Lago di Garda |
25
dicembre
Verona
→ Sirmione → Lago di Garda → Peschiera del Garda → Pastrengo
→ Bussolengo → Pescantina → San Pietro in Cariano → Fumane e
la Madonna di La Salette → Molina → Verona
Sirmione |
Ci
svegliamo tardi, verso le 9:00, dopo una nottata poco tranquilla.
Prima delle 10:00 non riusciamo ad uscire di casa tra auguri,
telefonate, pigrizia natalizia.
Claudio e la papera |
Le campane suonano a festa nella
città e la giornata si preannuncia soleggiata, perfetta per un giro
al Lago di Garda. Prepariamo asciugamani, accappatoi, pianelle,
perfino il phon e ci avventuriamo nella bellissima provincia
veronese.
Entriamo a Sirmione dal ponte di pietra,
veniamo accolti da alcune anatre e un cigno che se la godono a
pescare cibo tra le acque pulitissime del Lago di Garda, pulitissime,
diciamo trasparenti e abitate da pesci anche di dimensioni notevoli.
Il paesino è davvero suggestivo, col Castello Scaligero a fare da
'dogana' tra la terra ferma e la piccola penisola su cui sorge la
famosa cittadella termale. I negozietti sono chiusi ma è evidente un
certo lusso, o comunque che il luogo non contempla gite low-cost,
low-budget, economiche.
Qui la parola 'economia' sembra associata
soltanto alla materia scientifica. Le case sono evidentemente molto
costose e, altrettanto evidentemente, disabitate nei mesi invernali o
durante i giorni feriali. Troviamo un baretto aperto, prendiamo un
caffè e una tonica, in piedi, al banco, alla modica, si fa per dire,
cifra di 4,20 €. D'altronde è l'unico posto con bagno disponibile
e Valentina deve fare pipì. Al bar scopriamo che le terme non sono
chiuse ma riapriranno nel pomeriggio. Non faremmo in tempo a vedere
anche lo spettacolo per cui decidiamo di andare verso la
Valpolicella.
Mangiamo dei panini in macchina con gli affettati
squisiti comprati a Negrar e il pane acquistato vicino casa. Il sole
e il clima più mite ci scaldano corpi e ossa. Il raffreddamento di
Claudio sembra cosa ormai lontana o comunque in allontanamento dal
nostro orizzonte vacanziero. Le anatre e qualcosa di simile ad una
papera acquatica tutta nera e con una goccia bianca sul musetto ci
saluta insieme alle sue amiche anatre e ripartiamo verso Fumane.
Lungo il percorso ci fermiamo a fare benzina nei pressi di Peschiera
del Garda, graziosa cittadella fortificata circondata dall'acqua con
la tipica forma delle fortificazioni veneziane, con la pianta a
stella simile a quella di Palmanova.
Da lì proseguiamo e non
possiamo fare a meno di fermarci a Pastrengo, che tra l'altro è
molto carina, e salutare idealmente i guerrieri del nostro
Risorgimento. Attraversiamo la Valpolicella e le vallate colme di
vitigni verso Bussolengo, che non ci dice granché, più carina
Pescantina, a pochi chilometri da San Pietro in Cariano. Non ci
fermiamo in nessuno di questi paesi luminosi e pigramente assorti in
pranzi di Natale, proseguiamo verso Fumane. Il paesaggio cambia
dolcemente all'improvviso, si comincia ad entrare in zona montana,
verso le Prealpi.
Visitiamo il Santuario della Madonna di La Salette
dove incrociamo un abitante del luogo, che è una roccia con un
santuario abbarbicato con alcune grotte, eretto dai contadini per
scongiurare una malattia della vite che aveva infestato la valle e,
evidentemente, una qualche forma di casa per aspiranti eremiti.
L'abitante del luogo è accompagnato da due cani lupo simili a Rex,
devono essere una coppia, sono molto tranquilli e si capisce che non
hanno intenzione di aggredirci.
Ci immergiamo per qualche istante
nella contemplazione estatica della natura e poi ci rimettiamo in
cammino, o meglio, in macchina per scoprire le cascate di Molina. In
realtà è un intero parco all'interno del Parco della Lessinia per
cui ammiriamo le casette in pietra con tetto di ardesia e ci
ripromettiamo di tornare in qualche altra occasione.
È quasi ora di
tornare e ci dirigiamo verso Verona.
Appena entriamo in casa ci
addormentiamo come ghiri, per fortuna avevamo messo la sveglia e ci
alziamo in tempo per andare a vedere Romeo e Giulietta al Teatro
Nuovo. Fa un certo effetto vedere questo balletto proprio a Verona.
Accanto a noi una coppia di quasi coetanei, lui ha vissuto per oltre
vent'anni a Monterotondo Scalo. “Incredibile quanto è piccolo il
mondo”, gli vien da dire. Già.
Trascorriamo due ore piene a teatro
nel piacere fiabesco dell'arte di Tersicore, usciamo in una Verona
gremita di persone, con le lucette e i banchi di Piazza Erbe aperti.
Torniamo a casa con la voglia di vedere qualche balletto al Teatro
dell'Opera di Roma, mangiamo dell'ottima carne di Negrar, nocciole
cimine squisite e ci prepariamo per andare a letto. Domattina dovremo
svegliarci presto: ci aspetta un giro lungo.
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