Sutri
Sutri |
Ci
svegliamo presto con la voglia di fare una gita, la giornata è
uggiosa ma sotto il freddo invernale si comincia a percepire qualche
nota primaverile.
Gli uccelli cantano con maggiore intensità, quando
trapela un raggio di sole sembra che la pelle si scaldi subito,
l'odore dei fiori e del rinnovamento della Natura comincia a farsi
strada tra le piogge e le rigidità invernali.
Navata centrale Madonna del Parto Sutri |
Il desiderio è quello
di andare in un bosco ad ascoltare il cinguettio misto all'odore di
muschio e per vedere le gemme che timidamente sembrano volersi fare
strada sui rami spogliati dalla stagione fredda.
Madonna del Parto, Sutri |
Dopo una breve
disamina delle possibilità decidiamo di andare a Sutri, in provincia
di Viterbo, luogo magico che volevamo visitare da tanti anni.
Madonna del Parto Sutri |
Ci
vestiamo velocemente e in meno di un'ora siamo lì.
Dobbiamo
acquistare un ombrello, santi negozietti cinesi, perché Valentina
era convinta di averlo portato ma non è così, la tappa forzata ci
permette di vedere una sfilata di FIAT 500 d'epoca.
Il Klimt dell'antichità |
Parcheggiamo
quindi nel piazzale antistante l'Anfiteatro e ci incamminiamo verso
il casotto di legno dove ci sono le addette all'area archeologica.
Ceramica di Delft del '700 Via Crucis Madonna del Parto, Sutri |
Chiediamo di visitare il Mitreo, oggi Chiesa della Madonna del Parto,
ci accoglie un'entusiastica reazione da parte della Guida: non è
l'orario giusto ma con questo tempo pensava che non sarebbe venuto
proprio nessuno a chiederle di visitare il Mitreo e temeva di dover
trascorrere l'intera giornata senza entrarvi.
Santa Maria del Monte e Giardino all'italiana Sutri |
A partire da marzo fino
a ottobre il sito archeologico è più frequentato, ci spiega, ma febbraio
non è un mese particolarmente affollato, tanto meno con una giornata
uggiosa e piovigginosa e il Mitreo è un'emozione fortissima tutte le
volte, vedere le reazioni sorprese e ammirate dei turisti è una
bella soddisfazione.
La ringraziamo e ci incamminiamo verso il
Mitreo, un portone di legno ci porta dentro la montagna di tufo nero
dove è stato scavato a mano il luogo sacro.
Villa Savorelli |
Anfiteatro di Sutri |
Forse i luoghi sacri
sono tali perché in un determinato posto c'è una forma di energia
più forte o forse in alcuni luoghi si sente una forte energia perché
ci sono stati, nei secoli, luoghi sacri, fatto sta che appena
entriamo ci pervade un senso di pace e di ammirazione.
Le colonne
scavate nel tufo di una struttura a tre navate, affrescate con colori
che fanno inevitabilmente pensare a Pompei e Anagni e poi il Klimt
dell'antichità.
Madonna del Parto, Sutri |
San Michele del
Gargano dipinto con colori e motivi pressoché identici a
quelli utilizzati quasi un millennio dopo dal pittore austriaco e con
il viso tridimensionale scolpito nella volta della navata centrale.
Sutri dal Giardino all'italiana |
Ai lati dell'altare ceramiche settecentesche di Delft raffiguranti la
Via Crucis e ai lati affreschi medievali di commovente bellezza.
Pare
che in quella grotta Berta, sorella di Carlo Magno diseredata perché
ha avuto l'ardire di avere avuto un rapporto con un uomo di origini
umili, abbia partorito Orlando (o Rolando) paladino di Francia, eroe
delle tante avventure della Chanson de Geste e Chanson de Roland.
Madonna del Parto, Sutri |
Usciamo con la voglia di tornare, gli occhi e il cuore colmi di pace
meditativa. Seguiamo le indicazioni della gentilissima guida e ci
incamminiamo verso il Giardino all'italiana della Villa settecentesca
da cui si gode una meravigliosa visuale sull'anfiteatro e sui boschi
circostanti e da cui si accede al Bosco Sacro di bellissimi lecci.
Madonna del Parto, Sutri |
La
pioggerellina, gli uccellini, il profumo del bosco ci mettono in
contatto assoluto con la natura, cercavamo proprio quella sensazione
di benessere.
Scendiamo per visitare l'anfiteatro, che ovviamente ha
un'acustica perfetta al contrario di quelli di moderna costruzione,
in pietra, c'è anche una capelvenere selvatica che ci fa tenerezza,
è bello vedere le piante nel loro habitat naturale.
Il grande leccio, Sutri |
Incontriamo di
nuovo la nostra Guida e Claudio le chiede informazioni su Marcello
Creti, un personaggio molto particolare che pare abbia inventato il
telefono cellulare negli anni '20 del secolo scorso e che è stato
più volte contestato e addirittura accusato di aver costituito una
setta per plagiare le menti.
Ci racconta di un'esperienza
importante che ha avuto con la sua famiglia quando era scomparsa una
sua zia.
Premette che lei e la sua famiglia non sono credenti e che
professano un certo scetticismo per qualunque forma di irrazionalità
e poi ci racconta che, dopo la sparizione di una sua zia, la sua
famiglia decide di rivolgersi a Creti per ritrovarla, visto che in
paese si diceva che avesse la capacità di capire dov'erano le
persone e pare che sia stato chiamato anche in casi di difficilissima
soluzione.
Capelvenere spontanea |
Lui ci pensa, entra in una forma meditativa all'apparenza
molto cosciente e fornisce indicazioni molto precise che
permetteranno alla famiglia di ritrovarla.
Chissà. Certo è che
Sutri è un posto un po' magico, e d'altronde c'è una necropoli
etrusca, un anfiteatro romano e un Mitreo diventato Chiesa.
Torniamo
a casa molto rilassati e ricaricati di bellezze naturali e costruite
dall'uomo.
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