mercoledì 21 agosto 2013

Cronachette di un Viaggio in Italia § Isole Lipari

21 agosto 2013

Dal 'Continente' all'Isola, arriviamo a Lipari

Quando ci svegliamo siamo all'incrocio tra Reggio Calabria e Villa San Giovanni, arriviamo al porto poco prima delle 3:30, il primo traghetto, 'u ferribbot' Caronte, parte alle 4:00. Niente fila, niente traffico. Lungo la traversata del breve tratto di mare che separa – o unisce – il 'continente' con la Sicilia, la luna si nasconde per farci vedere meglio le luci sulla costa dell'isola.
 
A Messina ci accoglie il Bar Italia con cornetti e brioches appena sfornati, dove possiamo bere un buon tè freddo e attendere con tutta tranquillità l'arrivo del bus per Milazzo. Niente da fare: Claudio viene attaccato da zanzarine feroci e comincia a smaniare, risultato? Ci ritroviamo nel piazzale della stazione, mal frequentato a quell'ora (di notte? di giorno?).
 
Finalmente arriva il nostro Giuntabus, che vola verso Milazzo.
 
La sola vista dei monti siciliani dà la sensazione di vacanza. Non c'è coda agli aliscafi e il viaggio procede placidamente. Claudio crolla in un sonno mattutino e il temporale che sembrava voler minacciare le nostre vacanze ci abbandona a Milazzo.
 
Lipari è calda e assolata, dobbiamo attendere un po' l'apertura della reception prima di poter montare la tenda e gonfiare li materassino per concederci una mezza giornata tra le braccia di Morfeo. La tenda è uno spettacolo, semplicemente fantastica, ce lo dice anche Bartolo del campeggio. Il mare è un po' mosso, l'acqua calda e accogliente ci coccola portando via la stanchezza dalle gambe e dal corpo.
 
Canneto di Lipari è IL mare e IL mare d'estate, acqua calda, subito profonda, pulita e cristallina, visuale splendida, pesci e pescetti e qualche medusa ogni tanto, spiaggia di sassolini su cui è quasi impossibile camminare senza fare stranissime smorfie e che regala un meraviglioso massaggio rigenerante sotto la pianta dei piedi appena in acqua, insomma, un sogno. Appena usciamo dalla spiaggia incontriamo il mitico Cosimo.
 
Il mare, è noto, mette appetito e non possiamo esimerci dal mangiare arancini con le melanzane appena sfornati da Papisca, semplicemente squisiti, di fronte al mare liparota, con Stromboli e Panarea all'orizzonte. Claudio può finalmente ri-assaporare gli spiedini di pesce-spada, nella rosticceria, incontriamo una comitiva di sordo-muti che fa una gran caciara, bimbi belli, personaggi vari e una bambina che somiglia incredibilmente a Charlotte Gainsbourg. Il supermarket è ancora aperto, prendiamo il tè e un pacco di Pavesini per la colazione dell'indomani, anche se abbiamo tutta l'intenzione di andare al solito forno.
 
Il nostro giovane compagno di viaggio di Poggio Moiano ha ritrovato i suoi amici, dopo aver fatto rifornimento di cibarie alla rosticceria a Marina Garibaldi si sono incamminati verso la white beach, che bianca non è ma un po' fighettina sì. Torniamo in campeggio e crolliamo in un sonno ristoratore, non senza prima esserci crogiolati nella bellissima tenda che Mamma Lucilla, Papà Pietro e Claudio hanno regalato a Valentina, adesso munita anche di una poltroncina che ci è stata regalata da un gruppetto di ragazze e ragazze che, ci hanno assicurato, avrebbero portato il maltempo verso Catania.
 
Ci svegliamo e andiamo al mare, dopo un bel bagno facciamo la doccia e ci incamminiamo, in autobus naturalmente, verso Lipari paese. Il corso piuttosto frequentato ci fa rilassare il passo già vacanziero, virando verso un'andatura da bradipo.
 
Da 'Mancia e fui', la rosticceria sul corso divoriamo fagottini appena sfornati con le verdure e con gli spinaci, portiamo verso Canneto un calzone con il prosciutto e un fagottino con le melanzane da leccarsi i baffi. Non ce n'eravamo accorti l'anno scorso ma la rosticceria ha come logo una giraffa motociclista, sorridiamo contenti e ci avviamo verso la baia con il nostro bottino culinario in mano. La luna quasi piena sembra volersi arrampicare sul monte fino alla croce illuminata dal neon e da altre lucette artificiali.
 
Torniamo in tenda rilassati, felici e satolli. Accanto a noi un gruppetto casinista di ragazzette che Claudio spera andranno via l'indomani. Leggiamo qualche riga de 'La festa di piazza' di Costa, edizione Sellerio, cos'altro in Sicilia?, cercando di sovrastare le impegnate ciarle delle tre vicine sull'abbinamento di magliette e pantaloncini, il sonno ci coglie prima che la loro conversazione sia finita.

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