per esplorare la meravigliosa zona del viterbese che si snoda intorno al Lago di Bolsena. 

lunedì 4 novembre 2013

Terme Vescine a Suio, Castelforte (LT)

Siamo andati dopo aver visto una pubblicità su internet. Abbiamo dato uno sguardo alle recensioni ed effettivamente è stata una bella scelta. Non abbiamo provato l'albergo, bensì le piscine termali, una meraviglia: completamente immersi nel verde della valle, personale gentilissimo e tre diverse vasche, due all'aperto e una al coperto, una più bella dell'altra. Torneremo alla riapertura degli impianti, i prezzi per l'albergo ci sono sembrati un po' alti, l'ingresso in piscina è intorno ai 20 euro e nel chioschetto si possono gustare ottimi panini, insalatone e altri piatti adattissimi alla gita, a prezzi normali. A poco più di un'ora di macchina da Roma.

giovedì 5 settembre 2013


A Messina ci sono due posti dove è obbligatorio andare almeno una volta nella vita: il Chiosco Ottocentesco di Piazza Cairoli per un'aranciata da ricordare o una limonata unica e da Famulari per gli arancini più fantasiosi e buoni della città che possono essere annoverati senza ombra di dubbio tra i più gustosi del mondo intero. 

Da Famulari, l'ultima volta che ci siamo andati c'erano 33 tipi di arancini senza contare tutte le tipicità della rosticceria messinese, dai pitoni (una specie di calzoni) ai fagottini, dalle pizzette agli arancini al trancio. Gli arancini sono squisiti dal primo all'ultimo e consigliarne uno sarebbe riduttivo, dipende dal gusto personale. La caratteristica generale è la gran quantità di condimento e la perfetta combinazione degli ingredienti del ripieno per ottenere un insieme organico e perfettamente armonico. Si può mangiare in piedi, ai tavolini informali all'interno e all'esterno del locale o portare via le prelibatezze della rosticceria più famosa di Messina, frequentata anche da star, politici e starlettes che vogliono deliziarsi con delle specialità introvabili altrove. Ovviamente appena preparati sono dei capolavori, ma anche il giorno successivo mantengono le loro caratteristiche. Noi ne abbiamo mangiati al tavolo, andando in estasi per quelli fatti al momento, 'dello Stretto', 'piedi' e 'salmone', e godendo insieme ai nostri familiari, dopo un viaggio di centinaia di km, della squisitezza di un prodotto decisamente eccellente anche quando gustato non nella pienezza della sua espressione.

Prima e dopo l'abbuffata di arancini scatta la sosta al chioschetto ottocentesco di piazza Cairoli. Il nome non tradisce il luogo: è un chiosco vero e proprio, di materiale metallico, con vetri e i posti a sedere in una specie di giardinetto popolato da messinesi di tutte le età e da molti giovani e giovanissimi. La storia del chioschetto si intreccia con quella della città. Specialità: la spremuta di arance con una punta di granita di arance, semplicemente squisita, piace a chiunque, e la limonata al sale, strepitosa ma un po' particolare, non tutti la amano.

martedì 3 settembre 2013

Lapillo Gelato, gelati e granite degne di questo nome a Stromboli

Le Isole Eolie sono uno dei luoghi più belli sulla Terra ma la pasticceria non sempre è all'altezza della tradizione dolciaria siciliana, giustamente famosa un po' ovunque, una delle cose che non sempre si trova con facilità, con alcune eccezioni eccellenti, una in particolare, è la vera granita siciliana, soffice, non stucchevole e preparata con ingredienti rigorosamente naturali e freschi. Da Lapillo abbiamo avuto una piacevole e rinfrescante sorpresa: gelati ottimi, da svenire quello di fichi e davvero squisite le creme, quali nocciola, pistacchio e gianduja, e granite degne di questo nome in territorio siciliano, molto buona quella di mandorle e superlativa quella di gelsi, finora tra le migliori granite di gelsi assaggiate. Non abbiamo chiesto, anche perché eravamo con un gruppo di amici conosciuti nelle Isole, ma la sensazione è che i gusti di frutta varino in base alla stagione, per cui c'è di che esplorare

lunedì 2 settembre 2013

Alfredo, Lingua, Salina. Granite e pane cunzato per arricriarsi

Alfredo è famoso in tutte le Isole Eolie e assolutamente a ragione. Pur se non si soggiorna a Salina, è consigliatissimo fare una gita gastronomica nella frazione di Lingua anche soltanto per assaggiare la granita di mandorle, che può facilmente essere annoverata tra le granite più buone del mondo. Preparata rigorosamente con mandorle vere, cosa piuttosto evidente visto che si sentono proprio le mandorle tritate nel palato, e non con latte o pasta di mandorle, non è troppo dolce e la consistenza è soffice, una poesia. Il pane cunzato è ottimo, ben condito e variamente presentato. Un pane cunzato basta abbondantemente per due persone: le porzioni sono "siciliane". I tavoli all'aperto con vista sul mare sono una splendida cornice per questo posto semplice dove "arricriarsi".

venerdì 30 agosto 2013

Agriturismo Redipuglia, Alberese (GR)

Abbiamo trascorso dieci giorni in agosto, prenotando prima, in uno degli appartamenti dell'agriturismo e siamo stati benissimo. I fattori sono meravigliosi, il luogo è perfetto per rilassarsi in campagna a circa 7/8 chilometri dal mare, comodamente raggiungibile in bicicletta. I locali sono puliti, arredati con gusto modernamente rustico e la fattoria è piuttosto grande, per cui la mattina ci si sveglia al cantar del gallo e la sera si possono ammirare le stelle in un cielo nero e non inquinato. L'agriturismo non è provvisto di ristorante. La quantità di zanzare è da Maremma toscana, quindi è bene partire attrezzati. Adattissimo a chi ama la vita in campagna, i ritmi lenti, per chi cerca un rinnovato rapporto con la natura seguendo i propri bioritmi. Assolutamente sconsigliato a chi cerca la vida loca, il resort attrezzatissimo o le 'comodità' della città.

