domenica 15 novembre 2015

Itinerari mentanesi. Mentana – Appia Antica – Mentana

Domenica 15 novembre 2015

Itinerari mentanesi. Mentana – Appia Antica – Mentana

Ci siamo svegliati presto e abbiamo iniziato a gingillarci per casa con la voglia di fare qualcosa di particolare, abbiamo cotto supplì e arancini, che abbiamo portato a Mamma Enza e Papà Giancarlo e poi siamo andati da Mamma Lucilla e Papà Pietro. Dopo una ricchissima colazione abbiamo deciso che una bella giornata di caldo autunno era perfetta per una gita all'Appia Antica, loro sarebbero state le nostre guide d'eccezione.
In effetti ci hanno illustrato con molta competenza le varie tappe del percorso e ci hanno fatto scoprire alcuni gioielli della cultura romana.
Passeggiare senza fretta sull'antica strada costruita sulla colata lavica del Vulcano Albano è un piacere da Grand Tour o una di quelle gite che chi vive a Roma e provincia dovrebbe concedersi almeno una volta.
È un modo per ripercorrere i passi degli antichi romani, per scoprire meraviglie archeologiche e ville leggendarie e per riappropriarsi di uno spazio culturale, modificato nel corso degli anni da abusi edilizi che ormai costituiscono un'attrazione turistica.
In realtà, più che un museo a cielo aperto, è un cimitero allegro. Nell'antichità i romani abbinavano a quella che ancor oggi è la tradizionale 'gita fuoriporta' alla commemorazione gioiosa di defunti.
Le ricche famiglie, o comunque i familiari di chi poteva permettersi di venir seppellito al lato della grande arteria di comunicazione con più o meno imponenti monumenti funebri, avevano l'abitudine, dopo onoranze funebri che duravano anche due o tre giorni, di banchettare sulle tombe, che erano costruite su piani diversi.
Al piano inferiore della costruzione, che poteva essere tanto grande quanto la tomba di Cecilia Metella, utilizzata nel Medioevo come forte militare, c'era le urne o la cassa marmorea, al piano superiore i familiari erano soliti rendere omaggio alla memoria con veri e propri banchetti.
Per quanto possa sembrare macabra, è un'usanza che ancor oggi si ritrova in alcune aree della Sicilia, e quindi ha forse radici antichissime.
Da vedere assolutamente il Capo di Bove, una villa di proprietà di un inglese, acquistata dalla Soprintendenza, nel cui giardino è emersa una domus romana con addirittura la zona termale privata con mosaici, calidarium e riscaldamento a pavimento.
Proseguendo nel cammino ecco che si giunge alla Tomba di Cecilia Metella e al Castrum Caetani, una faraonica tomba circolare in marmo bianco sulla cui struttura è stata costruita nel Medioevo una fortificazione con funzione protettiva e di dazio, dedicata ad una signora di cui non si sa praticamente nulla. Di fronte i resti della chiesa dedicata a San Nicola da Bari che si trovava all'interno del castrum.
Dopo qualche metro ecco apparire la maestosa Villa di Massenzio, lo sfortunato imperatore che perse la battaglia contro Costantino per un errore di strategia. Imperdibile punto di osservazione in questo viaggio nel tempo.

Oggi l'Appia Antica ha mantenuto il carattere allegro e festoso in un luogo che sembra una strada in cui il dialogo tra la vita e la morte assume forme impensate di gioiosa socialità.

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