Salutiamo Canneto
Dopo
due notti non particolarmente rilassanti, ci alziamo e ciondoliamo
verso la spiaggia, il mare è calmo ma freddino per gli standard
eoliani.
Claudio crede di scorgere qualcosa di simile ad una medusa,
usciamo e facciamo colazione sulla spiaggia. Proprio in quel momento
arriva Corrado con la sua attrezzatura da sub, entra in acqua e
sostiene di aver visto un polipo gigante. Claudio malignamente pensa
che sia di dimensioni alquanto ridotte. Ci scaldiamo un po' al sole
che si esprime in tutta la sua magnificenza tra nuvole meravigliose,
poi ci dirigiamo verso il giro di compere mattutine.
Paghiamo il
campeggio e pranziamo nella tarda mattinata cercando di risolvere,
invano fino alla chiamata a Mamma Lucilla, uno schema enigmistico di
Ghilardi o Bartezzaghi che proprio non ci veniva. Torniamo in tenda,
sonnecchiamo, leggiamo, così come Valentina ha scoperto il
fantastico mondo marino superando la diffidenza verso maschere e
occhialini, così Claudio si è lasciato trasportare nel vortice
della fantasia attraverso la lettura di semplici parole e si è fatto
contagiare dall'atteggiamento del lettore incallito.
Prendiamo
appuntamento con Francesco per il bagno pomeridiano in cui ci fa
scoprire una quantità di varietà di pesci, pesciolini e creature
del mare, spiegandoci come si chiamano e che abitudini hanno. Ci
spiega anche come li cucina sua madre ma tant'è. Ci diamo
appuntamento 'Da Merlo' per una pizza di arrivederci. Ci asciughiamo
al sole, godendo questi ultimi attimi di meravigliosa bellezza,
cercando di imprimere nella nostra mente il profilo della baia e
delle isole di fronte a noi, cerchiamo di scorgere qualche sprazzo di
rosso dalla sciara di fuoco che contrasta con i colori decisi del
mare.
Ci crogioliamo a riconoscere i contorni di Panarea, con la sua
bianca perpendicolare che si tuffa nel mare con dietro il conico
Stromboli, ogni puntino bianco, ogni casetta nella baia sembra
volerci salutare, farsi ammirare ancora una volta. Il verde scuro si
alterna all'argilla con sprazzi di bianco e il tutto è unito nel
liquido elemento che racchiude in sé tutti i colori dell'arcobaleno.
Torniamo in campeggio già con la nostalgia di questo posto così
unico e così semplicemente bellissimo.
Ci prepariamo e ci incamminiamo
verso la pizzeria. Mangiamo una Messinese, una Norma, una Campagnola
senza spinaci e con pancetta, l'impasto è spesso, più simile a
quello napoletano che a quello romano, il condimento è siciliano,
generoso e gustoso. Chiacchieriamo e ci salutiamo con la voglia di
incontrarci nuovamente.
Non abbiamo voglia di andare subito in tenda,
la notte è calda, il venticello rinfresca quel tanto che serve per
non sudare, il cielo è limpido e il mare è troppo invitante.
Ci
accoccoliamo sulla spiaggia di sassi, tra persone che hanno allestito
pic-nic molto chic con tanto di flute e vestiti da sera, sembra quasi
di essere in una coreografia di Pina Bausch. La nostalgia per quel
mare incantevole, per la baia assolutamente perfetta, per la dolcezza
della temperatura dell'acqua, per la stupenda meraviglia delle Eolie
inevitabilmente ci intristisce un po'.
Torniamo al campeggio e ci
addormentiamo satolli e rilassati.
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