giovedì 1 dicembre 2011

Danzare tra spazio e tempo

Danzare tra le strade romane, seguendo note di suonatori virtuosi che si intrecciano con il ritmo delle architetture in un concerto perfettamente armonioso tra lo spazio e il tempo è un piacere cui indulgere a volte è una delle piccole cose da fare almeno una volta nella vita. In una delle incursioni provinciali verso le meraviglie della cultura italiana racchiuse nelle grandi città può accadere di lasciarsi trasportare dall'osservazione dell'arte. Nella capitale dello stato vaticano, che sarebbe anche la capitale dello stato italiano pur se sembra difficile crederci in una città dove a qualunque angolo si trovano edifici religiosi che traboccano di opere d'arte e fasti marmorei, a volte può essere bello semplicemente lasciarsi cullare da questo ritmo mentre si cercano le orme di Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Bramante, o delle radici latine e classiche della contemporanea civiltà occidentale, una città che ha visto “soltanto due romani originari dell'Urbe – ha spiegato l'acuto Giulio Andreotti – Romolo e  Remo”, o anche, più semplicemente, quando ci si reca nella capitale per qualche commissione o per una gita.

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mercoledì 30 novembre 2011

Ritroviamo i tesori della cultura mondiale

Spesso chi vive in provincia nei pressi di grandi città, seppur non amando il caos metropolitano, è orgoglioso delle meraviglie artistiche che caratterizzano il territorio urbano italiano e qualche volta si concede qualche giornata di relax per ammirare tesori inestimabili della cultura mondiale davanti ai quali spesso si passa senza neanche accorgersene. C'è da dire che gli italiani sono un po' 'viziati' per quanto concerne il senso del bello quale categoria artistica e filosofica e che spesso dimenticano di ammirare ciò che hanno intorno. Se è vero che 'l'occhio' di un cittadino italiano è generalmente più 'allenato' a comprendere il bello in modo quasi istintivo, è tuttavia vero che spesso sono proprio gli italiani a conoscere meno il proprio patrimonio artistico e culturale. Questo accade con il paesaggio o con i capolavori più noti. Molte volte sono proprio i romani e coloro i quali vivono nelle grandi città d'arte a dimenticarne la straordinaria bellezza, troppo impegnati ad affrontare le quotidiane difficoltà del vivere all'interno di o poco discosti da città tanto belle. Una delle cose che ci si scorda più facilmente è il tipico giro turistico dei monumenti principali delle grandi città, quale ad esempio il giro del Vaticano e del Colosseo. Se si chiede alla maggioranza dei romani e di coloro che vivono nella provincia romana quante volte hanno trovato il tempo, passandovi davanti, di entrare a San Pietro per ammirare la Pietà o semplicemente per farsi coccolare da un ambiente assolutamente denso di capolavori quale è la più importante chiesa cattolica del mondo, risponderanno il più delle volte che sì, quando viene qualche persona da fuori o quando erano piccoli. Ma forse è importante, a volte, anche ritrovare il gusto del piacere assolutamente puro nell'osservazione di alcuni tra i più grandi capolavori della cultura per poi tornare ai ritmi più rilassati della vita provinciale. 
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martedì 29 novembre 2011

Dialogo tra romanità e cattolicesimo

Ovviamente se si vuole cercare l'arte italiana nel BelPaese è bene fare un giro per gli edifici religiosi non tanto perché nei musei non c'è, bensì perché la chiesa e la religione cattolica è stata l'unica costante per secoli nella vita politica, culturale e civile di un paese la cui storia è decisamente complessa da comprendere. A Roma, inoltre, la costanza si è dovuta unire ad una volontà di affermazione in seguito ad un periodo non breve di oscuramento della libertà di culto e molti edifici monumentali simbolo dell'antica Urbe sembrano aver instaurato un dialogo eterno con la monumentalità delle costruzioni religiose maggiormente cattoliche. Uno di questi mirabili esempi è la Basilica di Santa Maria del Popolo, quella meno 'chiassosa' proprio accanto alla stazione metropolitana. Un tempo era il Mausoleo dei Domizi Enobarbi e, nel primo secolo dell'anno Mille, il pontefice Pasquale II decise di demolire la tomba di Nerone, la cui memoria era piuttosto viva nella popolazione romana e costruirvi una basilica cattolica. Durante i secoli la chiesa venne ovviamente ampliata, arricchita di opere d'arte e dell'ingegno, tra cui due dipinti di Caravaggio e uno di Annibale Carracci nel transetto, la Cappella Chigi dipinta da Raffaello e con una statua del Bernini e, nella navata destra un gradevole esempio di quell'arte che è più facilmente rintracciabile nelle città della provincia del Centro-Italia, la Cappella del Presepio con affreschi di Pinturicchio e della sua bottega, grottesche mirabili e probabilmente costruita su progetto del Brembo. Ammirare tali capolavori è sempre qualcosa di ottimale per lo spirito e il corpo e può costituire uno spunto per goderne con ritmi più contemplativi anche nella straordinariamente bella provincia italiana, prevedendo eventualmente un tour artistico verso regioni e paesini che sembrano contenere in sé l'essenza stessa dell'italianità. 
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mercoledì 22 giugno 2011

