venerdì 29 agosto 2014

Cronachette di un viaggio in Italia ** San Giorgio di Mantova * Villafranca di Verona * San Donà di Piave * Trieste * Gorizia * Nova Gorica * Slovenia * San Donà di Piave

29 agosto

Itinerario: San Giorgio di Mantova * Villafranca di Verona * Vicenza * San Donà di Piave * Trieste * Gorizia * Nova Gorica * Slovenia * San Donà di Piave


Villafranca di Verona
Ci svegliamo di buon mattino, ci prepariamo, incartiamo per bene le buste di spazzatura differenziata e... ci facciamo imprecar dietro da inservienti del centro commerciale: la spazzatura può essere un forte motivo di discordia da queste parti :)

Campanile pendente on the road
Arriviamo a San Donà di Piave, non entriamo in un borgo con castello che ci aveva molto incuriosito e passiamo da Villafranca di Verona, punto di antiche scorrerie tra Scaligeri e Gonzagheschi che persino Napoleone aveva timore ad attraversare. I discendenti degli antichi briganti settentrionali ci accolgono bene e ci adattiamo subito a quella che qui evidentemente è un'arte che persiste nel tempo: quella del 'caffè', della chiacchiera al bar.

Ingresso del Teatro Olimpico
Queste terre ci sono simpatiche, non altrettanto Vicenza, il cui Teatro Olimpico è un gioiello di rara bellezza in una cittadina in cui l'integrazione tra culture è evidentemente un esperimento mal riuscito, forse anche per una certa marziale rigidità mentale.

Letter to the World o quasi...
Arriviamo a San Donà di Piave ma la stanza non è pronta, primo di una serie di disguidi che ci fa pensare di andar via quanto prima. Decidiamo che, avendo visto Trento, non possiamo non passare per Trieste, città che si conferma nel nostro sentire una città di zingari, con tutte le accezioni positive e negative che ciò implica nel nostro immaginario.




Claudio nel cortile del Teatro Olimpico
Andiamo via di corsa alla volta di Gorizia per vedere il confine che non c'è più, l'odioso confine, l'orrenda divisione di una città tenuta ostaggio da divisioni inique e doganieri incattiviti.

Teatro Olimpico
Con giubilo, gioia e profondo sentimento di liberazione dall'oppressione degli impotenti e ormai evidentemente inutili aguzzini delle antiche frontiere ci godiamo l'aria fresca e il senso di libertà della cittadinanza europea.
In un caffè gustiamo formaggi e prosciutto e quel carattere indomito che caratterizza i goriziani.

Isabella d'Este ci saluta
Teatro Olimpico
La città ci piace e pensiamo di rimanerci, poi ci rispostiamo verso San Donà, prima di prendere sonno ci imbattiamo nella locale Sagra di Isiata, scopriremo poi che quest'anno si festeggi anche l'ottantesimo compleanno di una signora che da 40 anni cucina il baccalà rosso per la sagra.

Sinagoga di Trieste
Recuperiamo i cavi per caricare i dispositivi elettronici e, finalmente, ci addormentiamo in un sonno breve ma rinfrancante.

La mancanza di ambiente naturale e di uccelli ci aveva stordito e aver ritrovato una natura coltivata ma non una terra sfruttata fino all'assurda denaturalizzazione ha placato le nostre menti.



Un quadro ispirato alla Camera degli Sposi nel bed and breakfast, la Red
Gorizia
Fenice, ci fa pensare che siamo comunque nel posto giusto in questo nostro viaggio.
Andrea Mantegna sembra proprio volerci guidare e accompagnare. 

Scritto da Valentina Cosimati



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