lunedì 25 agosto 2014

Cronachette di un viaggio in Italia ** Mentana * Repubblica di San Marino * Alpe della Luna * Ravenna * Comacchio * Ferrara * Po * San Giorgio di Mantova e Mantova

25 agosto 2014
Itinerario: Mentana * Repubblica di San Marino * Alpe della Luna * Ravenna * Comacchio * Ferrara * Po *  San Giorgio di Mantova e Mantova.



Roxy fa finta di niente
Trascorriamo i due giorni precedenti la partenza in grande agitazione e ferventi preparativi. È il nostro primo vero e proprio “viaggio”, lo abbiamo pensato, immaginato, programmato più e più volte e ora stiamo per partire. Roxy guarda tra l'annoiato e l'indispettito. Sa che quando prepariamo le valigie non potrà crogiolarsi tra i cuscini, sul divano o sui tappeti di cotone fino al nostro ritorno ma ha potuto sperimentare che non vi sono grosse difficoltà: 'l'Osteria da Giancarlo', come abbiamo soprannominato il luogo di svago del Papà di Claudio che si è gentilmente preso la briga di dargli da mangiare in nostra assenza, è sempre aperta e in cantina sa di poter contare su coccole, pesce e croccantini. 

La sera del 24 mangiamo velocemente e andiamo a letto senza riuscire a prendere sonno fino a notte inoltrata, fino all'ultimo pensiamo che, forse, potremmo anche non partire, ma chi ce lo fa fare?

Preparativi
Sorpresa ravennate! La Libraffa!
Stiamo tanto bene tra noi e poi tutte quelle ore in macchina e gli spostamenti, i posti da vedere, la stanchezza, e se rimanessimo a casa? No, è soltanto un po' di timore residuo, qualche momento di incertezza e la sensazione che, forse, il nostro bel nido, le nostre certezze, potrebbero, messe a confronto con altri luoghi nel nostro caro Bel Paese, impallidire, opacizzarsi e le nostre convinzioni, la nostra determinazione a resistere per creare, per riappropriarci del nostro meraviglioso territorio nella costruzione di una società più libera e più bella, più ricca di opportunità e più giusta potrebbero trasformarsi in voglia di andar via e la prospettiva di una nuova immigrazione per Vale è poco piacevole e per Claudio una forma di stupida tristezza.

 
Con l'arrivo del mattino “i dubbi e le domande che”, per citare Edoardo Bennato, ci “affollano la mente” si oscurano nella praticità dell'agire ed ecco che alle 4:45 ci alziamo, ci prepariamo e usciamo.
Verso San Marino
Buon viaggio amore mio” ci auguriamo baciandoci e partiamo alla scoperta dell'Italia (del Nord visto che il Sud ci ha da tempo ammaliati e il Centro ci ha fatti innamorare), di quella nazione che i Garibaldini hanno tanto faticato a unire e che i politicanti nostrani tanto si impegnano a dividere con la debolezza della distruttrice corrotta spinta al peggio e non con la forza potente e creatrice della elevazione verso il miglioramento, la libertà, l'amore, la passione e la partecipazione civile.

Accendiamo la musica e si parte!

Il Palazzo del Governo
La prima sosta dovrebbe essere a Ravenna ma decidiamo, lungo la strada, di visitare San Marino, residenza per ricchi ma anche primo luogo costituzionalmente ordinato nel nome magico della libertà e non dell'oppressione in nome di qualche divinità terrena o ultraterrena, poco importa.
Durante il tragitto, pieno di tornanti, sali-scendi e piccoli valichi nell'Alpe della Luna ci fermiamo estasiati ad ammirare un lago che non sappiamo identificare.
Vale e Claudio a San Marino
Nonostante l'incredulità di Claudio troviamo parcheggio a due passi dal portale d'ingresso, dove è situato il Museo della Tortura...strano presagio.
Ci arrampichiamo tra viuzze e vicoli fino al Palazzo del Governo, commentiamo gioiosi la presenza di negozi di armi...libertà? con le armi? :D forse servono anche quelle ma...
Sembra di vedere il Cuppolone
Ammiriamo lo splendido panorama e ci chiediamo cosa sia accaduto qui durante il fascismo, scopriamo poi che la Repubblica è riuscita in parte ad evitare gli eccessi e persino l'occupazione tedesca dopo il proclama Badoglio affermando la propria neutralità.
La rocca di San Marino dal Castello
Nel castello antico ci accoglie un portiere di grande eleganza, un nobile decaduto? pensa Valentina Un ex tossico? pensa Claudio. Comunque il castello-fortezza è molto particolare, la visuale perfetta da cui sembra di poter scorgere quasi la Cupola di San Pietro e le Dolomiti...non è così ampia ma certamente è un punto piuttosto strategico.