Cronachette di un Viaggio in Italia § A casa!

30 agosto

Il viaggio sull'autobus è lungo e viene spezzato nella notte con una sosta a Sala Consilina, dove la luna si fa vedere, è stupenda, piccolina, uno spicchio, non piena come all'andata ma decisamente bella.
 
Sul percorso il pullman produce gli armonici e qualche apparecchio per la riproduzione musicale diffonde sorde note di Paolo Conte, sì proprio la musica che tormenta Baiamonte nei libri di Costa che ci hanno accompagnato durante queste vacanze eoliane, ormai giunte al termine.
 
Claudio si addormenta, seguito poco dopo da Valentina che si sveglia con le prime luci del giorno che illuminano il contorno dei nostri monti.
 
Il sole si nasconde dietro i Lucretili illuminando di rosa, giallo, arancio il celeste del cielo che si apre un varco nel blu scuro della notte.
 
La luna è sempre con noi. Appena arriviamo alla Stazione, Roma ci dà il benvenuto a modo suo: facendoci uscire dai gangheri in men che non si dica ma al tempo stesso rinfrancandoci con un cappuccino degno di questo nome a prezzo onestissimo.
 
Arriviamo a Mentana nella casa dipinta di fresco. Farsi una bella doccia e poter usufruire di un vero bagno privato dopo giorni di campeggio e un lungo viaggio è un piacere indescrivibile.

giovedì 29 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Eolie e Messina

29 agosto

Si riparte
 
La mattina l'intestino di Valentina è in perfetta forma.
Prepariamo le valigie e smontiamo la tenda in men che non si dica, lasciamo i bagagli nella zona giorno e andiamo al mare, dove incontriamo Corrado, ci facciamo quattro risate con le sue storie partenopee.
 
Facciamo il bagno, tra pesciolini che cominciamo a riconoscere e pesci che ci meravigliano perché siamo convinti di non aver mai visto.
 
Andiamo a fare il nostro giro di compere mattutine, salutiamo la fornaia, acquistiamo qualche souvenir gastronomico e l'occorrente per i panini. Il cielo si rannuvola per qualche minuto, giusto il tempo di farci ombra mentre camminiamo e ridare poi spazio al sole durante l'ultimo bagno.
 
 Recitiamo l'ohm nell'acqua e salutiamo a nostro modo Canneto. Poi via al campeggio dove incontriamo Corrado e un ragazzo taciturno, Corrado ci saluta, magari ci incontreremo di nuovo un giorno, chissà. Ci facciamo la doccia, mangiamo e ci prepariamo per andare a prendere l'aliscafo dal porto di Lipari.
 
Aspettiamo un po' sul pontile, il tempo di ripercorrere con la memoria visiva la meraviglia dell'isola, con la sua zona archeologica, la movida, il castello, gli anfratti e le baie da favola. Saliamo sull'imbarcazione, salutiamo le Sette Sorelle, chiacchierando mentalmente con le varie isole.
 
La costa siciliana ci dà l'idea di terra, anche un po' desiderata, come dopo un lungo viaggio in mare.
 
Dal porto degli aliscafi al deposito bagagli il tratto è breve, lasciamo le valigie e ci incamminiamo nel città. Messina ci offre le sue delizie, prima tappa, le ceramiche, poi la sosta obbligata al Chioschetto ottocentesco dove è possibile gustare la più buona spremuta d'arancia che si possa immaginara, per cui decidiamo di bissare dopo aver pasteggiato con gli spettacolari e giustamente rinomati arancini di Famulari, che ci 'concede' di portare fino a Mentana un vassoio di arancini se e soltanto se gli promettiamo solennemente di rispettare alcuni accorgimenti per poterli gustare ancora buoni nonostante lo strapazzo del viaggio.
 
 Il pullman sembra non voler arrivare e quando giunge è pieno e non c'è posto per i bagagli. L'autista trova il modo di farci salire a bordo. Passiamo lo stretto salutando dal ponte le 'nostre' isole e ci addormentiamo a fatica.

mercoledì 28 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Salutiamo Canneto

28 agosto

Salutiamo Canneto
 
Dopo due notti non particolarmente rilassanti, ci alziamo e ciondoliamo verso la spiaggia, il mare è calmo ma freddino per gli standard eoliani.
 
Claudio crede di scorgere qualcosa di simile ad una medusa, usciamo e facciamo colazione sulla spiaggia. Proprio in quel momento arriva Corrado con la sua attrezzatura da sub, entra in acqua e sostiene di aver visto un polipo gigante. Claudio malignamente pensa che sia di dimensioni alquanto ridotte. Ci scaldiamo un po' al sole che si esprime in tutta la sua magnificenza tra nuvole meravigliose, poi ci dirigiamo verso il giro di compere mattutine.
 
Paghiamo il campeggio e pranziamo nella tarda mattinata cercando di risolvere, invano fino alla chiamata a Mamma Lucilla, uno schema enigmistico di Ghilardi o Bartezzaghi che proprio non ci veniva. Torniamo in tenda, sonnecchiamo, leggiamo, così come Valentina ha scoperto il fantastico mondo marino superando la diffidenza verso maschere e occhialini, così Claudio si è lasciato trasportare nel vortice della fantasia attraverso la lettura di semplici parole e si è fatto contagiare dall'atteggiamento del lettore incallito.
 
 Prendiamo appuntamento con Francesco per il bagno pomeridiano in cui ci fa scoprire una quantità di varietà di pesci, pesciolini e creature del mare, spiegandoci come si chiamano e che abitudini hanno. Ci spiega anche come li cucina sua madre ma tant'è. Ci diamo appuntamento 'Da Merlo' per una pizza di arrivederci. Ci asciughiamo al sole, godendo questi ultimi attimi di meravigliosa bellezza, cercando di imprimere nella nostra mente il profilo della baia e delle isole di fronte a noi, cerchiamo di scorgere qualche sprazzo di rosso dalla sciara di fuoco che contrasta con i colori decisi del mare.
 
