Domenica
22 novembre 2015
Itinerari
mentanesi. Mentana > Abruzzo > Ascoli Piceno > Acquasanta
Terme > Mentana
Siamo
partiti tardi, verso le nove, dopo aver cotto al forno arancini con
gorgonzola e pere, lessato patate, preparato il tè e il borsone con
gli indumenti adatti alla montagna. Ci dirigiamo verso il Gran Sasso,
che ci riempie di un meraviglioso sentimento di maestosità.
Sull'autostrada incontriamo pioggia, nevischio, neve e venti forti,
per cui decidiamo di proseguire verso Ascoli Piceno. L'Adriatico ci
svela la sua bellezza aprendosi davanti ai nostri occhi in una
immensità di sole, cielo terso e mare blu cobalto increspato da onde
capricciose, qua e là qualche campanile, matite in resta in un
disegno che è al contempo realtà e rappresentazione di sé. Ascoli
ci accoglie nelle sue ritmiche vie e piazze, il romanico piceno si
espande fino a raggiungere un'umanistica forma di rapporto tra i
cittadini e i luoghi del vivere. Nella piazza, che sarebbe
dechirichiana se non fosse decisamente romanica, scompostamente
fiorata, vivacemente abitata, prendiamo l'aperitivo in uno tra i bar
più belli che abbiamo mai visto, sembra di essere in una assoluta
compresenza di epoche e tempi. Il Risorgimento, gli ideali
novecenteschi e il nuovo umanesimo di questi primi decenni del
ventunesimo secolo si intrecciano tra suggestioni liberty, sapienza
artigianale, innovazione e mondanità eterna. Dalle vetrine si vede
la piazza, si fa guardare fanatica con elegante nonchalance popolare,
e la vita pigramente attiva della domenica mattina. L'aperitivo è
spettacolare e ci avviamo soddisfatti verso il nostro giro tra le
architetture religiose. Non ci sono molte chiese visitabili, o c'è
la messa o sono chiuse, ma riusciamo comunque a vedere il Battistero
e il Duomo. Vi entriamo mentre una fanfara intona l'inno italiano. La
cattedrale principale è frutto di una serie di aggiustamenti
successivi, segno inequivocabile di una vivacità culturale che si
esprime nella costruzione e nella modificazione graduale del tessuto
urbano. Non ci sono mastodontici edifici a testimonianza
inequivocabile del potere temporale di questo o quel nobile, di
questo o quel vescovo, di questa o quella religione, piuttosto una
graduale evoluzione partecipata. Ascoli Piceno ci piace moltissimo,
rispecchia in tutto e per tutto il nostro ideale di cittadella a
misura di persona, in cui la vita civile non è e non deve essere
opprimente per chi la abita. Ci sorprende in modo molto positivo
anche l'alternanza e il bilanciamento tra luoghi di culto e le
istituzioni pubbliche. Evidentemente il dialogo tra i due poteri c'è
e c'è sempre stato, ma è altrettanto palese che non si tratta di
sottomissione acritica, piuttosto di un incastro costruito in secoli
di trattative, una specie di mercanteggiamento costante che a poco a
poco ha creato una coscienza civica e un tessuto sociale
all'apparenza molto coeso e solido. La vivacità di questo incessante
colloquio in una terra che ha l'abitudine di tremare di quando in
quando si evidenzia nella commistione ben armonizzata di stili
all'interno del Duomo, il quale era originariamente orientato
diversamente, avendo virato di 90° la navata centrale. Anche la
cripta sottostante la chiesa a livello strada è un esempio molto
interessante di incontro tra linguaggi artistici temporalmente molto
distanti. Un mosaico della seconda metà del novecento illumina un
insieme marmoreo settecentesco, dando respiro alle colonne romane,
riadattate alla meglio e collocata in forma ecclesiale poco prima
dell'inizio del Medioevo. Nella parte superiore Oriente e Occidente
tramano dialoghi possibili, i confini temporali e spaziali si
ampliano. Pregevoli le ventisette formelle di argento di mastri
artigiani abruzzesi, i cori lignei e alcune opere di rilievo ma
quello che veramente stupisce in questo luogo è il lavorio costante
che sembra rispecchiare appieno il carattere vivace di Ascoli Piceno.
Andiamo via non senza aver assaporato la squisitezza delle olive
ascolane originali e averne portato un po' con noi. Prendiamo la
Salaria, i Monti della Laga e i Sibillini sono le nostre ali in
questo percorso che ci porta a fare una piccola sosta a Acquasanta
Terme. Un albergo in ristrutturazione molto bello, in perfetta
armonia con la natura, ci fa avventurare verso il fiume gelato
dell'acqua di montagna e caldo di acqua solfurea. Ci innamoriamo per
l'ennesima volta del territorio marchigiano, stiamo cominciando a
conoscerlo, sembra volerci sempre più svelare la sua profonda
bellezza. Torniamo verso Mentana con il desiderio di tornare presto
ad esplorare le Marche e l'Abruzzo.