In macchina
In un'oretta siamo di nuovo in macchina verso Ravenna, città che ci fa venire immediatamente voglia di trasferirici lì a vivere e dopo neanche dieci minuti siamo già stanchi e cambiamo idea.  A quanto pare Mamma Lucilla ha avuto la medesima sensazione.
I mosaici di Ravenna
Ci incantiamo nella meraviglia dei mosaici e la voglia di imparare l'arte si scontra con delle considerazioni di ordine pratico, è un mestiere che bisognerebbe imparare da giovanissimi, come gran parte delle arti artigianali.
I mosaici della Città delle Donne
La gente è cordiale ma non troppo. Una chiacchierata iniziale in un caffè ci ha fatto capire immediatamente che le donne decidono molto nelle vite familiari dei ravennati – forse è anche per questo detta “la città delle donne”, oltre che per Teodora e Galla Placidia – ed è un luogo in cui la partecipazione civica è considerata normalità, come sarebbe ovvio.

Comacchio non ci affascina
Dopo un paio d'ore a zonzo tra mosaici meravigliosi e stradine ci avviamo verso Comacchio, niente di che e, dopo un brevissimo giro per canali e ponticelli risaliamo in macchina verso Ferrara, non facciamo in tempo a vedere Cento.

Le pianure colme di cereali ci affascinano con uno strano senso di disagio... i Lucretili ci mancano, il disegno e il ritmo del limite paesaggistico, l'eterna danza delle stagioni attraverso le onde rocciose ci infonde una sensazione di smarrimento, e forse anche un po' di noia.
Si susseguono canali con ingegnose reti da pesca, pianure fertili, fattori che somigliano a piccolissimi paesi e i luoghi del terremoto, che qui vuol dire anche i luoghi della ricostruzione.

Ferrara ci accoglie nel suo antico centro, il borgo e la Cattedrale di San Giorgio, la prima della città, che si è poi, nei secoli, sviluppata altrove e in un'altra direzione.
Valentina e le delizie mantovane
Troviamo subito il posto in cui ci piacerebbe, eventualmente, vivere. Proprio nel borgo antico, immediatamente precedente il centro cittadino attuale.  

Dopo aver fatto amicizia con dei signori del luogo e con un prete un po' restio a parlare di fatti e misfatti di chiesa ma ben pronto a parlarci del campanile e dell'altare 'ruotati', pendenti e, in definitiva , storti.
Parcheggiamo la macchina e ci incamminiamo per le vie raccontate da Bassani. Ci innamoriamo di una città che non sa far altro che incantare, ammaliare e ricondurci a sé, presto, molto presto. Il canto delle sirene qui è più forte che altrove, non vogliamo metterci i tappi di cera alle orecchie, vogliamo ascoltarlo, forti della suggestione danzante dei nostri luoghi, delle nostre terre.
Claudio a Ravenna e a Ferrara ha una sorta di epifania, una sensazione di profondo benessere lo pervade, un sottile piacere intellettuale che si esprime nel corpo.

Riprendiamo la macchina stanchi, felici e con la voglia di arrivare verso un letto e una doccia calda.

Mantova fa un certo effetto!
La strada per Mantova si snoda intorno al Po, donandoci la meraviglia della sua discreta enormità.

Raggiungiamo l'appartamento che avevamo prenotato a San Giorgio, santo molto presente in questo viaggio sin dall'inizio. Ci accoglie un signore affabile che ci comunica che siamo i primi italiani nella sua struttura, finora erano venuti solo stranieri. “Bene – pensa Claudio – vuol dire che abbiamo una mentalità europea”. Ci suggerisce di vedere Mantova anche la sera stessa. Paghiamo, ci saluta, proviamo a cucinare qualcosa ma optiamo per una cena fuori e.... Mantova fa  un certo effetto! Soprattutto entrando da Ponte San Giorgio.

La Casa del Mantegna a Mantova
Molto bella. Mangiamo, o meglio lasciamo che i nostri sensi si appaghino tra i piaceri puri della strepitosa cucina mantovana, chiacchieriamo un po', facciamo un giretto e andiamo a dormire stanchi e soddisfatti, seppur con la nostalgia di casa.

Durante il viaggio una strana sensazione, un pianto di liberazione per qualcosa, forse una eccessiva “immobilità”, un troppo a lungo, un'oppressione dei sensi che si dissolve nelle lacrime calde che Vale cerca invano di trattenere prima di ricominciare a cantare ed esplorare felice la nostra Bella Italia.


Scritto da Valentina Cosimati




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