domenica 24 giugno 2018

Cronachette di un viaggio in Italia. Francavilla al Mare * Guardiagrele * Popoli * Mentana


24 giugno 2018

Francavilla al Mare * Guardiagrele * Popoli * Mentana

Ci svegliamo assonnati e con la voglia di trascorrere una giornata al mare, facciamo colazione, prepariamo i bagagli, carichiamo il PegPérego con giochi e attrezzature da mare, Mamma Valentina avvolge Giulia nel marsupio Stokke giusto il tempo di arrivare sulla strada, poi la adagia sul Book 51, la cosparge ampiamente di crema solare Helan e ci dirigiamo verso la spiaggia libera. Il mare è calmo, alcuni ombrelloni spuntano sono già aperti, molte persone fanno attività sportiva, venditori ambulanti aprono i carretti meduse coi filamenti costituiti da abiti e stampelle, altri camminano con luminescenti bijoux, trasportando reti di palloni o giochi e aquiloni. L’ampia spiaggia risuona di risate, placido sciabordio, l’immancabile urlo ‘cocco fresco’ riempie lo spazio sonoro a ritmo di rap subito imitato dai ragazzini che si rincorrono tra pattini e lettini. Mentre Papà Claudio si rilassa sulla spiaggia e sul plaid Decathlon, Mamma Valentina e Giulia, quasi addormentata tra le sue braccia e ben comoda nel suo marsupio, fanno una passeggiata sul bagnasciuga dove incontrano una francese dell’Alta Savoia e un’abruzzese che non possono fare a meno di sorridere alla manina ben ancorata sul seno materno. Parliamo di baby-wearing, Monte Bianco e Abruzzo, poi ci salutiamo. Facciamo un bagno e una chiacchierata con due donne intente a raccogliere le telline che serviranno a condire la pasta dell’indomani, dopo essere state spurgate in acqua di mare dalla sabbia in eccesso per tutta la notte. Giulia ride felice tra quelle che per lei sono onde simili a cavalloni oceanici, poi sente un po’ freddo per cui usciamo di corsa e la avvolgiamo in caldi asciugamani, cambiamo il pannolino, la vestiamo velocemente; il sole, una copertina e il seno di Mamma Valentina la scaldano ben bene. Poco dopo le undici torniamo verso l’appartamento, non senza aver chiacchierato con una famigliola composta da madre, padre e figlio adulto meditante il cui volto evoca l’iconografia cristiana, cuciniamo e mangiamo qualcosa, mentre Papà Claudio lava i piatti Mamma Valentina e Giulia, saldamente abbarbicata alla madre, sistemano e preparano i bagagli. Verso l’una siamo pronti, carichiamo tutto sulla Ford Focus e ci dirigiamo verso Guardiagrele. Sulla strada molti luoghi attirano la nostra attenzione, li scopriremo lentamente, col ritmo lentamente allegro dell’infanzia. Troviamo parcheggio nell’area del mercato domenicale, la lavastrade è già in funzione, qualche furgone si attarda e chiediamo qualche informazione sul centro storico. È a pochi passi. La Majella rinfresca notevolmente l’aria e si staglia maestosa, adagiandosi morbidamente tra vallate e colline frastagliate da uliveti, frutteti, macchia di bosco, vigneti disordinati che si insinuano fino alla costa dorata e al mare con le sue decise gradazioni di azzurro e blu, con punte di turchino. Sul lato della collegiata di Santa Maria Maggiore incontriamo il maestoso e perfettamente conservato affresco quattrocentesco di Andrea Delitio che ci incanta per la sua bellezza e, per morbidezza e grandiosità, ci fa vagamente pensare alla camera picta di Andrea Mantegna anche se la figura abruzzese è più morbida e sembra esprimere quella dignità civile rinascimentale che tanto affascina ancor oggi e un’ariosa libertà che caratterizzerà i capolavori assoluti di Raffaello. Ci uniamo ad un gruppetto che ascolta le spiegazioni della guida Mariella, grazie alla quale riusciamo a scorgere quei dettagli che rendono meravigliosi i tesori artistici locali, tra cui una statua di San Rocco, pellegrino e nobile che tanto ci fa pensare a quel giovane incontrato in spiaggia. Ammiriamo un Cristo ligneo di rara bellezza talmente ben eseguito da sembrare vivo e da dare l’impressione a chi lo osserva di essere sempre l’oggetto del suo sguardo. L’accuratezza anatomica è impressionante per l’epoca, ammirevoli anche le Madonne che allattano, curiosamente due anziché una come solitamente accade nelle chiese, e un pulpito a forma di tulipano, fiore rarissimo a quei tempi. Proseguiamo la nostra visita guidata all’interno della cattedrale sopraelevata internamente per lasciar spazio alla struttura originaria che prevedeva l’ingresso tramite sotto la torre campanaria, alla foggia cluniacense, e al rituale civile della sfilata di cavalli e cavalieri nobili nella piazza dove si svolgeva il mercato domenicale. La chiesa è presumibilmente costruita su un tempio dedicato ad Apollo, a sua volta forse eretto su un luogo sacro delle popolazioni italiche che abitavano la zona prima della fondazione di Roma. Il luogo è certamente suggestivo, col sole che sorge dal mare e tramonta nella Majella.  Le spiegazioni proseguono e ci vengono disvelate vere e proprie chicche, usciamo dunque per andare a mangiare la tipicità locale, le sise delle monache nella storica pasticceria che custodisce l’antica e segreta ricetta. Proseguiamo il nostro giro e visitiamo il museo di arti, mestieri e tradizioni contadine, una guida locale ci spiega l’utilizzo di attrezzi utili a mestieri in alcuni casi scomparsi con le rivoluzioni tecnologiche. Salutiamo e ci godiamo una sosta presso un bar ristorante sulla piazzetta con vista sulla Majella, ci rilassiamo e ci rifocilliamo, dunque ripartiamo non senza le proteste di Giulia, che, come è ormai assodato, non ama molto stare in automobile. Proseguiamo sulla Tiburtina fino a Popoli, dove ci fermiamo per una gita veloce, data la temperatura fresca ai limiti del freddo e il vento piuttosto intenso. Il fiume impetuoso e cristallino ci svela la natura selvaggia degli ecosistemi fluviali, che sarebbe così sensato poter rivedere, se soltanto gli esseri umani si impegnassero di più nel depurare aria, acqua e terra dall’inquinamento prodotto dalle industrie. Imbocchiamo l’autostrada e ci fermiamo in un Autogrill per placare le ire giuliesche, finalmente riusciamo a tornare a Mentana.


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