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dicembre, Verona e Negrar
Dalla finestra dell'appartamento |
In giro per Verona |
Con
il concerto di ieri sera siamo entrati in pieno clima natalizio.
L'antivigilia si preannuncia un “bianco Natale, non di neve ma di
nebbia”, come recita il giornale l'Arena.
In realtà la nebbia vera
e propria non c'è, è più che altro un clima freddo con un cielo
bianco latte e qualche ombreggiatura da perfetto presepe cittadino
con le lucette in lontananza sulle colline e l'Adige che scorre
freddo e veloce nella sua trasparente purezza alpina.
Centro di Verona |
Alle
7:00, quando Valentina si sveglia, non c'è ancora chiarore di sorta
ma un buio che tende a scolorirsi per lasciar spazio ad un'alba
incolore, luminescente e non luminosa.
Colori di Verona |
I lavori nel vicolo proseguono
anche la Vigilia di Natale, frullini, trapani, martelli si esprimono
in un quasi impercettibile concerto contemporaneo.
Usciamo di casa
tardi, cerchiamo Santa Maria in Organo, molto carina, ma il vigile
che lavora in quel quartiere da vent'anni non ha notizia di
negozietti nei dintorni. Camminando incrociamo qualche galleria
d'arte, se così la si può definire.
Palazzo della Ragione, Verona |
Proseguiamo poi verso il
centro, a due passi. Esploriamo i sotterranei del Palazzo della
ragione, gli Scavi Scaligeri, sulle tracce di Tina Modotti, donna
straordinaria uccisa dall'ultimo compagno in modo vigliacco e banale,
ammesso e non concesso che esista un modo non vigliacco di spegnere
l'afflato vitale in una persona.
Valentina ha sempre... ragione :) |
La mostra è ricca di foto di Tina e
con vero piacere intellettuale ci immergiamo nel XX secolo in un
immaginario visivo che esplora le proprie potenzialità col vigore e
la fantasia di una donna abituata ad osservare e comprendere.
All'interno del Palazzo della Ragione |
Usciamo
verso il mercatino di Natale, alla ricerca della Galleria d'Arte
Moderna Achille Forti al Palazzo della Ragione e non ci accorgiamo
che siamo nei sotterranei del palazzo per cui basterebbe entrare nel
cortile e salire le scale... quindi ci ritroviamo a girare come
trottole finché non entriamo nell'Ufficio del Turismo e chiediamo
lumi.
A
Palazzo della Ragione rimaniamo affascinati dalla bellezza del luogo
e dall'imponenza della collezione che ci fa entrare appieno nella
arte italiana risorgimentale, tardo ottocentesca e primo
novecentesca. La visita al museo ci fa venire una gran voglia di
ricominciare a studiare la storia dell'arte.
San Zeno |
Torniamo
a casa per mangiare polenta con Gorgonzola e funghi. Usciamo di nuovo
per andare verso San Zeno, che è effettivamente molto bella, con la
cripta e le grandi navate, la pala d'altare di Andrea Mantegna.
Piazzale di San Zeno |
Decidiamo di andare a Negrar, sulle orme di Salgari, dove la scorsa
estate non eravamo riusciti ad arrivare. Le vicende personali
dell'Autore che inventò le storie su cui abbiamo sospirato e alle
quali ci siamo appassionati nella nostra infanzia meritano almeno una
gita al paese in cui ha trascorso la sua infanzia.
Pala d'altare |
Con nostra
sorpresa, a parte un risicato busto accanto all'edificio del
Municipio, non v'è traccia dello scrittore che lì è cresciuto, è
stato tenuto a balia. Ci chiediamo il motivo di tanta indifferenza,
noi pensavamo di trovare chissà cosa, non un tesoro, certo, ma
qualcosa che ricordasse le avventure che tanto ci avevano
appassionati. E invece non sapevano neanche che lì Emilio Salgari
aveva sentito raccontare le prime avventure e aveva sviluppato una
fantasia tanto fervida.
