mercoledì 3 settembre 2014

Cronachette di un viaggio in Italia ** Vigoleno * Roncole Verdi * Scipione Castello * Sanremo

3 settembre

Itinerario: Vigoleno * Roncole Verdi * Scipione Castello * Sanremo

Claudio si sveglia durante la notte e Valentina non riesce più a prender sonno prima dell'alba, o meglio della presunta alba visto che è nuvoloso e piovigginoso e non si vede il sole.

Vigoleno
Esce in giardino per ossigenare il cervello. Il risveglio è stato un po' particolare... il sogno in cui era immersa rappresentava una Venezia molto arzigogolata, un po' indianeggiante e ricchissima di forme complesse e giochi di colori. Lo stordimento del sonno-veglia si attenua con una tisana e nell'incontro mattutino con gli animali della fattoria, tra cui un ciuchino, è forse Pinocchio o Lucignolo?, le paperelle, le oche anche loro sembrano ricordare il tratto geniale di Walt Disney e degli Aristogatti.

La casa di Verdi e quella di Guareschi
 Il luogo è davvero suggestivo, peccato si sentano i rumori della strada e non quell'ovattato silenzio colmo dei canti degli uccelli per svegliare il pigro sole anche quando la nebbia e la pioggerellina si divertono a celarne la maestosa luminescenza cromatica. Ad aprire la porta chiusa dall'interno la ragazza che ieri sera ci aveva preparato da mangiare pur senza sfamarci e ci aveva accolto nel nido, perché proprio una saetta per gli alati animali che tanto ci sono mancati in Pianura Padana o per gli scoiattoli che qui dovrebbero essere numerosi somiglia la nostra stanza con travi imponenti a vista e tendaggi fiorati.

Dopo un po' di reiki andiamo a far colazione in una sala bellissima con squisite torte fatte in casa, cereali, succhi di frutta e ci rifocilliamo. Facciamo le valigie, chiediamo del vino da portar via e il conto, piuttosto salato, per lo meno per le nostre magre finanze, che ci induce al malumore.

Valentina trova il suo bar ideale
Sorridendo cordiali usciamo, salutiamo gli animali e appena in macchina ci sfoghiamo in lamentele e mugugni. Il cielo sembra non volersi aprire ma i nostri cuori e i nostri volti si riempiono di gioiosa felicità a Roncole Verdi dove, a distanza di pochi metri, sono nati Verdi e Guareschi. “l'Italia in dieci metri” ci spiegherà poi sorridendo la barista... tutto l'immaginario italiano in due case a neanche tre metri di distanza. Il nostro percorso risorgimentale ci accompagna e si compie durante il tragitto, si costruisce in itinere un po' come la nostra Italia, quella dei grandi ideali e quella piccina picciò dei Don Camillo e Peppone.

Il Caffè Guareschi
Entriamo nel Caffè Guareschi e l'atmosfera è proprio quella del caffè un po' osteria dove si incontrano cittadini e letterati e dove non possiamo non ridere di una vignetta pubblicata su Candido in cui un signore chiede ad una signora se il figlio abbia trovato un buon posto dopo la laurea, con stoica tranquillità lei risponde di sì: è perito agrario e fa lo spaventapasseri!

Valentina dialoga con Guareschi
L'Italia, che luogo meravigliosamente assurdo, uguale a se stessa e in evoluzione costante, capace di slanci dolomitici e di minuterie da ricamo, di capolavori e di piccinerie miserrime. Proseguiamo alla ricerca di un altro straordinario italiano, in mancanza di prossimità geografica con l'ellenico luogo di nascita, optiamo per un omaggio postumo in un minuscolo cimitero tra boschi e colline a Demetrio Stratos, vero genio musicale contemporaneo della sperimentazione vocale.

