30
agosto
Itinerario:
San
Donà di Piave * Venezia * Murano * Torcello * Burano * Isiata
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I giardini di vetro di Murano |
Ci
svegliamo presto, facciamo colazione e prepariamo l'insalata di riso
da portare via, speriamo di trovare un parco, un modo o un posto
appartato in cui mangiare qualcosa.
Arriviamo
a Venezia col treno, passare sull'acqua fa sempre un certo effetto.
salutiamo la città che tanto amiamo e prendiamo subito il
vaporetto per le isole.
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Burano è un quadro |
Murano
è la prima tappa, incantati dalla presenza del vetro ovunque,
liquido come l'acqua, limite e confine di queste lande, e dure come
la pietra che affatica le gambe quando si cammina per queste calli.
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Corte 11 settembre a Burano |
Ci
fermiamo su una panchina all'incrocio di alcuni palazzi incantati dal
suono in assoluta assenza di rumori di autovetture, del traffico e
dei clacson. Rimaniamo qualche minuto immersi in questo silenzio
pieno di note, di voci, di cinguettii, del frusciare delle foglie e
dello sciabordio lieve della laguna. pro piacere per il cervello che
sembra rilassarsi completamente. È incredibile la quantità
di stimoli uditivi cui siamo esposti quotidianamente.
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Campanile pendente a Burano |
Guardiamo
un mastro vetraio all'opera e andiamo verso Torcetto, dove
incontriamo resti antichi e un matrimonio in stile lagunare, senza
gondole.
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Venezia è magica |
Dopo
poco ci dirigiamo verso Burano ♥ una
meraviglia assoluta, sembra di camminare in un quadro ben dipinto: le
case di colori vivaci e un ritmo allegro sembrano essere parte
integrante di un disegno tridimensionale eseguito da un pittore
particolarmente ispirato quel giorno. Per qualche istante
comprendiamo lo stupore della recitazione in un teatro quale quello
Olimpico di Vicenza, o meglio di Palladio, visto che Vicenza a nostro
avviso può aver difficilmente ispirato tanta e tale ingegnosa
bellezza.
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San Marco in tutto il suo splendore |
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L'Olivetti a San Marco, c'è la Valentine? |
Ci
lasciamo cullare da questa isola, ci facciamo ammaliare dai suoi
merletti, uno dei pochi esempi del superamento della perfezione della
Natura ad opera dell'uomo, anzi, è bene ricordare, delle
donne, che forse proprio in questa arte artigiana distillata in
decenni e decenni di pratica quotidiana hanno saputo e potuto trovare
un modo di evadere dalle anguste gabbie costruite intorno a loro.
Nella minuzia dei disegni costruiti con fili tanto sottili da
sembrare creati dai ragni si sviluppa e si evolve un ingegno,
peraltro anche matematico, che mette in connessione mani e corpi, in
cui ceti altissimi e infimi della società del tempo, si tesse
una forma di liberazione.
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La Calle dei Fabbri |
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Giocare nella Biennale Architettura |
Creare
eccellentissime e pregevolissime opere artigianali è forse,
per le donne del tempo, quindi dal XVII secolo in avanti, un modo per
aggiornarsi, informarsi, riscattarsi, sostenere economicamente anche
una eventuale famiglia che in alcuni casi poterono costruire proprio
grazie al proprio lavoro.
Una
ragazza orfana poteva, ad esempio, “farsi una dote” per sposarsi
o farsi monaca in virtù delle proprie abilità. Ma
soprattutto poteva entrare nelle corti dei regnanti, finanche
viaggiare fino in Francia, che all'epoca era un'impresa elitaria, pur
se di umili origini, con il proprio lavoro, che veniva ritenuto
talmente valido da far scomparire come d'incanto le rigide e inique
distinzioni classiste. È indubbio che lo svilupparsi di una
classe borghese florida e il fiorire di relazioni commerciali e
quindi culturali abbia fortemente contribuito a creare una società
piuttosto libertaria per l'epoca ma è forse ancor più
significativo che a questa floridezza abbia contribuito in parte non
trascurabile l'apporto delle donne e del loro eccellente lavoro.
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Specchi |
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I tetti di Venezia |
Camminando
camminando giungiamo ad un piccolo parco sulla riva della laguna,
come molti altri turisti ci sediamo all'ombra e mangiamo l'insalata
di riso. Il matrimonio di Torcello sembra fare un percorso simile al
nostro... la barca con gli sposi passa nel canale dove stiamo
mangiando e sui ponticelli vediamo due donne con la testa coperta da
veli ricamati, chiaro e scuro, forse in base all'età o allo
stato civile. Sembrano bambole spagnole e il velo sembrerebbe tenuto
da una sorta di pettinino molto grande apppuntato circa venti o
trenta centimetri sopra i capelli. Ma forse è soltanto
suggestione e vi sono vari matrimoni.
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I tetti di Venezia |
Proseguiamo
il nostro giro spizzicando di quando in quando un pezzo dello
squisito dolcetto acquistato a caro prezzo in un forno pasticceria
colmo di autentiche bontà.
Stanchi,
ci dirigiamo verso il vaporetto e prendiamo al volo quello per
Venezia San Marco.
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Venezia |
La
coppia di origine indiana incontrata sul primo vaporetto e poi di
nuovo sul secondo si sono lasciati ammaliare dall'incanto dell'isola.
Arriviamo
a Venezia passando per il Lido, San Marco si esprime in tutto il suo
splendore. Percorriamo i tracciati turistici accodandoci alla calca.
Effettivamente Venezia è proprio bella. Riusciamo a capirne un
po' più la misteriosa meraviglia quando ci troviamo “tra i
suoi tetti” cui accediamo grazie ad un evento della Biennale
Architettura. Alcuni esperimenti incuriosiscono Claudio, altri ne
scatenano un'ilarità contagiosa.
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Gondole |
Torniamo
a San Donà stanchissimi e gaudenti. A Isiata, ovvero
dall'altra parte della strada, mangiamo il baccalà di Zia
Lucia e una bianchissima polenta, forse di riso? Crolliamo
addormentati prestissimo e ben rifocillati.
Scritto da Valentina Cosimati
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