lunedì 28 marzo 2016

Cronachette di un viaggio in Italia. Ortigia

28 marzo 2016


Ortigia


Ci svegliamo pigri con ritmo vacanziero da giornata di Pasquetta, ci prepariamo e usciamo nelle strade di Ortigia, che ci accoglie nel suo abbraccio avvolgente. La voglia di pigrare è fortissima e non abbiamo la benché minima intenzione di stressarci, cosa che puntualmente avviene appena attraversiamo il ponte che porta fuori dall'Isola, ma andiamo comunque verso una rosticceria che aveva attirato la nostra attenzione e che ci delude fortemente. Mentre attraversiamo il ponte assistiamo ad un allenamento di canoa polo, un gioco di squadra che consiste nel colpire la palla con la pagaia e mandarla in rete, che ci incuriosisce per cui restiamo qualche minuto a guardare la sfida sportiva con alle spalle la statua di Archimede, il sol uomo che riuscì a tener testa ad uno dei più potenti eserciti della Terra con l'astuzia del genio. Ortigia ci richiama nel suo ventre rassicurante, rientriamo tra le sue viuzze e ci calmiamo all'istante. Riusciamo anche a vedere il Castello Maniace, una fortificazione che riassume tra le sue severe e splendide mura gli intrecci mediterranei peculiari di questa cittadella. Pare sia stato parzialmente edificato dal comandante bizantino Giorgio Maniace, le cui gesta furono talmente eroiche da farlo diventare un personaggio delle saghe scandinave, col nome di Gyrgir. Venne poi conquistato dagli arabi e dunque dai normanni. Federico II di Svevia rinforzò la fortificazione, affidando il progetto al noto architetto Riccardo da Lentini, che aveva il mandato di dirigere i lavori di edificazione più importanti nella Sicilia federiciana, passò dunque agli angioini ma venne espugnato dai siracusani in rivolta, venne poi nuovamente conquistato, espugnato e conquistato e fu utilizzato fino alla seconda guerra mondiale come fortino. La sua storia è dunque intrinsecamente intrecciata a quella di Siracusa e attraverso le sue feritoie si possono scorgere i riflessi della storia del Mediterraneo. Ci siamo dunque diretti verso una spiaggetta e Valentina ha fatto un quasi bagno nella fredda acqua cristallina. Siamo tornati verso l'appartamentino per mangiare una pasta fresca con sugo di ciliegini di Pachino e aglio fresco dai Monti Iblei, Claudio ha dato una rassettata e Valentina è crollata in un sonnellino ristoratore. Usciamo velocemente nelle strade di Ortigia per una passeggiatina pomeridiana con cannolo, quasi bagnetto e granita con brioche calda spettacolare. Come barchette sull'acqua placida nel dorato mare cobalto ci facciamo trasportare nel ritmo cadenzato, lento e allegro della Pasquetta ortigiana, per poi tornare, preparare la valigia, fare una doccia e uscire a mangiare qualcosa di buono e insolito per le nostre abitudini. Salutiamo il nostro gentilissimo ospite siracusano ringraziandolo per averci accolto in quella sorta di antro magico e ci accingiamo a ripartire, senza averne punto voglia.

Nessun commento:

Posta un commento