venerdì 17 giugno 2016

Cronachette di un viaggio in Italia. Mentana * Milano * Stezzano * Bergamo

Padiglione Cina
@NewCraft #21triennale
17 giugno 2016

Mentana * Milano * Stezzano * Bergamo


Alghe
@NewCraft #21triennale
Ci svegliamo di buon mattino dopo una notte pressoché insonne per Valentina e travagliata per Claudio. Facciamo colazione praticamente con gli occhi semichiusi, carichiamo la macchina e poi ci avviamo verso Milano. 

Il check-in nell'albergo parte dalle 2 del pomeriggio e preferiamo dedicare la mattinata a Milano. 

Sulla strada Valentina si addormenta per un'oretta mentre Claudio stoicamente rimane fisso al volante, che cederà soltanto dopo enormi pressioni una volta giunti a Milano per trovare finalmente parcheggio. 

Cina, @NewCraft #21triennale
Ci fermiamo in due Autogrill puliti e comodi, il secondo, poco distante da Modena ci impressiona per la grandezza e la quantità di tavole calde, negozietti e altre utilità. 

La stazione di Calatrava ci si mostra in tutta la sua ondosa particolarità, ci piace ed effettivamente agisce sul paesaggio in modo armonicamente dissonante. 
L'impressione di una stazioncina di periferia però permane, nonostante i giochi centinati e le geometrie essenziali dell'architetto spagnolo. 
Duomo di Milano
@NewCraft #21triennale


A Milano il TomTom decide di smetterla di fornirci indicazioni, visto e considerato che non le seguiamo mai e che abbiamo acquistato cartine e mappe stradali del territorio. 

Nonostante le nostre preghiere, imprecazioni, paroline gentili e dolci promesse non vuole saperne di riaccendersi, con un gesto di stizza ci consiglia di arrangiarci ché tanto per il momento ha intenzione di manifestarci tutto il suo offeso disappunto. 

Sant'Ambrogio
Pochi minuti dopo che Valentina prende in mano il volante troviamo parcheggio in una zona che ci sembra particolarmente nuova e moderna, Amendola, si chiama il quartiere.

@NewCraft #21triennale
Acquistiamo biglietti della metro e una cartina di Milano in un'edicola con una persona gentile che ci fornisce molte informazioni utili alla nostra gita. 

Troviamo subito la sede distaccata della XXI Triennale che ci interessa, la Fabbrica del Vapore, dove incontriamo una ragazza che ci racconta della storia gloriosa dell'esposizione creata a Monza alla fine dell'Ottocento e poi sviluppatasi nel capoluogo lombardo fino a creare un vero e proprio movimento artistico e culturale intorno ad essa. 
San Maurizio

Palazzo Sforzesco
La città che tanto vuole imporsi all'attenzione internazionale quale capitale italiana della moda e del design tralascia però per ben vent'anni la prestigiosa manifestazione e dopo quattro lustri riapre i battenti di esposizione internazionale non permanente con cadenza, appunto, triennale proprio quest'anno. 

Ci incuriosiamo per taluni prototipi e alcune sperimentazioni, blocchi di cristalli ci fanno rilassare e ci ricaricano di energia, ci annoiamo presto, però veniamo incuriositi dal padiglione cinese e infatti vi troviamo produzioni interessanti e creative che ci ispirano non poco. 

Andare per mostre ed esposizioni è sempre un motivo di stimolo e comunque è sempre un'ottima idea. 

San Maurizio
L'altare d'oro
Usciamo nella Fabbrica a Vapore, un locale industriale enorme che avrebbe potenzialità stratosferiche ma che, al solito, è gestito in un modo che potrebbe essere discutibile se non rasentasse la corruzione evidente e palese di un certo tipo di pseudo-politica italiota, in barba agli ideali risorgimentali che sembrano rappresentati in modo piuttosto marcato in edifici pubblici e privati. 

Attraversiamo il quartiere ormai cinese e ci affascina il modo in cui sono riusciti a ricreare una milanesità pur mantenendo una forte identità asiatica. 

Sant'Ambrogio
Piazza Mentana
Arriviamo nella piazza antistante il Castello Sforzesco, dove ci sono due edifici con le insegne della Triennale, una è una sala espositiva di prodotti COOP, l'altra, beh, preferiamo andare a vedere il Castello. Entriamo, ci piace moltissimo e usciamo dirigendoci verso il Duomo. 

La fila è notevole per cui ci limitiamo ad osservarlo dall'esterno, ma d'altronde è talmente bello che anche ammirare le guglie che si innalzano eleganti e possenti verso le nuvole, sfidando con la concretezza della solida materia le leggi di gravità in un movimento marmoreo sinuoso e delicato. 
Piazza Mentana

Andiamo di filato verso il Palazzo Arengario, vogliamo vedere Il Quarto Stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo. 
Terrecotte stampate in 3D
@NewCraft #21triennale
La sala che lo custodisce è aperta gratuitamente, cosa che ci fa un'ottima impressione sulla gestione generale della sede espositiva. 