Ci crogioliamo a riconoscere i contorni di Panarea, con la sua bianca perpendicolare che si tuffa nel mare con dietro il conico Stromboli, ogni puntino bianco, ogni casetta nella baia sembra volerci salutare, farsi ammirare ancora una volta. Il verde scuro si alterna all'argilla con sprazzi di bianco e il tutto è unito nel liquido elemento che racchiude in sé tutti i colori dell'arcobaleno.
 
Torniamo in campeggio già con la nostalgia di questo posto così unico e così semplicemente bellissimo.
 
Ci prepariamo e ci incamminiamo verso la pizzeria. Mangiamo una Messinese, una Norma, una Campagnola senza spinaci e con pancetta, l'impasto è spesso, più simile a quello napoletano che a quello romano, il condimento è siciliano, generoso e gustoso. Chiacchieriamo e ci salutiamo con la voglia di incontrarci nuovamente.
 
Non abbiamo voglia di andare subito in tenda, la notte è calda, il venticello rinfresca quel tanto che serve per non sudare, il cielo è limpido e il mare è troppo invitante.
 
Ci accoccoliamo sulla spiaggia di sassi, tra persone che hanno allestito pic-nic molto chic con tanto di flute e vestiti da sera, sembra quasi di essere in una coreografia di Pina Bausch. La nostalgia per quel mare incantevole, per la baia assolutamente perfetta, per la dolcezza della temperatura dell'acqua, per la stupenda meraviglia delle Eolie inevitabilmente ci intristisce un po'.
 
Torniamo al campeggio e ci addormentiamo satolli e rilassati.

martedì 27 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Giornata pigra

27 agosto

Una giornata pigra
 
La notte insonne ha un risvolto positivo: vediamo la meravigliosa alba nella baia di Canneto.
 
Un'emozione pura, sole liquido, colori che si compongono nel mare e sembrano rispecchiarsi nel cielo limpido incorniciato dal promontorio che definisce la baia. Silenzio colmo di canti di uccellini e regolare risacca del mare che esprime la più incredibile bellezza nella incredibile varietà di gradazioni luminose.
 
Questa unicità liparota ci rilassa e ci tranquillizza, sì, siamo ancora nel paradiso terrestre eoliano. Niente mare oggi, dormiamo quasi tutto il giorno e ci svegliamo la sera giusto in tempo per andare a Lipari paese, dove Claudio può gustare degli squisiti fagottini.
 
Ci addentriamo tra i vicoletti e ci ritroviamo a Marina Corta, dove proiettano dei video sulle Eolie.
 
C'è un relatore molto elegante che cammina come fosse un polipo ci racconta i suoi ricordi del film 'Il postino'.
 
Torniamo al campeggio e affrontiamo una nottata rumorosa con qualche raffica di pioggerellina e richieste notturne di limonate. La notte trascorre agitata.

lunedì 26 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Canneto, Lipari e una notte insonne

26 agosto

Ha 'dda passa' 'a nuttata

Chiamiamo Mamma Lucilla e Papà Pietro di buon mattino, stanno ascoltando la radio e si impietosiscono quando raccontiamo delle nostre esigue finanze, ci offrono di pagare il campeggio, ringraziamo e rifiutiamo.
 
Andiamo al mare, che è pieno di meduse rosse, andiamo a Lipari paese dopo una bella doccia per assaporare gli arancini che Mancia e Fui ha appena tirato fuori dalla friggitrice, ricarichiamo il telefonino, compriamo il giornale.
 
Ci dirigiamo verso la fermata del bus dove aspettiamo per circa mezz'ora in cui ci lamentiamo dei prezzi isolani, arriviamo a Canneto con il nostro prezioso bottino di arancini col tonno e col pistacchio.
 
Mangiamo in campeggio, ritroviamo il telefonino e ci addormentiamo pigramente fino a pomeriggio inoltrato, svegliati da qualche gocciolina d'acqua, versione liparota del maltempo, che ben presto lascia il posto ad un bel sole caldo.
 
Breve bagno in cui giochiamo quasi a riva, Claudio scopre le comodità della sediola da spiaggia regalataci ad inizio vacanza. Leggiamo un po' sulla spiaggia, Panarea e Stromboli sullo sfondo, la macchia mediterranea alle nostre spalle e il rumore dolce della risacca.
 
Al tramonto ci muoviamo verso il forno dove acquistiamo del pane che farciremo con mortadella e accompagneremo con olive condite e cous cous delle insalatissime Riomare.
 
Mangiamo in campeggio, nella zona giorno desolata dall'assenza quasi totale di campeggiatori. Corrado ci raggiunge col suo carico di pollo arrosto e storie partenopee.
 
La notte è un inferno: se Claudio aveva accusato il colpo dell'arancino caldo nel primo dopopranzo e vi aveva posto rimedio con due pillole di Imodium, Valentina trascorre l'intera nottata a correre tra la tenda e il bagno, dopo la quinta pillola di Imodium riesce finalmente a trovare un po' di pace in un sonno ristoratore.

domenica 25 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Panarea e Stromboli by night

