venerdì 30 agosto 2013
Agriturismo Redipuglia, Alberese (GR)
Abbiamo trascorso dieci giorni in agosto, prenotando prima, in uno degli appartamenti dell'agriturismo e siamo stati benissimo. I fattori sono meravigliosi, il luogo è perfetto per rilassarsi in campagna a circa 7/8 chilometri dal mare, comodamente raggiungibile in bicicletta. I locali sono puliti, arredati con gusto modernamente rustico e la fattoria è piuttosto grande, per cui la mattina ci si sveglia al cantar del gallo e la sera si possono ammirare le stelle in un cielo nero e non inquinato. L'agriturismo non è provvisto di ristorante. La quantità di zanzare è da Maremma toscana, quindi è bene partire attrezzati. Adattissimo a chi ama la vita in campagna, i ritmi lenti, per chi cerca un rinnovato rapporto con la natura seguendo i propri bioritmi. Assolutamente sconsigliato a chi cerca la vida loca, il resort attrezzatissimo o le 'comodità' della città.
Cronachette di un Viaggio in Italia § A casa!
30
agosto
Il
viaggio sull'autobus è lungo e viene spezzato nella notte con una
sosta a Sala Consilina, dove la luna si fa vedere, è stupenda,
piccolina, uno spicchio, non piena come all'andata ma decisamente
bella.
Sul percorso il pullman produce gli armonici e qualche
apparecchio per la riproduzione musicale diffonde sorde note di Paolo
Conte, sì proprio la musica che tormenta Baiamonte nei libri di
Costa che ci hanno accompagnato durante queste vacanze eoliane, ormai
giunte al termine.
Claudio si addormenta, seguito poco dopo da
Valentina che si sveglia con le prime luci del giorno che illuminano
il contorno dei nostri monti.
Il sole si nasconde dietro i Lucretili
illuminando di rosa, giallo, arancio il celeste del cielo che si apre
un varco nel blu scuro della notte.
La luna è sempre con noi. Appena
arriviamo alla Stazione, Roma ci dà il benvenuto a modo suo:
facendoci uscire dai gangheri in men che non si dica ma al tempo
stesso rinfrancandoci con un cappuccino degno di questo nome a prezzo
onestissimo.
Arriviamo a Mentana nella casa dipinta di fresco. Farsi
una bella doccia e poter usufruire di un vero bagno privato dopo
giorni di campeggio e un lungo viaggio è un piacere indescrivibile.
giovedì 29 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Eolie e Messina
29
agosto
Si riparte
La
mattina l'intestino di Valentina è in perfetta forma.
Prepariamo le
valigie e smontiamo la tenda in men che non si dica, lasciamo i
bagagli nella zona giorno e andiamo al mare, dove incontriamo
Corrado, ci facciamo quattro risate con le sue storie partenopee.
Facciamo il bagno, tra pesciolini che cominciamo a riconoscere e
pesci che ci meravigliano perché siamo convinti di non aver mai
visto.
Andiamo a fare il nostro giro di compere mattutine, salutiamo
la fornaia, acquistiamo qualche souvenir gastronomico e l'occorrente
per i panini. Il cielo si rannuvola per qualche minuto, giusto il
tempo di farci ombra mentre camminiamo e ridare poi spazio al sole
durante l'ultimo bagno.
Recitiamo l'ohm nell'acqua e salutiamo a
nostro modo Canneto. Poi via al campeggio dove incontriamo Corrado e
un ragazzo taciturno, Corrado ci saluta, magari ci incontreremo di
nuovo un giorno, chissà. Ci facciamo la doccia, mangiamo e ci
prepariamo per andare a prendere l'aliscafo dal porto di Lipari.
Aspettiamo un po' sul pontile, il tempo di ripercorrere con la
memoria visiva la meraviglia dell'isola, con la sua zona
archeologica, la movida, il castello, gli anfratti e le baie da
favola. Saliamo sull'imbarcazione, salutiamo le Sette Sorelle,
chiacchierando mentalmente con le varie isole.
La costa siciliana ci
dà l'idea di terra, anche un po' desiderata, come dopo un lungo
viaggio in mare.
Dal porto degli aliscafi al deposito bagagli il
tratto è breve, lasciamo le valigie e ci incamminiamo nel città.
Messina ci offre le sue delizie, prima tappa, le ceramiche, poi la
sosta obbligata al Chioschetto ottocentesco dove è possibile gustare
la più buona spremuta d'arancia che si possa immaginara, per cui
decidiamo di bissare dopo aver pasteggiato con gli spettacolari e
giustamente rinomati arancini di Famulari, che ci 'concede' di
portare fino a Mentana un vassoio di arancini se e soltanto se gli
promettiamo solennemente di rispettare alcuni accorgimenti per
poterli gustare ancora buoni nonostante lo strapazzo del viaggio.
Il
pullman sembra non voler arrivare e quando giunge è pieno e non c'è
posto per i bagagli. L'autista trova il modo di farci salire a bordo.
Passiamo lo stretto salutando dal ponte le 'nostre' isole e ci
addormentiamo a fatica.
mercoledì 28 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Salutiamo Canneto
28
agosto
Salutiamo Canneto
Dopo
due notti non particolarmente rilassanti, ci alziamo e ciondoliamo
verso la spiaggia, il mare è calmo ma freddino per gli standard
eoliani.