Se un quadro tanto importante per la storia, la cultura, il pensiero e le conquiste sociali italiane è liberamente accessibile al pubblico, con la medesima facilità con cui sono ammirabili le grandi opere dell'arte italiana nelle chiese, rispettandone pienamente il senso profondo, l'importanza e la portanza storico-intellettuale, allora vuol dire che probabilmente anche il Museo del Novecento che lo contiene è ben gestito, o almeno questa è la sensazione che ne abbiamo. 
San Maurizio
@NewCraft
#21triennale

Descrivere la sensazione di profondo turbamento, di emozione consapevole e di assoluta partecipazione alla dignità e alla fatica che quei piedi, quelle mani e soprattutto gli occhi delle persone che ci guardano attraverso il vetro spesso di protezione è difficilissimo. 

Brividi di piacere estatico e intellettuale si alternano alla pelle d'oca che ci fa accapponare la pelle per il godimento puro di tale e cotanta meravigliosa arte. 

@NewCraft
#21triennale
Da lì andiamo verso quella che viene impropriamente chiamata la Cappella Sistina del Nord, o della Lombardia, il Monastero di San Maurizio, che poco ha a che fare con la sala del Concilio, soprattutto pochissimo ha a che fare con il Giudizio Universale che invece si trova in forma diversa nell'antecedente Cappella degli Scrovegni padovana dipinta dal genio pittorico di Giotto, ma che rappresenta senza dubbio una tra le più belle espressioni dell'arte lombarda in assoluto e una tra le più belle chiese completamente affrescate della storia dell'arte italiana. 
Sant'Ambrogio

A completare i cicli di affreschi in cui ci si potrebbe perdere se non fossimo tanto incuriositi dalle decorazioni del soffitto. 

Un organo a canne di rara bellezza ci affascina, i capitelli lombardi e le mirabilissime pitture ci incantano ma ciò da cui proprio non riusciamo a staccare lo sguardo è la decorazione della volta. 

C'è qualcosa di insolito per noi, qualcosa di unico e di straordinariamente espressivo nella decorazione apparentemente semplice, o comunque non particolarmente complessa, qualcosa di tipicamente lombardo che non riusciamo a definire altrimenti. 

Sant'Ambrogio
Andiamo via non senza lasciare un obolo per il Touring Club Italiano che con lo sforzo di volontari e volenterosi tiene aperta al pubblico tale meraviglia poco conosciuta dai meneghini e ci dirigiamo verso la Basilica di Sant'Ambrogio dove veniamo accolti da una scolaresca che sta ascoltando dalla voce di una maestra carinissima le leggende della Colonna del Serpente, legata a Mosè, e della Colonna del Diavolo, associata a Sant'Ambrogio. 

Visitiamo la cripta e ammiriamo l'altare carolingio, ci ritroviamo in quel luogo di culto, che è stato assemblea e che si intreccia indissolubilmente con la storia di Milano. 

Sant'Ambrogio
Usciamo stanchi e con la voglia di uno spuntino, ci fermiamo in un panificio dove ci rifocilliamo e Claudio rischia di addormentarsi per la stanchezza. 

Nel frattempo l'Italia vince contro la Svezia nei Campionati europei. Decidiamo di andare verso la macchina e incrociamo Santa Maria delle Grazie, meravigliosa anche se non riusciamo a vedere il Cenacolo Vinciano. 

Ci rendiamo conto che quella che avevamo preso per una ridente e ben tenuta periferia cittadina con nuove costruzioni non brutte e tenute in modo carino era in realtà il centro di Milano. 
Meneghino, la maschera milanese
nella Commedia dell'Arte 

Ritroviamo dunque la via del parcheggio, recuperiamo la macchina, il TomTom è ancora offeso con noi e dobbiamo arrangiarci per arrivare in albergo, dove giungiamo stanchi dopo aver attraversato il paese di Gorgonzola dove, con grandissima delusione di Valentina, non c'era neanche una formaggeria aperta. 

Facciamo un po' di fatica a trovare l'hotel che è carino e pulito anche se la camera è un po' piccola. 

Sant'Ambrogio
Usciamo di nuovo verso Bergamo per mangiare qualcosa di buono. Arriviamo a Bergamo Alta con la funicolare, la cittadella è frizzante, amena e gradevolissima, riusciamo a mangiare qualcosa nonostante l'ora in una birreria artigianale carinissima, passeggiamo tra le vie della Città dei Mille, tanto per rimanere collegati al filo rosso bianco e verde del Risorgimento, ci rilassiamo all'aperto tra musica e chiacchiericcio primaverile mentre la luna splende nel cielo scuro e puntellato di stelle. 

Torniamo verso la macchina camminando, abbiamo qualche difficoltà nel ritrovare la strada dell'albergo e finalmente riusciamo ad appoggiarci sul letto per una meritata dormita.  

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