venerdì 15 aprile 2016

Cronachette di un viaggio in Italia. Itinerari mentanesi. Mentana * Porto Santo Stefano * Ansedonia * Grotte Santo Stefano * Mentana

15 aprile 2016
Mentana * Porto Santo Stefano * Ansedonia * Grotte Santo Stefano * Mentana

Ci svegliamo presto, Valentina si addormenta alle 7.30 dopo una notte insonne e Claudio va al lavoro, ci incontriamo all'ora di pranzo e decidiamo di fare una gita pomeridiana per svolgere alcune incombenze e valutare alcune possibilità di progettualità future che non realizzeremo mai, probabilmente. Andiamo a Porto Santo Stefano attraversando la campagna devastata dalla centrale nucleare di Montalto di Castro, assurdità dell'era moderna, e poi la laguna di Orbetello, ci addentriamo tra i vicoli e notiamo per la prima volta la torre. Il paesino che tante volte ci ha fatto innervosire continua a non piacerci punto. Andiamo dunque verso il mare dove Valentina vorrebbe fare un bagno ma non ha il costume, si bagna finché può. Pensavamo fosse Ansedonia ma forse era una spiaggia tra Orbetello e Ansedonia, non sapremmo dire. Ci rimettiamo in macchina e via verso Grotte Santo Stefano, cittadina non lontana da Viterbo dove tranquillità e pace lasciano trapelare il canto delle rondini nel pieno centro del paese. È tardi, chiamiamo Giulietto per chiedergli se è da quelle parti, ma è impegnato e torniamo verso casa.

domenica 3 aprile 2016

Cronachette di un viaggio in Italia. Itinerari mentanesi. Mentana * Roma * Mentana

3 aprile 2016

Mentana * Roma * Mentana


Ci svegliamo in orari diversi, prima delle 11,30 non riusciamo ad uscire di casa. Ci avventuriamo nella caotica capitale trovandoci quasi subito nel traffico del G.R.A. con l'intenzione di andare a vedere i ciliegi giapponesi in fiore al Laghetto dell'E.U.R., non vediamo che alcuni alberelli e ci viene da pensare che forse è meglio se facciamo un giro tra le nostre campagne a vedere colline intere rincorrersi tra ondose nuvole di fiori. Facciamo dunque tappa da Claudio Torcè per un gelato, meno buono di quanto ricordavamo. Ci avviamo dunque verso il Museo Pigorini, dove riscontriamo una similitudine impressionante tra l'arte primitiva e quella di popolazioni anche molto vicine geograficamente. Prima di arrivare incontriamo alcuni cosplay che si fanno fotografare tra le colonne fasciste. Ci colpisce in modo particolare la regressione culturale di civiltà relativamente sviluppate, nel nostro modo di vedere, che abitavano il Nord Africa. Il salto a ritroso nella conoscenza tecnica e scientifica dalle sofisticate società fenicie, egizie e sumere del tempo degli Antichi Romani alla rozzezza formale di manufatti datati XIX secolo nella medesima area geografica è a dir poco spaventevole. E il timore che il medesimo imbarbarimento sia dietro l'angolo nel corso della storia 'occidentale' è forte. Uno strumento, nello specifico, aumenta in noi questo terrore: uno strumento incredibilmente simile, nei principi, al computer, sviluppato dalle popolazioni Maya e Azteche, civiltà spazzate letteralmente via dagli incivili conquistadores spagnoli e portoghesi. Per rianimare lo spirito atterrito da tali nefaste preoccupazioni, ci dirigiamo verso il museo delle tradizioni popolari, dove ci meravigliamo delle capacità artigianali, ingegneristiche e tecniche dei mestieri italiani. Per suggellare la meraviglia ci rechiamo nella vicina Basilica papale di San Paolo fuori le mura, non senza essere prima passati intorno alla Piramide Cestia. Nella chiesa ci accolgono le note avvolgenti dell'organo suonato da un argentino, lì per caso a studiare il complessissimo strumento musicale che richiede un'abilità da ballerino. Torniamo dunque verso Mentana.