25 agosto

Panarea e Stromboli by night
 
Ci alziamo tra le 7 e le 8 di mattina per andare al mare, che è una tavola, e fare un piccolissimo bagno prima di incontrare una splendida medusa venuta a salutarci. Colazione in spiaggia e l'intenzione di proseguire la mattinata tra letture in spiaggia e Settimana Enigmistica. Ci gongoliamo un po' al sole e poi rientriamo in campeggio, dove troviamo una piacevole sorpresa e facciamo amicizia con Corrado, che si unisce a noi nella gita in barca a Panarea e Stromboli by night. Nel giro di compere mattutino incontriamo Francesco, prenotiamo la barca, acquistiamo il regalo per Papà Pietro: una maschera da snorkeling, visto che gli abbiamo rotto la sua. Passaggio al forno, al supermarket e al supermercato, con piccola sosta nel negozio delle caramelle, dove ci indicano un 'granitaro', il 'Bar Tano', vediamo il colore del gelato che non promette bene per niente. Mangiamo in campeggio presto anche per ricaricare i telefoni. Facciamo un po' di conti: abbiamo speso tutti i soldi per le vacanze e mancano 4 giorni al ritorno, sarà il caso di ridurre drasticamente le spese! Corrado arriva, Valentina va a fare una doccia e Claudio si mette a chiacchierare con lui davanti alla tenda. Si stanno simpatici e in effetti l'allegria napoletana è vivacemente contagiosa. Quando parla sembra impegnato in una sua personale coreografia partenopea e infarcisce qualunque storia con personaggi che a suo avviso e da buon napoletano, l'universo creato dovrebbe ovviamente conoscere. O almeno questo traspare dal disappunto quasi offeso con cui spiega, con il tono usato con i bimbi che non sanno le cose dei grandi, chi sono e che funzione svolgono nella storiella che si accinge a raccontare. Sulla musica l'intesa tra i due non scatta, Corrado non conosce gli Osanna, gruppo progressive napoletano per intenditori. Per il resto chiacchierano quasi ininterrottamente riuscendo in un'impresa solitamente quasi impossibile, far tacere Valentina. Le avventure narrate, sì perché qualunque piccolo accadimento si trasforma in opera teatrale con capo-comici ed interpreti minori, nonché una struttura solidamente consolidata negli anni, sono molto divertenti. È ora di imbarcarci. Chiacchierando e ridendo arriviamo dall'altra parte della baia, saliamo sull'imbarcazione che ci farà vedere la Sciara del Fuoco di notte. Il primo bagno è alle Cave di pomice, due baie dopo quella di Canneto, dove il verde e l'azzurro del mare si evidenziano grazie al bianco puro della pomice in uno scenario fantastico da mari tropicali che fa immancabilmente pensare alla luna, a luoghi esotici e lontani. La macchia mediterranea si apre per mettere in mostra un cuore di leggerissima pomice, immancabilmente si vedono persone che si lanciano giù dalla bianchissima e soffice collinetta verso il mare incontaminato. Il fondo è visibilissimo anche dalla barca, nella sua liquida perfezione. Al largo di Panarea ci immergiamo con piacere e ci ritroviamo in un paesaggio marino inaspettato. Le Eolie sono bellissime anche perché sono davvero una più bella dell'altra e da una baia ad un'altra gli scenari cambiano rapidamente, il mare è sempre pulitissimo e cristallino ma i colori variano in modo incredibile. Ci immergiamo in un blu cobalto completamente trasparente, con pesci di ogni forma e colore, che danzano sinuosi intorno a noi. Gli anfratti offrono spettacoli naturali di rara beltà. Tanto ci piace fare il bagno al largo di Panarea quanto non ci piace immergerci nelle stradine pedonali percorse a folle velocità da macchinine da golf contenenti ricchi vacanzieri che hanno tutta l'intenzione di mettere in mostra la corposità dei loro conti bancari. Molti milanesi, frotte di snob griffati dalla testa ai piedi, a volte lasciati scalzi per ulteriore dimostrazione di spregio verso il vil denaro, ovviamente con costosissimi calzari casualmente tenuti in bella vista che fa tanto chic trasandato. Avremmo un'ora per visitare l'isola più fighetta dell'arcipelago ma non abbiamo voglia di inerpicarci per visitare la città preistorica e dopo mezz'ora ci riavviciniamo alla barca, con il desiderio di tuffarci nelle acque eoliane senza pensare a quanti soldi vengano sperperati in quest'isola per puro gusto dell'ostentazione. L'imbarcazione salpa e arriviamo nell'altro scrigno di tesori naturali per paperoni, che però sono talmente consolidati nella loro certezza di superiorità economica di fronte alla media delle persone che non hanno neanche bisogno di ostentare. Stromboli è una rivelazione: un luogo magico dove gli elementi si compenetrano in un equilibrio perfetto tra il dionisiaco e l'apollineo. L'energia dell'isola è, a dir poco, possente. Il nero della sabbia danza con i verdi delle pale dei fichi d'india i ciuffi d'erba, piante di capperi sembrano muoversi di concerto con bouganville e hibiscus dei colori più fantasiosi. Il tutto profumato da zaffate di gelsomino che pervadono l'aria non inquinata dal traffico e già aromatizzate naturalmente dalle erbe scaldate dal sole eoliano. Il paesino è vivacissimo e hanno granite e gelati decisamente degni di questo nome che ci rimettono in sintonia siciliana con l'arcipelago. L'acqua è caldissima, la spiaggia di finissima sabbia nera raccoglie il calore del sole e quello del vulcano perennemente attivo. In men che non si dica è tempo di risalire in barca, la nostra gita prosegue verso Strombolicchio, cratere di 400.000 anni, un vecchietto in confronto allo Stromboli che ne ha 'soltanto' 200.000. Sull'anziano cratere ormai divenuto svoglio c'è un faro e quello che ci sembra essere un airore bianco. La tentazione di farci lasciare sull'isolotto, guardare dal faro la sciara del fuoco che incontra il mare, le stelle e l'alba è forte ma resistiamo e ci dirigiamo con l'imbarcazione verso la sciara. Il vulcano ci saluta appena con un paio di spruzzatine, avremmo il desiderio di tornare quando è in piena attività. Il via-vai di escursionisti è notevole e ci riserviamo di tornare a scalare i vulcani della Trinacria col tempo più fresco nelle altre tre stagioni dell'anno. Le stelle nel cielo sono talmente tante che non riusciamo neanche ad individuare il Grande Carro per parecchi minuti. Ci lasciamo alle spalle il dorato panfilo di Dolce e Gabbana, ci rammarichiamo dei loro guai col fisco con una serie di improperi irripetibili. Torniamo a Canneto con la voglia di rivedere Stromboli e i vulcani siciliani. Dormiamo un sonno profondo.


