sabato 30 agosto 2014

Cronachette di un viaggio in Italia ** San Donà di Piave * Venezia * Murano * Torcello * Burano * Venezia * Isiata

30 agosto

Itinerario: San Donà di Piave * Venezia * Murano * Torcello * Burano * Isiata

I giardini di vetro di Murano
Ci svegliamo presto, facciamo colazione e prepariamo l'insalata di riso da portare via, speriamo di trovare un parco, un modo o un posto appartato in cui mangiare qualcosa.

Arriviamo a Venezia col treno, passare sull'acqua fa sempre un certo effetto. salutiamo la città che tanto amiamo e prendiamo subito il vaporetto per le isole.


Burano è un quadro
Murano è la prima tappa, incantati dalla presenza del vetro ovunque, liquido come l'acqua, limite e confine di queste lande, e dure come la pietra che affatica le gambe quando si cammina per queste calli.

Corte 11 settembre a Burano
Ci fermiamo su una panchina all'incrocio di alcuni palazzi incantati dal suono in assoluta assenza di rumori di autovetture, del traffico e dei clacson. Rimaniamo qualche minuto immersi in questo silenzio pieno di note, di voci, di cinguettii, del frusciare delle foglie e dello sciabordio lieve della laguna. pro piacere per il cervello che sembra rilassarsi completamente. È incredibile la quantità di stimoli uditivi cui siamo esposti quotidianamente.

Campanile pendente a Burano
Guardiamo un mastro vetraio all'opera e andiamo verso Torcetto, dove incontriamo resti antichi e un matrimonio in stile lagunare, senza gondole.

Venezia è magica
Dopo poco ci dirigiamo verso Burano ♥ una meraviglia assoluta, sembra di camminare in un quadro ben dipinto: le case di colori vivaci e un ritmo allegro sembrano essere parte integrante di un disegno tridimensionale eseguito da un pittore particolarmente ispirato quel giorno. Per qualche istante comprendiamo lo stupore della recitazione in un teatro quale quello Olimpico di Vicenza, o meglio di Palladio, visto che Vicenza a nostro avviso può aver difficilmente ispirato tanta e tale ingegnosa bellezza.
San Marco in tutto il suo splendore

L'Olivetti a San Marco, c'è la Valentine?
Ci lasciamo cullare da questa isola, ci facciamo ammaliare dai suoi merletti, uno dei pochi esempi del superamento della perfezione della Natura ad opera dell'uomo, anzi, è bene ricordare, delle donne, che forse proprio in questa arte artigiana distillata in decenni e decenni di pratica quotidiana hanno saputo e potuto trovare un modo di evadere dalle anguste gabbie costruite intorno a loro. Nella minuzia dei disegni costruiti con fili tanto sottili da sembrare creati dai ragni si sviluppa e si evolve un ingegno, peraltro anche matematico, che mette in connessione mani e corpi, in cui ceti altissimi e infimi della società del tempo, si tesse una forma di liberazione.
La Calle dei Fabbri

Giocare nella Biennale Architettura
Creare eccellentissime e pregevolissime opere artigianali è forse, per le donne del tempo, quindi dal XVII secolo in avanti, un modo per aggiornarsi, informarsi, riscattarsi, sostenere economicamente anche una eventuale famiglia che in alcuni casi poterono costruire proprio grazie al proprio lavoro.

Una ragazza orfana poteva, ad esempio, “farsi una dote” per sposarsi o farsi monaca in virtù delle proprie abilità. Ma soprattutto poteva entrare nelle corti dei regnanti, finanche viaggiare fino in Francia, che all'epoca era un'impresa elitaria, pur se di umili origini, con il proprio lavoro, che veniva ritenuto talmente valido da far scomparire come d'incanto le rigide e inique distinzioni classiste. È indubbio che lo svilupparsi di una classe borghese florida e il fiorire di relazioni commerciali e quindi culturali abbia fortemente contribuito a creare una società piuttosto libertaria per l'epoca ma è forse ancor più significativo che a questa floridezza abbia contribuito in parte non trascurabile l'apporto delle donne e del loro eccellente lavoro.
Specchi

I tetti di Venezia
Camminando camminando giungiamo ad un piccolo parco sulla riva della laguna, come molti altri turisti ci sediamo all'ombra e mangiamo l'insalata di riso. Il matrimonio di Torcello sembra fare un percorso simile al nostro... la barca con gli sposi passa nel canale dove stiamo mangiando e sui ponticelli vediamo due donne con la testa coperta da veli ricamati, chiaro e scuro, forse in base all'età o allo stato civile. Sembrano bambole spagnole e il velo sembrerebbe tenuto da una sorta di pettinino molto grande apppuntato circa venti o trenta centimetri sopra i capelli. Ma forse è soltanto suggestione e vi sono vari matrimoni.
I tetti di Venezia

Proseguiamo il nostro giro spizzicando di quando in quando un pezzo dello squisito dolcetto acquistato a caro prezzo in un forno pasticceria colmo di autentiche bontà.
Stanchi, ci dirigiamo verso il vaporetto e prendiamo al volo quello per Venezia San Marco.

Venezia
La coppia di origine indiana incontrata sul primo vaporetto e poi di nuovo sul secondo si sono lasciati ammaliare dall'incanto dell'isola.

Arriviamo a Venezia passando per il Lido, San Marco si esprime in tutto il suo splendore. Percorriamo i tracciati turistici accodandoci alla calca. Effettivamente Venezia è proprio bella. Riusciamo a capirne un po' più la misteriosa meraviglia quando ci troviamo “tra i suoi tetti” cui accediamo grazie ad un evento della Biennale Architettura. Alcuni esperimenti incuriosiscono Claudio, altri ne scatenano un'ilarità contagiosa.

Gondole
Torniamo a San Donà stanchissimi e gaudenti. A Isiata, ovvero dall'altra parte della strada, mangiamo il baccalà di Zia Lucia e una bianchissima polenta, forse di riso? Crolliamo addormentati prestissimo e ben rifocillati. 

Scritto da Valentina Cosimati

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