venerdì 23 agosto 2019

Cronachette di un viaggio in Italia. Mentana * Roma * Città del Vaticano * Roma * Mentana


23 agosto 2019

Mentana * Roma * Città del Vaticano * Roma * Mentana

Ci svegliamo presto con l’intenzione di piantare i bulbi di croco acquistati a Città della Pieve, svolgiamo alcune faccende, facciamo colazione con Nonni Lucilla e Pietro, Papà Claudio risolve dei problemi con una persiana e andiamo a fare un giretto in città per alcune questioni burocratiche. Non c’è traffico, le strade sono libere e si trova facilmente parcheggio, è quasi ora di pranzo per cui ne approfittiamo per mangiare dal Catanese, a Prati, e dunque, visto che siamo in zona e non sembra esserci la solita fila spropositata di turisti, decidiamo di andare a vedere i Musei Vaticani, splendidi, meravigliosi ma, al solito, non strutturati per la fruizione delle opere d’arte da parte delle tante persone che tutti i giorni si recano alla Città del Vaticano per ammirare i capolavori ivi custoditi. Quello che stordisce è l’impossibilità dello studio, la non accessibilità ai simboli stessi del potere temporale, alla visione approfondita, di conoscenza, di quel vitello d’oro, finissimamente intarsiato contro cui si scagliano gli stessi dei venerati tra quelle stanze grondanti ori e stucchi, arazzi e affreschi. Tra i tanti ascensori ne prendiamo uno, fantastico, di legno, donato dalla Germania in una data particolarmente complessa per la storia europea in generale e tedesca in particolare. Per una strana coincidenza di eventi, infatti, il 1932 può essere indicato come momento in cui la democratica Repubblica di Weimar collassò sotto il peso insostenibile dello squadrismo qualunquista hitleriano, cui venne, dopo una diplomatica opposizione papale, un placet pontificio, una giustificazione da rosario e acquasantiera ad indicibili torture, massacri, genocidi e crimini contro l’umanità in nome della purezza di una ipotetica quanto fasulla e improponibile razza bianca, ariana, cattolica. Tutti quegli ori e quegli stucchi, i dettagli artigianalmente perfetti mostrano un potere senza scrupoli che, in nome di una tanto ipotetica quanto improbabile e fasulla evangelizzazione, uccide, tortura, sposta denari e mezzi, persone e governi, appoggia dittatori sanguinari che distruggono foreste e predica la pace e l’ambientalismo. Finanche Raffaello ispessisce e incupisce la leggiadra levità che caratterizza i suoi capolavori più belli nelle stanze vaticane. Torniamo nella Roma del Risorgimento, ringraziamo mentalmente tutte le garibaldine e i garibaldini, tutte le mazziniane e i mazziniani che hanno liberato l’Italia, nonostante moltissimo ci sia ancora da fare. Risaliamo sulla Ford e riprendiamo la strada verso Mentana.

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