venerdì 27 febbraio 2015

Cronachette di un viaggio in Italia, San Valentino 2015 § Mentana * Pisa * Lucca * Pistoia * Vinci * Impruneta


27 febbraio 2015
Mentana * Pisa * Lucca * Pistoia * Vinci * Impruneta
Lungarno di Pisa
Pronti? Partenza!
 
Siamo partiti alle 5, precisi, no beh, siamo partiti alle 5.30 e siamo riusciti perfino a fare colazione poi abbiamo salutato casa con le stelle e la notte blu, nera. Non abbiamo trovato traffico per niente abbiamo visto il giorno incontrare la notte o la notte incontrare il giorno fino a che, intorno alle 7, l'alba è sorta dietro di noi, alle nostre spalle.
 
Arte di strada, Pisa
L'aurora ci ha tenuto compagnia per un tratto, è stato molto divertente perché si vedevano i colori che digradavano dal rosa a rosa chiaro, all'arancio pian piano verso una sorta di blu e al contrario del viaggio dal Canada all'Europa in cui si vede la notte che incontra il giorno in un punto netto in questo micro-viaggio verso la Toscana abbiamo visto l'aurora trasformarsi in alba e quindi in giorno mentre noi stavamo andando verso la notte fino a che ad un certo punto si è schiuso davanti a noi il mare. Il mare è un'emozione fortissima, ci dà una sensazione di gioia di felicità incredibile e sulla destra si stagliavano i Monti della Tolfa, bellissimi come sempre.
San Matteo, Pisa
Abbiamo lasciato l'autostrada e preso l'Aurelia, gli auto-velox sono stati tolti, sembrava in realtà di stare sulla Salerno-Reggio Calabria. Gli uccelli ci accompagnano in questa gita, vediamo poiane, aironi neri, upupe e persino dei cigni neri. La giornata è splendida, col sole che ci accompagna per questo viaggio, rifocillati di nocci, panini, un goccetto di vino e tanta acqua, abbiamo superato tutto il percorso che ci divideva dalla nostra meta e siamo arrivati verso la prima tappa del nostro piccolo viaggio: Pisa.
San Matteo, Pisa
Arriviamo a Pisa e ci innamoriamo della città
 
Gli Appennini ci accolgono e ci sorprendono in tutta la loro bellezza, con la morbidezza di onde cristallizzate, immediatamente prima di arrivare e vedere quella torre così pendente ma così pendente è stato proprio divertente.
 
Scuola Normale di Pisa
Abbiamo gironzolato un po' per la città, piena di vita, di vitalità, di cose belle, di giovani, di posticini carini e ad un certo punto si è aperta davanti ai nostri occhi Piazza dei Cavalieri, dove c'è la Normale, la prestigiosissima Accademia, e una serie di simboli che fanno riferimento all'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, voluti da Cosimo I de' Medici.
Palazzo dell'Orologio, Pisa
 
La piazza è stata sin dal Medioevo il cuore della vita civile della città, una prima forma di democrazia popolare si è sviluppata proprio nel crocevia di queste sette vie ed è qui che i Fiorentini hanno voluto affermare il proprio dominio. Oggi è simbolo dell'eccellenza scientifica italiana con la Scuola normale di Pisa nel Palazzo della Carovana, antica sede del Palazzo del Popolo e degli Anziani, il cui Capitano viveva nell'adiacente Palazzo dell'Orologio dove trovò la morte il terribile Conte Ugolino il quale, secondo quanto narra la leggenda, poiché “più che il dolor poté il digiuno” (Dante, Inferno XXXIII, 67-78) mangiò i suoi figli e i suoi nipoti.
Piazza dei Miracoli, Pisa
 
Al centro campeggia la statua di Cosimo I de' Medici, anch'egli sovrano illuminato ma pur sempre invasore nelle menti pisane. La nostra povera Italia ha sempre sopportato oppressioni e ribellioni, ha saputo in alcuni casi difendere sé stessa dalle ingerenze esterne e altre ha dovuto soccombere o far finta di piegarsi, tenendo sempre viva l'aspirazione alla libertà e i campanilismi.
 