Claudio crede di scorgere qualcosa di simile ad una medusa,
usciamo e facciamo colazione sulla spiaggia. Proprio in quel momento
arriva Corrado con la sua attrezzatura da sub, entra in acqua e
sostiene di aver visto un polipo gigante. Claudio malignamente pensa
che sia di dimensioni alquanto ridotte. Ci scaldiamo un po' al sole
che si esprime in tutta la sua magnificenza tra nuvole meravigliose,
poi ci dirigiamo verso il giro di compere mattutine.
Paghiamo il
campeggio e pranziamo nella tarda mattinata cercando di risolvere,
invano fino alla chiamata a Mamma Lucilla, uno schema enigmistico di
Ghilardi o Bartezzaghi che proprio non ci veniva. Torniamo in tenda,
sonnecchiamo, leggiamo, così come Valentina ha scoperto il
fantastico mondo marino superando la diffidenza verso maschere e
occhialini, così Claudio si è lasciato trasportare nel vortice
della fantasia attraverso la lettura di semplici parole e si è fatto
contagiare dall'atteggiamento del lettore incallito.
Prendiamo
appuntamento con Francesco per il bagno pomeridiano in cui ci fa
scoprire una quantità di varietà di pesci, pesciolini e creature
del mare, spiegandoci come si chiamano e che abitudini hanno. Ci
spiega anche come li cucina sua madre ma tant'è. Ci diamo
appuntamento 'Da Merlo' per una pizza di arrivederci. Ci asciughiamo
al sole, godendo questi ultimi attimi di meravigliosa bellezza,
cercando di imprimere nella nostra mente il profilo della baia e
delle isole di fronte a noi, cerchiamo di scorgere qualche sprazzo di
rosso dalla sciara di fuoco che contrasta con i colori decisi del
mare.
Ci crogioliamo a riconoscere i contorni di Panarea, con la sua
bianca perpendicolare che si tuffa nel mare con dietro il conico
Stromboli, ogni puntino bianco, ogni casetta nella baia sembra
volerci salutare, farsi ammirare ancora una volta. Il verde scuro si
alterna all'argilla con sprazzi di bianco e il tutto è unito nel
liquido elemento che racchiude in sé tutti i colori dell'arcobaleno.
Torniamo in campeggio già con la nostalgia di questo posto così
unico e così semplicemente bellissimo.
Ci prepariamo e ci incamminiamo
verso la pizzeria. Mangiamo una Messinese, una Norma, una Campagnola
senza spinaci e con pancetta, l'impasto è spesso, più simile a
quello napoletano che a quello romano, il condimento è siciliano,
generoso e gustoso. Chiacchieriamo e ci salutiamo con la voglia di
incontrarci nuovamente.
Non abbiamo voglia di andare subito in tenda,
la notte è calda, il venticello rinfresca quel tanto che serve per
non sudare, il cielo è limpido e il mare è troppo invitante.
Ci
accoccoliamo sulla spiaggia di sassi, tra persone che hanno allestito
pic-nic molto chic con tanto di flute e vestiti da sera, sembra quasi
di essere in una coreografia di Pina Bausch. La nostalgia per quel
mare incantevole, per la baia assolutamente perfetta, per la dolcezza
della temperatura dell'acqua, per la stupenda meraviglia delle Eolie
inevitabilmente ci intristisce un po'.
Torniamo al campeggio e ci
addormentiamo satolli e rilassati.
martedì 27 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Giornata pigra
27
agosto
Una giornata pigra
La
notte insonne ha un risvolto positivo: vediamo la meravigliosa alba
nella baia di Canneto.
Un'emozione pura, sole liquido, colori che si
compongono nel mare e sembrano rispecchiarsi nel cielo limpido
incorniciato dal promontorio che definisce la baia. Silenzio colmo di
canti di uccellini e regolare risacca del mare che esprime la più
incredibile bellezza nella incredibile varietà di gradazioni
luminose.
Questa unicità liparota ci rilassa e ci tranquillizza, sì,
siamo ancora nel paradiso terrestre eoliano. Niente mare oggi,
dormiamo quasi tutto il giorno e ci svegliamo la sera giusto in tempo
per andare a Lipari paese, dove Claudio può gustare degli squisiti
fagottini.
Ci addentriamo tra i vicoletti e ci ritroviamo a Marina
Corta, dove proiettano dei video sulle Eolie.
C'è un relatore molto
elegante che cammina come fosse un polipo ci racconta i suoi ricordi
del film 'Il postino'.
Torniamo al campeggio e affrontiamo una
nottata rumorosa con qualche raffica di pioggerellina e richieste
notturne di limonate. La notte trascorre agitata.
lunedì 26 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Canneto, Lipari e una notte insonne
26
agosto
Ha 'dda passa' 'a nuttata
Ha 'dda passa' 'a nuttata
Chiamiamo
Mamma Lucilla e Papà Pietro di buon mattino, stanno ascoltando la
radio e si impietosiscono quando raccontiamo delle nostre esigue
finanze, ci offrono di pagare il campeggio, ringraziamo e rifiutiamo.
Andiamo al mare, che è pieno di meduse rosse, andiamo a Lipari paese
dopo una bella doccia per assaporare gli arancini che Mancia e Fui ha
appena tirato fuori dalla friggitrice, ricarichiamo il telefonino,
compriamo il giornale.
Ci dirigiamo verso la fermata del bus dove
aspettiamo per circa mezz'ora in cui ci lamentiamo dei prezzi
isolani, arriviamo a Canneto con il nostro prezioso bottino di
arancini col tonno e col pistacchio.
