7
agosto 2016
Mentana
* Autogrill di Carsoli * Santo Stefano di Sessanio * Fonte Vetica *
Campo Imperatore * Castel del Monte * Rocca Calascio * Santo Stefano
di Sessanio * Autogrill L'Aquila * Mentana
Ci
svegliamo presto, mentre Valentina cerca di far finta di essere in
piena attività Claudio ronfa ancora per un'oretta poi ci prepariamo
e usciamo velocemente. Portiamo da mangiare ai gatti e via verso
l'Abruzzo, arriviamo all'Autogrill di Carsoli mentre Mariagrazia e
Massimiliano stanno per uscire a chiamarci, partiamo insieme verso
Santo Stefano di Sessanio. Mentre arriviamo zaffate di elicriso
riempiono il nostro spazio olfattivo mentre il Gran Sasso e i Monti
della Laga si esprimono in tutto il loro splendore, tra piccole nubi
e nuvoloni carichi di pioggia. Il vento è freddo e la temperatura
decisamente bassa, intorno ai 15°C. Intirizziti e un po' preoccupati
scendiamo sul piazzale di Santo Stefano di Sessanio dove ci viene
incontro Papà Pietro. Prendiamo un caffè nel loro piccolo nido
vacanziero e ci dirigiamo verso Campo Imperatore. La nebbia nasconde
la visuale, la temperatura scende e decidiamo di cambiare strada,
verso Fonte Vetica che Fosco Maraini, intellettuale ticinese e
collaboratore di Giuseppe Tucci, definì 'Il piccolo Tibet'. Pensare
a Maraini e Tucci insieme fa un certo effetto, due persone tanto
diverse tra loro eppure unite da un amore profondissimo per la
conoscenza, Fosco mondano, abituato a frequentare il bel mondo,
l'aristocrazia, gli artisti e gli industriali, Giuseppe abruzzese
testardo e montanaro, con un'intelligenza e una capacità di
comprensione molto al di sopra della media delle persone. Il ticinese
aristocratico, affascinante, innamorato di una donna ribelle e
intellettuale, la pittrice Topazia, cresciuta nella nobiltà
siciliana, persona sofisticata e avventurosa. Tucci raffinatamente
elegante grazie alla sua straordinaria capacità di libertà e di
libero pensiero, è riuscito a farsi notare perché talentuoso ai
limiti dell'incredibile. Tucci scalava montagne ritenute
inaccessibili per il gusto puro del sapere, andando di fatto a
salvare quei tasselli della conoscenza e dello scibile umano
distillato in secoli di meditazioni intellettuali e spirituali che
stavano per essere spazzate via dall'odio imbecille dell'ignoranza,
un attimo prima che venissero distrutti. Un Averroè dell'epoca
moderna. Chissà cosa si sono detti la prima volta che si sono
incontrati, chissà se hanno avuto bisogno di parlare oppure, come in
un noto film di Kurosawa, si sono seduti in un cantuccio e hanno
parlato per ore senza profferir parola oppure se non hanno avuto
neanche bisogno di scriversi perché guardarsi e incontrarsi e
capirsi era un tutt'uno. La Storia è fatta di eventi, di grandi
uomini che non valgono niente e di persone straordinarie, Federico
II, Averroè, Tucci, Maraini. E poi ci sono le donne, coraggiose e
geniali, ma questa è un'altra storia. In realtà se un fine
conoscitore del Tetto del Mondo ha parlato del Tetto degli Appennini
descrivendolo come 'piccolo Tibet' ci dev'essere stato un motivo. Il
Gran Sasso è un luogo un po' particolare, o lo si capisce e si prova
un'emozione enorme ogni volta oppure potrebbe sembrare una montagna
come tante, simile in alcuni punti alle Dolomiti e alle Alpi in altri
agli Appennini, un po' più alta, un po' più brulla, un po' meno
appuntita di altri luoghi. Chi ama la montagna ama
incondizionatamente il Gran Sasso, che sa conquistare, lentamente o
all'istante, chiunque vi si avvicini, anche soltanto per una gita
domenicale. Camminiamo nel vento freddo, la circolazione sanguigna
sembra riattivarsi, le nuvole corrono velocissime lasciando che le
ombre giochino ad acchiaparella in una danza infinita che fa
inevitabilmente pensare alle coreografie minimaliste di Lucinda
Childs, alla musica di Philip Glass e alle immagini create da Godfrey
Reggio nella trilogia prodotta da Francis Ford Coppola. Lo scenario è
fantastico più che fiabesco, perfetto per film diversissimi o per
videogiochi innovativi. L'aria fredda pulisce i nostri polmoni e le
vie respiratorie, stuzzicando, non c'è che dire, l'appetito.
Proseguiamo il nostro giro e andiamo verso Campo Imperatore, Castel
Del Monte e Rocca Calascio. Cerchiamo invano un ristorante ma
torniamo a Santo Stefano di Sessanio con la voglia di mangiare
qualcosa in casa e così facciamo. Cuciniamo un risotto irripetibile
con gli ingredienti locali, pomodori dell'orto in padella, pane e
companatico, quindi il cocomero e il dolce fatto da Mamma Lucilla con
la ricotta freschissima delle pecore abruzzesi, il miele di Acacia
del Parco e i Brasil Gentilini sbriciolati. Usciamo quindi a fare una
passeggiatina verso quello che dovrebbe essere un lago ma che ci fa
pensare più ad uno stagno, data la conformazione del terreno e
dunque la presenza di molte doline carsiche. Torniamo verso
l'appartamento un po' infreddoliti, facciamo merenda con il dolcetto
creato da Mamma Lucilla, caffè e tisane, quindi ci salutiamo e
torniamo verso casa, fermandoci per individuare l'elicriso e poi per
un caffè in Autogrill con la voglia di rivederci presto. Mentre
arriviamo verso Mentana la temperatura sale a 29°C e poi a 30° e
arriva a 31°C alle 8 di sera. Mangiamo, sbrighiamo alcune faccende e
andiamo a dormire.
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