Piazza dei Miracoli, Pisa
Le differenze abissali nella storia della Toscana rispetto al resto d'Italia si evidenzia in modo palese in questa piazza. Qui non è il potere papale ad avere il sopravvento ma la coscienza del potere popolare, la presa d'atto delle differenze di classe e dell'emergere di nuove forme di organizzazione sociale.
Torre di Pisa
 
A pochissimi metri entriamo a Piazza dei Miracoli, una delle piazze più famose del Pianeta. A ragione. Valentina era molto scettica, non aveva mai visto la Torre e pensava fosse un edificio un po' inclinato, certamente di minore bellezza in confronto, ad esempio, alla piazza di Delft, nei Paesi Bassi, dove persino la cattedrale usata tuttora dai Reali olandesi, è 'storta'.
 
Mosaico nel Battistero
Porta d'Oriente a Pisa?
Cosa ci sarà di così particolare? Niente. Solo che quando l'abbiamo vista ci sono venuti letteralmente i brividi, una sorta di leggerissima elettrizzante felicità ci ha pervaso, il piacere era talmente forte da essere quasi sensuale.
 
Una carezza nel tempo materializzata in una forma di bellezza eterna, senza luogo, senza tempo. Stupenda. Ci riempiamo gli occhi di meraviglia e poi entriamo nel Battistero, ciò che colpisce di più la nostra attenzione è un pezzetto di pavimentazione a mosaico vicino al fonte battesimale.
 
Pulpito nella Cattedrale, Pisa
Tra l'altro vediamo due ragazzi prendere delle misure proprio lì e, dopo un attimo di esitazione, chiediamo qualche informazione. Il ragazzo ci spiega alcune cose e poi invita lei, che ha quasi la sensazione di non aver niente di interessante da dire, a raccontarci dei suoi studi. Sta completando una tesi proprio su quel piccolo pezzo di mosaico, a quanto ci dice, unico nel suo genere e tassello di enorme importanza per capire i frequenti scambi tra Oriente e Occidente.
Mosaico nella Cattedrale, Pisa
 
Nell'antichità Pisa era una potenza marinara e aveva fiorenti commerci con la Sicilia e con la Sicilia sotto la dominazione araba.
 
Il particolare intarsio marmoreo è rintracciabile in alcuni oggetti lignei proprio di quella tradizione e non si inserisce minimamente in nessun filone 'occidentale', se non per i materiali utilizzati e per il contesto in cui è inserito.
 
Mosaico nella Cattedrale, Pisa
Una Porta verso l'Oriente, una sorta di magico collegamento con genti, culture, popolazioni dall'altra parte del Mediterraneo, un segno di un dialogo mai completamente interrotto tra culture interagenti e molto più collegate tra loro di quanto ci sia stato tramandato dai 'dotti' dei secoli passati.
 
Mosaico, Pisa
Salutiamo i due, gli diamo un'informazione su un'Università dall'altra parte dell'Oceano, ci sembra quasi un atto dovuto, un modo per ringraziare delle informazioni e per ringraziare anche una Signora che diede a Mamma Lucilla un'informazione preziosa a Valentina, che così poté frequentare una bellissima università.

Tuttomondo, Keith Haring, Pisa 1989
Contenti e rifocillati di cultura, pensieri, idee ci avviamo verso la Cattedrale. Claudio fa spaventare i guardiani con i suoi capelli lunghi, gli occhiali neri e la barba. Sussultano, Valentina sorride e spiega che è italiano e non un terrorista islamico, loro si rilassano e ci fanno entrare.
 
