31
agosto
Itinerario:
San Donà di Piave *
Venezia * Murano * Lido * Pellestrina * Chioggia
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Venezia è unica |
Ci
svegliamo più tardi del solito, è domenica e vogliamo
riposarci un po'. Siamo tornati stanchi ieri sera. Mangiamo e
prepariamo i panini per la giornata, sembra che non si riesca ad
uscire da San Donà poi finalmente prendiamo il treno e ci
avviamo verso la città. Decidiamo di seguire un percorso
differente e ci lasciamo guidare dagli eventi collaterali della
Biennale Architettura.
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Venezia 'popolare' |
Dalla
stazione prendiamo al volo il vaporetto che ci porta ad Arsenale,
girovaghiamo un po', entrando nei luoghi della Biennale e ci troviamo
nei Giardini dove ci imbattiamo in un progetto bellissimo: il
recupero della serra che veniva utilizzata per la coltivazione delle
piante della Biennale e che era poi stata abbandonata.
Un'associazione l'ha rimessa in piedi e ha creato uno spazio di
coltivazione, di incontro, di arte e un caffè dove ristorarsi
e abbandonare lo stress.
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Croce e martello |
Vaghiamo
per calli, campielli e canali nella zona più 'popolare' per
quanto Venezia possa esser popolare, dove incontriamo l'Italia di Don
Camillo e Peppone, il circolo del Partito Comunista rigorosamente
diviso in circolo del PD e circolo di Rifondazione Comunista accanto
al dipinto di Gesù Cristo.
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La Serra della Biennale |
Proseguiamo
e ci troviamo nell'allestimento catalano, Claudio trova spunti
interessanti.
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Azioni di recupero urbano |
La Biennale Architettura diverte Claudio. Contenti e
felici ci imbarchiamo per Murano e Burano ma il percorso non sembra
quello giusto, ci innervosiamo, Valentina annulla l'appuntamento con
la sua amica veneziana e poi ci muoviamo verso il Lido per arrivare a
Pellestrina, seguendo il filo leggero dei merletti. A Burano abbiamo
infatti appreso che il primo museo del merletto è stato creato
proprio lì e ci ha incuriosito.
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Orti urbani nella città lagunare |
Una
meraviglia ci pervade: l'isola è piccola e poco abitata, non
vi sono monumenti o palazzi ma gli abitanti chiacchierano tra loro
come fossero in una famiglia allargata. Ritmi a misura delle persone
in un posto spettacolare. Invece di rimanere lì come ci
piacerebbe, proseguiamo per Chioggia, luogo frequentato da turisti e
macchine da cui andiamo via velocemente temendo di perdere l'ultimo
treno per San Donà che puntualmente perdiamo.
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Verso Pellestrina |
Ragazzi
di Pellestrina si preoccupano per noi, delle signore di paese ci
guardano canzonatorie sapendo che per le 22:40 non riusciremo mai e
poi mai ad arrivare al treno. Prendiamo alcuni pezzi di pizza e ci
imbarchiamo.
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Il tramonto in laguna |
Gli
abitanti dell'isolotto hanno una specie di innata compassione nel
senso di partecipare ai sentimenti altrui che ci ammalia. Arrivando
avevamo incontrato un gruppetto di isolani che ci aveva fornito
indicazioni per goderci l'isolotto, tornavano da una crociera dove
avevano sentito suonare niente meno che 'La Socera' Patrik, Claudio
decide di regalar loro un suo CD per celebrare la coincidenza. Mentre
stiamo per tornare a Lido ci viene una gran voglia di tornare presto.
Sul
traghetto ragazzi vestiti a festa per la domenica sera lagunare.
Claudio ha un'idea: e se ci fossero altri treni? Ci sono, o meglio
c'è un autobus sostitutivo. I Ragazzi di Pellestrina tirano un
sospiro di sollievo insieme a noi mentre le paesanotte ci gardano
stizzite e falsamente contente.
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L'acqua è via di comunicazione |
A
Pellestrina l'architettura si sta evolvendo in base alle effettive
esigenze degli abitanti creando forme che col tempo verranno
abbellite e si svilupperanno, forse in una nuova opera d'arte vivente
e vissuta. Mentre Burano è staticamente cristallizzata nel suo
ritmo perfetto di colori e forme, Pellestrina è in evoluzione
e questo la rende ancor più bella. Da Lido arriviamo a Venezia
attraversando lentamente il Canal Grande, quale e quanta meraviglia!
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Sulle tracce di Garibaldi |
L'unicità
di questa città si esprime in qualunque luogo ma forse si
evidenzia sempre più sull'acqua che qui è via, è
strada, collegamento e luogo di comunicazione sociale e
interpersonale. Luogo di antichi dialoghi presentemente futuri. Dire
che Venezia è unica è una banalità ma racchiude
una grande verità. Raggiungiamo la stazione con lo stupore
artistico negli occhi dissetati di bellezza e stanchi, passiamo sul
Ponte di Calatrava verso Piazzale Roma e imprechiamo sottovoce per la
scomodità di un ponte che sembra tanto carinamente moderno
quanto futilmente scomodo e poco funzionale.
Ragioniamo
sul tema principale della Biennale Architettura, il filo rosso che ci
ha guidati in questa gita veneziana, e arriviamo alla conclusione che
il moderno, la modernità è e può essere
miglioramento e abbellimento quando è necessaria, quando nasce
da esigenze primarie e non è un caso che gli orientali
prendano spunto dagli alberi per le loro costruzioni, considerando le
vite delle
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Lasciamo traffico e rumore
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persone qualcosa si simile alla linfa vitale che ne abita
i tronchi.
La modernità non è e non deve essere
distruzione o auto-celebrazione di ego spropositati quali quelli dei
moderni archistar. Prendiamo
l'autobus e viviamo in diretta l'inizio del temporale. La tempesta,
scultura in ferro che aveva attirato la nostra attenzione verso i
luoghi 'collaterali' della Biennale e scatenato la nostra allegra
ilarità, ci accompagna e si esprime nella sua rinfrescante e
turbinosa potenza, dopo aver irradiato di lampi il cielo di Venezia,
e ci saluta.
Il
filo rosso che ci ha guidati in questa nuova scoperta della città
lagunare che tanto amiamo ci saluta a suo modo con effetti naturali
di rara bellezza che creano una perfetta sintonia con l'unica e
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Ciao e grazie Venezia! |
meravigliosa regina indiscussa delle città sull'acqua. Sull'autobus
le questioni dell'Europa, dei confini e delle frontiere ci riportano
sulla terraferma con il cuore e col corpo.
Ci
addormentiamo stremati da questa giornata fantasticamente burrascosa.
Grazie
Venezia per averci svelato la tua bellezza anche questa volta!
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