mercoledì 24 dicembre 2014

Cronachette di un viaggio in Italia, Natale 2014 § Verona e Negrar, 24 dicembre


24 dicembre, Verona e Negrar 

Dalla finestra dell'appartamento

In giro per Verona
Con il concerto di ieri sera siamo entrati in pieno clima natalizio. L'antivigilia si preannuncia un “bianco Natale, non di neve ma di nebbia”, come recita il giornale l'Arena.
 
In realtà la nebbia vera e propria non c'è, è più che altro un clima freddo con un cielo bianco latte e qualche ombreggiatura da perfetto presepe cittadino con le lucette in lontananza sulle colline e l'Adige che scorre freddo e veloce nella sua trasparente purezza alpina.


Centro di Verona
Alle 7:00, quando Valentina si sveglia, non c'è ancora chiarore di sorta ma un buio che tende a scolorirsi per lasciar spazio ad un'alba incolore, luminescente e non luminosa.
 
Colori di Verona
I lavori nel vicolo proseguono anche la Vigilia di Natale, frullini, trapani, martelli si esprimono in un quasi impercettibile concerto contemporaneo.
 
Usciamo di casa tardi, cerchiamo Santa Maria in Organo, molto carina, ma il vigile che lavora in quel quartiere da vent'anni non ha notizia di negozietti nei dintorni. Camminando incrociamo qualche galleria d'arte, se così la si può definire.
 
Palazzo della Ragione, Verona
Proseguiamo poi verso il centro, a due passi. Esploriamo i sotterranei del Palazzo della ragione, gli Scavi Scaligeri, sulle tracce di Tina Modotti, donna straordinaria uccisa dall'ultimo compagno in modo vigliacco e banale, ammesso e non concesso che esista un modo non vigliacco di spegnere l'afflato vitale in una persona.
 
Valentina ha sempre... ragione :)
La mostra è ricca di foto di Tina e con vero piacere intellettuale ci immergiamo nel XX secolo in un immaginario visivo che esplora le proprie potenzialità col vigore e la fantasia di una donna abituata ad osservare e comprendere.
 
All'interno del Palazzo della Ragione
Usciamo verso il mercatino di Natale, alla ricerca della Galleria d'Arte Moderna Achille Forti al Palazzo della Ragione e non ci accorgiamo che siamo nei sotterranei del palazzo per cui basterebbe entrare nel cortile e salire le scale... quindi ci ritroviamo a girare come trottole finché non entriamo nell'Ufficio del Turismo e chiediamo lumi.

A Palazzo della Ragione rimaniamo affascinati dalla bellezza del luogo e dall'imponenza della collezione che ci fa entrare appieno nella arte italiana risorgimentale, tardo ottocentesca e primo novecentesca. La visita al museo ci fa venire una gran voglia di ricominciare a studiare la storia dell'arte.

San Zeno
Torniamo a casa per mangiare polenta con Gorgonzola e funghi. Usciamo di nuovo per andare verso San Zeno, che è effettivamente molto bella, con la cripta e le grandi navate, la pala d'altare di Andrea Mantegna.
Piazzale di San Zeno
 
Decidiamo di andare a Negrar, sulle orme di Salgari, dove la scorsa estate non eravamo riusciti ad arrivare. Le vicende personali dell'Autore che inventò le storie su cui abbiamo sospirato e alle quali ci siamo appassionati nella nostra infanzia meritano almeno una gita al paese in cui ha trascorso la sua infanzia.
 
Pala d'altare
Con nostra sorpresa, a parte un risicato busto accanto all'edificio del Municipio, non v'è traccia dello scrittore che lì è cresciuto, è stato tenuto a balia. Ci chiediamo il motivo di tanta indifferenza, noi pensavamo di trovare chissà cosa, non un tesoro, certo, ma qualcosa che ricordasse le avventure che tanto ci avevano appassionati. E invece non sapevano neanche che lì Emilio Salgari aveva sentito raccontare le prime avventure e aveva sviluppato una fantasia tanto fervida.
 
