sabato 22 dicembre 2018

Cronachette di un viaggio in Italia. Mentana * Dolo (aggiornato)


22 dicembre 2018

Mentana * Dolo

Ci svegliamo intorno alle sette e mezza, dopo aver svolto alcune faccende domestiche ci prepariamo e usciamo, con l’intenzione di andare verso il Nord Italia e di fermarci a dormire a Siena o Firenze per poi proseguire. Papà Claudio carica sulla Ford Focus SW, ormai una vera e propria compagna di viaggio, le Samsonite, vari zainetti Decathlon, la tastiera e la borsa frigo con il parmigiano della Latteria sociale Beduzzo inferiore. Facciamo una sosta nel mercato per noci, nocchie e mandorle, un saluto a Nonni Enza e Giancarlo e poi via. Papà Claudio non ha intenzione di trascorrere una vacanza a caricare e scaricare la macchina, né di proseguire a piccole tappe per cui, visto che Giulia sembra ben sopportare, nonostante qualche protesta sul BebéConfort, i chilometri in autostrada, proseguiamo. Ci fermiamo in un paio di Autogrill, incontrando famiglie organizzate con thermos e pappette omogeneizzate, o in procinto di compiere lunghissimi viaggi in automobile. Mangiamo qualcosa, lei non ha tanta fame, il tempo è piovigginoso, ma appena valichiamo gli Appennini il sole ci saluta con un tramonto offuscato da un po’ di nebbia per lasciar spazio ad una gigantesca Luna piena di spettacolare bellezza. Cerchiamo una sistemazione e ci troviamo in un palazzo del 1884, luogo fiabesco in cui veniamo accolti con gentilezza. Ci troviamo in una stanza molto ampia, con due letti e un bagno con una vasca che avrebbe bisogno di essere cambiata. Un terrazzo tutto per noi con due balconi proprio sopra all’ingresso principale della villa, probabilmente è una stanza che doveva avere originariamente un ruolo di rappresentanza o qualcosa del genere. La luna illumina un giardino curatissimo, scrigno di storie e racconti che affondano le radici nel Risorgimento veneto. Mangiamo nel ristorante della villa, sontuoso e romanticamente decadente, il satellite della Terra fa capolino dalla grande vetrata, Papà Claudio apprezza molto un vino rosso friulano, Giulia non sembra felicissima della cena ma qualcosa riesce a mandar giù e comunque è contenta di essere in un luogo in cui tutto sembra evocare un’eleganza antica in cui sentire il fruscio di costose sete e sfarzosi abiti. Giulia non resiste, ovviamente, a suonare lo Yamaha verticale posizionato nel grande salone d’ingresso dove campeggia un enorme camino foriero di qualche messaggio in bottiglia non letto o dimenticato. Chiacchieriamo un po’ con receptionist e maître, poi saliamo in camera, giochiamo un po’. Durante la poppata, ci troviamo ad affrontare una cimice di dimensioni notevoli e Papà Claudio è costretto, suo malgrado ma con buona volontà, ad arrampicarsi sopra una scala con una specie di zaino aspirapolvere che fa tanto pensare al film Ghostbusters mentre Mamma Valentina allatta.

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