domenica 28 agosto 2016

Cronachette di un viaggio in Europa. Austria. Tirolo. La tempesta.


28 agosto 2016

Tirolo

Ci svegliamo dopo l’alba, intorno alle 8.30 e non crediamo ai nostri occhi. Siamo in un luogo meraviglioso, completamente immersi nella natura, tra le montagne coperte di abeti altissimi, accanto ad un ruscello impetuoso, di fronte a noi una cascata con ettolitri di acqua che scendono ad una velocità impressionante dalle alte montagne, all’orizzonte un ghiacciaio, tutt’intorno natura.
Decidiamo di restare qualche giorno qui. Sistemiamo l’abitacolo, i bagagli, e le borse così da poterci sdraiare comodamente. La Focus può essere utilizzata quasi come un mini-van e non ci lasciamo sfuggire l’occasione di soggiornare in un posto tanto spettacolare. Stiamo ritrovando i nostri ritmi vitali, ricominciamo a respirare, il cervello, il corpo e anche i capelli si rilassano. Paghiamo anche la seconda notte e ci adattiamo alla vita da campeggio.
Abbiamo la sensazione che tutto abbia un significato che ha poco a che fare con la razionalità.
Lo spirito di Tucci e la sua forza ci accompagnano in questo viaggio di conoscenza, più che di turismo.
Ci siamo accorti che c’è un nuovo modo di viaggiare e siamo parte di questa onda, siamo una tribù in movimento. I concetti espressi dalla Scuola di Comunicazione di Toronto sulle nuove forme di organizzazione civica e di socialità ci sembrano più che mai attuali.
Raccogliamo le energie e poi, forse ripartiremo, per il momento tutto ciò che abbiamo voglia di fare è essere.
Trascorriamo parte del pomeriggio a lavare e asciugare i panni nella lavanderia del Campingplatz Volderau, di quando in quando qualche persona si avvicenda ai lavandini e sorridendo cercano di capire in che modo possano essere di aiuto. Notiamo che gli uomini e i bambini sono addetti alle pulizie di panni e piatti e comunque non c’è in questo caso una suddivisione di ruoli maschilista, come sarebbe ovvio e normale in qualunque società. Gli uomini e le donne si aiutano a vicenda e imparano a collaborare tra loro sin da bambini. Valentina ritrova in questo molto della sua educazione, di concetti, idee e pratiche che hanno contraddistinto la sua infanzia e la sua adolescenza. Claudio si adegua e si sente a suo agio tanto che comincia a sbloccarsi con l’inglese e comunica lasciando andare una timidezza comprensibile seppur poco utile alla comunicazione verbale.
Dopo qualche minuto speso a cercar di capire come far funzionare le lavatrici fa il suo ingresso nella lavanderia un oriundo che molto carinamente inserisce la sua carta di credito austriaca e ci evita di trascorrere quasi due ore a spingere il bottone dell’elettricità ogni due minuti.
Non abbiamo la medesima fortuna con l’asciugatrice. Ci viene fame e facciamo merenda con i Gentilini e una Paulaner, sempre dentro la lavanderia, dopo poco arrivano delle donne che lavano i piatti, anche loro evidentemente svolgono tale mansione, non parlano inglese, ma comunichiamo lo stesso. Pensano che l’asciugatrice sia troppo lenta e che non sia una buona macchina. Offriamo loro un biscotto che sembrano non voler accettare ma poi si convincono alla parola ‘italiani’. Ci offrono quindi di utilizzare il loro stendino, in cambio accettano i biscotti restanti.
Sorridiamo felici, ci sentiamo un po’ tutti quanti parte di una specie di tribù.
Il tempo non è bellissimo, dalle montagne sembrano addensarsi nubi che poi corrono verso fondo valle, il cielo è di un azzurro rarefatto e terso. Andiamo a fare una passeggiatina, l’altitudine non si sente troppo ma la stanchezza del viaggio sì. Arranchiamo su una salitella simile a quella della Macchia del Barco, anche se tra abeti altissimi contornati da montagne di incommensurabile bellezza, cascate, ruscelli dove non si può non provare ad infilare i piedi per trarne beneficio e ristoro. Torniamo indietro e Claudio lava finalmente le sue scarpe. L’olezzo insopportabile o forse il fatto di averle lavate nei lavandini sbagliati scatena l’ira del cielo montanaro che scatena su di noi una bufera violentissima con scariche di pioggia, fulmini, saette e vento. Claudio va a prendere la Ford inzuppandosi per aver percorso qualche metro, va a prendere Valentina nella lavanderia con i panni asciutti, o quasi. Andiamo verso il paese più vicino, poi ci dirigiamo verso Neustiff, siamo un po’ spaventati dalla tempesta. In paese non troviamo un posto dove mangiare e torniamo indietro, la furia del vento si è placata, forse riusciremo a tornare al campeggio e mangiare qualcosa là. La strada è però bloccata, causa caduta massi, speriamo che il campeggio sia a posto e che le persone stiano bene. Immediatamente prima del blocco c’è una baitina dove possiamo fermarci, trovare riparo e rifocillarci. Mangiamo peraltro piuttosto bene per la prima volta da quando siamo arrivati in Tirolo e facciamo amicizia con alcuni avventori, alcuni turisti e altri gente del posto che non sembrano tanto spaventati quanto sorpresi.
Temiamo di non poter arrivare al campeggio, non ci sentiamo troppo tranquilli, chiediamo ripetutamente alla polizia e ai vigili del fuoco se il camping è sicuro, ci dicono di sì, i massi sono caduti più a monte e non c’è pericolo nell’area dove siamo.

Ci rilassiamo nella baitina ma siamo contenti quando possiamo tornare verso il camping. Non è possibile mettere in pratica la strategia per dormire che avevamo ideato causa maltempo per cui tiriamo giù i sedili e ci copriamo coi sacchi a pelo.

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