Sartoria Valentina?
Parcheggiamo davanti al Caffè Europa, luogo che ha la medesima insegna del Motel Europa, davanti al quale avevamo fatto benzina questa estate, tornando da Trento, quando ci eravamo smarriti tra le montagne proprio alla ricerca di Negrar. Proviamo a prendere qualcosa ma nella vetrina del bancone ci sono soltanto parenti stretti della Luisona del Bar Sport di Benni e usciamo verso la via centrale del paesetto.
 
Lungadige
Breve sosta in un'erboristeria, dove Claudio trova uno sciroppo per la gola, propoli spray e un profumo. Era da tempo, da quando gli era finito quello al bergamotto, che non aveva un profumo che gli piacesse, un'essenza naturale o almeno qualcosa di simile. L'erborista non sa di essere nel paese di Salgari, o meglio, non ne ha la minima idea o nozione. Controlliamo la notizia a questo punto, effettivamente è nato a Verona ma l'infanzia l'ha passata proprio a Negrar.
Veronetta
 
Essendo uno scrittore 'per ragazzi', anche se le avventure da lui narrate hanno la geniale universalità della Letteratura degna di questo nome nonostante in vita sia stato sfruttato fino a non trovare altra possibilità che il suicidio del corpo, forse sarebbe bene che nel luogo di giochi, nell'età in cui la fantasia e la sua capacità d'immaginazione si sono sviluppate, ci fosse qualcosa in più di un semplice mezzobusto accanto alla porta del Municipio.
Veronetta
 
Quanta discrepanza con la celebrazione del genio anglosassone di Shakespeare, che a poco più di 10 chilometri da questo paese alle pendici delle Prealpi, proprio nella vivace Verona, ha ispirato musei, nomi di ristoranti, locande, bar, locali, piatti tipici e chi più ne ha più ne metta!
 
Veronetta
Quei chilometri della comprensione tra parole in lingue diverse, tra popolazioni attraverso la letteratura e l'arte, sono lunghissimi quando il genio che deve essere ricordato è italiano? O forse quando il senso di colpa per averlo sfruttato fino allo spasimo è ancor vivo e presente nella memoria del popolo?

Usciamo dall'erboristeria con un senso di spaesamento. Non abbiamo trovato ciò che cercavamo, ma avremmo forse dovuto capirlo dalla statua in metallo sulla rotatoria all'inizio del paese, dove non ci sono tigri o corsari, ma un mondi in un calice stilizzato con la scritta 'Città del vino'.
 
Lungadige
Non città corsara o città di Mompracem, non c'è neanche un bar che si chiami Malesia, Salgari, Sandokan. Niente. O forse no, qualcosa di buono c'è anche qui.
 
Attraversiamo la strada e ci troviamo in una norcineria di altri tempi, odori da sturbo e salumi per palati avvezzi al buon cibo, sopresse all'Amarone con ricetta bi-centenaria che da anni ottengono il primo premio nazionale della loro categoria, una salumeria gestita dalla medesima famiglia da oltre due secoli.
 
SandoClaudio con Emilio Salgari
Eppur si muove. Siamo comunque in Italia, qualche aspetto della cultura emerge sempre, anche nei luoghi più abbandonati alla desertificazione cercata e voluta da chi non vuole che i cittadini pensino, che si incontrino.

Torniamo verso Verona carichi di delizie e con la ferma intenzione di tornare sabato, prima di partire, per prendere i salumi.
La Norcineria

Torniamo a Verona con la sensazione che qualcosa non quadra. In sintesi: abbiamo speso un sacco di soldi che non abbiamo e siamo infelici e scontenti. O quasi.
 
Invece di andare a fare una passeggiata in città pensiamo bene, si fa per dire, di discutere abbondantemente sulla questione.
 
Ci addormentiamo tardi, abbracciati.  
 

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