sabato 24 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Lipari


24 agosto
 
Dolce dormire

Ci svegliamo un po' doloranti, decidiamo di fare una veloce colazione in tenda e crolliamo addormentati di nuovo, ci sveglia la telefonata di Nonna Augusta giusto in tempo per farci fare il bucato e dare una pulita alla tenda. Un apparentemente gaio e apparentemente romano ci chiede il gonfiatore di materassini, forse faremo amicizia più avanti. Francesco è in spiaggia, ci chiama e lo raggiungiamo giusto all'ora del bagno, lui è già in acqua e sciorina una conoscenza enciclopedica dei nomi dei pesci visti ieri e ci conferma che i delfini erano di una specie particolare. Sulla spiaggia parliamo male dei romani e questo fa gongolare Claudio e la sua ormai nota idiosincrasia per gli abitanti della Capitale. Ci vengono in mente i falchi che nidificano nel faraglione più alto delle Eolie, la Canna e che ieri si sono espressi in meravigliose evoluzioni aeree. Altro bagno e poi al supermarket che fa mezza giornata in occasione delle festività per San Bartolomeo, non senza essere passati prima a comprare il pane al forno, dove la Fornaia ci comunica che le messe sono iniziate alle 7:00 e si sono susseguite per tutto l'arco della mattinata con il pienone. Nella zona ristoro del campeggio divoriamo la pizza bianca, il pane con mortadella e lonzino, la ricotta al forno freschissima e due insalatissime Riomare: avevamo fame. Il pranzetto ci stimola la pennica post-prandiale e ci svegliamo all'ora di cena per cui decidiamo di provare un ristorantino che sembra per oriundi, 'Da Merlo', ma dopo avervi cenato discretamente decretiamo che è più che altro una pizzeria. Torniamo al campeggio satolli e, tanto per cambiare, assonnati. Continuiamo a leggere 'Festa di Piazza' e ci addormentiamo di un sonno profondo.

venerdì 23 agosto 2013

Cronachette di un viaggio in Italia § Eolie, Alicudi e Filicudi


23 agosto 2013

Alicudi e Filicudi

Valentina non dorme bene e si alza immediatamente dopo l'alba, ne approfitta per lavarsi i capelli e depilarsi. Una colazione veloce in tenda e poi via verso l'avventura di questa giornata che si preannuncia densa. Al forno ci aspetta una spasetta di pizza bianca calda col rosmarino, passiamo al supermarket a comprare le pesche noci e ci incamminiamo verso l'altro lato della baia, dove compriamo la Settimana Enigmistica, commentiamo rumorosamente le scelte editoriali di una settentrionale snob e raccogliamo il sorriso compiaciuto dell'edicolante. Ci sediamo su una panchina in compagnia di un canuccio bianco e nero, dopo un paio di schemi di parole crociate arriva un'addetta della compagnia di navigazione, che fa un po' di confusione con gli acconti e le prenotazioni. Arriva la Viking, l'imbarcazione che ci porterà verso Alicudi e Filicudi, capitanata da un tipo simpatico con la voglia di raccontare storie dell'arcipelago. Piccola sosta a Marina Corta per imbarcare quelli che vengono da Lipari paese e sbarcare chi è diretto a Vulcano. Costeggiamo Salina, diretti ad Alicudi, passiamo attraverso alcuni faraglioni, esprimiamo lo stesso desiderio. Il primo bagno al largo è vicino alla Grotta del Bue Marino, dove non si può entrare per un'ordinanza in seguito alla caduta di alcuni massi.

Una ragazza avvista una tartaruga marina e un branco di delfini ci saltella intorno felice. Sono esseri davvero fantastici, che provocano inevitabilmente una profonda tenerezza e simpatia. Non ne avevamo mai visti dal vivo.

Alicudi è sconcertante, si percepisce a pelle un senso di profonda solitudine, sentimento con cui i pochissimi isolani hanno strutturato dimestichezze abituali. Il bagno con la maschera e gli occhialini è bellissimo: pesci ovunque! Torniamo sull'imbarcazione che lascia a terra cinque gitanti ritardatari che ci raggiungeranno con l'aliscafo a Filicudi, isoletta già più vivace anche se il contatto con la natura selvaggia è meno evidente. Sulla spiaggia di sassi durissimi Valentina si addormenta profondamente mentre Claudio compila caselle enigmistiche, guarda il mare e fa un po' di coccole. È arrivata l'ora del bagno o meglio dell'inizio delle esplorazioni nel magico mondo marino, dove abitanti rossi, bordeaux, tigrati, striati, arcobaleno, viola metallizzato, danzano in un tripudio di colori, forme e luci che sembrano volerci incantare e stupire. Torniamo verso il Viking di buon passo, al posto delle due ragazze inizialmente sedute davanti a noi, una coppia. Lo spostamento provoca quasi una rissa sul natante, coraggiosamente sedata dal ragazzo dell'equipaggio che stava cercando un approccio con una delle due giovani. Un gruppetto di giovani delfini dalla pancia bianca saltella fanatico tra le onde, suscitando in noi gran stupore. Sono bellissimi, proprio come vengono descritti nelle fiabe giocano con gli esseri umani senza difficoltà. Riprendiamo la traversata soffermandoci davanti alle macine di pietra usate in antichità per olio, grano e pomice, passiamo davanti a Pollara e poi ci tuffiamo nelle acque limpide delle cave di pomice, lo scenario subacqueo è incredibilmente lunare.

Torniamo a Canneto stanchi e felici, doccia e poi, verso il forno dove ci aspetta la pizza, che mangiamo nell'area ristoro del camping dove sembra essersi materializzata una strana ragazzina che pare appartenere a qualche epoca precedente. Prendiamo il bus verso Lipari paese e compriamo alcune ossidiane, che ci vengono incartate in una busta con dei delfini stampati. Cerchiamo invano un gelato decente e ripieghiamo su un cornetto black & white della Motta e una coppa del nonno.

