3
settembre
Itinerario:
Vigoleno * Roncole Verdi * Scipione Castello * Sanremo
Claudio
si sveglia durante la notte e Valentina non riesce più a
prender sonno prima dell'alba, o meglio della presunta alba visto che
è nuvoloso e piovigginoso e non si vede il sole.
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Vigoleno |
Esce in
giardino per ossigenare il cervello. Il risveglio è stato un
po' particolare... il sogno in cui era immersa rappresentava una
Venezia molto arzigogolata, un po' indianeggiante e ricchissima di
forme complesse e giochi di colori. Lo stordimento del sonno-veglia
si attenua con una tisana e nell'incontro mattutino con gli animali
della fattoria, tra cui un ciuchino, è forse Pinocchio o
Lucignolo?, le paperelle, le oche anche loro sembrano ricordare il
tratto geniale di Walt Disney e degli Aristogatti.
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La casa di Verdi e quella di Guareschi |
Il luogo è
davvero suggestivo, peccato si sentano i rumori della strada e non
quell'ovattato silenzio colmo dei canti degli uccelli per svegliare
il pigro sole anche quando la nebbia e la pioggerellina si divertono
a celarne la maestosa luminescenza cromatica. Ad aprire la porta
chiusa dall'interno la ragazza che ieri sera ci aveva preparato da
mangiare pur senza sfamarci e ci aveva accolto nel nido, perché
proprio una saetta per gli alati animali che tanto ci sono mancati in
Pianura Padana o per gli scoiattoli che qui dovrebbero essere
numerosi somiglia la nostra stanza con travi imponenti a vista e
tendaggi fiorati.
Dopo
un po' di reiki andiamo a far colazione in una sala bellissima con
squisite torte fatte in casa, cereali, succhi di frutta e ci
rifocilliamo. Facciamo le valigie, chiediamo del vino da portar via e
il conto, piuttosto salato, per lo meno per le nostre magre finanze,
che ci induce al malumore.
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Valentina trova il suo bar ideale |
Sorridendo
cordiali usciamo, salutiamo gli animali e appena in macchina ci
sfoghiamo in lamentele e mugugni. Il cielo sembra non volersi aprire
ma i nostri cuori e i nostri volti si riempiono di gioiosa felicità
a Roncole Verdi dove, a distanza di pochi metri, sono nati Verdi e
Guareschi. “l'Italia in dieci metri” ci spiegherà poi
sorridendo la barista... tutto l'immaginario italiano in due case a
neanche tre metri di distanza. Il nostro percorso risorgimentale ci
accompagna e si compie durante il tragitto, si costruisce in itinere
un po' come la nostra Italia, quella dei grandi ideali e quella
piccina picciò dei Don Camillo e Peppone.
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Il Caffè Guareschi |
Entriamo nel Caffè
Guareschi e l'atmosfera è proprio quella del caffè un
po' osteria dove si incontrano cittadini e letterati e dove non
possiamo non ridere di una vignetta pubblicata su Candido in cui un
signore chiede ad una signora se il figlio abbia trovato un buon
posto dopo la laurea, con stoica tranquillità lei risponde di
sì: è perito agrario e fa lo spaventapasseri!
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Valentina dialoga con Guareschi |
L'Italia,
che luogo meravigliosamente assurdo, uguale a se stessa e in
evoluzione costante, capace di slanci dolomitici e di minuterie da
ricamo, di capolavori e di piccinerie miserrime. Proseguiamo alla
ricerca di un altro straordinario italiano, in mancanza di prossimità
geografica con l'ellenico luogo di nascita, optiamo per un omaggio
postumo in un minuscolo cimitero tra boschi e colline a Demetrio
Stratos, vero genio musicale contemporaneo della sperimentazione
vocale.
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La Casa di Verdi |
Suoniamo una sua canzone, deponiamo un fiore di tarassaco che
come lui non ha fatto in tempo a divenire foriero di desideri
esauditi o meno, e cantiamo a squarciagola per tutto il viaggio
R.I.P. del Banco del Mutuo Soccorso per un'ideale continuazione del
resistente percorso iniziato da questi pionieri. Il tempo e lo
spazio, che effettivamente sono anche elementi distintivi
dell'architettura, del nostro filo rosso veneziano, si intrecciano
durante questo viaggio sulla strada, anzi sulle tante strade
italiane, del gusto, del bere, della musica, della letteratura, della
storia e del Risorgimento, nostro faro illuminante in questa ricerca
delle nostre radici identitarie.
