martedì 23 dicembre 2014

Cronachette di un viaggio in Italia, Natale 2014 § Verona, 23 dicembre



Portale di Sant'Anastasia, Verona
23 dicembre, Verona


Ci svegliamo quasi contemporaneamente verso le 8:00, facciamo colazione, ragioniamo sul percorso e prendiamo una decisione: l'agglomerato horribilis non può disturbarci oltre.
Gobbo e pavimentazione
Valentina prende due bustone della spazzatura che sono state lasciate in casa e, animata dalla forza di San Giorgio ma soprattutto dalla gran voglia di un riposino e di stare bene della Città dell'Amore, toglie il 'coso' e lo infila nel bustone. Claudio partecipa all'azione con determinazione, disinfetta l'armadio e mette a posto la valigia.
Gobbo che regge l'acquasantiera
 
A questo punto possiamo farci una bella doccia e uscire alla scoperta della città.
 
Navata centrale di Sant'Anastasia
Andiamo verso la Chiesa di Sant'Anastasia, che ha un sorprendente portale in marmi policromi dai colori tenui, celeste pastello, rosa e bianco in cui si inserisce un ben conservato pannello ligneo.
 
Madonna in trono tra i Santi Tommaso e Agostino
Altare Centrego (1488-1502)
Girolamo dai Libri (1477-1555)
Il “bellissimo portale a doppia ogiva entro un solenne movimento di sottili pilastri e nervature di marmi colorati negli sguanci e nell'arcone gotico: nella trabeazione interessanti rilievi trecenteschi collegati stilisticamente con quelli delle Arche Scaligere”, ci informa la Guida di Verona in una edizione degli anni '70 particolarmente ben compilata, che ci spiega che il pavimento, affatto diverso da quelli cosmateschi che  tanta e tale meraviglia suscitano eppur molto particolare per il gioco geometrico che lo contraddistingue, è stato disegnato da Pietro da Porlezza nel 1462.
La Cappella Pellegrini o Giusti è sovrastata
da San Giorgio e la principessa
capolavoro di Pisanello
All'interno decorazione di
Michele da Firenze del 1435
I 'gobbi' che reggono le acquasantiere ci porteranno fortuna nel loro eterno sforzo?


La chiesa è in stile gotico ma mantiene una concretezza e leggerezza che non nega il romanico e qui scopriamo il Pisanello, pittore quattrocentesco che molto ci fa pensare al Mantegna della Camera Picta nel suo affresco San Giorgio e la Principessa.
Particolare della pavimentazione
 
Ci incuriosisce anche la Cappella Pellegrini per la decorazione interna con formelle di terracotta raffiguranti scene della vita di Cristo, realizzate da Michele da Firenze nel 1435.
 
Usciamo con gli occhi colmi di ammirazione per le decorazioni floreali delle volte gotiche, gli affreschi e la meraviglia della scoperta di un maestro pittore, il Pisanello appunto.
 
Battistero di San Giovanni in Fonte, interno del fonte
Il dialogo a distanza con la tanto vicina e tanto distante città di Mantova prosegue tra i quadri, con la raffigurazione di un uomo che tiene in mano una chiesa, proprio come nel quadro per la costruzione della Madonna della Vittoria, nota argutamente Claudio, che tanto abbiamo ricercato nella città natale di Virgilio, a Sant'Andrea, con la raffigurazione dello Shylock lombardo, Daniel Norsa.
Battistero di San Giovanni in Fonte
 
Anche qui i riferimenti all'ebraismo sono molti, dalle iscrizioni sui testi sacri alle raffigurazioni che fanno presumere una presenza della comunità ebraica non disdegnata dai “gentili”. Vogliamo anche leggere un collegamento letterario, ideale, che si snoda tra le vie, nei quadri, negli edifici e tra i personaggi che hanno reso grandi questi meravigliosi agglomerati urbani nel Nord Italia.


Mosaico presso il Duomo
Ci muoviamo verso il Duomo, splendido esempio di architettura veronese in cui gotico e romanico dialogano con stili affatto diversi tra loro ma che nell'insieme creano una mirabile armonia formale.
 
Le cappelle sono sovrastate da affreschi originali che fanno 'respirare' le strutture solide e innalzate verso il Cielo, tonde e classicheggianti.
Claudio nel Chiostro
 
Il duomo è molto bello ma la spiritualità si sente nella sottostante chiesa paleocristiana di Sant'Elena, con mosaici, leggii di legno intarsiato e una mistica semplicità, che si ritrova anche nel più complesso Battistero duecentesco di San Giovanni in Fonte, a base ottagonale con un fiore di marmo rossastro all'interno del più arzigogolato ottagono bianco con formelle a bassorilievo, espressione altissima del Medioevo veronese.
Chiostro del Capitolo
Ci fa pensare al fonte battesimale di Aquileia, così misticamente potente nella sua semplicità.
 
