29 ottobre 2017
Mentana * Tempietto sul Clitunno * San Salvatore di Spoleto *
San Gemini * Mentana
Ci svegliamo intorno alle 4 per la prima poppata di Giulia,
ci riaddormentiamo e ci risvegliamo intorno alle 7 ora legale. Papà Claudio
protesta perché Mamma Valentina non ha preso in considerazione che per l’ora
solare sarebbero le 6, Giulia dorme satolla. Ci prepariamo, carichiamo il Book
51 sulla Ford Focus e partiamo alla scoperta del sito seriale UNESCO I Longobardi in Italia. La prima tappa è
il Tempietto sul Clitunno a Campello sul Clitunno, pochi chilometri a Nord di
Spoleto e pochi metri dalle fonti del Clitunno. Arriviamo ma il sito è ancora chiuso
al pubblico, diamo uno sguardo, ci sembra particolare ma non riusciamo ancora
ad avere un’idea chiara dell’immaginario longobardo, d’altronde neanche storici
e archeologi sono concordi nel datare la costruzione che ha notevoli caratteri
classici. Per arrivare attraversiamo maree di alberi colorati dall’autunno con
sfumature che passano dal verde al giallo fino al rosso più acceso e al marrone
in tutte le sue possibili sfumature. Ci soffermiamo a guardare le costruzioni
rurali, molto suggestive con la vite americana che si annoda all’edera in un
tripudio di bellezza naturale messo in risalto dal candore delle pietre e dell’argilla.
Macine di marmo sono sparse sulle rive del limpidissimo fiume, la musica del
bosco sembra raccontarci storie di un futuro remoto mediante elementi del
passato. Una strana coppia, donna steampunk con elegante canide bianco
attraversano la nube di foglie e raggi luminosi, ci saluta scrutando curiosa il
telaio del Peg Pérego. Giulia reclama un po’ di latte caldo che le viene
prontamente fornito dal seno di Mamma Valentina. I custodi del tempietto
arrivano poco dopo, aprono il cancello, la biglietteria e i portali, ci
forniscono un opuscolo informativo, poche parole in un luogo che sembra
racchiudere in sé l’essenza di un’epoca arcaica e avvolta nella nebbia dell’ignoranza.
Ci stupiamo nel vedere la foggia decisamente classica del tempio, vi sono
differenze rispetto a quelli che siamo abituati ad osservare nella provincia di
Roma, all’interno vi sono affreschi recuperati a fatica di un gusto che è
difficile immaginare in quell’architettura. I confini temporali e stilistici
sembrano molto labili in questo luogo di culto. Pare che i Longobardi abbiano,
in effetti, cominciato a costruire edifici monumentali e duraturi dopo essere
entrati in contatto, in modo piuttosto brusco, con la civiltà romana ma lo
stile che contraddistingue i segni territoriali delle gentes Langobardorum è
caratterizzato da una semplicità formale assai differente dalla purezza
classica. Il tempietto ci sorprende notevolmente, sembra racchiudere in sé tutte
le contraddizioni e le differenti spinte culturali del tempo. Riprendiamo la
Focus, non partiamo subito per poppata e cambio pannolino e ripartiamo verso la
seconda tappa della nostra gita: San Salvatore a Spoleto. Il santuario è
visitabile soltanto dall’esterno, causa lavori di restauro, riprendiamo la via
di casa riservandoci di visitare Foligno un altro giorno. Riattraversiamo il
fiume frondoso di luci e colori, ci fermiamo per una sosta a San Gemini, il
paesino ci accoglie e ci fa pensare ad elfi e personaggi fiabeschi, il cielo è
grigio e il vento piuttosto freddo, torniamo verso Mentana senza aver mangiato.