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Valentina legge Candido al Caffè Guareschi |
Proseguiamo di filato fino a
Sanremo, fiore all'occhiello della degradazione culturale della
ricchissima e variegatissima scena musicale italiana. Arriviamo nel
nostro appartamento, luogo perfetto per la comprensione di questo
strano agglomerato urbano, forse una delle città il cui nome
risuona familiare quasi quanto quello della propria città alla
stragrande maggioranza degli italiani.
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Il Caffè Guareschi |
Siamo esattamente di fronte
all'Ariston, da qui si intravede il mare nel cielo terso che si è
liberato dal freddo grigiore sull'autostrada ligure senza tanti
complimenti. Nel giro di pochi chilometri l'azzurro e il tepore del
sole hanno ribadito che siamo in Italia e per fortuna perché
eravamo letteralmente intirizziti.
Le ampie finestre
dell'appartamento si affacciano su una piazza pedonale vociante di
bambini che giocano e adulti che parlottano in un'opulenza di fiori e
piante tipica della Riviera.
Facciamo un giretto per la città
che, a parte la stazione dei treni, raro esempio di architettura in
cemento armato, vetri e linee contemporanee che non fa a pugni con
l'ambiente circostante, ben si intona con il Festival che ha
costruito la coscienza collettiva della canzone melodica in lingua
italiana dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. In sostanza,
noiosetta e un po' fasulla, popolana con pretese di grandeur,
un'arricchita con la “borsa nera”, con lo spaccio di canzoni
conservatrici e di qualità per lo più scadente,
soprattutto se paragonate alle produzioni
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Claudio dialoga con Verdi |
indipendenti e sperimentali
in una degradazione dell'arte di Verdi e di Demetrio Stratos, questo
strano ragazzo che usava la voce come uno strumento da esplorare in
tutte le sue potenzialità espressive.
Un'orchidea
blu tanto bella quando all'apparenza sintetica ci saluta poco prima
di salire nel nostro “osservatorio”.
Torniamo
verso l'appartamento, di un 'romano' naturalizzato sanremese con la
voglia di capire chi è l'interlocutore con cui ha a che fare e
la curiosità per Majorana, personaggio evocato proprio ieri
sera a cena. Questo viaggio è una continua evocazione di
personaggi, nel Caffè Guareschi “s'era parlato proprio
qualche giorno fa – ci ha raccontato l'ostessa quando le abbiamo
chiesto informazioni sulla strada più carina da percorrere –
di Demetrio Stratos, e ora voi venite a cercarlo...”.
La
piazza è gremita e vivace, ritmicamente viva e rigogliosa di
fioritura. Claudio riceve una telefonata di Giulietto che voleva
farci una sorpresa arrivando a Mentana senza dircelo, ma la sorpresa
l'abbiamo fatta noi a lui... Gli chiede se è a Sanremo a
cantare.... la streghesca energia dell'amico ha forse sentito qualche
vibrazione dei nostri percorsi settentrionali, ridono ricordando un
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Agriturismo La Rondanina |
film di Benigni e Troisi, non sapendo che se “a settembre Colombo
ha scoperto l'America” noi abbiamo in programma di attraversare un
altro confine che non c'è più, quello con la Francia, e
ovviamente siamo nei Colombo Apartments.
Ma questo Giulio non lo sa.
La
voce di Demetrio Stratos rivive nel vociare armonioso della piazza
sanremese, proprio di fronte al Teatro Ariston e non lontano dalla
statua bronzea di Mike Bongiorno, con la sua allegria posticcia.
Vogliamo interpretarlo come segnale incoraggiante per ricordare che
la gente, le persone sanno sempre sviluppare un'energia creatrice e
creativa che è sempre e comunque più forte di qualunque
tentativo di banalizzazione.
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