Andiamo nel negozietto “La casa eoliana”, non hanno più la crema al rosmarino purtroppo ma un suggerimento per un libro che acquistiamo per Nonna Augusta e che ovviamente iniziamo a leggere a Marina Corta mentre aspettiamo l'esibizione di Roberto Vecchioni che si rivela più un comizio che un concerto. Torniamo a Canneto attraversando un fiume di persone venute a Marina Corta per la Festa di San Bartolomeo e per lo struscio serale.

Nella tenda caciarona ha luogo un incontro ravvicinato tra una delle caciarone e un ragazzo-megafono che ha intenzione di comunicare all'intero campeggio i propri movimenti e pensieri, se possono essere considerati tali.

giovedì 22 agosto 2013

Cronachette di un viaggio in Italia § Canneto di Lipari

22 agosto


Ennagono o nonagono e il saluto delle meduse

Ci svegliamo di buon mattino, salutiamo il vicino di tenda ingegnere edile motociclista e la sua dolce metà, con una domanda da Settimana Enigmistica: come si chiama un poligono con 9 facce/lati? Non saprebbe proprio, ci risponde quasi farfugliando un “forse semplicemente poliedro?” “Vedi se la definizione entra nelle caselle”. La risposta non convince Claudio che ricorda almeno il nome del poligono con 10 lati, decaedro gli pare, mentre Valentina ha vaghe reminiscenze di un dodecaedro, controlleremo poi e scopriremo che il nome è ennagono o nonagono.

Il primo bagno della giornata è nell'acqua placida e cristallina, poi andiamo al forno per la pizza bianca col rosmarino e un panino doppio. Arriviamo dall'altra parte della baia per acquistare una maschera da nuoto perché quella che era stata prestata a Claudio si è rotta dopo il primo bagno, con l'occasione compriamo anche degli occhialini-maschera non fastidiosi. Prenotiamo la gita in barca ad Alicudi e Filicudi per l'indomani con la Compagnia Regina.

Mentre stiamo per versare l'acconto squilla il telefono: è Francesco, nostra conoscenza liparota, che ci chiede di fare colazione insieme da Papisca, dove prendiamo caffè e granite. Parliamo un po', ci raccontiamo un anno in pochi minuti, ci lamentiamo dell'incompetenza dei politicanti italiani, ottenendo l'esplicita simpatia da parte di un'insegnante liparota naturalizzata riminese.

Ci salutiamo augurandoci di vederci nei giorni a venire. Il bagno di mezzogiorno è divertentissimo, ci tuffiamo nelle meravigliose acque eoliane dopo aver letto alcune pagine del libro di Costa con la maschera e gli occhialini: è uno spasso vedere i pesci, il fondale e la luce che filtra nell'acqua verde-azzurra.

Ci asciughiamo al sole, andiamo al supermarket per il companatico e torniamo al campeggio dove due ragazze dall'aria simpatica hanno preso il posto dell'ingegnere edile motociclista mentre un camper ha quasi parcheggiato sul nostro stuoino. Le ciarle della tenda accanto ci risvegliano dal sonnellino pomeridiano, usciamo dal campeggio per riattraversare la baia verso un supermercato dove speriamo di trovare delle penne visto che quella portata da casa ha preferito restarsene in spiaggia.

Sulla via del ritorno discutiamo del libro “L'immaginazione al podere” in cui l'autore sostiene fondamentalmente che le droghe hanno aperto la via alla rivoluzione culturale degli anni '60 e '70 mentre la nostra idea in merito è diametralmente opposta: le droghe hanno distrutto la rivoluzione culturale che per un momento è sembrata possibile. Mentre discutiamo animatamente entriamo in un emporio dove troviamo la scopetta per la tenda e un 'veterano', che negli anni '70 intraprese un improbabile viaggio da Lipari a Goa in autostop in 100 giorni. Altro che 'Into the Wild'... posiamo le cose in campeggio e torniamo al mare dove ci accolgono delle strane meduse senza filamenti.

Il bagno è velocissimo ma ci crogioliamo al sole di fine agosto fino all'ora della sfornata degli arancini caldi da Papisca, li mangiamo con mozzarella e spinaci, melanzane e ricotta al forno, bianco con la mozzarella. Una brutta sorpresa ci manda gli arancini di traverso: bottiglie con il volto di Mussolini. Nella baia vediamo sorgere una bella luna arancione che ha, o sembra avere, tutta l'intenzione di sorvolare il monte più che scalarlo. Torniamo in tenda e puntiamo la sveglia.

mercoledì 21 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Isole Lipari

21 agosto 2013

Dal 'Continente' all'Isola, arriviamo a Lipari

Quando ci svegliamo siamo all'incrocio tra Reggio Calabria e Villa San Giovanni, arriviamo al porto poco prima delle 3:30, il primo traghetto, 'u ferribbot' Caronte, parte alle 4:00. Niente fila, niente traffico. Lungo la traversata del breve tratto di mare che separa – o unisce – il 'continente' con la Sicilia, la luna si nasconde per farci vedere meglio le luci sulla costa dell'isola.
 
A Messina ci accoglie il Bar Italia con cornetti e brioches appena sfornati, dove possiamo bere un buon tè freddo e attendere con tutta tranquillità l'arrivo del bus per Milazzo. Niente da fare: Claudio viene attaccato da zanzarine feroci e comincia a smaniare, risultato? Ci ritroviamo nel piazzale della stazione, mal frequentato a quell'ora (di notte? di giorno?).
 
Finalmente arriva il nostro Giuntabus, che vola verso Milazzo.
 
La sola vista dei monti siciliani dà la sensazione di vacanza. Non c'è coda agli aliscafi e il viaggio procede placidamente. Claudio crolla in un sonno mattutino e il temporale che sembrava voler minacciare le nostre vacanze ci abbandona a Milazzo.
 
Lipari è calda e assolata, dobbiamo attendere un po' l'apertura della reception prima di poter montare la tenda e gonfiare li materassino per concederci una mezza giornata tra le braccia di Morfeo. La tenda è uno spettacolo, semplicemente fantastica, ce lo dice anche Bartolo del campeggio. Il mare è un po' mosso, l'acqua calda e accogliente ci coccola portando via la stanchezza dalle gambe e dal corpo.
 