La Casa di Verdi
Suoniamo una sua canzone, deponiamo un fiore di tarassaco che come lui non ha fatto in tempo a divenire foriero di desideri esauditi o meno, e cantiamo a squarciagola per tutto il viaggio R.I.P. del Banco del Mutuo Soccorso per un'ideale continuazione del resistente percorso iniziato da questi pionieri. Il tempo e lo spazio, che effettivamente sono anche elementi distintivi dell'architettura, del nostro filo rosso veneziano, si intrecciano durante questo viaggio sulla strada, anzi sulle tante strade italiane, del gusto, del bere, della musica, della letteratura, della storia e del Risorgimento, nostro faro illuminante in questa ricerca delle nostre radici identitarie. 

Valentina legge Candido al Caffè Guareschi
Proseguiamo di filato fino a Sanremo, fiore all'occhiello della degradazione culturale della ricchissima e variegatissima scena musicale italiana. Arriviamo nel nostro appartamento, luogo perfetto per la comprensione di questo strano agglomerato urbano, forse una delle città il cui nome risuona familiare quasi quanto quello della propria città alla stragrande maggioranza degli italiani. 

Il Caffè Guareschi
Siamo esattamente di fronte all'Ariston, da qui si intravede il mare nel cielo terso che si è liberato dal freddo grigiore sull'autostrada ligure senza tanti complimenti. Nel giro di pochi chilometri l'azzurro e il tepore del sole hanno ribadito che siamo in Italia e per fortuna perché eravamo letteralmente intirizziti. 





Le ampie finestre dell'appartamento si affacciano su una piazza pedonale vociante di bambini che giocano e adulti che parlottano in un'opulenza di fiori e piante tipica della Riviera.

Facciamo un giretto per la città che, a parte la stazione dei treni, raro esempio di architettura in cemento armato, vetri e linee contemporanee che non fa a pugni con l'ambiente circostante, ben si intona con il Festival che ha costruito la coscienza collettiva della canzone melodica in lingua italiana dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. In sostanza, noiosetta e un po' fasulla, popolana con pretese di grandeur, un'arricchita con la “borsa nera”, con lo spaccio di canzoni conservatrici e di qualità per lo più scadente, soprattutto se paragonate alle produzioni
Claudio dialoga con Verdi
indipendenti e sperimentali in una degradazione dell'arte di Verdi e di Demetrio Stratos, questo strano ragazzo che usava la voce come uno strumento da esplorare in tutte le sue potenzialità espressive.
Un'orchidea blu tanto bella quando all'apparenza sintetica ci saluta poco prima di salire nel nostro “osservatorio”.

Torniamo verso l'appartamento, di un 'romano' naturalizzato sanremese con la voglia di capire chi è l'interlocutore con cui ha a che fare e la curiosità per Majorana, personaggio evocato proprio ieri sera a cena. Questo viaggio è una continua evocazione di personaggi, nel Caffè Guareschi “s'era parlato proprio qualche giorno fa – ci ha raccontato l'ostessa quando le abbiamo chiesto informazioni sulla strada più carina da percorrere – di Demetrio Stratos, e ora voi venite a cercarlo...”.


La piazza è gremita e vivace, ritmicamente viva e rigogliosa di fioritura. Claudio riceve una telefonata di Giulietto che voleva farci una sorpresa arrivando a Mentana senza dircelo, ma la sorpresa l'abbiamo fatta noi a lui... Gli chiede se è a Sanremo a cantare.... la streghesca energia dell'amico ha forse sentito qualche vibrazione dei nostri percorsi settentrionali, ridono ricordando un
Agriturismo La Rondanina
film di Benigni e Troisi, non sapendo che se “a settembre Colombo ha scoperto l'America” noi abbiamo in programma di attraversare un altro confine che non c'è più, quello con la Francia, e ovviamente siamo nei Colombo Apartments. 

Ma questo Giulio non lo sa.
La voce di Demetrio Stratos rivive nel vociare armonioso della piazza sanremese, proprio di fronte al Teatro Ariston e non lontano dalla statua bronzea di Mike Bongiorno, con la sua allegria posticcia. Vogliamo interpretarlo come segnale incoraggiante per ricordare che la gente, le persone sanno sempre sviluppare un'energia creatrice e creativa che è sempre e comunque più forte di qualunque tentativo di banalizzazione.





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