venerdì 26 dicembre 2014

Cronachette di un viaggio in Italia, Natale 2014 § Verona, Bolzano e Trento, 26 dicembre


26 dicembre

Verona → Bolzano → Trento → Verona

Ci alziamo prestissimo, per fortuna avevamo parcheggiato la macchina vicino casa, o forse no, visto che tra una cosa e l'altra partiamo dopo le 7:30, quindi dopo l'apertura del Parcheggio Paradiso.
 
Andiamo in Trentino, Bolzano e Trento sono le nostre destinazioni. Il programma sarebbe di trascorrere la mattinata a Bolzano, mangiare lì i canederli nel mercatino di Natale e poi andare verso Trento.
 
Preferiamo non prendere l'autostrada e inoltrarci nella valle. Effettivamente la strada è in ottime condizioni, non particolarmente trafficata e costeggia l'autostrada, in più si gode una visuale migliore.
Vallate di vigneti abbracciate da montagne imponenti ma non opprimenti, casette tipiche e ancor più tipici campanili si alternano a industrie e castelli severi di rara bellezza, al centro il fiume placidamente impetuoso.
 
Tra Veneto e Trentino si nota una differenza minima, forse un po' più di ordinata diligenza e costruzioni dall'inconfondibile stile, ma appena superiamo il cartello con scritto 'Benvenuti in Südtirol' si nota una differenza, tutto sembra 'tagliato con l'accetta'.
Valentina comincia ad innervosirsi al terzo cartello scritto prima in tedesco e poi in italiano, evidentemente tanto per dovere di cronaca.
 
La discussione sull'italianità e l'amor patrio si accende senza che ce ne accorgiamo.
Bolzano
 
Il primo effetto è che si sviluppa in noi un amore patriottico che forse non pensavamo di avere, poi ci monta in cuore un orgoglio di essere italiani che di solito non contraddistingue il nostro sentire e forse ci si chiarisce, inconsciamente, il senso di oppressione e voglia di rivalsa che ha animato il Risorgimento e i tanti militi ignoti, eroi silenziosi di un'etica guerresca, della Prima Guerra Mondiale, le cui vicende si sono svolte in modo forse ancor più commoventemente drammatico proprio su queste montagne fiere, tozze e gotiche al tempo stesso.
Ruina Dantesca

Tra l'arrivo a Bolzano e la ripartenza per Trento trascorrono circa 10'-15', che a Valentina, lanciata in improperi a ruota libera, sembrano infiniti.
 
Ruina Dantesca
Lo aveva detto Papà Pietro e lo aveva confermato anche Mamma Lucilla e tante altre persone incontrate negli anni!
 
Claudio e i mercatini di Natale
a Trento
Mentre Claudio dice: “Guarda che carina questa casa! Guarda che carina questa piazzetta! Oh che deliziosi i mercatini!”, Valentina si interroga a voce alta, ma non urlante come l'istinto la spingerebbe a fare, su come sia stato possibile costruire e perseverare nel costruire una città intera in un posto tanto infelice, capisce però che non possano sentirsi italiani.
Trento

L'Italia è prima di tutto bellezza, monumenti, sole e una grandissima razionalità camuffata da colorita e teatrale follia, disordine caotico che racchiude secoli, millenni di saggezza distillata goccia a goccia nella implacabile clessidra della storia.
 
Trento
A Bolzano tutto questo sembra dimenticato, un colpo di spugna che trasforma la meraviglia in ottusità. Non c'è da stupirsi che cerchino di ottenere la cittadinanza di uno stato che nella storia, almeno italiana, si è contraddistinto per aver impersonato il ruolo dello straniero invasore.
 
Funicolare
Due lucette in più in una galleria autostradale non definiscono la civiltà di un luogo.
 
Birreria Pedavena
Inspiegabile, agli occhi di Valentina, come abbia potuto nascere in queste valli la geniale apertura mentale di Alexander Langer, molto più palese la motivazione dell'inserimento di parte del paesaggio del Canto XII dell'Inferno da parte di Dante, anche se in effetti la Ruina Dantesca è in provincia di Rovereto.

Appena arriviamo a Trento tutto cambia, il sole ci scalda cuore, ossa e pelle, respiriamo quell'aria tersa e pura delle montagne che ne incorniciano la delicata e deliziosa bellezza.
Trento dalla funicolare

Troviamo subito parcheggio su striscia bianca proprio di fronte all'ufficio della Film Commission del Trentino, che qui ovviamente è considerato quasi alla stregua di un Ufficio del Turismo e, seppur non aperto in un giorno festivo, è comunque un luogo con accesso diretto, vicinissimo alla piazza centrale.
 
Castello di Buonconsiglio
Fa più caldo che a Verona, sorprendente.
 
