22 agosto 2016
Otur * Neda *
Ortigueira * Oviedo * Tazones * Faro di Tazones * Lastres * Colunga (casa
sogni) * Playa de la Vega * Ribadesella * Llanes * Pendueles * Colombres *
Pimiango
Ci svegliamo prima dell’alba e usciamo subito a camminare
sulla spiaggia. L’oceano è impetuoso, non riusciamo ancora a capirne bene il
motivo ma sappiamo che ci attrae a sé come la calamita attira la polvere di
ferro. Camminiamo e la brezza che tutto avvolge rinfresca il viso e lava via il
sonno dai nostri occhi. Camminiamo insieme ai gabbiani, poi il sole sorge e il
giorno riprende la sua continuità. Claudio torna a dormire mentre Valentina
cerca di comunicare con l’elemento liquido, la grande massa di acqua, alghe,
sale è evidentemente viva, è qualcosa di forte, potente e indefinibile.
Valentina lo guarda, cerca di respirare insieme a lui, a comprenderne il ritmo,
o l’odore e il rombo che sembra emettere, un ruggito mugghiante di assolutezza.
La marea è alta e ha quasi raggiunto il parcheggio, ieri notte arrivava almeno
centocinquanta metri più avanti, la velocità con cui le onde si susseguono è
tale che la sabbia non fa in tempo a compattarsi più di tanto, i gabbiani
stanno lì, in piedi sulle loro zampe palmate a contemplare il loro territorio,
forse riposano o semplicemente si godono il panorama. Valentina li osserva per
un po’ poi guarda nuovamente l’oceano nella sua immensità, seppur conchiusa in
una baia e sente risuonare nella testa le parole di Isadora Duncan. Danzate con
le onde, diceva, danzate col ritmo del mare, siate onde. Respira e poi il corpo
comincia a muoversi, diventa brezza, i movimenti sono lentissimi, poi arriva
l’onda e i piedi si spostano a formare linee immaginarie, ne arriva subito
un’altra e il ritmo irregolare si trasforma in musica che dà il tempo, la danza
parte dai piedi e si sviluppa su nel bacino, contemporaneamente parte anche
dalle mani, dalle braccia, dalle mani, contemporaneamente. L’oceano è entrato a
suo modo, danzando nel corpo, nella pelle, nella mente, unendosi e diventando
danza che diviene onda. La brezza avvolge la danza mattutina, ne trasporta
l’essenza in mare aperto e torna nel respiro, nel corpo degli occhi con la
forza della morbidezza. Le orme sulla sabbia si intrecciano come trama di un
arazzo su un telaio labile e ricorrente. I passi, le linee e le forme umane
sono molto simili a quelle prodotte dagli altri animali, filigrane
delicatissime di un’armonia assoluta e comprensibile soltanto nell’essere
momento presente, forza e debolezza, compresenza, bellezza. La mattina
prosegue, diamo una sistemata alla Ford e poi proseguiamo il viaggio, salutiamo
la baia che ci ha accolti in un abbraccio protettivo e non soffocante,
ricominciamo ad andare. Ci spostiamo verso la costa e poi andiamo a Oviedo,
cittadina molto carina, con luoghi di certo interesse tanto da aver ottenuto
l’ambitissimo riconoscimento dell’iscrizione nella lista del patrimonio
materiale dell’UNESCO, ma, appunto, città e non oceano. All’ufficio
informazioni turistiche l’addetta comprende subito che non siamo in animo di
camminar per centri abitati e vogliamo vedere qualcosa di diverso, centri
piccoli, le diciamo. Ci guarda, osserva il nostro modo di guardare, forse
emaniamo desiderio di libertà e ci indica le più belle spiagge delle Asturie,
dicendoci che ci sta indicando i centri storici più pittoreschi. La ringraziamo
sul momento ma la ringrazieremo molto di più una volta raggiunti i luoghi che
ci ha indicato e che ovviamente sono di una bellezza che nessun essere umano,
neanche un genio assoluto come Leonardo o Michelangelo o Goya o Giotto, riuscirà
mai ad esprimere, nonostante la tensione verso la perfezione dell’essenza sia
nelle loro opere particolarmente emozionante. Descrivere l’oceano è
impossibile. Ci hanno provato in tantissimi ma è semplicemente impossibile
perché non si può descrivere ciò che è in modo tanto assoluto e potente. Il
sentimento che ci pervade è quello di una necessità di verità, natura e
bellezza.
Finalmente riusciamo anche a tuffarci in quel mare enorme e
freddissimo e tutto diventa unicità completa e infinita. Non c’è altro se non
l’acqua, noi, la natura e l’essenza stessa della vita.
Nessun commento:
Posta un commento