Panarea e Stromboli by night
Ci
alziamo tra le 7 e le 8 di mattina per andare al mare, che è una
tavola, e fare un piccolissimo bagno prima di incontrare una
splendida medusa venuta a salutarci. Colazione in spiaggia e
l'intenzione di proseguire la mattinata tra letture in spiaggia e
Settimana Enigmistica. Ci gongoliamo un po' al sole e poi rientriamo
in campeggio, dove troviamo una piacevole sorpresa e facciamo
amicizia con Corrado, che si unisce a noi nella gita in barca a
Panarea e Stromboli by night. Nel giro di compere mattutino
incontriamo Francesco, prenotiamo la barca, acquistiamo il regalo per
Papà Pietro: una maschera da snorkeling, visto che gli abbiamo rotto
la sua. Passaggio al forno, al supermarket e al supermercato, con
piccola sosta nel negozio delle caramelle, dove ci indicano un
'granitaro', il 'Bar Tano', vediamo il colore del gelato che non
promette bene per niente. Mangiamo in campeggio presto anche per
ricaricare i telefoni. Facciamo un po' di conti: abbiamo speso tutti
i soldi per le vacanze e mancano 4 giorni al ritorno, sarà il caso
di ridurre drasticamente le spese! Corrado arriva, Valentina va a
fare una doccia e Claudio si mette a chiacchierare con lui davanti
alla tenda. Si stanno simpatici e in effetti l'allegria napoletana è
vivacemente contagiosa. Quando parla sembra impegnato in una sua
personale coreografia partenopea e infarcisce qualunque storia con
personaggi che a suo avviso e da buon napoletano, l'universo creato
dovrebbe ovviamente conoscere. O almeno questo traspare dal
disappunto quasi offeso con cui spiega, con il tono usato con i bimbi
che non sanno le cose dei grandi, chi sono e che funzione svolgono
nella storiella che si accinge a raccontare. Sulla musica l'intesa
tra i due non scatta, Corrado non conosce gli Osanna, gruppo
progressive napoletano per intenditori. Per il resto chiacchierano
quasi ininterrottamente riuscendo in un'impresa solitamente quasi
impossibile, far tacere Valentina. Le avventure narrate, sì perché
qualunque piccolo accadimento si trasforma in opera teatrale con
capo-comici ed interpreti minori, nonché una struttura solidamente
consolidata negli anni, sono molto divertenti. È ora di imbarcarci.
Chiacchierando e ridendo arriviamo dall'altra parte della baia,
saliamo sull'imbarcazione che ci farà vedere la Sciara del Fuoco di
notte. Il primo bagno è alle Cave di pomice, due baie dopo quella di
Canneto, dove il verde e l'azzurro del mare si evidenziano grazie al
bianco puro della pomice in uno scenario fantastico da mari tropicali
che fa immancabilmente pensare alla luna, a luoghi esotici e lontani.
La macchia mediterranea si apre per mettere in mostra un cuore di
leggerissima pomice, immancabilmente si vedono persone che si
lanciano giù dalla bianchissima e soffice collinetta verso il mare
incontaminato. Il fondo è visibilissimo anche dalla barca, nella sua
liquida perfezione. Al largo di Panarea ci immergiamo con piacere e
ci ritroviamo in un paesaggio marino inaspettato. Le Eolie sono
bellissime anche perché sono davvero una più bella dell'altra e da
una baia ad un'altra gli scenari cambiano rapidamente, il mare è
sempre pulitissimo e cristallino ma i colori variano in modo
incredibile. Ci immergiamo in un blu cobalto completamente
trasparente, con pesci di ogni forma e colore, che danzano sinuosi
intorno a noi. Gli anfratti offrono spettacoli naturali di rara
beltà. Tanto ci piace fare il bagno al largo di Panarea quanto non
ci piace immergerci nelle stradine pedonali percorse a folle velocità
da macchinine da golf contenenti ricchi vacanzieri che hanno tutta
l'intenzione di mettere in mostra la corposità dei loro conti
bancari. Molti milanesi, frotte di snob griffati dalla testa ai
piedi, a volte lasciati scalzi per ulteriore dimostrazione di spregio
verso il vil denaro, ovviamente con costosissimi calzari casualmente
tenuti in bella vista che fa tanto chic trasandato. Avremmo un'ora
per visitare l'isola più fighetta dell'arcipelago ma non abbiamo
voglia di inerpicarci per visitare la città preistorica e dopo
mezz'ora ci riavviciniamo alla barca, con il desiderio di tuffarci
nelle acque eoliane senza pensare a quanti soldi vengano sperperati
in quest'isola per puro gusto dell'ostentazione. L'imbarcazione salpa
e arriviamo nell'altro scrigno di tesori naturali per paperoni, che
però sono talmente consolidati nella loro certezza di superiorità
economica di fronte alla media delle persone che non hanno neanche
bisogno di ostentare. Stromboli è una rivelazione: un luogo magico
dove gli elementi si compenetrano in un equilibrio perfetto tra il
dionisiaco e l'apollineo. L'energia dell'isola è, a dir poco,
possente. Il nero della sabbia danza con i verdi delle pale dei fichi
d'india i ciuffi d'erba, piante di capperi sembrano muoversi di
concerto con bouganville e hibiscus dei colori più fantasiosi. Il
tutto profumato da zaffate di gelsomino che pervadono l'aria non
inquinata dal traffico e già aromatizzate naturalmente dalle erbe
scaldate dal sole eoliano. Il paesino è vivacissimo e hanno granite
e gelati decisamente degni di questo nome che ci rimettono in
sintonia siciliana con l'arcipelago. L'acqua è caldissima, la
spiaggia di finissima sabbia nera raccoglie il calore del sole e
quello del vulcano perennemente attivo. In men che non si dica è
tempo di risalire in barca, la nostra gita prosegue verso
Strombolicchio, cratere di 400.000 anni, un vecchietto in confronto
allo Stromboli che ne ha 'soltanto' 200.000. Sull'anziano cratere
ormai divenuto svoglio c'è un faro e quello che ci sembra essere un
airore bianco. La tentazione di farci lasciare sull'isolotto,
guardare dal faro la sciara del fuoco che incontra il mare, le stelle
e l'alba è forte ma resistiamo e ci dirigiamo con l'imbarcazione
verso la sciara. Il vulcano ci saluta appena con un paio di
spruzzatine, avremmo il desiderio di tornare quando è in piena
attività. Il via-vai di escursionisti è notevole e ci riserviamo di
tornare a scalare i vulcani della Trinacria col tempo più fresco
nelle altre tre stagioni dell'anno. Le stelle nel cielo sono talmente
tante che non riusciamo neanche ad individuare il Grande Carro per
parecchi minuti. Ci lasciamo alle spalle il dorato panfilo di Dolce e
Gabbana, ci rammarichiamo dei loro guai col fisco con una serie di
improperi irripetibili. Torniamo a Canneto con la voglia di rivedere
Stromboli e i vulcani siciliani. Dormiamo un sonno profondo.
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