8 ottobre 2017
Mentana * Abbazia di
Farfa * Mentana
Ci svegliamo abbastanza presto per la poppata di Giulia,
Mamma Valentina prepara le ferratelle prima dell’alba, svolgiamo alcune
attività casalinghe e decidiamo di andare a fare una piccola gita visto che la
giornata è a dir poco splendida. Carichiamo il Peg Pérego Book 51 e tutto il
necessario per una giornata fuori casa sulla Ford Focus SW e ci dirigiamo verso
l’Abbazia di Farfa, in piena Sabina reatina. Papà Claudio trova una strada
alternativa a quella solita e arriviamo velocissimamente, giusto in tempo per la
visita guidata delle 12. Scopriamo quindi che è stata una delle due più
importanti abbazie del Medioevo, insieme a quella di Cluny, che è l’unica
costruzione in Italia con un particolare fregio carolingio e che, nel periodo
di massimo splendore, contava circa cinquecento monaci e deteneva il controllo
su ben sei porti mediterranei, dislocati sia sul Tirreno che sull’Adriatico. La
guida ci racconta dettagli e storie collegate a questo luogo e a Mamma
Valentina viene immediatamente in mente l’interessantissimo libro ‘I dodici
abbati di Challant’ di Laura Mancinelli allorché ci spiega che non è possibile
visitare il refettorio piccolo perché occupato dalla veglia funebre di un
monaco. Proseguendo nella ricchissima biblioteca il nostro cicerone ci racconta
della genesi di un altro testo letterario, ‘Il nome della rosa’ di Umberto Eco,
che pare sia stato estesamente ispirato proprio alle cronache medievali sulla
fondazione dell’abbazia. Visitiamo velocemente la chiesa e poi ci rilassiamo
nel baretto del monastero sotto l’ombra dei platani, allietati dal soave suono
di una fontana. Nel piccolo borgo ferve l’attività con il mercatino della
seconda domenica del mese affollato da turisti ed escursionisti. È presto l’ora
di ripartire e torniamo verso Mentana con qualche piccola sosta.
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