20
febbraio 2016
Mentana
* Firenze * Fiesole * Pontedera * Casciana Terme * Lajatico *
Volterra * Colle Val D'Elsa * Siena * Mentana
Ci
svegliamo intorno alle cinque, ci prepariamo brancolando nel sonno,
saliamo in macchina dopo una veloce colazione. Partiamo prima
dell'alba, le giornate sono già più lunghe e il giorno inizia prima.
Nuvole scure sulla nostra testa si diradano in un orizzonte d'oro,
arancione e rosa che ci fa sentire parte dell'immensità. Ci
inseriamo nell'autostrada, accanto, sulla ferrovia, sfrecciano treni
veloci, nel cielo già si scorgono scie nuvolose di aerei in rotta
per chissà dove, gli uccelli chiamano il sole col loro canto
mattutino, i più mattinieri si esibiscono in voluttuose evoluzioni.
Per quanto la tecnologia possa andare avanti non raggiungerà mai la
perfezione assoluta della Natura. Arriviamo a Firenze con una sola
sosta in autogrill subito dopo Arezzo, troviamo parcheggio sul
Lungarno, proprio dietro Santa Croce, entriamo e lì ci rifocilliamo
di arte, cultura, bellezza e meraviglia. I nostri occhi sembrano aver
bisogno di riabituarsi allo splendore artistico, e poi ecco che il
senso del bello riaffiora nella nostra memoria sensoriale e
cognitiva. Il Cristo di Cimabue ci impressiona moltissimo, sia per la
sua straordinaria attualità, sia per la indiscussa e indiscutibile
perfezione. Le linee e il ventre gravido di tutto ciò che è, nella
compresenza trinitaria e assoluta della divinità creatrice, le
braccia aperte nell'abbraccio assoluto della misericordia infinita,
la divina levità nella più atroce sofferenza terrena, la luce che
emana dal corpo stesso del Cristo, scolpito dalle linee e dai volumi
del maestro di Giotto nella sua tensione verso la comprensione del
mistero stesso della divinità. Proseguiamo il nostro giro tra
quadri, affreschi, sculture e sepolcri in cui l'arte, la letteratura,
la scienza e il pensiero italiano si esplicitano in nomi, volti e
monumentali ricordi. Usciamo sulla vivacissima piazza con il cuore,
la mente e il corpo arricchiti di gioioso stupore. Firenze è
sorniona, nota Claudio, si sta svegliando tra botteghe sbadiglianti e
profumo di mattino, la luce calda del sole spazza via l'umidità
notturna nel vociare sommesso del buongiorno cittadino. Andiamo a far
colazione nel nostro baretto preferito, un caffè, un cappuccino e un
cornetto molto buono. Rapido giro e poi via, risaliamo in macchina,
gironzoliamo un po'. Cercando il Belvedere troviamo il Pian de'
Giullari, non lontana da Boboli, ci inerpichiamo in un anello che ci
fa scoprire la Torre del Gallo e una bellissima zona in cui la
dimensione paesana, quella contadina e quella cittadina si mescolano
in una bellissima combinazione. Andiamo dunque a Fiesole, per
ammirare il capoluogo toscano dall'alto. La collina è molto più
'signorile' e il panorama decisamente bello, parcheggiamo accanto al
teatro romano anche se ci sembrerebbe più etrusco, essendo costruito
sul fianco della collina, piuttosto che romano. Entriamo nella chiesa
principale e poi in quella piccolina, ammiriamo la delicata bellezza
degli edifici di culto, guardiamo incuriositi alcuni negozietti molto
carini e poi ci rimettiamo in macchina verso Firenze, giriamo un po'
prima di trovare la Fi-Pi-Li, la superstrada che collega le tre
province toscane. Facciamo un giro a Pontedera, zona in cui si è
formata una comunità di artisti della scena 'alternativa' riunitasi
intorno a Jerzy Grotowski ed Eugenio Barba senza riuscire a fermarci,
il nostro percorso turistico sembra avere una sottotraccia teatrale.
Mentre percorriamo le stradine che collegano le colline pisane a
quelle senesi, ci lasciamo sedurre dalla voglia di fare un bagno a
Casciana Terme, magari un'altra volta. Proseguiamo e ci troviamo a
passare a Lajatico, la città di Andrea Boccelli, animata dal Teatro
del Silenzio e dalla sua non silenziosa presenza. Andiamo avanti,
dopo qualche momento di esitazione ci dirigiamo verso Volterra, sede
dell'omonimo festival teatrale e città dell'alabastro, la pietra
semi-trasparente dove può passare anche la luce. Sulla terrazza
antistante l'ingresso al borgo che si apre poi sull'imponente Palazzo
dei Priori godiamo il belvedere insieme ad un gruppo di motociclisti
e abbiamo una stranissima sensazione di presenze-assenze. Ci viene in
mente Sergio Stanzani e la sua arguzia intellettuale, la sua libertà
di pensiero si uniscono al nostro bagaglio culturale. Facciamo un
giretto, mangiamo qualcosa e via verso Siena. Arriviamo in tempo allo
scadere del tempo sul biglietto di parcheggio. La vigilessa già
pronta col taccuino per le multe. Sulla strada incrociamo Colle Val
D'Elsa, cosa fare se non fermarsi per uno spuntino? Peccato che il
nostro ristorantino preferito sia chiuso. Poco male, c'è Siena a
pochi chilometri. Troviamo parcheggio al solito posto e il Consorzio
Agrario in centro città ci rifocilla, come sempre. Piccola
passeggiata a Piazza del Campo che ci rimette in armonia con il
concetto stesso di città vivibile. Si sente soltanto il vociare
allegro delle persone e il riso giocoso dei bambini. Accanto alla
Torre del Mangia la luna quasi piena e sul rosso dei mattoni senesi
l'arancio bronzeo di un tramonto d'inverno, il cielo terso,
spennellato di rosa e azzurro pieni creano volumetrie perfette.
Torniamo verso casa con una piccola sosta in autogrill. Mamma Lucilla
e Papà Pietro ci accolgono con un buon pasto di fine serata.