Mangiamo in campeggio,
ritroviamo il telefonino e ci addormentiamo pigramente fino a
pomeriggio inoltrato, svegliati da qualche gocciolina d'acqua,
versione liparota del maltempo, che ben presto lascia il posto ad un
bel sole caldo.
Breve bagno in cui giochiamo quasi a riva, Claudio
scopre le comodità della sediola da spiaggia regalataci ad inizio
vacanza. Leggiamo un po' sulla spiaggia, Panarea e Stromboli sullo
sfondo, la macchia mediterranea alle nostre spalle e il rumore dolce
della risacca.
Al tramonto ci muoviamo verso il forno dove
acquistiamo del pane che farciremo con mortadella e accompagneremo
con olive condite e cous cous delle insalatissime Riomare.
Mangiamo
in campeggio, nella zona giorno desolata dall'assenza quasi totale di
campeggiatori. Corrado ci raggiunge col suo carico di pollo arrosto e
storie partenopee.
La notte è un inferno: se Claudio aveva accusato
il colpo dell'arancino caldo nel primo dopopranzo e vi aveva posto
rimedio con due pillole di Imodium, Valentina trascorre l'intera
nottata a correre tra la tenda e il bagno, dopo la quinta pillola di
Imodium riesce finalmente a trovare un po' di pace in un sonno
ristoratore.
domenica 25 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Panarea e Stromboli by night
25
agosto
Panarea e Stromboli by night
Ci
alziamo tra le 7 e le 8 di mattina per andare al mare, che è una
tavola, e fare un piccolissimo bagno prima di incontrare una
splendida medusa venuta a salutarci. Colazione in spiaggia e
l'intenzione di proseguire la mattinata tra letture in spiaggia e
Settimana Enigmistica. Ci gongoliamo un po' al sole e poi rientriamo
in campeggio, dove troviamo una piacevole sorpresa e facciamo
amicizia con Corrado, che si unisce a noi nella gita in barca a
Panarea e Stromboli by night. Nel giro di compere mattutino
incontriamo Francesco, prenotiamo la barca, acquistiamo il regalo per
Papà Pietro: una maschera da snorkeling, visto che gli abbiamo rotto
la sua. Passaggio al forno, al supermarket e al supermercato, con
piccola sosta nel negozio delle caramelle, dove ci indicano un
'granitaro', il 'Bar Tano', vediamo il colore del gelato che non
promette bene per niente. Mangiamo in campeggio presto anche per
ricaricare i telefoni. Facciamo un po' di conti: abbiamo speso tutti
i soldi per le vacanze e mancano 4 giorni al ritorno, sarà il caso
di ridurre drasticamente le spese! Corrado arriva, Valentina va a
fare una doccia e Claudio si mette a chiacchierare con lui davanti
alla tenda. Si stanno simpatici e in effetti l'allegria napoletana è
vivacemente contagiosa. Quando parla sembra impegnato in una sua
personale coreografia partenopea e infarcisce qualunque storia con
personaggi che a suo avviso e da buon napoletano, l'universo creato
dovrebbe ovviamente conoscere. O almeno questo traspare dal
disappunto quasi offeso con cui spiega, con il tono usato con i bimbi
che non sanno le cose dei grandi, chi sono e che funzione svolgono
nella storiella che si accinge a raccontare. Sulla musica l'intesa
tra i due non scatta, Corrado non conosce gli Osanna, gruppo
progressive napoletano per intenditori. Per il resto chiacchierano
quasi ininterrottamente riuscendo in un'impresa solitamente quasi
impossibile, far tacere Valentina. Le avventure narrate, sì perché
qualunque piccolo accadimento si trasforma in opera teatrale con
capo-comici ed interpreti minori, nonché una struttura solidamente
consolidata negli anni, sono molto divertenti. È ora di imbarcarci.
Chiacchierando e ridendo arriviamo dall'altra parte della baia,
saliamo sull'imbarcazione che ci farà vedere la Sciara del Fuoco di
notte. Il primo bagno è alle Cave di pomice, due baie dopo quella di
Canneto, dove il verde e l'azzurro del mare si evidenziano grazie al
bianco puro della pomice in uno scenario fantastico da mari tropicali
che fa immancabilmente pensare alla luna, a luoghi esotici e lontani.
