26 dicembre 2018
Bergamo * Gardesana * Valle del Sarca * Trento * Desenzano
del Garda
Ci svegliamo intorno alle otto, pigramente. Ci laviamo,
vestiamo, facciamo una colazione molto sostanziosa, svolgiamo alcune faccende,
quindi diamo una rassettata all’appartamento. Papà Claudio va a riprendere la Ford
Focus parcheggiata vicino allo stadio dove si svolgerà in giornata una partita
di calcio, la parcheggia momentaneamente davanti alla chiesa di Sant’Alessandro
della Croce cui ci siamo ormai affezionati e carica Samsonite, libretti sonori,
borse Decathlon, tastiera, Cam Curvi e tutto il necessario. Usciamo a
malincuore, Mamma Valentina e Giulia vanno a visitare la chiesa, molto bella,
con altari in marmi policromi nelle cappelle laterali e dipinti pregevoli e
partiamo. La tanto agognata fetta di panettone da Cavour, ahimè, salta. Giriamo
un po’ a vuoto verso la Val Brembana, Mamma Valentina ha idee un po’ balzane
per quanto concerne le strade da percorrere, fortunatamente Papà Claudio ha un
senso dell’orientamento più spiccato. Ci dirigiamo dunque verso Est, dalle
parti di Brescia deviamo verso Nord. Arriviamo sulla Gardesana, dopo una serie
di soste intermedie, Giulia si addormenta e percorriamo una strada che a noi
pare pericolosissima e decisamente poco agevole, con un susseguirsi di angusti
tunnel scavati nella roccia con curve e doppio senso di marcia, senza corsia di
emergenza né illuminazione sufficiente. Conveniamo che ne vale la pena per la
bellezza e la panoramicità della via, dov’è anche situata una delle più
fotografate piste ciclopedonali d’Europa. Attraversiamo senza fermarci il
litorale di Salò, fino a Limone del Garda. Ogni paesino è diverso e bellissimo
ma Mamma Valentina non riesce a non associare quei nomi ad alcune tra le più
sanguinose e nere pagine della storia patria. Le viene un gran desiderio, anzi,
di chiamare Gianluca e si accorge che i totalitarismi sono tanto più pericolosi
in quanto generano reazioni opposte e contrarie ma, fondamentalmente, identiche,
dunque si rende conto di quanto il gruppo del Manifesto di Ventotene e gli
oppositori democratici ai regimi siano da ammirare e ricordare in quanto al
coraggio eroico della resistenza hanno sempre unito anche la resistenza alle
tentazioni, immediate e fortissime, dell’opposizione mediante l’adesione ad
altri totalitarismi, altrettanto atroci e disumani, distruttivi e lesivi della
dignità non soltanto delle persone che hanno la sventura di vivere in quei
periodi ma anche di tutte coloro che hanno, nel corso di secoli e millenni di
storia, portato alla progressione, mazzinianamente pensando, dell’Umanità nel
suo complesso. Tralasciando le considerazioni politiche, quel lato del Lago di
Garda è di una bellezza pressoché ineguagliabile. Giungiamo attraverso la Valle
del Sarca a Trento, città che ci accoglie con uno splendido mercatino di Natale
ma che, questa volta, insolitamente, non ci accoglie, bensì ci respinge con
cortesia. Riprendiamo il viaggio e troviamo nuovamente alloggio nel Castello Belvedere
di Desenzano del Garda.
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