Bottega nel centro di Verona
“Sempre nel fecondissimo terreno attorno al Duomo, in breve raggio, sorge – ci informa la Guida di Verona sempre nell'edizione degli anni '70 - il più bel chiostro medievale di Verona. È il Chiostro del Capitolo, eretto circa il 1140, di purissime forme romaniche e di singolare bellezza, specie nel doppio ordine di arcatelle su colonnette binate del lato orientale (il lato opposto, distrutto durante la guerra, è di recente, fedele ricostruzione). Sotto il portico sono visibili zone di mosaico appartenenti all'antica basilica paleocristiana; ma la maggior parte del mosaico, bellissima, è ancora sepolta sotto il prato del chiostro”.
La Giraffa in vetrina?
 
Stanchi e infreddoliti ci dirigiamo verso Gina, sperando in un posticino a sedere per rifocillarci con i tortelli al brasato leggero e tartufo. C'è da aspettare ma è aperto, ci sono i tortelli e possiamo anche metterci seduti. Che piacere dei sensi!
 
Piazza Bra
Al tavolo ci sono all'inizio tre persone, italiani di Bolzano, genitori e la figlia che ha seguito il 'moroso', come dicono da queste parti, fino in Australia e non sembra avere intenzione di tornare in Italia. Le raccontiamo di viaggi lontani nel tempo, delle difficoltà e della bellezza di tornare in Italia, nonostante tutto.

L'Arena dal Comune
Ci salutiamo chiacchierando di Europa e di Alexander Langer, con il sospetto della teoria del complotto. Al secondo piatto di tortelli ci raggiunge una coppia romagnola, per la prima volta a Verona. Ci capiamo su Italia, potenzialità e problematiche, scherziamo un po' e poi ci salutiamo augurandoci buone feste. Ordiniamo a Gina i tortelli da portar via, sostiene che i suoi tortellini sono talmente gustosi da far gola anche a Valentina, che notoriamente li aborre. È molto probabile, pensiamo all'unisono.
 
Usciamo rinfrancati e satolli, gli odori di buon cibo che emanano dalle abitazioni del centro ci accompagnano senza però scatenare la fame nei nostri stomaci sazi di delizie del palato.
Chiesetta a Verona
 
Ci dirigiamo verso Piazza Bra, nel Palazzo della Guardia, dove ora è il Comune.
 
Incontriamo casualmente un'impiegata che ci fornisce alcune indicazioni su posticini da vedere.
 
Antenne
Dopo alcuni tentennamenti sul Museo Lapidario Maffeiano decidiamo di andare direttamente verso il Museo della Radio che è sorprendentemente all'interno di un Istituto Tecnico Industriale che ben ci fa sperare sulla possibilità di un insegnamento di qualità anche in Italia.
Stazione radio sul Titanic
 
Ci immergiamo per qualche tempo tra apparecchi, valvole e antenne, usciamo affascinati dalla fantasia tecnologica. Nella Tomba di Giulietta incontriamo una bigliettaia di cortese beltade che ci spiega che la tomba è chiusa per restauri, dovrebbe, forse, riaprire l'indomani.
Radio fascista
 
Meglio così, le gambe cominciano a sentire la pesantezza dei chilometri percorsi tra un tortello e l'altro.
 
Radio con decorazioni propagandistiche
Appena fuori, nel giardino antistante, c'è una statua orientale donata da una città cinese a Verona. Raffigura i Giulietta e Romeo dell'Oriente. Dimostrazione ulteriore che le parole, l'amore, la poesia, la cultura aboliscono qualunque confine commerciale, amministrativo, linguistico.
 
Liang Shanbo e Zhu Yingtai da Ningbo
Ci incamminiamo verso il Museo di Storia Naturale, passiamo all'interno delle mura e ci ritroviamo nella Chiesa di San Fermo Maggiore.
 
Romeo e Giulietta d'Oriente
 Bella ma anche qui la parte più interessante non è quella più sfarzosa, sebbene all'esterno esprima tutto lo splendore del dialogo tutto veronese tra romanico e gotico.
 
La Chiesa Inferiore, oltre ad essere bellissima nella sua semplice complessità, ci riserva una graditissima sorpresa: le prove del concerto della sera per archi e coro. Ci fermiamo un po' ad ascoltare e ci ripromettiamo di tornare la sera per il concerto vero e proprio.
 
San Fermo
Vediamo il Museo di Storia Naturale a tempo di record, a nostro avviso è immaginato nel modo perfetto per far odiare la scienza a chi non è appassionato e avrebbe bisogno di una bella ri-progettazione ma tant'è.
 
Prove a San Fermo inferiore
A casa hanno portato via i sacchi con l'agglomerato horribilis, dopo poco arriva Gabriele con la ragazza russa, molto carina, ci fa uno sconto sul pagamento, beviamo un paio di bicchieri di Chianti e appianiamo qualche controversia sorridendo e brindando alle festività.
 
Poco prima di uscire, un angelo biondo in forma femminile ci porta le lenzuola pulite.
 
Concerto a San Fermo Inferiore
Per entrare a San Fermo Inferiore c'è parecchia calca ma ne vale la pena: il concerto è incantevole e usciamo felici e contenti.
 
Ci addormentiamo in men che non si dica, tanto avevamo mangiato formaggi e verdure prima di uscire, una tisana calda ci fa sprofondare in un intenso sonno ristoratore.






































Nessun commento:

Posta un commento