martedì 29 dicembre 2015

Cronachette di un viaggio in Italia. Massanzago * Padova * Massanzago

29 dicembre 2015

Massanzago * Padova * Massanzago

Padova
Dopo una notte quasi insonne per il freddo ci alziamo quasi in tempo per andare a vedere la Cappella degli Scrovegni. Ci vestiamo velocemente, saliamo in macchina e ci sbrighiamo ad arrivare a Padova, troviamo subito parcheggio, nella biglietteria non ci fanno storie per i cinque minuti di ritardi e nella Cappella ci fanno entrare con il turno successivo a quello prenotato. 

Le enormi attenzioni poste a salvaguardia di questo capolavoro assoluto dell'arte italiana sono presto spiegate: la Cappella è stata affrescata da Giotto e commissionata da un usuraio il cui stemma rappresenta un cinghiale rampante, a giudicare dal cognome probabilmente è una scrofa selvatica, quindi un cinghiale femmina, per redimersi e chiedere perdono all'Altissimo del peccato di usura, quindi di lucro sul tempo, che è, nella concezione cristiana, di Dio e non dell'uomo, cui invece pertiene la dimensione mondana. 

Non è la prima né l'unica chiesa costruita con le indulgenze per pulire l'anima di peccatori impenitenti e il rapporto tra strozzinaggio e clero non è certo una novità, anzi troppi sono i casi noti di preti che, soprattutto in zone funestate da una cronica mancanza di diritti, hanno esercitato tale “attività commerciale”, molte sono inoltre le chiese edificate con il prezzo dell'espiazione tramite il lavacro con atti di penitenza quali elargizioni cospicue di denari. Santa Madre Chiesa con il suo abbraccio universale comprende pii e pecorelle smarrite. 

Prato della Valle, Padova
Ci viene in mente il Duomo di Bergamo Alta in cui le colonne non sorrette da leoni si appoggiano su statue di usurai proni in atteggiamento di prostrazione. Se il contributo economico non è una novità, ci fa abbastanza strano vedere una cappella interamente eretta e decorata da un usuraio, di sua spontanea volontà. Non lontano da Padova il mantovano Daniel Norsa era stato condannato ad erigere un edificio di culto cattolico dedicato alla Madonna della Vittoria, dopo la rimozione autorizzata di un'effigie della Vergine Maria dalla sua abitazione, ma che un usuraio decidesse sua sponte di far erigere una intera chiesa pagando di tasca sua perfino il miglior pittore sulla piazza ci fa sorridere pensando all'abilità del suo prete confessore, evidentemente lo ha spaventato in modo così efficace da convincerlo a fare ciò che per lui era certamente difficilissimo fare, un atto di generosa donazione. 

A volte i sacerdoti riescono a ristabilire una sorta di giustizia grazie alle indubbie doti oratorie. 

La Cappella è una vera meraviglia cui si è ampiamente ispirato Michelangelo per la Cappella Sistina. 

Prato della Valle, Padova
Forse sarebbe più corretto affermare che fu presa direttamente a modello per la Sala del Conclave. Se la struttura anche del Giudizio Universale è pressoché identica, lo cifra stilistica è affatto differente. Giotto esprime appieno tutto il suo genio con tratto deciso e netto in cui il contrasto tra elementi geometrici e colori rende pienamente la forza espressiva degli episodi biblici. Il blu giottesco, composto da pigmenti peculiarissimi che si esprimono in una tinta azzurra con base di scuro e luminosissimo lapislazzulo, fa da sfondo a scene bibliche popolate da personaggi dai volti fortemente vivaci, tondi e chiarissimi, con gote rosate, rafforzati dall'inconfondibile tratto deciso di occhi nerissimi che ricordano vagamente le raffigurazioni indiane. Le vesti sono coloratissime e l'alternanza di chiaro e scuro evidenzia la tridimensionalità dell'insieme, fortissima la presenza del colore viola, simbolo di pentimento. In generale è il contrasto fortissimo tra tenue e deciso, tondo e lineare, chiaro e scuro, gioioso e tragico, quello che sembra caratterizzare la pittura giottesca. 