La macchia mediterranea si apre per mettere in mostra un cuore di
leggerissima pomice, immancabilmente si vedono persone che si
lanciano giù dalla bianchissima e soffice collinetta verso il mare
incontaminato. Il fondo è visibilissimo anche dalla barca, nella sua
liquida perfezione. Al largo di Panarea ci immergiamo con piacere e
ci ritroviamo in un paesaggio marino inaspettato. Le Eolie sono
bellissime anche perché sono davvero una più bella dell'altra e da
una baia ad un'altra gli scenari cambiano rapidamente, il mare è
sempre pulitissimo e cristallino ma i colori variano in modo
incredibile. Ci immergiamo in un blu cobalto completamente
trasparente, con pesci di ogni forma e colore, che danzano sinuosi
intorno a noi. Gli anfratti offrono spettacoli naturali di rara
beltà. Tanto ci piace fare il bagno al largo di Panarea quanto non
ci piace immergerci nelle stradine pedonali percorse a folle velocità
da macchinine da golf contenenti ricchi vacanzieri che hanno tutta
l'intenzione di mettere in mostra la corposità dei loro conti
bancari. Molti milanesi, frotte di snob griffati dalla testa ai
piedi, a volte lasciati scalzi per ulteriore dimostrazione di spregio
verso il vil denaro, ovviamente con costosissimi calzari casualmente
tenuti in bella vista che fa tanto chic trasandato. Avremmo un'ora
per visitare l'isola più fighetta dell'arcipelago ma non abbiamo
voglia di inerpicarci per visitare la città preistorica e dopo
mezz'ora ci riavviciniamo alla barca, con il desiderio di tuffarci
nelle acque eoliane senza pensare a quanti soldi vengano sperperati
in quest'isola per puro gusto dell'ostentazione. L'imbarcazione salpa
e arriviamo nell'altro scrigno di tesori naturali per paperoni, che
però sono talmente consolidati nella loro certezza di superiorità
economica di fronte alla media delle persone che non hanno neanche
bisogno di ostentare. Stromboli è una rivelazione: un luogo magico
dove gli elementi si compenetrano in un equilibrio perfetto tra il
dionisiaco e l'apollineo. L'energia dell'isola è, a dir poco,
possente. Il nero della sabbia danza con i verdi delle pale dei fichi
d'india i ciuffi d'erba, piante di capperi sembrano muoversi di
concerto con bouganville e hibiscus dei colori più fantasiosi. Il
tutto profumato da zaffate di gelsomino che pervadono l'aria non
inquinata dal traffico e già aromatizzate naturalmente dalle erbe
scaldate dal sole eoliano. Il paesino è vivacissimo e hanno granite
e gelati decisamente degni di questo nome che ci rimettono in
sintonia siciliana con l'arcipelago. L'acqua è caldissima, la
spiaggia di finissima sabbia nera raccoglie il calore del sole e
quello del vulcano perennemente attivo. In men che non si dica è
tempo di risalire in barca, la nostra gita prosegue verso
Strombolicchio, cratere di 400.000 anni, un vecchietto in confronto
allo Stromboli che ne ha 'soltanto' 200.000. Sull'anziano cratere
ormai divenuto svoglio c'è un faro e quello che ci sembra essere un
airore bianco. La tentazione di farci lasciare sull'isolotto,
guardare dal faro la sciara del fuoco che incontra il mare, le stelle
e l'alba è forte ma resistiamo e ci dirigiamo con l'imbarcazione
verso la sciara. Il vulcano ci saluta appena con un paio di
spruzzatine, avremmo il desiderio di tornare quando è in piena
attività. Il via-vai di escursionisti è notevole e ci riserviamo di
tornare a scalare i vulcani della Trinacria col tempo più fresco
nelle altre tre stagioni dell'anno. Le stelle nel cielo sono talmente
tante che non riusciamo neanche ad individuare il Grande Carro per
parecchi minuti. Ci lasciamo alle spalle il dorato panfilo di Dolce e
Gabbana, ci rammarichiamo dei loro guai col fisco con una serie di
improperi irripetibili. Torniamo a Canneto con la voglia di rivedere
Stromboli e i vulcani siciliani. Dormiamo un sonno profondo.
sabato 24 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Lipari
24
agosto
Dolce dormire
Ci
svegliamo un po' doloranti, decidiamo di fare una veloce colazione in
tenda e crolliamo addormentati di nuovo, ci sveglia la telefonata di
Nonna Augusta giusto in tempo per farci fare il bucato e dare una
pulita alla tenda. Un apparentemente gaio e apparentemente romano ci
chiede il gonfiatore di materassini, forse faremo amicizia più
avanti. Francesco è in spiaggia, ci chiama e lo raggiungiamo giusto
all'ora del bagno, lui è già in acqua e sciorina una conoscenza
enciclopedica dei nomi dei pesci visti ieri e ci conferma che i
delfini erano di una specie particolare. Sulla spiaggia parliamo male
dei romani e questo fa gongolare Claudio e la sua ormai nota
idiosincrasia per gli abitanti della Capitale. Ci vengono in mente i
falchi che nidificano nel faraglione più alto delle Eolie, la Canna
e che ieri si sono espressi in meravigliose evoluzioni aeree. Altro
bagno e poi al supermarket che fa mezza giornata in occasione delle
festività per San Bartolomeo, non senza essere passati prima a
comprare il pane al forno, dove la Fornaia ci comunica che le messe
sono iniziate alle 7:00 e si sono susseguite per tutto l'arco della
mattinata con il pienone. Nella zona ristoro del campeggio divoriamo
la pizza bianca, il pane con mortadella e lonzino, la ricotta al
forno freschissima e due insalatissime Riomare: avevamo fame. Il
pranzetto ci stimola la pennica post-prandiale e ci svegliamo all'ora
di cena per cui decidiamo di provare un ristorantino che sembra per
oriundi, 'Da Merlo', ma dopo avervi cenato discretamente decretiamo
che è più che altro una pizzeria. Torniamo al campeggio satolli e,
tanto per cambiare, assonnati. Continuiamo a leggere 'Festa di
Piazza' e ci addormentiamo di un sonno profondo.
