martedì 24 marzo 2015

Gita a Gorttaferrata, crocevia di lingue e culture del Mediterraneo

Macchinari per la stampa
Grottaferrata

24 marzo 2015
Gita a Grottaferrata



Grottaferrata
Una gita imprevista, di pomeriggio, all'improvviso. Arriviamo a Grottaferrata, dove tra l'altro in questi giorni c'è una fiera, forse la più antica d'Italia e tra le più antiche d'Europa, il paese ci cattura subito all'interno del Borghetto, la fortezza medievale accorpata al complesso dell'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, detta anche Abbazia di San Nilo.
Artigiani delle icone
Grottaferrata

La prima cosa da cui veniamo attratti sono le mura massicce che fanno presagire la presenza di un castello o di edifici di pregio, non sembra, e infatti non è, un borgo incastellato ma racchiude in sé uno scrigno di tesori.
 
Contrasto di stili
Grottaferrata
Varcando il portale ci accorgiamo di essere in un luogo particolare, ci dirigiamo verso un edificio dove è in corso una mostra e dove sono esposti dei macchinari per la stampa. Usciamo subito, la sera sta già scurendo il cielo, ci troviamo in un meraviglioso piazzale con una chiesa dalla forma insolita.
 

Pavimento cosmatesco
Chiesa San Nilo
Grottaferrata
Su un impianto quattrocentesco con campanile a base quadrata si innalza un edificio con finestre orientaleggianti che esprime una stranissima combinazione di stili, con richiami ad moschea ottomana sulla struttura di una chiesa cattolica. Accanto alla porta da cui siamo usciti c'è una finestra e alcuni artigiani impegnati in un'attività che è molto raro vedere in Italia: la produzione di icone di stile bizantino.



Pavimento Barberini
Grottaferrata
 
All'ingresso della bottega campeggia una splendida pianta di Fuchsia che Valentina cerca da settimane e insieme alle cianfrusaglie per turisti sono esposte opere fatte a mano con delle tecniche tramandate per secoli e secoli.
 
C'è un Monastero, chiuso, ma la Chiesa è aperta per qualche decina di minuti. Entriamo nel nartece, struttura quasi scomparsa dalle chiese romane, attraversiamo il grande portale ligneo e ci troviamo catapultati in un luogo barocco a tre navate sovrastate da iscrizioni greche, icone bizantine e mosaici decisamente orientali in cui sono raffigurati soggetti sacri della tradizione cattolica.
Pavimento farnesiano
Grottaferrata
 
La nostra confusione è presto chiarita: è una chiesa cattolica di rito bizantino, edificata sui resti di un'antica villa romana, è stata fondata da San Nilo e da San Bartolomeo nel 1004, soltanto mezzo secolo prima dello Scisma tra Chiesa Cattolica e Chiesa ortodossa. In prossimità dell'altare, un pavimento cosmatesco si alterna ad un mosaico marmoreo con cerchi raffiguranti il sole e le api, segno inequivocabile della presenza dei Barberini, che infatti furono abati commendatari dal 1626 al 1738.
 

Domenichino, Cappella Farnesiana
Grottaferrata
Al centro una marmorea iconostasi barocca di Gian Lorenzo Bernini che contrasta in modo quasi stridente con le iscrizioni greche, il fondo oro e l'essenzialità formale dell'iconografia orientale, con un risultato contraddittorio e unico. Sopra al pavimento un bellissimo coro ligneo.
 
Barberini e Grottaferrata 
Sulla destra, accanto alla Grotta Ferrata, c'è la Cappella dei Santissimi Nilo e Bartolomeo, affrescata e decorata durante il periodo, tra il 1564 e il 1626, in cui i Farnese furono abati commendatari dell'Abbazia.
 
Grottaferrata
Portale ligneo nartece
Grottaferrata

 
Alessandro Farnese il Giovane, uno dei maggiori committenti del suo tempo, il primo proprietario, dopo il banchiere Chigi, della Farnesina, fu ispiratore del più famoso libro di storia dell'arte di tutti i tempi, Le Vite di Giorgio Vasari, cui commissionò anche un ciclo di affreschi presso il Palazzo della Cancelleria di Roma, fece costruire la Chiesa di Santa Maria Scala Coeli da Giacomo Della Porta, si fece ritrarre da Tiziano, ci si poteva aspettare da lui che non facesse restaurare l'Abbazia di Grottaferrata?
 
Ovviamente no, e infatti non soltanto la fa restaurare ma fa decorare al Domenichino la Cappella Farnesiana, con un risultato di armoniosa bellezza e di maestosa ariosità che fa da contrappeso alla cupezza della chiesa, illuminata soltanto dal rosone centrale e da piccole finestrelle blu.
 

Cripta Ferrata
Usciamo con gli occhi pieni di meraviglia e di voglia di saperne di più su questo crocevia mistico che racchiude in sé culture, lingue, religioni e stili affatto diversi tra loro e con la convinzione sempre più forte che viviamo nel Paese più bello del Pianeta. 


La fiera è carina, non ci piace vedere animali nati per essere liberi costretti a mostrarsi in cattività ma la sensazione sgradevole è presto trasformata dalle grida felici di bambini che giocano a pallone in piazza, liberi e felici.

Riprendiamo la nostra strada e capiamo che il motivo dell'iscrizione 'Città del Libro' all'ingresso del paese è proprio all'interno dell'Abbazia, dove sono custoditi volumi rarissimi in greco e latino.
 



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