sabato 5 dicembre 2015

Cronachette di un viaggio in Italia. Itinerari mentanesi. Mentana > Rifugio Montecristo > L'Aquila > Mentana

5 dicembre 2015

Itinerari mentanesi. Mentana > Rifugio Montecristo > L'Aquila > Mentana

Ci svegliamo di buon mattino senza troppa voglia di andare via. La giornata promette bene, ci rimettiamo a letto con pigro gusto vacanziero. Il sole irrompe nella stanza e ci invita a godere della calda mattinata dicembrina. Ci facciamo una doccia calda, ci vestiamo bene e ci copriamo per andare sulla neve, direzione: Gran Sasso. L'acqua bolle, il tè è subito pronto per il thermos, tagliamo a dadini un po' di cacio lombardo acquistato al Passo del Tonale, prepariamo gli zaini e via, pronti per una bella gita.
Saliamo in macchina, bacetto del buon viaggio, l'autostrada non promette bene e sembra proprio che mezza Roma e dintorni abbiano deciso di seguirci verso l'Abruzzo, o che comunque la nostra sia stata una di quelle originalissime idee sulla falsa riga di una capatina al centro commerciale in un sabato pomeriggio uggioso. Arriviamo a Fonte Cerreto, dove pensiamo di acquistare panini ma preferiamo proseguire verso Campo Imperatore, o almeno finché si riesce ad arrivare. Ci fermiamo al Rifugio Montecristo, dove ci accolgono due bellissimi cagnoloni che hanno tutta l'aria di essere maremmani paciosi e dolcissimi. Cambiamo le scarpe e ci incamminiamo verso la cima, o almeno cominciamo ad inerpicarci su una pista da sci con qualche centimetro di neve e gli impianti di risalita fermi. Prendiamo come riferimento i pali della funivia per non perdere l'orientamento. L'impressione che abbiamo è quella di una scalata in cordata dell'Everest, ci fermiamo di frequente per riprendere fiato anche se non abbiamo il coraggio di ammettere che siamo decisamente fuori allenamento. Alfin giungiamo in vetta, forse sarebbe più appropriato affermare che abbiamo percorso qualche centinaia di metri in leggera pendenza e ci siamo seduti, stremati e soddisfatti, vicino al capo opposto della seggiovia. Intorno a noi la meravigliosa varietà dei Monti della Laga e del Massiccio del Gran Sasso. C'è poca neve e Valentina riesce finalmente a comprendere il concetto di trasformazione dell'idrogeno con due basi di ossigeno dallo stato liquido a quello nevoso. Rimaniamo molto sorpresi dalla forza straordinaria della natura che riesce ad esprimersi nello spazio di pochi centimetri quadrati tra forme vitali all'apparenza diversissime tra loro. Ci beiamo nella bellezza ondosa di monti che si rincorrono tra loro in una corsa infinita verso il cielo e il mare. Siamo in profonda meditazione, il modo giusto per salutare un amico e per godere il piacere vivace dell'amenità del luogo. Riscendiamo verso il rifugio correndo sulla neve, ridiamo, sembra di volare. Piccola sosta al Montecristo per succo di frutta e caffè al ginseng. Vorremmo mangiare lì ma forse la prossima volta. Una chiacchierata sui luoghi di montagna opposti a quelli di mare ci fa sorridere: a quanto pare i montanari trovano il mare monotono. Andiamo via con la voglia di tornare. Arriviamo a L'Aquila, città massacrata ingiustamente dall'inettitudine e dalla corruzione. L'imponenza della Procura ci strappa un amaro sorriso.
Nella Piazza del Duomo ci deliziamo tra squisitezze e sapori autentici nel Caffè dei Fratelli Nurzia. Torniamo verso casa tra le vie della città dignitosamente sofferente, fantasmagoricamente testarda. Attraversiamo paesini deliziosi, Antrodoco, Sella di Corno, per giungere fino a Rieti, dove non ci fermiamo.

La Salaria ci riporta verso casa con il desiderio di ricominciare il lavoro. Ci aspetta il sagrato della chiesa per un'iniziativa commemorativa.

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