venerdì 23 agosto 2013
Cronachette di un viaggio in Italia § Eolie, Alicudi e Filicudi
23
agosto 2013
Alicudi
e Filicudi
Valentina
non dorme bene e si alza immediatamente dopo l'alba, ne approfitta
per lavarsi i capelli e depilarsi. Una colazione veloce in tenda e
poi via verso l'avventura di questa giornata che si preannuncia
densa. Al forno ci aspetta una spasetta di pizza bianca calda col
rosmarino, passiamo al supermarket a comprare le pesche noci e ci
incamminiamo verso l'altro lato della baia, dove compriamo la
Settimana Enigmistica, commentiamo rumorosamente le scelte editoriali
di una settentrionale snob e raccogliamo il sorriso compiaciuto
dell'edicolante. Ci sediamo su una panchina in compagnia di un
canuccio bianco e nero, dopo un paio di schemi di parole crociate
arriva un'addetta della compagnia di navigazione, che fa un po' di
confusione con gli acconti e le prenotazioni. Arriva la Viking,
l'imbarcazione che ci porterà verso Alicudi e Filicudi, capitanata
da un tipo simpatico con la voglia di raccontare storie
dell'arcipelago. Piccola sosta a Marina Corta per imbarcare quelli
che vengono da Lipari paese e sbarcare chi è diretto a Vulcano.
Costeggiamo Salina, diretti ad Alicudi, passiamo attraverso alcuni
faraglioni, esprimiamo lo stesso desiderio. Il primo bagno al largo è
vicino alla Grotta del Bue Marino, dove non si può entrare per
un'ordinanza in seguito alla caduta di alcuni massi.
Una
ragazza avvista una tartaruga marina e un branco di delfini ci
saltella intorno felice. Sono esseri davvero fantastici, che
provocano inevitabilmente una profonda tenerezza e simpatia. Non ne
avevamo mai visti dal vivo.
Alicudi
è sconcertante, si percepisce a pelle un senso di profonda
solitudine, sentimento con cui i pochissimi isolani hanno strutturato
dimestichezze abituali. Il bagno con la maschera e gli occhialini è
bellissimo: pesci ovunque! Torniamo sull'imbarcazione che lascia a
terra cinque gitanti ritardatari che ci raggiungeranno con l'aliscafo
a Filicudi, isoletta già più vivace anche se il contatto con la
natura selvaggia è meno evidente. Sulla spiaggia di sassi durissimi
Valentina si addormenta profondamente mentre Claudio compila caselle
enigmistiche, guarda il mare e fa un po' di coccole. È arrivata
l'ora del bagno o meglio dell'inizio delle esplorazioni nel magico
mondo marino, dove abitanti rossi, bordeaux, tigrati, striati,
arcobaleno, viola metallizzato, danzano in un tripudio di colori,
forme e luci che sembrano volerci incantare e stupire. Torniamo verso
il Viking di buon passo, al posto delle due ragazze inizialmente
sedute davanti a noi, una coppia. Lo spostamento provoca quasi una
rissa sul natante, coraggiosamente sedata dal ragazzo dell'equipaggio
che stava cercando un approccio con una delle due giovani. Un
gruppetto di giovani delfini dalla pancia bianca saltella fanatico
tra le onde, suscitando in noi gran stupore. Sono bellissimi, proprio
come vengono descritti nelle fiabe giocano con gli esseri umani senza
difficoltà. Riprendiamo la traversata soffermandoci davanti alle
macine di pietra usate in antichità per olio, grano e pomice,
passiamo davanti a Pollara e poi ci tuffiamo nelle acque limpide
delle cave di pomice, lo scenario subacqueo è incredibilmente
lunare.
Torniamo
a Canneto stanchi e felici, doccia e poi, verso il forno dove ci
aspetta la pizza, che mangiamo nell'area ristoro del camping dove
sembra essersi materializzata una strana ragazzina che pare
appartenere a qualche epoca precedente. Prendiamo il bus verso Lipari
paese e compriamo alcune ossidiane, che ci vengono incartate in una
busta con dei delfini stampati. Cerchiamo invano un gelato decente e
ripieghiamo su un cornetto black & white della Motta e una coppa
del nonno.
Andiamo
nel negozietto “La casa eoliana”, non hanno più la crema al
rosmarino purtroppo ma un suggerimento per un libro che acquistiamo
per Nonna Augusta e che ovviamente iniziamo a leggere a Marina Corta
mentre aspettiamo l'esibizione di Roberto Vecchioni che si rivela più
un comizio che un concerto. Torniamo a Canneto attraversando un fiume
di persone venute a Marina Corta per la Festa di San Bartolomeo e per
lo struscio serale.
Nella
tenda caciarona ha luogo un incontro ravvicinato tra una delle
caciarone e un ragazzo-megafono che ha intenzione di comunicare
all'intero campeggio i propri movimenti e pensieri, se possono essere
considerati tali.
giovedì 22 agosto 2013
Cronachette di un viaggio in Italia § Canneto di Lipari
22
agosto
Ennagono
o nonagono e il saluto delle meduse
Ci
svegliamo di buon mattino, salutiamo il vicino di tenda ingegnere
edile motociclista e la sua dolce metà, con una domanda da Settimana
Enigmistica: come si chiama un poligono con 9 facce/lati? Non
saprebbe proprio, ci risponde quasi farfugliando un “forse
semplicemente poliedro?” “Vedi se la definizione entra nelle
caselle”. La risposta non convince Claudio che ricorda almeno il
nome del poligono con 10 lati, decaedro gli pare, mentre Valentina ha
vaghe reminiscenze di un dodecaedro, controlleremo poi e scopriremo
che il nome è ennagono o nonagono.
