3
gennaio 2016
Mentana
* Roma * Mentana
Ci
svegliamo in tarda mattinata con la voglia di pigrare e di vedere
qualcosa di culturalmente interessante. Consultiamo la programmazione
romana, oggi è giornata di musei aperti gratuitamente, ottima
occasione per vedere quei luoghi dove non si ha mai il tempo di
soffermarsi, per un motivo o per l'altro. Facciamo una colazione
veloce, saliamo in macchina e andiamo verso Roma, direttamente al
Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Valentina ha lavorato a meno di due isolati
di distanza per parecchi anni eppure non lo ha mai visitato, siamo
passati lì davanti un'infinità di volte eppure, come spesso accade
nella Città Eterna agli abitanti dell'Urbe e della provincia, è
stata la descrizione entusiastica di Mamma Lucilla e Papà Pietro ad
incuriosirci. Un vero e proprio scrigno di arte classica, con una
collezione di mosaici e pitture murarie impressionante, una buona
selezione di statue e percorsi molto ben strutturati. Usciamo con gli
occhi stracolmi di bellezza e la sensazione di una superiorità di
elaborazione dell'immagine e di distillazione delle tecniche
artistiche nettamente a favore del cosiddetto 'Occidente'. Ci
incuriosisce molto l'impressionante livello di conoscenza raggiunto
dagli antichi romani e la fondamentale perdita di tali conoscenze
dopo il crollo dell'impero fino ad una fortissima regressione
sociale e culturale. Usciamo e ci dirigiamo verso il Museo d'Arte
Orientale Giuseppe Tucci, ne abbiamo parlato molto, abbiamo avuto
contatti e interazioni con questa istituzione e finalmente riusciamo
a vederlo. La collezione è molto interessante, c'è anche una mostra
fotografica sull'Iran, la sensazione di una specie di supremazia
occidentale nell'elaborazione delle tecniche di espressione artistica
permane. Poi ci rendiamo conto che l'arte 'orientale', per quanto
abbia senso effettivo questa catalogazione del pensiero, si è
sviluppata in modo alquanto diverso nell'idea stessa di
avvicinamento, rappresentazione e comunicazione dell'estasi mistica.
Nelle espressioni pittoriche, architettoniche e scultoree ispirate
dalla religione cristiana vi è sempre una forma di misticismo che si
esplicita nella elevazione verso la divinità, nella comprensione
profonda ed estatica della meraviglia del Creato. Per quanto concerne
l'Oriente invece di una continua e costante tensione verso l'Immenso,
sembrerebbe esserci una profonda inclusione e comprensione
dell'unicità del tutto attraverso la pace interiore raggiungibile
attraverso la meditazione, una comunicazione con l'immensità
mediante la più profonda comprensione interiore. Alcune statue
emanano non tanto un senso di geniale meraviglia, di divina bellezza,
quanto un sentimento di pace, serenità e calma. Usciamo dal museo
con una perplessità di conoscenza che ci stimola e con un appetito
notevole. Cerchiamo un posto dove mangiare qualcosa ma Roma è sempre
un posto un po' complicato, troviamo pasticcerie e gelaterie e tanto
traffico, anche di domenica, anche durante i giorni delle feste.
Riusciamo a mangiare qualcosa e ci viene un gran nervosismo per la
fondamentale incapacità capitolina di avere standard qualitativi
adeguati alla capitale della patria del buon cibo. Andiamo verso
Piazza Navona, non c'è verso di continuare a vedere musei, ci
fermiamo in una delle botteghe storiche più deliziose della città,
acquistiamo dolciumi e prelibatezze pre-befana e poi torniamo verso
casa. Valentina ha la brillante e originalissima idea di passare un
attimino in un centro commerciale e ci troviamo impelagati in una
fila con una quantità di persone da far venire il mal di mare, ci
sbrighiamo e usciamo in tempo per tornare all'ora di cena.
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