Gesti antichi alla riscoperta di strade e spiritualità

 
Camminare a piedi è una ritualità che a volte tendiamo a dimenticare, impegnati come siamo a rincorrere l'ultimo modello di automobile accessoriata con l'ultimissima novità in campo di tecnologie portatili per sopravvivere in lunghe file di traffico che, diciamoci la verità, chi vive in provincia ben conosce e spesso sa anche in che modo evitare. Automobili appena sfornate dall'industria pesante che sanno fare di tutto, anche il caffè e rimangono lì, ferme in mezzo a fiumi di traffico a scaldare l'ambiente e l'aria già arroventata della prima estate con moto, motorini e biciclette che sfrecciano con leggiadria e camminatori con zaini in spalla, un fazzoletto sul viso per non respirare lo smog e l'aria estasiata di chi si rilassa con un antico gesto, il camminare. Ma non il camminare per andare a prendere un autobus, no il camminare per ritrovare se stessi e la propria spiritualità, tra momenti di estasi alla riscoperta delle radici identitarie di un'Europa che esisteva ben prima dell'abbattimento delle barriere e dei muri tra i paesi e qualche difficoltà nel ripercorrere i passi dei pellegrini medievali che con coraggio, una sporta, un bastone e una benedizione attraversavano un continente ripercorrendo un cammino ideale verso i luoghi della cristianità, Roma, Gerusalemme. La strada era lunga e la determinazione era tanta ma soprattutto in quell'Europa nata all'ombra di imperi in disfacimento, superstizione e potere temporale delle autorità religiose, tra ideali e idee in fermento costante in una immaginaria cantina geografica, c'era una grande sete di conoscenza e uno spirito di avventura un po' folle, a guardare con gli occhi dei contemporanei, che spingeva le persone a muoversi su una ragnatela di strade che conducevano ai luoghi sacri e alla conoscenza profonda di sé. Le strade del cammino di Santiago e le Francigene, quella rete nodale di comunicazione che percorre alcuni tra i luoghi più suggestivi delle province italiane e francesi e che da qualche anno è stata riconosciuta dal Consiglio d'Europa.
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martedì 21 giugno 2011

La via del Romanico in Europa

Girovagando per la provincia italiana si incontrano stratificazioni monumentali cui non si fa più caso, passiamo su autobus affollati davanti a salti temporali di millenni e ci preoccupiamo soltanto della quantità di traffico che si snoda tra noi e la prossima fermata, guardiamo i turisti con un misto di curiosità e apprensione, quella carovana non vorrà mica salire sulla corriera per il lavoro? chissà da dove vengono, sembrano asiatici o nord europei. Quelli che più destano preoccupazione sono ovviamente gli innocui turisti che si muovono in branco, quelli che si spostano su autobus privati prenotati per l'occasione e che si rendono riconoscibili con appositi loghi, colori, cappellini e ombrelli. Quante volte ne vediamo orde nelle città italiane, un'infinità. Turisti mordi e fuggi che vogliono vedere tutti i monumenti di Roma in un giorno o quelli che si immergono nella lettura di guide multicolore per capirne un po' di più e non perdersi l'aperitivo più trendy nel nuovissimo ritrovo per giovani smaliziati e un po' viziati. Esiste, però, un turismo accorto di persone che amano profondamente il BelPaese e, allargando un po' l'orizzonte, il Vecchio Continente, tanto da tornare più e più volte in visita, appena ce n'è l'occasione. Alcuni tornano nelle grandi capitali dell'arte mentre altri si avventurano per le vie meno conosciute e ci aiutano a riscoprire monumenti e luoghi della provincia che avevamo dimenticato in un qualche angolo della memoria, tra un ricordo sbiadito di una lezione di storia dell'arte e una cartolina un po' ingiallita dei tempi della scuola. Uno di questi itinerari è la via del Romanico in Europa, riconosciuta dal Consiglio d'Europa, che rimette sotto i riflettori una realtà artisticamente molto interessante e itinerari della cultura che si intrecciano magicamente con quelli del gusto e del benessere.