Ci rifocilliamo con un latte caldo macchiato e un prosecco al Caffè Italia, dove conosciamo una coppia della Valdobbiadene, che porta al guinzaglio un bellissimo Weimaraner, bracco di Weimar, e sta cercando canederli da riportare a casa e altri prodotti di zona.
 
Trento
Usciamo nell'affollatissima e caciarona città, dirigendoci verso la Birreria Pedavena, luogo di culto per Claudio.
 
È aperta con orario continuato e la cucina chiude alle 3 di pomeriggio per poi riaprire, la sera. Incrociamo un chioschetto con un vin brulé che diffonde nell'aria un odore squisito e ha anche un succo d'uva caldo che, quando intiepidito, fa pensare vagamente al succo di mela.
 
Claudio nel loggiato
Camminiamo in estasi verso il centro. I mercatini di Natale sono deliziosi e affollatissimi ma decidiamo di andare prima verso la funicolare che ci offre una insolita visuale dall'alto da mozzare il fiato, con noi sulla seconda corsa una famigliola di Terni con due bambine stupende di cui una si chiama Valentina.
 
Loggiato
Ci sbrighiamo a tornare con la voglia di visitare il castello dove è stato ucciso Cesare Battisti.
 
Al ritorno è con noi la famigliola ternana di camperisti. Ci salutiamo.
 
Stufa
Di gran lena andiamo verso il castello, enorme e ricco di semplici meraviglie, in pietra chiara così da confondersi quasi con le montagne, ampi giardini interni, scale alla Escher e ambienti caldi di legno dove si possono ammirare affreschi, dipinti e oggetti di delicata fattura, e poi stufe in ceramica dipinta e decorata con maestria.
 
Valentina nel loggiato
Non può mancare un loggiato con smerli sopra a colonnine veloci che ricordano l'architettura veneziana, da cui si gode una vista su Trento e sulle montagne circostanti intensa e quasi fiabesca.
 
Claudio nel castello
Usciamo dal castello con la cavopopliteite e una gran fretta di raggiungere la Pedavena, dove arriviamo giusto in tempo per ordinare gulashsouppe, spaetle, piatto Trento, birra e acqua.
 
La birreria è zeppa di avventori, accanto a noi una tavolata con bimbi e bimbe che giocano liberi.
Valentina nel castello
 
Non può mancare una riflessione su quanto sarebbe bello fare una cosa del genere, più piccola certo, anche a Mentana, col vino non con la birra, prodotti tipici, sapori locali e prezzi abbordabili.
 
Magari sviluppando il progetto del Grano Mentana.
 
Castello del Buonconsiglio
I nostri sogni si infrangono ben presto sulla dura realtà dei politicanti mentanesi.
 
Castello del Buonconsiglio
La musica dal vivo? Ci ricordiamo che appena a Mentana dobbiamo andare a pagare la SIAE, enumeriamo le tante difficoltà burocratiche e tiriamo le somme di quest'anno, prolifico di soddisfazioni personali, di attività, pensieri e parole ma miserrimo di soldi e riscontri a livello economico e politico.

Montagne e nuvolette
Per l'ennesima volta pensiamo che se dovessimo, e lo dovremo fare per forza di cose con l'Associazione, rivolgerci alle autorità competenti, ci toccherà cercare il sostegno e l'appoggio della chiesa e non di quella ecclesia del popolo di quell'agorà democratica per la cui affermazione i nostri compagni ideali, i nostri immaginari numi tutelari, tanto si sono battuti.

E ancor più triste è fare questa riflessione a Trento.
 
Trento
Le nebbie uggiose del parlar politichese si dissipano facilmente davanti alla gulashsuppe e agli spaetzle.
 
Satolli e riscaldati dal calore termostatico e da quello umano paghiamo e usciamo nella confusione festosa.
 
Claudio e gulashsuppe
Torniamo verso Verona riattraversando la piana rotaliana, indecisi se fermarci o meno alle terme di Santa Lucia, vicinissime a Verona, decidiamo che abbiamo già speso oltre il troppo e proseguiamo verso la Città dell'Amore, dove una nebbietta avvolge gli edifici.
 
Valentina e spaetzle
Prima di entrare in casa incontriamo e scambiamo quattro chiacchiere con il nostro dirimpettaio, un napoletano emigrato al Nord da anni dopo aver assistito ad una sparatoria in una bottega di barbiere. Ci sembra parecchio solo ma non solitario.
 
Ci salutiamo, rientriamo in casa per uscire dopo poco.
 
Claudio mangerebbe volentieri qualcosa, Valentina sta ancora cercando di digerire.
Torniamo verso Verona

Verona è colma di persone, allegria festosa e sfoggio di costosi vestiari.
 
Torniamo a casa, parcheggiamo la macchina e ci addormentiamo, non senza difficoltà dopo aver fatto due conti sul costo delle vacanze.
 

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