venerdì 25 marzo 2016

Cronachette di un viaggio in Italia. Ortigia * Avola * Noto * Noto Antica * Ragusa * Marina di Ragusa * Donnalucata * Modica * Siracusa * Ortigia

25 marzo 2016


Ortigia * Avola * Noto * Noto Antica * Ragusa * Marina di Ragusa * Donnalucata * Modica * Siracusa * Ortigia


Ci svegliamo in tempi diversi, Claudio dorme mentre Valentina si muove nella casetta e cerca invano di svegliarlo, si riaddormenta e poi ci svegliamo poco prima delle dieci. Diamo una rassettata veloce e usciamo, avremmo voglia di rimanere a Ortigia, stregati dal suo dedalo di viuzze, storie e voci ma ci avventuriamo verso la Val di Noto, non prima di essere andati per ben due volte al mercato e aver fatto un brunch colazione in un bar pasticceria fantastico dove preparano arancini spettacolari e che probabilmente diventerà un nostro approdo fisso in questi giorni. Appena usciamo da Ortigia ci innervosiamo, sembriamo straniti e divisi da una forza invisibile, non abbiamo voglia di staccarci dal ritmo neniante della penisola siracusana. La prima litigata si presenta ad Avola, dove inizialmente non riusciamo neanche a vedere i mandorleti, che in realtà si estendono come onde verdi tra agrumeti adornati dai frutti color del sole su colline e montagnole puntellate di argillosità lunari. La Val di Noto non ci entusiasma, è bellissima con le chiese e le cattedrali barocche, la natura imponentemente rigogliosa, con fiori sfacciatamente belli, muretti a secco su prati color Irlanda o Scozia, promontori che ripetono nel loro movimento apparentemente immobile la perpetua ondosità del mare, eppure c'è qualcosa che non ci convince. Riusciamo, dopo aver attraversato varie stradine tortuosissime, ad arrivare a Noto Antica, una cittadella medievale completamente rasa al suolo da un terribile terremoto e mai più ricostruita. Ci fa piacere incontrare un gruppetto di ragazzi siciliani che non hanno perso la voglia di esplorare e di cercare asparagi anche tra le rovine di quello che appare come un tesoro. Valentina si emoziona all'idea di essere nel castello di Ruggero d'Altavilla, il primo re normanno a combattere contro i Mori ed insediarsi in Sicilia, in base ad una leggenda tramandata attraverso l'Opra dei Pupi e il cunto, guidato nientemeno che da San Michele Arcangelo. Avo di Federico II di Svevia e dunque di sua madre, la tormentatissima Costanza che dovette combattere non poco contro il marito impostole per difendere la sua terra e la sua gente. L'imposizione non sortì, di fatto, gli effetti sperati e Federico dovette imparare lingue e culture, nonché a difendersi tra i vicoletti di Palermo. Proseguiamo le nostre esplorazioni andando verso Ragusa ma le stradine tortuose causano a Valentina un forte mal di macchina e scatta la seconda litigata della giornata, il canto ammaliante di Ortigia sembra richiamarci verso di sé. Riusciamo ad acquistare un sacco a pelo per la notte, del colore delle scarpette e degli occhi di Giraffetta Impertinente. Proseguiamo verso Marina di Ragusa, dove la litigata scoppia furibonda con l'intensità di un temporale estivo con tanto di grandinata. Riusciamo ad arrivare a Donnalucata e rientriamo tra le viuzze per giungere a Modica, dove non acquistiamo la cioccolata, non vediamo le chiese, ma riconosciamo non pochi luoghi dei telefilm sul Commissario Montalbano ispirati ai romanzi di Andrea Camilleri. In un supermercato dove facciamo subito amicizia acquistiamo calzini caldi per contrastare il freddo serale, e poi, dopo aver comprato il pane in un panificio, arance squisite, mandarini che ci riportano ai sapori e agli odori dell'infanzia, formaggio e alicette sottolio ci dirigiamo verso Siracusa, non senza aver nuovamente litigato e fatto pace. Se è vero che l'amore non è bello se non è litigarello è anche vero che ci sono alcuni posti che ci inducono alla lite, abbiamo provato la medesima sensazione di disagio quando siamo stati al Monte Bianco, appena ci allontanavamo, litigavamo. Evidentemente Ortigia ci fa un effetto simile a quello del grande massiccio montuoso. Sulla strada del ritorno, una meravigliosa luna piena, o quasi, si scioglie dall'abbraccio di nuvole nere e illumina la densa liquidità del mare. Riusciamo a ritornare a Siracusa ma non troviamo parcheggio ad Ortigia, dobbiamo spostare la macchina non lontano, in un posto consigliato da un vigile simpaticissimo che ci ha dato molte indicazioni sui posti da vedere e ci ha regalato una cartina turistica. Appena mettiamo piede tra le viuzze ortigiane ci calmiamo, ci rilassiamo e ritroviamo una certa armonia.

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