domenica 31 agosto 2014

Cronachette di un viaggio in Italia ** San Donà di Piave * Venezia * Murano * Lido * Pellestrina * Chioggia

31 agosto

Itinerario: San Donà di Piave * Venezia * Murano * Lido * Pellestrina * Chioggia

Venezia è unica
Ci svegliamo più tardi del solito, è domenica e vogliamo riposarci un po'. Siamo tornati stanchi ieri sera. Mangiamo e prepariamo i panini per la giornata, sembra che non si riesca ad uscire da San Donà poi finalmente prendiamo il treno e ci avviamo verso la città. Decidiamo di seguire un percorso differente e ci lasciamo guidare dagli eventi collaterali della Biennale Architettura.

Venezia 'popolare'
Dalla stazione prendiamo al volo il vaporetto che ci porta ad Arsenale, girovaghiamo un po', entrando nei luoghi della Biennale e ci troviamo nei Giardini dove ci imbattiamo in un progetto bellissimo: il recupero della serra che veniva utilizzata per la coltivazione delle piante della Biennale e che era poi stata abbandonata. Un'associazione l'ha rimessa in piedi e ha creato uno spazio di coltivazione, di incontro, di arte e un caffè dove ristorarsi e abbandonare lo stress.

Croce e martello
Vaghiamo per calli, campielli e canali nella zona più 'popolare' per quanto Venezia possa esser popolare, dove incontriamo l'Italia di Don Camillo e Peppone, il circolo del Partito Comunista rigorosamente diviso in circolo del PD e circolo di Rifondazione Comunista accanto al dipinto di Gesù Cristo.

La Serra della Biennale
Proseguiamo e ci troviamo nell'allestimento catalano, Claudio trova spunti interessanti.

Azioni di recupero urbano
La Biennale Architettura diverte Claudio. Contenti e felici ci imbarchiamo per Murano e Burano ma il percorso non sembra quello giusto, ci innervosiamo, Valentina annulla l'appuntamento con la sua amica veneziana e poi ci muoviamo verso il Lido per arrivare a Pellestrina, seguendo il filo leggero dei merletti. A Burano abbiamo infatti appreso che il primo museo del merletto è stato creato proprio lì e ci ha incuriosito.

Orti urbani nella città lagunare
Una meraviglia ci pervade: l'isola è piccola e poco abitata, non vi sono monumenti o palazzi ma gli abitanti chiacchierano tra loro come fossero in una famiglia allargata. Ritmi a misura delle persone in un posto spettacolare. Invece di rimanere lì come ci piacerebbe, proseguiamo per Chioggia, luogo frequentato da turisti e macchine da cui andiamo via velocemente temendo di perdere l'ultimo treno per San Donà che puntualmente perdiamo.

Verso Pellestrina
Ragazzi di Pellestrina si preoccupano per noi, delle signore di paese ci guardano canzonatorie sapendo che per le 22:40 non riusciremo mai e poi mai ad arrivare al treno. Prendiamo alcuni pezzi di pizza e ci imbarchiamo.

Il tramonto in laguna
Gli abitanti dell'isolotto hanno una specie di innata compassione nel senso di partecipare ai sentimenti altrui che ci ammalia. Arrivando avevamo incontrato un gruppetto di isolani che ci aveva fornito indicazioni per goderci l'isolotto, tornavano da una crociera dove avevano sentito suonare niente meno che 'La Socera' Patrik, Claudio decide di regalar loro un suo CD per celebrare la coincidenza. Mentre stiamo per tornare a Lido ci viene una gran voglia di tornare presto.

Sul traghetto ragazzi vestiti a festa per la domenica sera lagunare. Claudio ha un'idea: e se ci fossero altri treni? Ci sono, o meglio c'è un autobus sostitutivo. I Ragazzi di Pellestrina tirano un sospiro di sollievo insieme a noi mentre le paesanotte ci gardano stizzite e falsamente contente.

L'acqua è via di comunicazione
A Pellestrina l'architettura si sta evolvendo in base alle effettive esigenze degli abitanti creando forme che col tempo verranno abbellite e si svilupperanno, forse in una nuova opera d'arte vivente e vissuta. Mentre Burano è staticamente cristallizzata nel suo ritmo perfetto di colori e forme, Pellestrina è in evoluzione e questo la rende ancor più bella. Da Lido arriviamo a Venezia attraversando lentamente il Canal Grande, quale e quanta meraviglia!

Sulle tracce di Garibaldi
L'unicità di questa città si esprime in qualunque luogo ma forse si evidenzia sempre più sull'acqua che qui è via, è strada, collegamento e luogo di comunicazione sociale e interpersonale. Luogo di antichi dialoghi presentemente futuri. Dire che Venezia è unica è una banalità ma racchiude una grande verità. Raggiungiamo la stazione con lo stupore artistico negli occhi dissetati di bellezza e stanchi, passiamo sul Ponte di Calatrava verso Piazzale Roma e imprechiamo sottovoce per la scomodità di un ponte che sembra tanto carinamente moderno quanto futilmente scomodo e poco funzionale.



Ragioniamo sul tema principale della Biennale Architettura, il filo rosso che ci ha guidati in questa gita veneziana, e arriviamo alla conclusione che il moderno, la modernità è e può essere miglioramento e abbellimento quando è necessaria, quando nasce da esigenze primarie e non è un caso che gli orientali prendano spunto dagli alberi per le loro costruzioni, considerando le vite delle
Lasciamo traffico e rumore

persone qualcosa si simile alla linfa vitale che ne abita i tronchi.

La modernità non è e non deve essere distruzione o auto-celebrazione di ego spropositati quali quelli dei moderni archistar.
 
Prendiamo l'autobus e viviamo in diretta l'inizio del temporale. La tempesta, scultura in ferro che aveva attirato la nostra attenzione verso i luoghi 'collaterali' della Biennale e scatenato la nostra allegra ilarità, ci accompagna e si esprime nella sua rinfrescante e turbinosa potenza, dopo aver irradiato di lampi il cielo di Venezia, e ci saluta.

Il filo rosso che ci ha guidati in questa nuova scoperta della città lagunare che tanto amiamo ci saluta a suo modo con effetti naturali di rara bellezza che creano una perfetta sintonia con l'unica e

Ciao e grazie Venezia!
meravigliosa regina indiscussa delle città sull'acqua.
 
Sull'autobus le questioni dell'Europa, dei confini e delle frontiere ci riportano sulla terraferma con il cuore e col corpo.

Ci addormentiamo stremati da questa giornata fantasticamente burrascosa.

Grazie Venezia per averci svelato la tua bellezza anche questa volta!


Scritto da Valentina Cosimati







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