sabato 27 dicembre 2014

Cronachette di un viaggio in Italia, Natale 2014 § Verona, Valpolicella, Negrar e Valeggio, 27 dicembre


27 dicembre

Verona → Valpolicella → Negrar → Verona → Valeggio → Verona
Verona con la neve
Ci svegliamo di buon mattino con l'intenzione di scoprire la Valpolicella, fare un'incursione nella locale cantina sociale, un consorzio che riunisce oltre 200 produttori della zona, a Negrar per la sopressa all'Amarone e soprattutto per scoprire qualcosa in più della mancanza di menzioni di Salgari dal paesino che lo ha visto crescere.
Verona con la neve
C'è una cantina proprio a Ca' Salgari, a poche decine di metri dalla Cantina Sociale, pronti? Si parte.
 
Il cielo è bianco e la temperatura prossima allo zero, mentre siamo in macchina cominciano i primi fiocchi di neve. Sembra mista ad acqua per cui non ci preoccupiamo più di tanto. Man mano che proseguiamo, il nevischio si trasforma in neve e le nostre preoccupazioni si ingigantiscono fino a diventare quasi paura di rimanere bloccati sulla strada, un accenno di panico aumentato dal bollettino meteo dell'allarmatissima Mamma Lucilla.
Proseguiamo sperando nella clemenza del tempo e determinati ad acquistare beni mangerecci da portar via. La cantina sociale è un luogo di meditazione per Claudio. E di accenno di conoscenza per Valentina.
Usciamo e ci dirigiamo verso Ca' Salgari. In base alle nostre informazioni Emilio Salgari avrebbe vissuto nella grande casa ma una discendente del ramo veronese, quindi indiretta, visto che i discendenti diretti sono nel torinese, di Emilio Salgari smentisce la notizia, asserendo che la casa venne costruita durante la fine degli anni '80 del XIX secolo, considerando che il creatore di Sandokan è nato nel 1862 sarebbe certamente improbabile una sua stabile permanenza presso Ca' Salgari.
Inoltre non vi è memoria, ci spiega la discendente che attualmente è una creatrice di vini, della presenza del talentuoso pargolo nei ricordi degli avi e nei racconti familiari collegati alla Ca'.
 
Protestiamo sommessamente per la mancanza di ricordi tangibili dell'infanzia dello scrittore che ha costruito il nostro immaginario infantile. Le tigri di Mompracem e Pinocchio ci hanno insegnato a leggere, a fantasticare e mentre a Collodi c'è un intero parco dedicato al burattino toscano qui, dove noi siamo venuti proprio a rendere omaggio al grande scrittore, dove è stato messo a balia – e chissà che storie deve avergli raccontato questa benedetta balia – non c'è neanche un tigrotto all'ingresso del paese per ricordare, per testimoniare.
 
Vero è che quando, nelle librerie veronesi, abbiamo chiesto autori nati in città non abbiamo avuto altre risposte se non “ma non ci sono autori bravi qui”. E meno male!
 
Vabbe' acquistiamo una bottiglia di vino che costa dal produttore quanto un cartone da sei bottiglie da un litro nella cantina sociale e ci muoviamo verso il paese per acquistare la pluripremiata sopressa di Caprini, una ricetta tramandata di generazione in generazione da due secoli.
Usciamo salutando baldanzosi, poi ci fermiamo in un negozio più avanti, sulla via del ritorno verso Verona, per acquistare l'agognata carta igienica, finita proprio il giorno di Natale.
 
Torniamo a Verona attraversando la Valpolicella che si trasforma in un bianco paesaggio invernale. Prepariamo in fretta e furia i bagagli, intenzionati a partire il giorno stesso.
 
Camminiamo per le vie del centro di Verona che stanno impallidendo come d'incanto creando un'atmosfera magica da bianco natal.
 
Valentina inzuppa i pantaloni sul terreno umido durante la ricerca delle squisitezze ordinate. Baciamo e abbracciamo Gina, che ci augura buon viaggio e spera di rivederci presto.
 
La pasticceria è chiusa ma per noi che siamo 'forestieri' fanno un'eccezione e ci danno i pandori appena sfornati.
 
Tortellini di Valeggio
Torniamo verso l'appartamento infreddoliti e un po' umidicci, Valentina con i pantaloni che grondano acqua. Siamo infastiditi dal tempaccio e prendiamo la decisione di rimanere come previsto e ripartire l'indomani.
 
Ci riposiamo un po' e decidiamo di andare a Valeggio per fare merenda coi famosi tortellini, da non confondere coi tortelli.
Effettivamente sono squisiti, ma a noi quelli della Gina piacciono di più. Facciamo una bella chiacchierata su prodotti tipici, cultivar scomparse e ciammelle a cancellu.
 
Ci portano poi a vedere il laboratorio dove una ventina o forse trentina di donne preparano a mano i tortellini. Una scena d'altri tempi in un negozio modernissimo e attrezzato con le più innovative tecniche di commercializzazione che tendono al recupero dell'artigianalità e dei sapori autentici.
 
Veronetta
Torniamo verso Verona nella strada innevata carichi e satolli di tortellini.
 
Claudio sta prendendo confidenza con il bianco elemento atmosferico.
 
Alle 8:00 siamo già a letto, assonnati dall'emozione avventurosa della neve, che per noi è quasi come incontrare una delle tigri di Salgari, e dalla pancia piena di cibi buoni anche se un po' pesanti per i nostri stomaci abituati ad una cucina più fresca e leggera.  
 
 
 

 

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