Canneto di Lipari è IL mare e IL mare d'estate, acqua calda, subito profonda, pulita e cristallina, visuale splendida, pesci e pescetti e qualche medusa ogni tanto, spiaggia di sassolini su cui è quasi impossibile camminare senza fare stranissime smorfie e che regala un meraviglioso massaggio rigenerante sotto la pianta dei piedi appena in acqua, insomma, un sogno. Appena usciamo dalla spiaggia incontriamo il mitico Cosimo.
 
Il mare, è noto, mette appetito e non possiamo esimerci dal mangiare arancini con le melanzane appena sfornati da Papisca, semplicemente squisiti, di fronte al mare liparota, con Stromboli e Panarea all'orizzonte. Claudio può finalmente ri-assaporare gli spiedini di pesce-spada, nella rosticceria, incontriamo una comitiva di sordo-muti che fa una gran caciara, bimbi belli, personaggi vari e una bambina che somiglia incredibilmente a Charlotte Gainsbourg. Il supermarket è ancora aperto, prendiamo il tè e un pacco di Pavesini per la colazione dell'indomani, anche se abbiamo tutta l'intenzione di andare al solito forno.
 
Il nostro giovane compagno di viaggio di Poggio Moiano ha ritrovato i suoi amici, dopo aver fatto rifornimento di cibarie alla rosticceria a Marina Garibaldi si sono incamminati verso la white beach, che bianca non è ma un po' fighettina sì. Torniamo in campeggio e crolliamo in un sonno ristoratore, non senza prima esserci crogiolati nella bellissima tenda che Mamma Lucilla, Papà Pietro e Claudio hanno regalato a Valentina, adesso munita anche di una poltroncina che ci è stata regalata da un gruppetto di ragazze e ragazze che, ci hanno assicurato, avrebbero portato il maltempo verso Catania.
 
Ci svegliamo e andiamo al mare, dopo un bel bagno facciamo la doccia e ci incamminiamo, in autobus naturalmente, verso Lipari paese. Il corso piuttosto frequentato ci fa rilassare il passo già vacanziero, virando verso un'andatura da bradipo.
 
Da 'Mancia e fui', la rosticceria sul corso divoriamo fagottini appena sfornati con le verdure e con gli spinaci, portiamo verso Canneto un calzone con il prosciutto e un fagottino con le melanzane da leccarsi i baffi. Non ce n'eravamo accorti l'anno scorso ma la rosticceria ha come logo una giraffa motociclista, sorridiamo contenti e ci avviamo verso la baia con il nostro bottino culinario in mano. La luna quasi piena sembra volersi arrampicare sul monte fino alla croce illuminata dal neon e da altre lucette artificiali.
 
Torniamo in tenda rilassati, felici e satolli. Accanto a noi un gruppetto casinista di ragazzette che Claudio spera andranno via l'indomani. Leggiamo qualche riga de 'La festa di piazza' di Costa, edizione Sellerio, cos'altro in Sicilia?, cercando di sovrastare le impegnate ciarle delle tre vicine sull'abbinamento di magliette e pantaloncini, il sonno ci coglie prima che la loro conversazione sia finita.

martedì 20 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Lipari e le Isole Eolie

20 agosto 2013

In viaggio verso la Sicilia

Partiamo rilassati dopo un po' di riposo post-pittura e scartavetratura. Colazione con Mamma Lucilla e Papà Pietro a casa di Claudio, che ricambiano con un gustoso pranzetto e caffè a casa di Mamma Enza e Papà Giancarlo.
 
Mentre Claudio è al lavoro, Valentina prova invano a dormire un po', tra il telegramma alla sorella di Dino che non vuole saperne di partire, gli aggiornamenti ai social network e altre cosette, le cinque arrivano presto, bisogna fare la doccia, chiudere la valigia blu con il tascone ed eccoci pronti per prendere il pullman che ci porterà alla stazione.
 
Salutiamo Papà Giancarlo, già in cantina, arriviamo in fermata e, dopo quattro autobus, arriva il nostro. In stazione c'è da aspettare un'ora e mezza e non ci sono ovviamente baretti con comode sedie dove attendere, per cui compriamo la Settimana Enigmistica e ci assestiamo su una panchina di cemento.
 
Tra una definizione e l'altra arriva il pullman per Messina, ai nostri posti, via si parte! Una meravigliosa luna blu ci fa dimenticare il giramento di testa per le due scosse di terremoto, lievi, con epicentro nei Monti Cornicolani, del pomeriggio, e ci illumina un paesaggio fantastico.
 
Il viaggio in autobus è veloce, dormicchiamo un po', Claudio riesce ad addormentarsi....

domenica 4 agosto 2013

Papisca e Macia e Fui, gli arancini di Lipari

Gli arancini in Sicilia sono un'istituzione e nelle Eolie, a Lipari, è possibile trovarne di ottimi da Papisca a Canneto e da Mancia e Fui nel corso del paese. 

Papisca è un bar, gelateria, rosticceria, tavola calda piuttosto frequentato a Canneto, nella zona balneare più conosciuta dell'isola di Lipari. I tavoli all'aperto sotto un ampio gazebo consentono di godere la vista del mare e della splendida baia mangiando un arancino appena preparato, vivamente consigliati quelli con le melanzane, o un piatto di tavola calda. Il gelato, come ovunque a Lipari, non è un granché e neanche la granita, ma la brioche calda inzuppata anche in una mediocre granita davanti al mare ha un suo fascino. Sfornano i preparati salati due volte al giorno, all'ora di pranzo e a quella dell'aperitivo, è bene chiedere l'orario preciso sia perché dopo poche decine di minuti gli arancini vengono spazzolati dalla folta clientela, anche locale, sia perché gli ottimi arancini sono squisiti se mangiati caldi. Nota di colore, che sicuramente a molti potrebbe dare fastidio, la presenza di bottiglie e quadretti con foto di Mussolini.

