27
dicembre 2015
Massanzago
* Padova * Terme Euganee * Abano * Montegrotto * Fiera di Primiero *
Pale di San Martino * Trento * Massanzago
Ci
svegliamo ad un orario decente intirizziti dal freddo, pare per un
problema alla caldaia. L'albula nebbietta immerge la pianura nella
sua ovattata placidità. Ci prepariamo e usciamo in men che non si
dica, cercando un po' di tepore in macchina. Andiamo verso Padova di
pessimo umore, la Cappella degli Scrovegni non si può vedere,
bisogna prenotare, chiediamo di acquistare i biglietti, ci viene
risposto che si può fare ma soltanto su internet, ovviamente nella
biglietteria non c'è il wi-fi.
Mamma
Lucilla ci risolve il problema da Mentana, meraviglie dell'epoca
moderna. Valentina fa colazione al baretto del museo con un
tramezzino arrotolato tonno e carciofini da leccarsi i baffi e una
buona spremuta d'arancia, unica nota molto positiva del primo impatto
con la città.
Camminiamo
e scopriamo musei e pinacoteche di indubbio interesse, risaliamo in
macchina con la voglia di andare alle terme ma ci fermiamo a pochi
passi dalla monumentale Basilica di Sant'Antonio di Padova. A Prato
della Valle, la bellissima piazza su cui si affaccia Santa Giustina,
monumentale edificio di culto eretto sul luogo di sepoltura della
protomartire cristiana del IV secolo, modificato nel corso del tempo
in base agli stilemi veneti. Passeggiamo tra statue e ponticelli,
marmi e prati disegnati in foggia settecentesca al centro della
piazza, che scopriamo poi essere una tra le più grandi di tutta
Europa. Le geometrie da giardino all'italiana, movimentato dalla
morbidezza delle statue marmoree classiciste, creano una generale
impressione di nobile beltà, di decoro. La nettezza lineare di
ispirazione illuminista si incontra con la imponente maestosità
sfumata da suggestioni arcadiche. Siamo intabarrati per proteggerci
dal freddo insistente, i nostri movimenti si confondono con
l'immaginario fruscio di tessuti preziosi, broccati e sete. Sembra
quasi di poter udire lo stridio delle ruote di carrozze e calessi
mentre fervevano i moti indipendentisti e stavano per svilupparsi le
rivoluzionarie idee risorgimentali che avrebbero portato all'Unità
d'Italia. Fantastichiamo e Claudio immagina di poter finalmente 'fare
gli italiani', ma è certo ancor oggi un'utopia. Non è che non vi
sia un'identità nazionale o che non sia possibilie individuare
alcune caratteristiche tipiche di tutta la cittadinanza italiana,
compresa la diaspora, è che molti italiani stentano a sentirsi
cittadini e a vivere lo Stato Nazionale con la orgogliosa dignità
che si converrebbe ad una popolazione con una storia, un territorio,
una cultura, tanto ricca e variegata. Oggi la Regione Veneto, che
tanta povertà ha sofferto da dover conoscere lo strazio
dell'emigrazione, è uno tra i luoghi più ricchi e fiorenti del
BelPaese, un motore propulsivo dell'economia europea e planetaria,
ovviamente meta di migrazione e focolaio di spiriti anti-italiani,
anti- patriottici. Ci viene il sospetto che tutte queste passioni
intellettuali siano un po' il risultato di una generale ubriacatura
anche perché non ci sembra di scorgere le difficoltà e i problemi
di integrazione che in altri luoghi della Penisola sono palesemente
evidenti. Le festività religiose vengono osservate con bigotta
partecipazione, tanto che, quando entriamo nella Basilica di
Sant'Antonio di Padova, in cui viene officiata una messa, troviamo
una grande folla di devoti in preghiera, tale da far pensare che il
Santo padovano goda di maggiore popolarità tra i cattolici del
Salvatore stesso e questo ci fa un po' sorridere. Le religioni si
somigliano e il culto di santi e beati non si discosta molto dalla
venerazione politeista. Entrare nella basilica piena di fedeli è una
sensazione molto gradevole comunque al di là delle personali
convinzioni e credenze. I mosaici, l'architettura e i dipinti sono
pregevolissimi, ma ciò che impressiona di più è la vivacità
partecipata. Quella di Sant'Antonio è una basilica che non ha mai
smesso di attirare fedeli e devoti e questo fortissimo misticismo si
incunea tra le volte innalzate verso l'Altissimo in colorate ossature
in cui il romanico dialoga col gotico con una ricchezza barocca che
si rinnova in dettagli moderni e contemporanei. Una chiesa, insomma,
che esprime appieno il concetto di abbraccio e adunanza, di ecclesia,
ormai piuttosto raro soprattutto nelle più note e artisticamente
rilevanti chiese italiane. Proseguiamo il nostro giro verso le terme
euganee ma il freddo patito la notte precedente e la nebbia che
oscura l'orizzonte montuoso ci fa decidere di andare verso le
Dolomiti. Arriviamo a Fiera di Primiero dove si sta svolgendo una
gara di fondo su una pista di neve artificiale nel centro del paese.
Ci facciamo subito tentare da una cioccolateria artigianale e
mangiamo all'interno di una macelleria locale. Le Pale di San Martino
si mostrano nel loro rosato tramonto fino a virare verso il verde.
Torniamo verso Massanzago, passiamo a Trento per mangiare una gustosa
goulaschsouppe nell'affollatissima Birreria Pedavena. Arriviamo
nell'appartamento stanchissimi e ci addormentiamo quasi all'istante.
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