giovedì 25 dicembre 2014

Cronachette di un viaggio in Italia, Natale 2014 § Verona, Lago di Garda e Valpolicella


Lago di Garda
25 dicembre

Verona → Sirmione → Lago di Garda → Peschiera del Garda → Pastrengo → Bussolengo → Pescantina → San Pietro in Cariano → Fumane e la Madonna di La Salette → Molina → Verona

Sirmione
Ci svegliamo tardi, verso le 9:00, dopo una nottata poco tranquilla. Prima delle 10:00 non riusciamo ad uscire di casa tra auguri, telefonate, pigrizia natalizia.
 
Claudio e la papera
Le campane suonano a festa nella città e la giornata si preannuncia soleggiata, perfetta per un giro al Lago di Garda. Prepariamo asciugamani, accappatoi, pianelle, perfino il phon e ci avventuriamo nella bellissima provincia veronese.
 
Abbiamo una fortuna sfacciata nella ricerca del, o meglio nel trovare il, parcheggio.
 
Entriamo a Sirmione dal ponte di pietra, veniamo accolti da alcune anatre e un cigno che se la godono a pescare cibo tra le acque pulitissime del Lago di Garda, pulitissime, diciamo trasparenti e abitate da pesci anche di dimensioni notevoli. Il paesino è davvero suggestivo, col Castello Scaligero a fare da 'dogana' tra la terra ferma e la piccola penisola su cui sorge la famosa cittadella termale. I negozietti sono chiusi ma è evidente un certo lusso, o comunque che il luogo non contempla gite low-cost, low-budget, economiche.
 
Qui la parola 'economia' sembra associata soltanto alla materia scientifica. Le case sono evidentemente molto costose e, altrettanto evidentemente, disabitate nei mesi invernali o durante i giorni feriali. Troviamo un baretto aperto, prendiamo un caffè e una tonica, in piedi, al banco, alla modica, si fa per dire, cifra di 4,20 €. D'altronde è l'unico posto con bagno disponibile e Valentina deve fare pipì. Al bar scopriamo che le terme non sono chiuse ma riapriranno nel pomeriggio. Non faremmo in tempo a vedere anche lo spettacolo per cui decidiamo di andare verso la Valpolicella.
 
Mangiamo dei panini in macchina con gli affettati squisiti comprati a Negrar e il pane acquistato vicino casa. Il sole e il clima più mite ci scaldano corpi e ossa. Il raffreddamento di Claudio sembra cosa ormai lontana o comunque in allontanamento dal nostro orizzonte vacanziero. Le anatre e qualcosa di simile ad una papera acquatica tutta nera e con una goccia bianca sul musetto ci saluta insieme alle sue amiche anatre e ripartiamo verso Fumane.
 
Lungo il percorso ci fermiamo a fare benzina nei pressi di Peschiera del Garda, graziosa cittadella fortificata circondata dall'acqua con la tipica forma delle fortificazioni veneziane, con la pianta a stella simile a quella di Palmanova.
 
Da lì proseguiamo e non possiamo fare a meno di fermarci a Pastrengo, che tra l'altro è molto carina, e salutare idealmente i guerrieri del nostro Risorgimento. Attraversiamo la Valpolicella e le vallate colme di vitigni verso Bussolengo, che non ci dice granché, più carina Pescantina, a pochi chilometri da San Pietro in Cariano. Non ci fermiamo in nessuno di questi paesi luminosi e pigramente assorti in pranzi di Natale, proseguiamo verso Fumane. Il paesaggio cambia dolcemente all'improvviso, si comincia ad entrare in zona montana, verso le Prealpi.
Visitiamo il Santuario della Madonna di La Salette dove incrociamo un abitante del luogo, che è una roccia con un santuario abbarbicato con alcune grotte, eretto dai contadini per scongiurare una malattia della vite che aveva infestato la valle e, evidentemente, una qualche forma di casa per aspiranti eremiti. L'abitante del luogo è accompagnato da due cani lupo simili a Rex, devono essere una coppia, sono molto tranquilli e si capisce che non hanno intenzione di aggredirci.
 
Ci immergiamo per qualche istante nella contemplazione estatica della natura e poi ci rimettiamo in cammino, o meglio, in macchina per scoprire le cascate di Molina. In realtà è un intero parco all'interno del Parco della Lessinia per cui ammiriamo le casette in pietra con tetto di ardesia e ci ripromettiamo di tornare in qualche altra occasione.
È quasi ora di tornare e ci dirigiamo verso Verona.
 
Appena entriamo in casa ci addormentiamo come ghiri, per fortuna avevamo messo la sveglia e ci alziamo in tempo per andare a vedere Romeo e Giulietta al Teatro Nuovo. Fa un certo effetto vedere questo balletto proprio a Verona.
 
Accanto a noi una coppia di quasi coetanei, lui ha vissuto per oltre vent'anni a Monterotondo Scalo. “Incredibile quanto è piccolo il mondo”, gli vien da dire. Già.
Trascorriamo due ore piene a teatro nel piacere fiabesco dell'arte di Tersicore, usciamo in una Verona gremita di persone, con le lucette e i banchi di Piazza Erbe aperti.
 
Torniamo a casa con la voglia di vedere qualche balletto al Teatro dell'Opera di Roma, mangiamo dell'ottima carne di Negrar, nocciole cimine squisite e ci prepariamo per andare a letto. Domattina dovremo svegliarci presto: ci aspetta un giro lungo.


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