Sartoria Valentina? |
Parcheggiamo davanti al Caffè Europa, luogo
che ha la medesima insegna del Motel Europa, davanti al quale avevamo
fatto benzina questa estate, tornando da Trento, quando ci eravamo
smarriti tra le montagne proprio alla ricerca di Negrar. Proviamo a
prendere qualcosa ma nella vetrina del bancone ci sono soltanto
parenti stretti della Luisona del Bar Sport di Benni e usciamo verso
la via centrale del paesetto.
Lungadige |
Breve sosta in un'erboristeria, dove
Claudio trova uno sciroppo per la gola, propoli spray e un profumo.
Era da tempo, da quando gli era finito quello al bergamotto, che non
aveva un profumo che gli piacesse, un'essenza naturale o almeno
qualcosa di simile. L'erborista non sa di essere nel paese di
Salgari, o meglio, non ne ha la minima idea o nozione. Controlliamo
la notizia a questo punto, effettivamente è nato a Verona ma
l'infanzia l'ha passata proprio a Negrar.
Veronetta |
Essendo uno scrittore 'per
ragazzi', anche se le avventure da lui narrate hanno la geniale
universalità della Letteratura degna di questo nome nonostante in
vita sia stato sfruttato fino a non trovare altra possibilità che il
suicidio del corpo, forse sarebbe bene che nel luogo di giochi,
nell'età in cui la fantasia e la sua capacità d'immaginazione si
sono sviluppate, ci fosse qualcosa in più di un semplice mezzobusto
accanto alla porta del Municipio.
Veronetta |
Quanta discrepanza con la
celebrazione del genio anglosassone di Shakespeare, che a poco più
di 10 chilometri da questo paese alle pendici delle Prealpi, proprio
nella vivace Verona, ha ispirato musei, nomi di ristoranti, locande,
bar, locali, piatti tipici e chi più ne ha più ne metta!
Veronetta |
Quei
chilometri della comprensione tra parole in lingue diverse, tra
popolazioni attraverso la letteratura e l'arte, sono lunghissimi
quando il genio che deve essere ricordato è italiano? O forse quando
il senso di colpa per averlo sfruttato fino allo spasimo è ancor
vivo e presente nella memoria del popolo?
Usciamo
dall'erboristeria con un senso di spaesamento. Non abbiamo trovato
ciò che cercavamo, ma avremmo forse dovuto capirlo dalla statua in
metallo sulla rotatoria all'inizio del paese, dove non ci sono tigri
o corsari, ma un mondi in un calice stilizzato con la scritta 'Città
del vino'.
Lungadige |
Non città corsara o città di Mompracem, non c'è neanche
un bar che si chiami Malesia, Salgari, Sandokan. Niente. O forse no,
qualcosa di buono c'è anche qui.
Attraversiamo la strada e ci
troviamo in una norcineria di altri tempi, odori da sturbo e salumi
per palati avvezzi al buon cibo, sopresse all'Amarone con ricetta
bi-centenaria che da anni ottengono il primo premio nazionale della
loro categoria, una salumeria gestita dalla medesima famiglia da
oltre due secoli.
SandoClaudio con Emilio Salgari |
Eppur si muove. Siamo comunque in Italia, qualche
aspetto della cultura emerge sempre, anche nei luoghi più
abbandonati alla desertificazione cercata e voluta da chi non vuole
che i cittadini pensino, che si incontrino.
Torniamo
verso Verona carichi di delizie e con la ferma intenzione di tornare
sabato, prima di partire, per prendere i salumi.
La Norcineria |
Torniamo
a Verona con la sensazione che qualcosa non quadra. In sintesi:
abbiamo speso un sacco di soldi che non abbiamo e siamo infelici e
scontenti. O quasi.
Invece di andare a fare una passeggiata in città
pensiamo bene, si fa per dire, di discutere abbondantemente sulla
questione.
Ci addormentiamo tardi, abbracciati.
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