Portale di Sant'Anastasia, Verona |
23
dicembre, Verona
Ci
svegliamo quasi contemporaneamente verso le 8:00, facciamo colazione,
ragioniamo sul percorso e prendiamo una decisione: l'agglomerato
horribilis non può disturbarci oltre.
Gobbo e pavimentazione |
Valentina prende due bustone
della spazzatura che sono state lasciate in casa e, animata dalla
forza di San Giorgio ma soprattutto dalla gran voglia di un riposino
e di stare bene della Città dell'Amore, toglie il 'coso' e lo infila
nel bustone. Claudio partecipa all'azione con determinazione,
disinfetta l'armadio e mette a posto la valigia.
Gobbo che regge l'acquasantiera |
A questo punto
possiamo farci una bella doccia e uscire alla scoperta della città.
Navata centrale di Sant'Anastasia |
Andiamo verso la Chiesa di Sant'Anastasia, che ha un sorprendente
portale in marmi policromi dai colori tenui, celeste pastello, rosa e
bianco in cui si inserisce un ben conservato pannello ligneo.
Madonna in trono tra i Santi Tommaso e Agostino Altare Centrego (1488-1502) Girolamo dai Libri (1477-1555) |
Il
“bellissimo portale a doppia ogiva entro un solenne movimento di
sottili pilastri e nervature di marmi colorati negli sguanci e
nell'arcone gotico: nella trabeazione interessanti rilievi
trecenteschi collegati stilisticamente con quelli delle Arche
Scaligere”, ci informa la Guida di Verona in una edizione degli
anni '70 particolarmente ben compilata, che ci spiega che il
pavimento, affatto diverso da quelli cosmateschi che tanta e tale meraviglia suscitano eppur molto particolare per il gioco geometrico che lo contraddistingue, è stato disegnato da Pietro da Porlezza nel 1462.
La Cappella Pellegrini o Giusti è sovrastata da San Giorgio e la principessa capolavoro di Pisanello All'interno decorazione di Michele da Firenze del 1435 |
I
'gobbi' che reggono le acquasantiere ci porteranno fortuna nel loro
eterno sforzo?
La
chiesa è in stile gotico ma mantiene una concretezza e leggerezza
che non nega il romanico e qui scopriamo il Pisanello, pittore
quattrocentesco che molto ci fa pensare al Mantegna della Camera
Picta nel suo affresco San Giorgio e la Principessa.
Particolare della pavimentazione |
Ci incuriosisce
anche la Cappella Pellegrini per la decorazione interna con formelle
di terracotta raffiguranti scene della vita di Cristo, realizzate da
Michele da Firenze nel 1435.
Usciamo con gli occhi colmi di
ammirazione per le decorazioni floreali delle volte gotiche, gli
affreschi e la meraviglia della scoperta di un maestro pittore, il
Pisanello appunto.
Battistero di San Giovanni in Fonte, interno del fonte |
Il dialogo a distanza con la tanto vicina e tanto
distante città di Mantova prosegue tra i quadri, con la
raffigurazione di un uomo che tiene in mano una chiesa, proprio come
nel quadro per la costruzione della Madonna della Vittoria, nota
argutamente Claudio, che tanto abbiamo ricercato nella città natale
di Virgilio, a Sant'Andrea, con la raffigurazione dello Shylock
lombardo, Daniel Norsa.
Battistero di San Giovanni in Fonte |
Anche qui i riferimenti all'ebraismo sono
molti, dalle iscrizioni sui testi sacri alle raffigurazioni che fanno
presumere una presenza della comunità ebraica non disdegnata dai
“gentili”. Vogliamo anche leggere un collegamento letterario,
ideale, che si snoda tra le vie, nei quadri, negli edifici e tra i
personaggi che hanno reso grandi questi meravigliosi agglomerati
urbani nel Nord Italia.
Mosaico presso il Duomo |
Ci
muoviamo verso il Duomo, splendido esempio di architettura veronese
in cui gotico e romanico dialogano con stili affatto diversi tra loro
ma che nell'insieme creano una mirabile armonia formale.
Le cappelle
sono sovrastate da affreschi originali che fanno 'respirare' le
strutture solide e innalzate verso il Cielo, tonde e
classicheggianti.
Claudio nel Chiostro |
Il duomo è molto bello ma la spiritualità si
sente nella sottostante chiesa paleocristiana di Sant'Elena, con
mosaici, leggii di legno intarsiato e una mistica semplicità, che si
ritrova anche nel più complesso Battistero duecentesco di San
Giovanni in Fonte, a base ottagonale con un fiore di marmo rossastro
all'interno del più arzigogolato ottagono bianco con formelle a
bassorilievo, espressione altissima del Medioevo veronese.
Chiostro del Capitolo |
Ci fa
pensare al fonte battesimale di Aquileia, così misticamente potente
nella sua semplicità.