Il
primo bagno della giornata è nell'acqua placida e cristallina, poi
andiamo al forno per la pizza bianca col rosmarino e un panino
doppio. Arriviamo dall'altra parte della baia per acquistare una
maschera da nuoto perché quella che era stata prestata a Claudio si
è rotta dopo il primo bagno, con l'occasione compriamo anche degli
occhialini-maschera non fastidiosi. Prenotiamo la gita in barca ad
Alicudi e Filicudi per l'indomani con la Compagnia Regina.
Mentre stiamo per versare l'acconto squilla il telefono: è Francesco, nostra conoscenza liparota, che ci chiede di fare colazione insieme da Papisca, dove prendiamo caffè e granite. Parliamo un po', ci raccontiamo un anno in pochi minuti, ci lamentiamo dell'incompetenza dei politicanti italiani, ottenendo l'esplicita simpatia da parte di un'insegnante liparota naturalizzata riminese.
Ci salutiamo augurandoci di vederci nei giorni a venire. Il bagno di mezzogiorno è divertentissimo, ci tuffiamo nelle meravigliose acque eoliane dopo aver letto alcune pagine del libro di Costa con la maschera e gli occhialini: è uno spasso vedere i pesci, il fondale e la luce che filtra nell'acqua verde-azzurra.
Ci asciughiamo al sole, andiamo al supermarket per il companatico e torniamo al campeggio dove due ragazze dall'aria simpatica hanno preso il posto dell'ingegnere edile motociclista mentre un camper ha quasi parcheggiato sul nostro stuoino. Le ciarle della tenda accanto ci risvegliano dal sonnellino pomeridiano, usciamo dal campeggio per riattraversare la baia verso un supermercato dove speriamo di trovare delle penne visto che quella portata da casa ha preferito restarsene in spiaggia.
Sulla via del ritorno discutiamo del libro “L'immaginazione al podere” in cui l'autore sostiene fondamentalmente che le droghe hanno aperto la via alla rivoluzione culturale degli anni '60 e '70 mentre la nostra idea in merito è diametralmente opposta: le droghe hanno distrutto la rivoluzione culturale che per un momento è sembrata possibile. Mentre discutiamo animatamente entriamo in un emporio dove troviamo la scopetta per la tenda e un 'veterano', che negli anni '70 intraprese un improbabile viaggio da Lipari a Goa in autostop in 100 giorni. Altro che 'Into the Wild'... posiamo le cose in campeggio e torniamo al mare dove ci accolgono delle strane meduse senza filamenti.
Il bagno è velocissimo ma ci crogioliamo al sole di fine agosto fino all'ora della sfornata degli arancini caldi da Papisca, li mangiamo con mozzarella e spinaci, melanzane e ricotta al forno, bianco con la mozzarella. Una brutta sorpresa ci manda gli arancini di traverso: bottiglie con il volto di Mussolini. Nella baia vediamo sorgere una bella luna arancione che ha, o sembra avere, tutta l'intenzione di sorvolare il monte più che scalarlo. Torniamo in tenda e puntiamo la sveglia.
Mentre stiamo per versare l'acconto squilla il telefono: è Francesco, nostra conoscenza liparota, che ci chiede di fare colazione insieme da Papisca, dove prendiamo caffè e granite. Parliamo un po', ci raccontiamo un anno in pochi minuti, ci lamentiamo dell'incompetenza dei politicanti italiani, ottenendo l'esplicita simpatia da parte di un'insegnante liparota naturalizzata riminese.
Ci salutiamo augurandoci di vederci nei giorni a venire. Il bagno di mezzogiorno è divertentissimo, ci tuffiamo nelle meravigliose acque eoliane dopo aver letto alcune pagine del libro di Costa con la maschera e gli occhialini: è uno spasso vedere i pesci, il fondale e la luce che filtra nell'acqua verde-azzurra.
Ci asciughiamo al sole, andiamo al supermarket per il companatico e torniamo al campeggio dove due ragazze dall'aria simpatica hanno preso il posto dell'ingegnere edile motociclista mentre un camper ha quasi parcheggiato sul nostro stuoino. Le ciarle della tenda accanto ci risvegliano dal sonnellino pomeridiano, usciamo dal campeggio per riattraversare la baia verso un supermercato dove speriamo di trovare delle penne visto che quella portata da casa ha preferito restarsene in spiaggia.
Sulla via del ritorno discutiamo del libro “L'immaginazione al podere” in cui l'autore sostiene fondamentalmente che le droghe hanno aperto la via alla rivoluzione culturale degli anni '60 e '70 mentre la nostra idea in merito è diametralmente opposta: le droghe hanno distrutto la rivoluzione culturale che per un momento è sembrata possibile. Mentre discutiamo animatamente entriamo in un emporio dove troviamo la scopetta per la tenda e un 'veterano', che negli anni '70 intraprese un improbabile viaggio da Lipari a Goa in autostop in 100 giorni. Altro che 'Into the Wild'... posiamo le cose in campeggio e torniamo al mare dove ci accolgono delle strane meduse senza filamenti.