Mancia e Fui si trova nel corso principale di Lipari, è una piccola rosticceria con qualche panca sul marciapiede che ha aperto non da moltissimo ma che ha già spiazzato la concorrenza con una fila costante di avventori che si forma a qualunque ora, per lo meno nel mese di agosto. Si scendono alcuni gradini e si viene immersi nella tipica rosticceria messinese con pitoni (una specie di calzoni), fagottini, arancini, pizzette. Assolutamente strepitosi i fagottini con melanzane, zucchine, mozzarella e quelli con gli spinaci. Ottimi gli arancini, consigliati quelli 'eoliani' o 'liparoti' con tonno, capperi, pomodoro fresco e un pizzico di cipolla che non dà fastidio anche a chi non ama molto questo ingrediente. Neanche a dirlo, soprattutto la sera gli arancini vanno prenotati per telefono se si spera di trovarne, altrimenti gli altri pezzi di rosticceria sono comunque da provare.

giovedì 25 luglio 2013

La Lupa Romana

Bontà tradizionali in chiave contemporanea

Via Roma 83/85 Moricone   Roma

Un’antica osteria tradizionale conosciuta da cacciatori e persone della zona, caduta in disgrazia e recentemente riportata a nuova vita da giovani cuochi con la passione per i prodotti genuini e le ricette tradizionali. Sosta rinfrancante dopo una bella passeggiata tra le bellezze dei Monti Lucretili o meta di una gita fuori porta alla scoperta della meravigliosa Sabina romana e dei suoi sapori. Alcuni anni orsono, la Lupa Romana era rinomata per la cacciagione cucinata con maestria, oggi è nota per l’ottima cucina che spazia dal cinghiale (su prenotazione o se si è molto fortunati) alle paste fatte rigorosamente in casa e condite con prodotti locali, tra cui il prelibato olio extra vergine di oliva Sabina DOP, agli antipasti originali e gustosi in cui si coniuga perfettamente la creatività contemporanea con i sapori della tradizione per arrivare all’ottima carne alla brace e ai delicati dolci. Del passato ha mantenuto la struttura architettonica, quella di una tipica osteria di paese degli inizi del secolo scorso con le grandi porte a vetri protette da scuri di legno e adornate con tendine ricamate, ricavata all’interno di quella che probabilmente un tempo era una stalla, e l’accurata scelta di materie prime di qualità. 

mercoledì 24 luglio 2013

Il parco cinquecentesco di Bomarzo

Si narra che Vicino Orsini fosse talmente addolorato alla morte della sua amata moglie, Giulia Farnese, che costruì un parco in cui fece scolpire i mostri che animavano il suo cuore. Dopo un secolare abbandono, la coppia dei coniugi Bettini riscoprì il parco e lo restaurò. Oggi per i bambini è uno spasso e per gli adulti un gioiello del grottesco, con vere e proprie chicche che sembrano visioni future di arte e architetture che si sarebbero sviluppate soltanto nel XX e nel XXI secolo. La casa pendente, con una destrutturazione dell'equilibrio degna dei più famosi architetti novecenteschi, l'Ercole che fa pensare alle sculture di Botero, o semplicemente la Furia, che sembra volerci ricordare la delicatezza della scultura contemporanea. L'orco è però quello che maggiormente attrae la curiosità di adulti e bambini, che giocano ad entrare nella bocca per sedersi intorno al tavolo. Un luogo in cui l'arte e l'artificio vengono messi in gioco. Davvero meraviglioso. Peccato il prezzo del biglietto: 10 euro per gli adulti e 8 per i bimbi...

mercoledì 10 luglio 2013

Big Alì, porzioni gigantesche a Capena

Un posto dove andare se si ha molto appetito e se si ha voglia di pasta o di pizza: le porzioni sono estremamente abbondanti, non meno di 2 etti di pasta per piatto e le pizze sono mediamente grandi, i prezzi contenuti. L'atmosfera è informale, cordiale ed efficiente il servizio anche se c'è da aspettare abbastanza prima di avere il cibo sulla tavola, la veranda è ampia e molto spartana mentre all'interno sembra quasi di essere in un locale italiano all'estero, sensazione che viene accentuata quando si apre il menu che presenta una incredibile varietà di pizze e paste con abbinamenti insoliti per la cucina italiana. C'è anche una selezione di pizze con mozzarella di bufala DOP. La pizza è 'alla romana', sottile e croccante, ma molto condita, la pasta al dente, per i sughi, abbiamo provato la cacio e pepe, piuttosto salata, e la zucchine e prezzemolo, in cui si sentiva parecchio il soffritto di cipolla. Olive all'ascolana surgelate ben fritte. Buona selezione di birre riminesi che si ispirano ai personaggi femminili di Amarcord di Fellini. Ottimo per l'estero, per l'Italia un po' pesante. 

Via Morlupo 21, Capena (RM)

martedì 9 luglio 2013

Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco

Il cuore verde della Capitale

Mentana - Monterotondo - San'Angelo Romano

La Riserva si estende sul territorio dei comuni di Mentana, Monterotondo e Sant’Angelo Romano per quasi mille ettari tra la valle del Tevere e i Monti Cornicolani. A pochi chilometri dalla Capitale, è possibile camminare nei boschi o nelle colline della provincia romana, tra uliveti, pescheti e ciliegeti che si mostrano in tutta la loro variegata bellezza nelle differenti stagioni. I Monti Lucretili circondano il meraviglioso panorama costituito da valli e terre coltivate dove vengono raccolte le olive per la produzione dell’olio DOP Sabina, il primo in Italia ad aver ottenuto questo riconoscimento. Area fortemente caratterizzata dai fenomeni carsici con grotte, inghiottitoi e doline, tra cui la più famosa è certamente il Pozzo del Merro, una delle più profonde al mondo, luogo misterioso ed esplorato soltanto in superficie che nasconde un lago, leggende e miti popolari.