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venerdì 27 maggio 2011

Caffè Glicine

Ci sono dei caffè che hanno una storia, a dire il vero qualunque bar ha una storia, creata dalle persone che l'hanno costruito e da quelle che vi transitano o vi stazionano, alcuni caffè hanno una storia che si intreccia con quella che ci ostiniamo a chiamare con la s maiuscola, altre sono il centro nevralgico di un centro abitato, uno di quelli in cui le persone si conoscono per nome, cognome e albero genealogico. A volte si trovano in piccoli centri nelle caotiche capitali, altre nelle province più remote dove se ne incontrano alcuni straordinari. Uno di questi è il caffè di Settebagni, vicino alla fermata del treno metropolitano che collega Nord e Sud capitolini. Ci si arriva quasi per caso o lo si conosce da sempre, a primavera inebria i sensi con i colori e il profumo di un robusto gazebo in ferro a sorreggere un glicine gigantesco.
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lunedì 23 maggio 2011

Bar Schenardi

Ci sono dei caffè che hanno una storia, a dire il vero qualunque bar ha una storia, creata dalle persone che l'hanno costruito e da quelle che vi transitano o vi stazionano, ma alcuni caffè hanno una storia che si intreccia con quella che ci ostiniamo a chiamare storia con la s maiuscola. A volte si trovano in piccoli centri, altre nelle province più remote, o nelle caotiche capitali. Uno di questi è il Caffè Schenardi, nel cuore di Viterbo, al centro di quell'Italia che ha contribuito a costituire. Un bar all'apparenza magnifico, che per qualche tempo è stato anche un McDonald's per ritornare poi a fasti e splendori di antica memoria, con vetri e specchi, una perfetta sintonia di stili, con luminarie degne di un sogno dal sapore austroungarico o gattopardiano e finanche un pianoforte a coda. Un caffè contemporaneo aperto anche alla popolazione civile, come da gloriosa tradizione.
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giovedì 3 marzo 2011

Le strade dell'olio, nuova frontiera del Made in Italy

Gli italiani hanno una vera e propria passione per il mangiar bene, un bicchiere di buon vino, una pasta al forno ben preparata, una mozzarella di bufala freschissima, una spremuta di vere arance o una bruschetta con puro olio extra vergine di oliva possono commuoverci fino a momenti di estasi culinaria. Il gusto di andare a cercare il prodotto tipico, locale e genuino, è un elemento distintivo della cultura italiana che ci contraddistingue all'estero e nel BelPaese.

La classica gita fuoricittà in cerca del paesino col ristorantino tipico e il paesaggio da far venire i brividi dietro la schiena, in cui anche i progenitori degli antichi romani indulgevano con gusto, si è trasformata in una potenzialità di sviluppo economico e turistico delle zone a forte vocazione agricola ed eno-gastronomica, spesso tra le più belle in Italia e nel mondo. 

Operatori turistici, Comuni, Camere di commercio, artigianato e industria, realtà locali e nazionali sembrano essersi accorti che il BelPaese è non soltanto bello ma offre anche delle gustosissime specialità rinomate soprattutto tra i conoscitori della buona tavola.

Si è iniziato con eventi collegati al vino, che hanno registrato un notevole successo, per poi passare alle tipicità gastronomiche quali gli olii DOP (Denominazione Origine Protetta)  che vengono prodotti in alcune tra le aree più suggestive d'Italia, spesso immerse in grandi parchi protetti, aree termali tra le più spettacolari al mondo, nell'entroterra e in territori adagiati sul meraviglioso Mar Mediterraneo, comprendendone le straordinarie possibilità di sviluppo economico e turistico.

In questi meravigliosi paesaggi hanno iniziato a comparire, accanto alle indicazioni stradali, alcune olive stilizzate con la scritta 'Stada dell'olio DOP', in Abruzzo c'è da dire che il nome è 'Via dell'olio DOP', e il nome dell'olio di riferimento. In alcune aziende turistiche hanno iniziato a distribuire mappe con ristoranti e agriturismi, costruiti a volte all'interno di castelli, interi borghi o antiche fattorie, aree archeologiche, storiche e artistiche di interesse, località UNESCO, aree termali e marittime. Alcune regioni che tradizionalemente hanno saputo ben coniugare l'attrattività turistica con la buona tavola e soprattutto con la difesa strenua dell'identità dei luoghi, sembrano aver deciso di prendere la questione piuttosto seriamente e si sono attrezzate con stand e lobbysti per portare alla ribalta la specificità delle tradizioni e dei DOP.  Alcune amministrazioni e consorzi hanno anche colto l'occasione della nascita delle Strade dell'olio per promuovere i prodotti tipici e percorsi insoliti tra uliveti e cittadine di straordinaria bellezza, a volte un po' ignorate dal turismo di massa.