Pisa
Lo sguardo d'insieme è magnifico, il pulpito di rara bellezza, una scena viva, scolpita nel marmo e che sembra potersi animare in qualunque momento nella fantasia di chi guarda. Il pavimento è molto colorato, di stile cosmatesco eppure con una policromia più variegata rispetto a quella che siamo abituati ad ammirare negli edifici romani. Proprio come ci aveva spiegato la ragazza nel Battistero i colori sono più vivaci, meno austeramente eleganti.
Chiesa del Santo Sepolcro, Pisa
 
C'è più giallo, il rosso è più vivo e la disposizione delle tessere dà più 'aria' all'insieme. Mentre pensiamo all'unisono che questi monumenti sono assolutamente belli, incontestabilmente emozionanti, qualunque sia la cultura di riferimento, ecco che vediamo una giapponese vestita di tutto punto in abiti tradizionali che si aggira tra la colonne del pulpito. Il collegamento con l'Oriente sembra caratterizzare questa nostra gita. O forse è proprio la comprensione assoluta della universalità dell'arte.
 
Ammiriamo dipinti, affreschi e poi usciamo di nuovo a guardare la torre, a godere la fantastica meraviglia della Piazza del Duomo, Patrimonio Materiale dell'UNESCO, dove i 'miracoli', come li ha definiti D'Annunzio, danno un'ulteriore prova della loro bellezza e gioiosamente ridono della loro capacità di incantare. Per tornare verso la macchina su cui 
Orgoglio toscano, Pisa
incombe l'orario del parchimetro ripassiamo in Piazza dei Cavalieri, salutiamo il Conte Ugolino e le sue cattiverie, ci sentiamo parte di una città viva in cui la partecipazione non è un lusso ma una tradizione, attraversiamo l'Arno e ci dirigiamo verso il murale di Keith Haring, TuttoMondo del 1989. L'opera è lì, tra un muro distrutto e una chiesetta antica, accanto ad un balcone in ferro battuto con vasi fioriti.

Garibaldi a Pisa
Secondo l'artista newyorkese c'è tutto il mondo, fatto di persone nei loro universi personali, in quel muro colorato creato nell'anno in cui il Muro di Berlino che divideva un altro Oriente da un altro Occidente fu abbattuto. Abbiamo quasi la sensazione di essere al centro di una immaginaria rosa dei venti, un crocevia di culture in cui gli Orienti e gli Occidenti geografici, culturali o geopolitici si rincorrono e si parlano.

Mentre torniamo velocemente verso la macchina ci imbattiamo nella Chiesa del Santo Sepolcro, costruzione ottagonale del XII secolo che si ispira appunto al Santo Sepolcro di Gerusalemme, la cui forma ottagonale sovrastata da una cupola a punta avevamo già incontrato ad Aquileia. Una chiesa sconsacrata e poi riconsacrata, costruita e distrutta, l'avevamo vista arrivando dall'altra parte del fiume, dal piazzale antistante la Chiesa di San Matteo, la cui costruzione risale ad epoca precedente l'Anno Mille, e chissà che Carlo Magno non abbia avuto modo di vederla. Ci sembra l'emblematica chiusura di questa brevissima sosta pisana.
 
Lucca, tutto il mondo tra le antiche mura
 
Ci avviamo verso Lucca, che non ci era piaciuta la scorsa estate e non ci 'ispira' neanche questa volta. Forse lo spirito di rivalità tra città toscane ci influenza fatto, sta che se entrando a Pisa ci pervade un'estasi di meraviglia, entrando a Lucca ci assale un nervosismo rabbioso.
 
Lucca
Niente di personale, è evidente che queste città hanno tanto da raccontare e non sono di certo delle 'acque chete', dei pallidi simulacri di agglomerati urbani. Hanno il loro carattere che può affascinare, far innamorare, mandare in estasi oppure fare innervosire e trasmettere una sensazione di forte antipatia epidermica.
 
Non abbiamo voglia di stare lì e facciamo un giro velocissimo della città. Passiamo per la Piazza dell'Anfiteatro, una piazzetta caratteristica e molto pittoresca che ricalca vagamente la forma di uno stadio di epoca romana, una specie di Piazza Navona lucchese senza le fontane, gli edifici monumentali e le chiese. Claudio si innervosisce per la quantità di banche davanti alla Chiesa di San Michele Arcangelo, tra l'altro molto bella, in tipico stile toscano con una insolita leggiadria dovuta ad un alleggerimento della facciata con vari ordini di colonne in marmo policromo e una gran varietà di capitelli.
Lucca
 
Ammiriamo le tante torri e le chiese, e torniamo verso la macchina. Chiediamo informazioni e capiamo che per l'abitante di quella città la periferia comincia immediatamente dopo le antiche mura e questo ci fa intuire una certa tendenza ad un eccesso di campanilismo.
 