Il bagno è velocissimo ma ci crogioliamo al sole di fine agosto fino all'ora della sfornata degli arancini caldi da Papisca, li mangiamo con mozzarella e spinaci, melanzane e ricotta al forno, bianco con la mozzarella. Una brutta sorpresa ci manda gli arancini di traverso: bottiglie con il volto di Mussolini. Nella baia vediamo sorgere una bella luna arancione che ha, o sembra avere, tutta l'intenzione di sorvolare il monte più che scalarlo. Torniamo in tenda e puntiamo la sveglia.
mercoledì 21 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Isole Lipari
21
agosto 2013
Dal
'Continente' all'Isola, arriviamo a Lipari
Quando
ci svegliamo siamo all'incrocio tra Reggio Calabria e Villa San
Giovanni, arriviamo al porto poco prima delle 3:30, il primo
traghetto, 'u ferribbot' Caronte, parte alle 4:00. Niente fila,
niente traffico. Lungo la traversata del breve tratto di mare che
separa – o unisce – il 'continente' con la Sicilia, la luna si
nasconde per farci vedere meglio le luci sulla costa dell'isola.
A
Messina ci accoglie il Bar Italia con cornetti e brioches appena
sfornati, dove possiamo bere un buon tè freddo e attendere con tutta
tranquillità l'arrivo del bus per Milazzo. Niente da fare: Claudio
viene attaccato da zanzarine feroci e comincia a smaniare, risultato?
Ci ritroviamo nel piazzale della stazione, mal frequentato a
quell'ora (di notte? di giorno?).
Finalmente arriva il nostro
Giuntabus, che vola verso Milazzo.
La sola vista dei monti siciliani
dà la sensazione di vacanza. Non c'è coda agli aliscafi e il
viaggio procede placidamente. Claudio crolla in un sonno mattutino e
il temporale che sembrava voler minacciare le nostre vacanze ci
abbandona a Milazzo.
Lipari è calda e assolata, dobbiamo attendere
un po' l'apertura della reception prima di poter montare la tenda e
gonfiare li materassino per concederci una mezza giornata tra le
braccia di Morfeo. La tenda è uno spettacolo, semplicemente
fantastica, ce lo dice anche Bartolo del campeggio. Il mare è un po'
mosso, l'acqua calda e accogliente ci coccola portando via la
stanchezza dalle gambe e dal corpo.
Canneto di Lipari è IL mare e IL
mare d'estate, acqua calda, subito profonda, pulita e cristallina,
visuale splendida, pesci e pescetti e qualche medusa ogni tanto,
spiaggia di sassolini su cui è quasi impossibile camminare senza
fare stranissime smorfie e che regala un meraviglioso massaggio
rigenerante sotto la pianta dei piedi appena in acqua, insomma, un
sogno. Appena usciamo dalla spiaggia incontriamo il mitico Cosimo.
Il
mare, è noto, mette appetito e non possiamo esimerci dal mangiare
arancini con le melanzane appena sfornati da Papisca, semplicemente
squisiti, di fronte al mare liparota, con Stromboli e Panarea
all'orizzonte. Claudio può finalmente ri-assaporare gli spiedini di
pesce-spada, nella rosticceria, incontriamo una comitiva di
sordo-muti che fa una gran caciara, bimbi belli, personaggi vari e
una bambina che somiglia incredibilmente a Charlotte Gainsbourg. Il
supermarket è ancora aperto, prendiamo il tè e un pacco di Pavesini
per la colazione dell'indomani, anche se abbiamo tutta l'intenzione
di andare al solito forno.
Il nostro giovane compagno di viaggio di
Poggio Moiano ha ritrovato i suoi amici, dopo aver fatto rifornimento
di cibarie alla rosticceria a Marina Garibaldi si sono incamminati
verso la white beach, che bianca non è ma un po' fighettina sì.
Torniamo in campeggio e crolliamo in un sonno ristoratore, non senza
prima esserci crogiolati nella bellissima tenda che Mamma Lucilla,
Papà Pietro e Claudio hanno regalato a Valentina, adesso munita
anche di una poltroncina che ci è stata regalata da un gruppetto di
ragazze e ragazze che, ci hanno assicurato, avrebbero portato il
maltempo verso Catania.
Ci svegliamo e andiamo al mare, dopo un bel
bagno facciamo la doccia e ci incamminiamo, in autobus naturalmente,
verso Lipari paese. Il corso piuttosto frequentato ci fa rilassare il
passo già vacanziero, virando verso un'andatura da bradipo.
Da
'Mancia e fui', la rosticceria sul corso divoriamo fagottini appena
sfornati con le verdure e con gli spinaci, portiamo verso Canneto un
calzone con il prosciutto e un fagottino con le melanzane da leccarsi
i baffi. Non ce n'eravamo accorti l'anno scorso ma la rosticceria ha
come logo una giraffa motociclista, sorridiamo contenti e ci avviamo
verso la baia con il nostro bottino culinario in mano. La luna quasi
piena sembra volersi arrampicare sul monte fino alla croce illuminata
dal neon e da altre lucette artificiali.
Torniamo in tenda rilassati,
felici e satolli. Accanto a noi un gruppetto casinista di ragazzette
che Claudio spera andranno via l'indomani. Leggiamo qualche riga de
'La festa di piazza' di Costa, edizione Sellerio, cos'altro in
Sicilia?, cercando di sovrastare le impegnate ciarle delle tre vicine
sull'abbinamento di magliette e pantaloncini, il sonno ci coglie
prima che la loro conversazione sia finita.
martedì 20 agosto 2013
Cronachette di un Viaggio in Italia § Lipari e le Isole Eolie
20 agosto 2013
In
viaggio verso la Sicilia
Partiamo
rilassati dopo un po' di riposo post-pittura e scartavetratura.