Questi i DOP e le rispettive strade dell'olio nelle regioni italiane, alcune delle quali interamente a produzione DOP.

Abruzzo:
Aprutino pescarese
Colline Teatine
Pretuziano delle Colline Teramane
http://www.visitabruzzo.eu/vie_olio.html

Calabria:
Alto Crotonese
Bruzio
Lametia

Campania:
Cilento
Colline Salernitane
Irpinia - Colline dell'Ufita
Penisola Sorrentina

Emilia Romagna:
Brisighella
Colline di Romagna

Friuli Venezia Giulia:
Tergeste

Lazio:
Canino
Colline Pontine
Sabina
Tuscia
http://www.stradadelloliodellasabina.com/

Liguria:
Riviera Ligure
http://www.rivieraligure.it/IT/guida-la-strada-dell-olio-in-liguria.g12.htm

Lombardia:
Laghi Lombardi
Garda

Marche:
Cartoceto

Molise:
Molise

Puglia:
Collina di Brindisi
Dauno
Terra di Bari
Terra d'Otranto
Terre Tarentine
http://www.tipicipuglia.it/test/str_olio/
http://www.dopdauno.it/

Sardegna:
Sardegna

Sicilia:
Monte Etna
Monti Iblei
Val di Mazara
Valdemone
Valle del Belice
Valli Trapanesi
http://www.lastradadellolio.it/

Toscana:
Chianti Calssico
Lucca
Terre di Siena
http://www.stradavinoeoliolucca.it/
http://www.stradevinoditoscana.it/elenco_delle_strade/ 

Umbria:
Umbria
http://www.stradaoliodopumbria.it/

Veneto:
Veneto Valpolicella, Veneto Euganei e Berici, Veneto del Grappa

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mercoledì 23 febbraio 2011

Storia, gastronomia e benessere lungo le strade dei DOP

Quando sei all'estero viene sempre un po' di nostalgia dell'Italia, di quei borghi che si trovano in provincia, dell'arte che ti guarda da qualsiasi angolo di qualunque cittadina sperduta nel bel mezzo del dolce paesaggio collinare, o tra  le montagne che ne hanno viste davvero tante, o ancora davanti ad uno dei mari più belli del mondo, e poi della cucina italiana.

Un luogo comune che ha la sua verità intrinseca, non parlo dello spaghetto di mezzanotte che scatta anche al più purista degli esterofili, o all'improvviso cambio di programma dopo aver annusato nell'aria satura di odori più o meno sconosciuti quel tipico aroma di pizza cotta nel forno a legna, ma di quegli elementi semplici e gustosi che sembrano condensare in sé l'essenza stessa dell'italianità. No, non sto parlando neanche del vino, sebbene sia una prelibatezza che tutto il mondo ha imparato ad apprezzare, bensì di quell'ingrediente che rende prezioso il più semplice dei cibi.

L'olio extravergine di oliva DOP, quello che quando lo metti su una fettina di pane, possibilmente italiano, riesce a creare un piatto unico, un momento di acuta stimolazione sensoriale che fa tornare in mente la straordinarietà del BelPaese. 

Da qualche anno i nostalgici e i neofiti, ma soprattutto gli appassionati hanno un motivo in più per girare in alcuni dei luoghi che sanno emozionare e commuovere per la loro bellezza, in altre parole nella grande provincia italiana, con le colline che ricordano le onde del mare, le scogliere, o anche semplicemente, si fa per dire, l'entroterra e la campagna nostrana, luoghi che nei millenni hanno ispirato generazioni di artisti e sono stati contesi da molti eserciti. 

Percorsi creati nei luoghi dei D.O.P. per imparare a conoscere l'olio extra vergine di oliva, attraverso gite guidate nei ristorantini, nei borghi e nelle città, con momenti ludico-educativi per i bambini e per i grandi nei musei dell'olio, attraverso sagre e festival più o meno importanti a livello internazionale, tra incantevoli antiche residenze e centri benessere che propongono trattamenti con prodotti a base di olio di oliva.

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