2 ottobre 2017
Mentana * Lesina
Ci svegliamo presto per la prima poppata di Giulia, ci
riaddormentiamo crogiolandoci nel tepore delle coperte fino a che decidiamo di
alzarci, pigramente. La giornata è bellissima e decidiamo di partire per una
gita, prepariamo velocissimamente la Samsonite rossa regalataci da Nonni
Lucilla e Pietro in occasione del viaggio più importante della nostra vita,
quello verso il reparto di Ostetricia dell’Ospedale di Orvieto Ciconia.
Facciamo colazione, carichiamo le valigie, il Peg Pérego Book 51 sulla Ford
Focus, i rimasugli di melanzane alla parmigiana di Nonna Lucilla e partiamo
verso Sud-Est. Ci fermiamo nel solito Autogrill sull’Autostrada dei Parchi per
la poppata di Giulia e la colazione di Mamma Valentina e Papà Claudio. Ripartiamo.
Le montagne di Lazio e Abruzzo ci incantano con la loro straordinaria bellezza,
resa ancor più imponente dal foliage autunnale. Il nostro umore, già buono,
migliora sensibilmente nel momento in cui ci immergiamo nella spettacolare nube
di rossi, gialli, arancioni, verdi e blu che caratterizzano la stagione più
riccamente colorata dell’anno. Attraversiamo l’Abruzzo, verso Est. Vigneti
grondanti luminosità e argentei uliveti si alternano a boschi e montagne con
nevi perenni fino a che il mare si schiude davanti ai nostri occhi nella sua
densa immensità. Giulia dorme beata e proseguiamo fino a giungere a Lesina,
paesino di confine tra tre regioni, porta settentrionale verso il Gargano, potenziale porto di Kalive. Troviamo immediatamente un posto dove dormire presso un
ex cotonificio ristrutturato di recente, veniamo accolti con molta gentilezza,
scarichiamo la Ford, cambiamo il pannolino di Giulia che si è svegliata giusto
in tempo per una poppata in santa pace. Andiamo verso la laguna dove un
tramonto memorabile saluta l’alba di una luna immensa che sembra danzare tra le
casette e il campanile della cattedrale. Tutte le sfumature del rosso sembrano
voler danzare con il blu illuminato dal nostro satellite, nella perfezione
assoluta del tempo presente. Un’impressione contemplativa che sarebbe piaciuta
molto a Monet. Camminiamo fin quasi al centro della laguna attraverso un comodo
ponte di legno, l’eco del Floating Piers sull’Iseo ci accarezza la memoria
sensoriale. Ci sentiamo felici in questo spettacolare splendore. Comincia a
fare freschino, facciamo un giro veloce per le vie del centro, illuminate dai
lumini per onorare i defunti e adornate con cesti di vimini colmi di zucche,
una piccola sosta in un panificio dove Mamma Valentina ritrova il gusto
strepitoso dei panzerotti idruntini che assaggia dalle mani di Papà Claudio, e
dunque ci incamminiamo verso un chioschetto con annessa pedana galleggiante,
rimaniamo all’interno per la poppata di Giulia, estratti di frutta, aperitivo e
chiacchierata musicale. Salutiamo e torniamo verso l’appartamentino, mentre
Mamma Valentina si occupa del cibo di Giulia, Papà Claudio si occupa di
acquistare carne e pasta necessari per la cena e la birretta perfetta per la
partita di calcio trasmessa in TV. Ci addormentiamo presto, piuttosto stanchi.
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