Passando sulle mura, dove la popolazione cittadina si rilassa passeggiando, sdraiandosi sull'erba a godere i primi raggi di sole o fa attività fisica. Una peculiarità lucchese ci sembra una certa affettazione e ricercatezza delle tendenze più modaiole, camminando per le vie di Lucca ci sembra quasi di camminare in Via Montenapoleone o in un quartiere trendy di Milano.
 
Pistoia, città dei vivai e della fine delle ideologie

Pistoia
Usciamo dalla città con una gran voglia di vedere Pistoia che, tra l'altro Claudio non aveva intenzione alcuna di visitare. La città in sé è molto carina e val bene una gita ma forse non è in cima alla lista dei nostri luoghi del cuore. C'è un non so che, un qualcosa che fa pensare alla seconda metà degli anni '70 e alla prima metà degli anni '80 del '900.
 
Colline toscane
Un'atmosfera stranamente plumbea che ci riporta indietro a quando eravamo bambini, a quel periodo in cui è stata distrutta una generazione e sono state disintegrate le conquiste e le istanze di libertà e di protesta della fine degli anni '60 e della prima parte degli anni '70. Si respira aria di intossicazione ideale e lisergica, partecipazione civile interrotta da ricerche impossibili di paradisi artificiali, con il placet dei Gattopardi di regime.
 
 Gente addormentata per la strada, un'anarchia un po' tossica nel bel mezzo di una bellissima cittadina. Il Battistero è molto bello e presenta una decorazione simile a quella del fonte battesimale di Pisa. Andiamo via passando di nuovo tra distese di vivai con le piante più strane e difficili da coltivare. Ci inerpichiamo sulle colline, che hanno tanto l'aria di essere Pre-Appennini, che circondano la città.
 
Vinci e il genio assoluto di Leonardo
 
Paladino, Vinci
Svalichiamo, entriamo in provincia di Firenze e ci troviamo in un'altra dimensione, nella Toscana che conosciamo e amiamo. Arriviamo a Vinci, anche se la casa natale di Leonardo è ad Anchiano, una frazione di Vinci.
 
Vinci
Prima di entrare nel Museo Vinciano ammiriamo il lavoro di Mimmo Paladino e poi scopriamo che Leonardo ha inventato praticamente tutto.
 
Casa di Leonardo, Anchiano, Vinci
Perfino la bicicletta nella forma in cui la conosciamo oggi e poi armamenti, macchinari per la produzione industriale quando di industrie non ce n'era neanche l'ombra, macchinari per l'edilizia, sistemi per volare e per andare negli abissi, ben prima che Jules Verne liberasse la propria immaginazione.
 
Claudio in estasi nel Museo Vinciano
Chissà cos'altro ancora, cos'altro ha intuito o inventato che noi non riusciamo ancora a decodificare e comprendere.
 
Colline toscane
Insomma a Vinci val proprio la pena di fare un giro per capire, per avere la sensazione della genialità assoluta di questo uomo, figlio illegittimo di un notaio nato nel bel mezzo della campagna, a stretto contatto con quella natura che invece di stimolare in lui una grettezza reazionaria ha stimolato il più geniale tra gli uomini finora vissuti sulla Terra.
 
La Toscana e il Risorgimento
 
Il resort
In tutte le città che abbiamo visitato oggi un gran risalto urbano, tra piazze, monumenti equestri e vie, viene dato agli eroi del Risorgimento.

Arriviamo a Impruneta
 
Col cuore e con la mente piene di meraviglia e rigenerante piacere intellettuale ci dirigiamo verso Impruneta dove ci accoglie un bellissimo resort immerso nel Chianti fiorentino. Siamo felici e mangiamo nel patio, ben coperti ma alla luce delle stelle. Andiamo a letto stanchi e contenti.
 
 

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