Ci impressiona la capacità di giocare con tecniche pittoriche del passato e del futuro, come se tutto fosse esistito in un unico istante presente nel momento della creazione artistica. Lo stucco marmoreo usato dagli antichi Romani e di cui si era persa la conoscenza nel Medioevo è utilizzato copiosamente, così come gli studi di forme, linee e contrasti che saranno alla base delle ricerche stilistiche del XX secolo sono applicate con genialità ben sette secoli prima della loro teorizzazione, sono soltanto alcuni degli esempi che ci hanno lasciato letteralmente senza fiato. 

La morbidezza delle vesti si contrappone alla solida geometria del volto in cui regna una enorme forza espressiva data dal contrasto tra lievità e decisione del tratto. 

L'arancione,il verde e il giallo si compenetrano in una perfezione di giustapposizioni cromatiche. Per far meglio emergere elementi e figure dallo sfondo di inconfondibile blu e dal chiarore di pannelli color panna, il pittore del cerchio perfetto ha utilizzato anche la pittura a rilievo, molto comune nel Medioevo, seppur non moltissimo durante l'Umanesimo, e che viene ovviamente reintepretata con un segno che precorre le sperimentazioni più azzardate dell'Espressionismo tardo Ottocentesco, creando, anche in questi dettagli, un ponte immaginario tra passato e futuro. La contrapposizione dualistica, oltre ad essere un elemento distintivo dello stile pittorico, è anche nella raffigurazione di bene e male, di vizi e virtù, di Inferno e Paradiso. Se il Regno dei Cieli è un luogo di beatitudine raffigurato in modo netto da nuvole, vesti e visi sereni, gli Inferi sono popolati da figure che fanno pensare alla pittura fiamminga di Bosch e Breughel. Il Giudizio Universale è molto simile a quello immaginato da Michelangelo, seppur molto più elementare e semplice nella struttura, con moltissimi riferimenti all'attualità del tempo su vizi e vizietti di personaggi più o meno noti in un racconto per immagini che rimanda inevitabilmente all'immaginario dantesco della Divina Commedia. Claudio rimane particolarmente impressionato dalla figura di un vescovo nudo con una sacca di soldi nelle mani in atti libidinosi nelle grinfie di Lucifero, o di Giuda impiccato con le viscere evidenti, quasi a dimostrazione delle scoperte scientifiche del tempo.
Prato della Valle, Padova
Le splendide grottesche, rielaborazione tipicamente rinascimentale di decorazioni scoperte nelle domus romane, sono una presenza temporalmente rarissima e meravigliosa in affreschi di quell'epoca.
Usciamo storditi da tanta bellezza e visitiamo il museo con gli occhi già pieni di splendore. La collezione è molto interessante ma quello che ci incuriosisce di più è la produzione artistica di Ginevra Cantofoli, che ha saputo alleggerire con la delicatezza della comprensione dell'animo umano tipicamente femminile la violenta contrapposizione di luci ed ombre della pittura seicentesca. Vera chicca della scarsissima presenza di opere di pittrici, inaccettabile retaggio di secoli di oppressione.

Particolarissima anche la mostra del giovane Casorati, che stimola l'immaginario onirico di Claudio. Usciamo stanchi e affamati nella nebbia che avvolge la città, ci dirigiamo verso la Basilica di Sant'Antonio e mentre Claudio compra regalini per i suoi parenti, Valentina si crogiola al sole che per qualche minuto riesce a farsi breccia nell'umida barriera biancastra. Visitiamo brevemente Piazza dei Signori e Palazzo della Ragione, compriamo del pane e torniamo verso Massanzago. Lungo la strada Valentina deve fermarsi più volte per problemi di stomaco, torniamo verso l'appartamento dove l'acqua è fredda, prepariamo le valigie con la voglia di andar via da quella casa e da tutta quell'umidità gelida.   



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