domenica 25 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Panarea e Stromboli by night

25 agosto

Panarea e Stromboli by night
 
Ci alziamo tra le 7 e le 8 di mattina per andare al mare, che è una tavola, e fare un piccolissimo bagno prima di incontrare una splendida medusa venuta a salutarci. Colazione in spiaggia e l'intenzione di proseguire la mattinata tra letture in spiaggia e Settimana Enigmistica. Ci gongoliamo un po' al sole e poi rientriamo in campeggio, dove troviamo una piacevole sorpresa e facciamo amicizia con Corrado, che si unisce a noi nella gita in barca a Panarea e Stromboli by night. Nel giro di compere mattutino incontriamo Francesco, prenotiamo la barca, acquistiamo il regalo per Papà Pietro: una maschera da snorkeling, visto che gli abbiamo rotto la sua. Passaggio al forno, al supermarket e al supermercato, con piccola sosta nel negozio delle caramelle, dove ci indicano un 'granitaro', il 'Bar Tano', vediamo il colore del gelato che non promette bene per niente. Mangiamo in campeggio presto anche per ricaricare i telefoni. Facciamo un po' di conti: abbiamo speso tutti i soldi per le vacanze e mancano 4 giorni al ritorno, sarà il caso di ridurre drasticamente le spese! Corrado arriva, Valentina va a fare una doccia e Claudio si mette a chiacchierare con lui davanti alla tenda. Si stanno simpatici e in effetti l'allegria napoletana è vivacemente contagiosa. Quando parla sembra impegnato in una sua personale coreografia partenopea e infarcisce qualunque storia con personaggi che a suo avviso e da buon napoletano, l'universo creato dovrebbe ovviamente conoscere. O almeno questo traspare dal disappunto quasi offeso con cui spiega, con il tono usato con i bimbi che non sanno le cose dei grandi, chi sono e che funzione svolgono nella storiella che si accinge a raccontare. Sulla musica l'intesa tra i due non scatta, Corrado non conosce gli Osanna, gruppo progressive napoletano per intenditori. Per il resto chiacchierano quasi ininterrottamente riuscendo in un'impresa solitamente quasi impossibile, far tacere Valentina. Le avventure narrate, sì perché qualunque piccolo accadimento si trasforma in opera teatrale con capo-comici ed interpreti minori, nonché una struttura solidamente consolidata negli anni, sono molto divertenti. È ora di imbarcarci. Chiacchierando e ridendo arriviamo dall'altra parte della baia, saliamo sull'imbarcazione che ci farà vedere la Sciara del Fuoco di notte. Il primo bagno è alle Cave di pomice, due baie dopo quella di Canneto, dove il verde e l'azzurro del mare si evidenziano grazie al bianco puro della pomice in uno scenario fantastico da mari tropicali che fa immancabilmente pensare alla luna, a luoghi esotici e lontani. La macchia mediterranea si apre per mettere in mostra un cuore di leggerissima pomice, immancabilmente si vedono persone che si lanciano giù dalla bianchissima e soffice collinetta verso il mare incontaminato. Il fondo è visibilissimo anche dalla barca, nella sua liquida perfezione. Al largo di Panarea ci immergiamo con piacere e ci ritroviamo in un paesaggio marino inaspettato. Le Eolie sono bellissime anche perché sono davvero una più bella dell'altra e da una baia ad un'altra gli scenari cambiano rapidamente, il mare è sempre pulitissimo e cristallino ma i colori variano in modo incredibile. Ci immergiamo in un blu cobalto completamente trasparente, con pesci di ogni forma e colore, che danzano sinuosi intorno a noi. Gli anfratti offrono spettacoli naturali di rara beltà. Tanto ci piace fare il bagno al largo di Panarea quanto non ci piace immergerci nelle stradine pedonali percorse a folle velocità da macchinine da golf contenenti ricchi vacanzieri che hanno tutta l'intenzione di mettere in mostra la corposità dei loro conti bancari. Molti milanesi, frotte di snob griffati dalla testa ai piedi, a volte lasciati scalzi per ulteriore dimostrazione di spregio verso il vil denaro, ovviamente con costosissimi calzari casualmente tenuti in bella vista che fa tanto chic trasandato. Avremmo un'ora per visitare l'isola più fighetta dell'arcipelago ma non abbiamo voglia di inerpicarci per visitare la città preistorica e dopo mezz'ora ci riavviciniamo alla barca, con il desiderio di tuffarci nelle acque eoliane senza pensare a quanti soldi vengano sperperati in quest'isola per puro gusto dell'ostentazione. L'imbarcazione salpa e arriviamo nell'altro scrigno di tesori naturali per paperoni, che però sono talmente consolidati nella loro certezza di superiorità economica di fronte alla media delle persone che non hanno neanche bisogno di ostentare. Stromboli è una rivelazione: un luogo magico dove gli elementi si compenetrano in un equilibrio perfetto tra il dionisiaco e l'apollineo. L'energia dell'isola è, a dir poco, possente. Il nero della sabbia danza con i verdi delle pale dei fichi d'india i ciuffi d'erba, piante di capperi sembrano muoversi di concerto con bouganville e hibiscus dei colori più fantasiosi. Il tutto profumato da zaffate di gelsomino che pervadono l'aria non inquinata dal traffico e già aromatizzate naturalmente dalle erbe scaldate dal sole eoliano. Il paesino è vivacissimo e hanno granite e gelati decisamente degni di questo nome che ci rimettono in sintonia siciliana con l'arcipelago. L'acqua è caldissima, la spiaggia di finissima sabbia nera raccoglie il calore del sole e quello del vulcano perennemente attivo. In men che non si dica è tempo di risalire in barca, la nostra gita prosegue verso Strombolicchio, cratere di 400.000 anni, un vecchietto in confronto allo Stromboli che ne ha 'soltanto' 200.000. Sull'anziano cratere ormai divenuto svoglio c'è un faro e quello che ci sembra essere un airore bianco. La tentazione di farci lasciare sull'isolotto, guardare dal faro la sciara del fuoco che incontra il mare, le stelle e l'alba è forte ma resistiamo e ci dirigiamo con l'imbarcazione verso la sciara. Il vulcano ci saluta appena con un paio di spruzzatine, avremmo il desiderio di tornare quando è in piena attività. Il via-vai di escursionisti è notevole e ci riserviamo di tornare a scalare i vulcani della Trinacria col tempo più fresco nelle altre tre stagioni dell'anno. Le stelle nel cielo sono talmente tante che non riusciamo neanche ad individuare il Grande Carro per parecchi minuti. Ci lasciamo alle spalle il dorato panfilo di Dolce e Gabbana, ci rammarichiamo dei loro guai col fisco con una serie di improperi irripetibili. Torniamo a Canneto con la voglia di rivedere Stromboli e i vulcani siciliani. Dormiamo un sonno profondo.


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