2 dicembre 2018
Mentana * Monterotondo * Abbazia di Farfa * Toffia * Abbazia
di Farfa * Mentana
Ci svegliamo tardi, verso le nove, con la voglia di pigrare
tutto il giorno, ci alziamo, svolgiamo alcune faccende domestiche, carichiamo
sulla Ford il Cam Curvi, il beauty Samsonite e tutto il necessario per andare a
pranzo a Toffia, da Laura, Cecilio, Matilde e Daniele. Prima di andare passiamo
a Monterotondo per acquistare vino, libri per i bambini e altre cosucce, quindi
ci dirigiamo senza indugio verso l’Abbazia di Farfa, che ci accoglie con il
consueto mercatino e la sua vivace semplicità. Acquistiamo cioccolata e miele
nella bottega del monastero, dove incontriamo una coppia anglo italiana di
ristoratori che Papà Claudio conosce da tempo. giochiamo con le foglie secche
del grande albero al centro del chiostro e poi risaliamo sulla Focus SW per
andare da Laura e Cecilio. Toffia è un paesino incantevole, sembra un presepe
immerso nella campagna sabina. Siamo a pochi chilometri da Roma ma sembra di
essere in un altro Stato, fuori dallo stress e dalla frenesia cittadina, tra
ritmi lenti e sapori antichi. Cecilio sta portando la legna in casa e ci accoglie
in abiti da giardinaggio, trascorriamo una piacevole giornata, dunque andiamo a
fare un giro in paese, tra vicoli e vicoletti che sembrano sospesi nell’immaginazione
utopistica di una comunità in cui tutti quanti si conoscono e si chiamano per
nome e soprannome. Una nuova società sembra delinearsi dai racconti di Laura
che fanno inevitabilmente pensare ad una società americana declinata all’italiana,
all’interno di antichi borghi, in cui le famiglie debbono organizzarsi tra loro,
senza di fatto poter contare su uno Stato funzionale e funzionante oppure su suoceri
e nonni. I bambini in piazza si conoscono e giocano tra loro, nascosti nel
dedalo di viuzze c’è anche il tunnel dell’amicizia, un luogo in cui è possibile
sedersi su sedie messe lì da una persona gentile, dipingere con colori
sistemati su un gradino accanto ad alcuni fogli, suonare un paio di chitarre
lasciate lì per chi volesse fare una serenata, ammirare una bicicletta ancorata
su un albero pensando sia quella di E.T. mentre lo sguardo si perde nell’immensa
dolcezza del panorama sabino. Torniamo verso il parcheggio cercando di capire
cosa c’entri una scacchiera antichissima sul muro di una chiesa di cui non
riusciamo a capire la data di costruzione, che sembrerebbe, di primo acchito, antecedente
l’anno Mille. Cerchiamo alcune informazioni e ci sembra di capire che è costruita
su un luogo già sacro, un santuario di epoca preromana, simboli arcaici si
mescolano con la modernità. Salutiamo i nostri amici, risaliamo sulla Ford,
torniamo a Mentana, facendo un salto all’Abbazia di Farfa per far rifornimento
di cioccolata. Arriviamo a Mentana quando è già buio.
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