Bottega nel centro di Verona |
“Sempre nel fecondissimo terreno attorno al
Duomo, in breve raggio, sorge – ci informa la Guida di Verona
sempre nell'edizione degli anni '70 - il più bel chiostro medievale
di Verona. È il Chiostro del Capitolo, eretto circa il 1140, di
purissime forme romaniche e di singolare bellezza, specie nel doppio
ordine di arcatelle su colonnette binate del lato orientale (il lato
opposto, distrutto durante la guerra, è di recente, fedele
ricostruzione). Sotto il portico sono visibili zone di mosaico
appartenenti all'antica basilica paleocristiana; ma la maggior parte
del mosaico, bellissima, è ancora sepolta sotto il prato del
chiostro”.
La Giraffa in vetrina? |
Stanchi e infreddoliti ci dirigiamo verso Gina, sperando
in un posticino a sedere per rifocillarci con i tortelli al brasato
leggero e tartufo. C'è da aspettare ma è aperto, ci sono i tortelli
e possiamo anche metterci seduti. Che piacere dei sensi!
Piazza Bra |
Al tavolo ci
sono all'inizio tre persone, italiani di Bolzano, genitori e la
figlia che ha seguito il 'moroso', come dicono da queste parti, fino
in Australia e non sembra avere intenzione di tornare in Italia. Le
raccontiamo di viaggi lontani nel tempo, delle difficoltà e della
bellezza di tornare in Italia, nonostante tutto.
L'Arena dal Comune |
Ci salutiamo
chiacchierando di Europa e di Alexander Langer, con il sospetto della
teoria del complotto. Al secondo piatto di tortelli ci raggiunge una
coppia romagnola, per la prima volta a Verona. Ci capiamo su Italia,
potenzialità e problematiche, scherziamo un po' e poi ci salutiamo
augurandoci buone feste. Ordiniamo a Gina i tortelli da portar via,
sostiene che i suoi tortellini sono talmente gustosi da far gola
anche a Valentina, che notoriamente li aborre. È molto probabile,
pensiamo all'unisono.
Usciamo rinfrancati e satolli, gli odori di
buon cibo che emanano dalle abitazioni del centro ci accompagnano
senza però scatenare la fame nei nostri stomaci sazi di delizie del
palato.
Chiesetta a Verona |
Ci dirigiamo verso Piazza Bra, nel Palazzo della Guardia,
dove ora è il Comune.
Incontriamo casualmente un'impiegata che ci
fornisce alcune indicazioni su posticini da vedere.
Antenne |
Dopo alcuni
tentennamenti sul Museo Lapidario Maffeiano decidiamo di andare
direttamente verso il Museo della Radio che è sorprendentemente
all'interno di un Istituto Tecnico Industriale che ben ci fa sperare
sulla possibilità di un insegnamento di qualità anche in Italia.
Stazione radio sul Titanic |
Ci
immergiamo per qualche tempo tra apparecchi, valvole e antenne,
usciamo affascinati dalla fantasia tecnologica. Nella Tomba di
Giulietta incontriamo una bigliettaia di cortese beltade che ci
spiega che la tomba è chiusa per restauri, dovrebbe, forse, riaprire
l'indomani.
Radio fascista |
Meglio così, le gambe cominciano a sentire la pesantezza
dei chilometri percorsi tra un tortello e l'altro.
Radio con decorazioni propagandistiche |
Appena fuori, nel
giardino antistante, c'è una statua orientale donata da una città
cinese a Verona. Raffigura i Giulietta e Romeo dell'Oriente.
Dimostrazione ulteriore che le parole, l'amore, la poesia, la cultura
aboliscono qualunque confine commerciale, amministrativo,
linguistico.
Liang Shanbo e Zhu Yingtai da Ningbo |
Ci incamminiamo verso il Museo di Storia Naturale,
passiamo all'interno delle mura e ci ritroviamo nella Chiesa di San
Fermo Maggiore.
Romeo e Giulietta d'Oriente |
Bella ma anche qui la parte più interessante non è
quella più sfarzosa, sebbene all'esterno esprima tutto lo splendore
del dialogo tutto veronese tra romanico e gotico.
La Chiesa
Inferiore, oltre ad essere bellissima nella sua semplice complessità,
ci riserva una graditissima sorpresa: le prove del concerto della
sera per archi e coro. Ci fermiamo un po' ad ascoltare e ci
ripromettiamo di tornare la sera per il concerto vero e proprio.
San Fermo |
Vediamo il Museo di Storia Naturale a tempo di record, a nostro
avviso è immaginato nel modo perfetto per far odiare la scienza a
chi non è appassionato e avrebbe bisogno di una bella
ri-progettazione ma tant'è.
Prove a San Fermo inferiore |
A casa hanno portato via i sacchi con
l'agglomerato horribilis, dopo poco arriva Gabriele con la ragazza
russa, molto carina, ci fa uno sconto sul pagamento, beviamo un paio
di bicchieri di Chianti e appianiamo qualche controversia sorridendo
e brindando alle festività.
Poco prima di uscire, un angelo biondo
in forma femminile ci porta le lenzuola pulite.
Concerto a San Fermo Inferiore |
Per entrare a San
Fermo Inferiore c'è parecchia calca ma ne vale la pena: il concerto
è incantevole e usciamo felici e contenti.
Ci addormentiamo in men
che non si dica, tanto avevamo mangiato formaggi e verdure prima di
uscire, una tisana calda ci fa sprofondare in un intenso sonno
ristoratore.
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