domenica 17 settembre 2017

Cronachette di un viaggio in Italia * Mentana * Allerona * Orvieto * Mentana

17 settembre 2017

Mentana * Allerona * Orvieto * Mentana


Ci svegliamo intorno alle sette per la prima poppata di Giulia, il tempo non sembra pessimo per cui decidiamo di andare a fare una gita. Papà Claudio preferirebbe forse restare a pigrare tutto il giorno ma Mamma Valentina ha tutta l’intenzione di esplorare i dintorni, fare una passeggiatina e prendere un po’ d’aria fresca e pulita dopo le recenti piogge. Il sito del meteo prevede bel tempo ad Allerona, Orvieto e Siena, brutto tempo a Spoleto, Perugia e Sperlonga. Ci prepariamo piuttosto velocemente, carichiamo il Book 51 sulla Ford e partiamo diretti verso Orvieto e Allerona. Il cielo è semplicemente meraviglioso, di un plumbeo grigio azzurro molto simile al colore degli occhi di Giulia. Attraversiamo velocemente la Sabina romana e la Tuscia, la campagna dell’orvietano è caratterizzata dall’alternarsi di vigneti, oliveti, macchia boschiva, calanchi e borghi abbarbicati accanto a oppure sopra isole di terra. Mentre ascoltiamo la soave voce di Philippe Jarrousky e le melodiose note dell’Arpeggiata ci troviamo immersi in un temporale, immediatamente prima di arrivare all’uscita autostradale di Orvieto. Pensiamo sia il caso di tornare indietro ma il cielo verso Nord sembra limpido e proseguiamo. Giungiamo ad Allerona attraversando i vigneti di questa parte dell’Umbria, affatto diversi da quelli della confinante Toscana, in cui intere colline sono ordinatissimamente coltivate soltanto a uva, senza lasciare spazio a boschi o altre piante. Il confine tra coltivato e incolto, selvaggio, è molto più labile nell’orvietano. I cumulonembi creano spettacolari giochi di luci mostrando immagini nascoste nelle fantasie di chi sa ancora leggere forme e disegni tra le scenografiche formazioni di goccioline d’acqua. Ci addentriamo in un bosco alla ricerca di Villa Cahen che dista circa quattro chilometri dalla strada principale, già piuttosto dissestata per i naturali smottamenti del terreno argilloso, su percorso escursionistico. Ne percorriamo uno all’interno della Selva di Meana e torniamo indietro verso il borgo, inserito tra i Borghi più belli d’Italia. L’atmosfera è surreale, un silenzio d’altri tempi viene riempito soltanto dal vociare di bimbi e persone che parlottano e si salutano. Sembra di essere in una piccola parte del centro storico di Mentana, ristrutturata e con fiorellini a finestre e balconi, senza nient’altro intorno se non un panorama decisamente bello, tra calanchi, dolci colline, vigneti e uliveti da una parte e il pressoché incontaminato Parco di Monte Peglia e Selva di Meana dall’altra. Una piccola piazzetta ci porta verso la pieve di Santa Maria Assunta in Allerona, una chiesa con battistero, plebana appunto con una struttura medievale del XII secolo a navata unica. Troviamo molto bello un affresco nell’abside realizzato dal pittore senese Arturo Villigiardi in epoca recente, nel 1896, che ci sembra coniugare lo stile preraffaellita di Dante Gabriele Rossetti con ispirazioni giottesche. Usciamo e torniamo verso la Focus anche se ci fermiamo per un prosecco e un succo in quello che ci sembrerebbe l’unico bar di un paesino in cui salutarsi è consuetudine, cui ci adattiamo all’istante. Chiacchieriamo un po’, passeggiamo intorno alle mura, vorremmo andare al locale museo ma ci viene fame, è troppo presto per pranzare quindi decidiamo di dirigerci verso Orvieto, cittadina in cui ci sentiamo a nostro agio. Facciamo un giretto per il centro e finalmente proviamo una gelateria e un ristorantino che da tempo ci avevano ispirato. Durante la gravidanza non era possibile fermarci in luoghi di ristoro per cui abbiamo approfittato della bella giornata per concederci qualche momento di gustoso svago. Giulia si sveglia appena arriviamo al ristorante, con un tempismo perfetto per una poppata comodamente seduti. Mentre mangiamo conversiamo amabilmente con due donne torinesi, una madre e una figlia, che vengono dalla Campania dove hanno visitato la Costiera Amalfitana e Pompei. Conversiamo amabilmente spaziando su argomenti vari, dal turismo alla pedagogia, dalla religione ai danni causati dai Savoia durante il glorioso Risorgimento italiano. Papà Claudio va a riprendere la Ford, parcheggiata dall’altra parte di Orvieto, cambiamo il pannolino, e ripartiamo. Sull’autostrada di fermiamo un paio di volte per fare rifornimento, per cambio pannolini e poppate. Torniamo a Mentana verso le cinque del pomeriggio, una discussione tra Papà Claudio e Mamma Valentina conclude non amabilmente la gita. 

Nessun commento:

Posta un commento