giovedì 10 marzo 2022

Cronachette di un viaggio in Italia * Mentana * Terni * Rieti * Mentana

  

10 marzo 2022

 

Mentana * Terni * Rieti * Mentana

 

Ci svegliamo presto. Esco da sola, salgo sulla Ford Focus SW che avrebbe decisamente bisogno di una lavata. Digito l’indirizzo della biblioteca di Terni e mi avvio. Non vi sono molte difficoltà, c’è un incidente vicino all’uscita di Orte ma niente traffico. Ascolto la radio e lascio scivolare via i pensieri in un vuoto riempito dai colori di fine inverno, le gemme, i fiori che si fanno strada, la neve che lascia intravedere il blu delle montagne in lontananza. Parcheggio in Piazza Dalmazia, vorrei che Giulia fosse con me, c’è un parco giochi e si sarebbe sicuramente divertita. Pago il parcheggio e mi dirigo a piedi verso la splendida biblioteca, un vero e proprio gioiello permeato di umbro senso civico. La piazza centrale di Terni è molto gradevole, non la conoscevo, vi ritrovo l’amata Umbria e un pizzico di care Marche, mi ci sento subito a mio agio. La bella giornata di sole mi indurrebbe ad indugiare ma, finito il mio impegno, sento il bisogno di tornare. Mi fermo in una norcineria per portare qualcosa. In ogni momento sento fortissima la loro mancanza, che strana cosa la libertà, difficile da definire include però l’amore e le relazioni con gli altri, la partecipazione civica e morale, la famiglia, qualunque cosa si intenda per famiglia. La solitudine non è una forma di libertà, può esserlo di introspezione ma infine si è sempre soli da qualcosa o da qualcuno e insieme alla saudade. Claudio e Giulia stanno bene, invece di tornare a Mentana vado direttamente a Rieti, attraversando vari tunnel in cui la radio non prende, ci sono i lavori in corso. Il prezzo della benzina sale durante il corso della giornata, questo mi spaventa, mi fa pensare alla crisi argentina, alle crisi economiche di cui ho letto nei libri di storia. È un periodo politicamente incerto. Sono fiduciosa ma se non fossi spaventata sarei un’incosciente. L’ennesima guerra europea, un dittatore furioso che arriva dal Nord, a poco più di un secolo dalla Rivoluzione Russa, dal Fascismo dalle guerre mondiali, dopo e nel corso di una pandemia, la minaccia nucleare. Il Novecento è stato il secolo breve? La velocità di cambiamento di questi primi vent’anni del XXI non mi sembrano lenti, anzi, direi che ci stiamo abituando a velocità supersoniche e tra le generazioni di ventenni non mi sembra di rintracciare germi di quella libertà che fan ben sperare in un futuro migliore, anzi, vedo poca fantasia, scarsa creatività, forza ideale e aspirazioni morali pressoché inesistenti. Speriamo che la prossima generazione di giovani riesca a sviluppare principi sani e tracciare nuovi solchi di libertà e felicità. Parcheggio dietro alla casa in cui Margareth Fuller Ossoli soggiornò a Rieti. Mangio alla Mattera, faccio un giro per la città che sembra mitteleuropea, c’è un silenzio innaturale per me, quello dell’ora di pranzo, negozi chiusi, pennichella. Non sento però le voci e il tintinnare di stoviglie tipico delle città italiane, i profumi e gli odori che ne adornano lo spazio olfattivo. Arrivo nella biblioteca, faccio un giro nel museo archeologico, poi mi siedo nel Caffè Napoleone dove incontro persone in cerca di socialità. Sciamo insieme ad amic* e compagn* mazzinian* e garibaldin* tra i luoghi del Risorgimento. È poi ora di tornare nella strada ormai buia di notte.

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