24
marzo 2016
Mentana * Altomonte *
Ortigia
Ci
svegliamo più tardi del previsto e riusciamo a metterci in macchina
non prima delle 5. La giornata è grigetta, e la notte di luna piena
ha lasciato il passo ad una pioggerellina di sabbia che ha coperto di
marroncino chiaro tutta la macchina. Ci baciamo buon viaggio.
Valentina
vorrebbe guidare ma si rende conto di essere troppo stanca e infatti
si addormenta dopo pochissimi chilometri in autostrada, Claudio
stoicamente guida fino a Sala Consilina, dove facciamo una brevissima
sosta bagno e poi risaliamo in macchina, giusto in tempo per andare a
prendere un caffè da Carla e Carlo ad Altomonte. Sono molto contenti
di vederci e noi siamo felicissimi di abbracciarli, andiamo via con
la promessa di tornare a mangiare un piatto di pasta, quando
riandremo verso casa. La Calabria non vuole lasciarci andare ma
finalmente ci imbarchiamo sul traghetto dopo un tragitto canterino e
giungiamo in Sicilia. Claudio si innamora subito dell'isola
triangolare, si guarda intorno e rimane letteralmente affascinato dai
luoghi che Valentina trova così belli. Arriviamo a Siracusa
accompagnati da uno splendido arcobaleno e Ortigia ci accoglie tra le
sue braccia vivaci. Sapori, odori e vociare di bambini ci incantano
in un vagare tra stradine e viuzze in cui la dimensione profondamente
umana della convivenza civile si esprime nella straordinaria
vivacità non chiassosa di un luogo magico dove epoche, culture e
storie si intrecciano indissolubilmente con la Storia del
Mediterraneo e dell'Europa. Gli attentati sono lontani, qui ci sono
soltanto bambini con nomi arabi, cristiani, ebrei che imparano a
dialogare tra loro, a giocare a palla nelle piazzette, davanti a
chiese antiche in cui il sentimento religioso è fortemente sentito.
La meraviglia della vita si schiude davanti ai nostri occhi stanchi e
ci ricarica di energia positiva.
Torniamo
nel monolocale, prepariamo una pasta con ingredienti locali, Claudio
suona un po' la chitarra, Valentina scrive qualcosa e poi ci tuffiamo
di nuovo nel vortice teatrale di questo piccolo mondo in cui tutti i
problemi che affliggono i tempi moderni sembrano risolversi nel
chiacchiericcio giocoso dei bambini, che tutto sanno fin tanto che
mantengono negli occhi la felicità assoluta della purezza infantile. Le chiese sono aperte e
colme di vita, preghiere, fiori. La partecipazione attiva anima luoghi di culto di tempi antichi trasformati in templi cattolici,
piazzette conchiuse nell'abbraccio protettivo di ecclesiali facciate
barocche, finestre di accoglienza e raccoglimento. Persone di tutte
le età per le strade godono la tiepida serata rinnovando la paesana
ritualità dello 'struscio' e la cittadella prende forma nel ritmo
vivacissimo di voci, allegrezza, architetture pomposamente
meridionali e la natura che esprime la propria forza in ogni vicolo.
Ci troviamo nel caffè letterario, Biblios, un luogo magico, uno di
quei posti dove rilassarsi a leggere, ascoltare musica, sorseggiare
qualcosa di buono e chiacchierare con avventori da ogni dove.
Acquistiamo 'Viaggio in Sicilia' di Goethe, ci sembra appropriato.
Siamo talmente stanchi da reggerci in piedi a malapena ma camminare
per Ortigia è piacevolissimo. Arriviamo al mare, trasparente e di un limpidissimo
azzurro-verde anche di notte, illuminato dalla luna piena, sirena di
canti e racconti fantastici di cui noi sembriamo il piccolo tassello in un enorme mosaico. Non riusciamo a crollare addormentati come
vorremmo ma, dopo varie peripezie di adattamento al nuovo letto,
riusciamo finalmente a prendere sonno. Dormiamo senza riposarci
troppo, con la voglia di esplorare questa splendida isola.
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