Dal
'Continente' all'Isola, arriviamo a Lipari
Quando
ci svegliamo siamo all'incrocio tra Reggio Calabria e Villa San
Giovanni, arriviamo al porto poco prima delle 3:30, il primo
traghetto, 'u ferribbot' Caronte, parte alle 4:00. Niente fila,
niente traffico. Lungo la traversata del breve tratto di mare che
separa – o unisce – il 'continente' con la Sicilia, la luna si
nasconde per farci vedere meglio le luci sulla costa dell'isola.
A
Messina ci accoglie il Bar Italia con cornetti e brioches appena
sfornati, dove possiamo bere un buon tè freddo e attendere con tutta
tranquillità l'arrivo del bus per Milazzo. Niente da fare: Claudio
viene attaccato da zanzarine feroci e comincia a smaniare, risultato?
Ci ritroviamo nel piazzale della stazione, mal frequentato a
quell'ora (di notte? di giorno?).
Finalmente arriva il nostro
Giuntabus, che vola verso Milazzo.
La sola vista dei monti siciliani
dà la sensazione di vacanza. Non c'è coda agli aliscafi e il
viaggio procede placidamente. Claudio crolla in un sonno mattutino e
il temporale che sembrava voler minacciare le nostre vacanze ci
abbandona a Milazzo.
Lipari è calda e assolata, dobbiamo attendere
un po' l'apertura della reception prima di poter montare la tenda e
gonfiare li materassino per concederci una mezza giornata tra le
braccia di Morfeo. La tenda è uno spettacolo, semplicemente
fantastica, ce lo dice anche Bartolo del campeggio. Il mare è un po'
mosso, l'acqua calda e accogliente ci coccola portando via la
stanchezza dalle gambe e dal corpo.
Canneto di Lipari è IL mare e IL
mare d'estate, acqua calda, subito profonda, pulita e cristallina,
visuale splendida, pesci e pescetti e qualche medusa ogni tanto,
spiaggia di sassolini su cui è quasi impossibile camminare senza
fare stranissime smorfie e che regala un meraviglioso massaggio
rigenerante sotto la pianta dei piedi appena in acqua, insomma, un
sogno. Appena usciamo dalla spiaggia incontriamo il mitico Cosimo.
Il
mare, è noto, mette appetito e non possiamo esimerci dal mangiare
arancini con le melanzane appena sfornati da Papisca, semplicemente
squisiti, di fronte al mare liparota, con Stromboli e Panarea
all'orizzonte. Claudio può finalmente ri-assaporare gli spiedini di
pesce-spada, nella rosticceria, incontriamo una comitiva di
sordo-muti che fa una gran caciara, bimbi belli, personaggi vari e
una bambina che somiglia incredibilmente a Charlotte Gainsbourg. Il
supermarket è ancora aperto, prendiamo il tè e un pacco di Pavesini
per la colazione dell'indomani, anche se abbiamo tutta l'intenzione
di andare al solito forno.
Il nostro giovane compagno di viaggio di
Poggio Moiano ha ritrovato i suoi amici, dopo aver fatto rifornimento
di cibarie alla rosticceria a Marina Garibaldi si sono incamminati
verso la white beach, che bianca non è ma un po' fighettina sì.
Torniamo in campeggio e crolliamo in un sonno ristoratore, non senza
prima esserci crogiolati nella bellissima tenda che Mamma Lucilla,
Papà Pietro e Claudio hanno regalato a Valentina, adesso munita
anche di una poltroncina che ci è stata regalata da un gruppetto di
ragazze e ragazze che, ci hanno assicurato, avrebbero portato il
maltempo verso Catania.
Ci svegliamo e andiamo al mare, dopo un bel
bagno facciamo la doccia e ci incamminiamo, in autobus naturalmente,
verso Lipari paese. Il corso piuttosto frequentato ci fa rilassare il
passo già vacanziero, virando verso un'andatura da bradipo.
Da
'Mancia e fui', la rosticceria sul corso divoriamo fagottini appena
sfornati con le verdure e con gli spinaci, portiamo verso Canneto un
calzone con il prosciutto e un fagottino con le melanzane da leccarsi
i baffi. Non ce n'eravamo accorti l'anno scorso ma la rosticceria ha
come logo una giraffa motociclista, sorridiamo contenti e ci avviamo
verso la baia con il nostro bottino culinario in mano. La luna quasi
piena sembra volersi arrampicare sul monte fino alla croce illuminata
dal neon e da altre lucette artificiali.
Torniamo in tenda rilassati,
felici e satolli. Accanto a noi un gruppetto casinista di ragazzette
che Claudio spera andranno via l'indomani. Leggiamo qualche riga de
'La festa di piazza' di Costa, edizione Sellerio, cos'altro in
Sicilia?, cercando di sovrastare le impegnate ciarle delle tre vicine
sull'abbinamento di magliette e pantaloncini, il sonno ci coglie
prima che la loro conversazione sia finita.
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