Colazione con Mamma Lucilla e Papà Pietro a casa di Claudio, che
ricambiano con un gustoso pranzetto e caffè a casa di Mamma Enza e
Papà Giancarlo.
Mentre Claudio è al lavoro, Valentina prova invano
a dormire un po', tra il telegramma alla sorella di Dino che non
vuole saperne di partire, gli aggiornamenti ai social network e altre
cosette, le cinque arrivano presto, bisogna fare la doccia, chiudere
la valigia blu con il tascone ed eccoci pronti per prendere il
pullman che ci porterà alla stazione.
Salutiamo Papà Giancarlo, già
in cantina, arriviamo in fermata e, dopo quattro autobus, arriva il
nostro. In stazione c'è da aspettare un'ora e mezza e non ci sono
ovviamente baretti con comode sedie dove attendere, per cui compriamo
la Settimana Enigmistica e ci assestiamo su una panchina di cemento.
Tra una definizione e l'altra arriva il pullman per Messina, ai
nostri posti, via si parte! Una meravigliosa luna blu ci fa
dimenticare il giramento di testa per le due scosse di terremoto,
lievi, con epicentro nei Monti Cornicolani, del pomeriggio, e ci
illumina un paesaggio fantastico.
Il viaggio in autobus è veloce,
dormicchiamo un po', Claudio riesce ad addormentarsi....
domenica 4 agosto 2013
Papisca e Macia e Fui, gli arancini di Lipari
Gli arancini in Sicilia sono un'istituzione e nelle Eolie, a Lipari, è possibile trovarne di ottimi da Papisca a Canneto e da Mancia e Fui nel corso del paese.
Papisca è un bar, gelateria, rosticceria, tavola calda piuttosto frequentato a Canneto, nella zona balneare più conosciuta dell'isola di Lipari. I tavoli all'aperto sotto un ampio gazebo consentono di godere la vista del mare e della splendida baia mangiando un arancino appena preparato, vivamente consigliati quelli con le melanzane, o un piatto di tavola calda. Il gelato, come ovunque a Lipari, non è un granché e neanche la granita, ma la brioche calda inzuppata anche in una mediocre granita davanti al mare ha un suo fascino. Sfornano i preparati salati due volte al giorno, all'ora di pranzo e a quella dell'aperitivo, è bene chiedere l'orario preciso sia perché dopo poche decine di minuti gli arancini vengono spazzolati dalla folta clientela, anche locale, sia perché gli ottimi arancini sono squisiti se mangiati caldi. Nota di colore, che sicuramente a molti potrebbe dare fastidio, la presenza di bottiglie e quadretti con foto di Mussolini.
Mancia e Fui si trova nel corso principale di Lipari, è una piccola rosticceria con qualche panca sul marciapiede che ha aperto non da moltissimo ma che ha già spiazzato la concorrenza con una fila costante di avventori che si forma a qualunque ora, per lo meno nel mese di agosto. Si scendono alcuni gradini e si viene immersi nella tipica rosticceria messinese con pitoni (una specie di calzoni), fagottini, arancini, pizzette. Assolutamente strepitosi i fagottini con melanzane, zucchine, mozzarella e quelli con gli spinaci. Ottimi gli arancini, consigliati quelli 'eoliani' o 'liparoti' con tonno, capperi, pomodoro fresco e un pizzico di cipolla che non dà fastidio anche a chi non ama molto questo ingrediente. Neanche a dirlo, soprattutto la sera gli arancini vanno prenotati per telefono se si spera di trovarne, altrimenti gli altri pezzi di rosticceria sono comunque da provare.
Papisca è un bar, gelateria, rosticceria, tavola calda piuttosto frequentato a Canneto, nella zona balneare più conosciuta dell'isola di Lipari. I tavoli all'aperto sotto un ampio gazebo consentono di godere la vista del mare e della splendida baia mangiando un arancino appena preparato, vivamente consigliati quelli con le melanzane, o un piatto di tavola calda. Il gelato, come ovunque a Lipari, non è un granché e neanche la granita, ma la brioche calda inzuppata anche in una mediocre granita davanti al mare ha un suo fascino. Sfornano i preparati salati due volte al giorno, all'ora di pranzo e a quella dell'aperitivo, è bene chiedere l'orario preciso sia perché dopo poche decine di minuti gli arancini vengono spazzolati dalla folta clientela, anche locale, sia perché gli ottimi arancini sono squisiti se mangiati caldi. Nota di colore, che sicuramente a molti potrebbe dare fastidio, la presenza di bottiglie e quadretti con foto di Mussolini.
Mancia e Fui si trova nel corso principale di Lipari, è una piccola rosticceria con qualche panca sul marciapiede che ha aperto non da moltissimo ma che ha già spiazzato la concorrenza con una fila costante di avventori che si forma a qualunque ora, per lo meno nel mese di agosto. Si scendono alcuni gradini e si viene immersi nella tipica rosticceria messinese con pitoni (una specie di calzoni), fagottini, arancini, pizzette. Assolutamente strepitosi i fagottini con melanzane, zucchine, mozzarella e quelli con gli spinaci. Ottimi gli arancini, consigliati quelli 'eoliani' o 'liparoti' con tonno, capperi, pomodoro fresco e un pizzico di cipolla che non dà fastidio anche a chi non ama molto questo ingrediente. Neanche a dirlo, soprattutto la sera gli arancini vanno prenotati per telefono se si spera di trovarne, altrimenti gli altri pezzi di rosticceria sono comunque da provare.
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