30 agosto 2016
Friuli * Verona * Cremona * Roncole Verdi * Autostrada
Ci svegliamo verso le 7, indolenziti da un’ennesima notte
senza un vero e proprio letto. Il Friuli ci accoglie con una generosa
colazione, ettari di campi coltivati con le Alpi Giulie a far da cornice.
Claudio ha voglia di un bel pasto caldo, gli vengono in mente i tortelli di
Gina per cui ci dirigiamo senza indugio verso Verona anche se avremmo voglia di
esplorare il Friuli, regione che sfugge ai nostri giri ancora una volta, così
come il Piemonte, che per qualche motivo non siamo riusciti a vedere insieme.
Il maltempo lascia gradualmente il passo ad una bella giornata di sole che
scalda gli acini dell’uva matura pronta per la prossima vendemmia. Nelle
pianure coltivate racchiuse dentro una nube di inquinamento sottile si aprono
varchi verso luoghi meravigliosi e posti incantevoli. L’Italia, con le sue
innumerevoli diversità, con l’abitudine ad abbellire a non esser mai contenti
di sé nella tensione verso un miglioramento costante, ci fa sentire fieri di
essere italiani. C’è qualcosa di bello nel BelPaese che ci fa sperare nella
possibilità di andare avanti, di costruire arte e non soltanto industrie. Pur
di mangiare i famosi tortelli Claudio decide di non passare né a Venezia né a
Pellestrina, come vorrebbe Valentina, dunque proseguiamo speditamente sulla
strada Romea, ovvero di quei pellegrini che erano diretti a Roma. Non essendo
in Francia, dove le Vie Francigene hanno ottenuto riconoscimento
internazionale, la Via Romea non ha cartelli turistici se non le semplici
indicazioni stradali. Borghi con chiese di notevole pregio si rincorrono tra le
distese verdi e gialle dove riposano gli aironi. Ne avvistiamo anche uno che ha
tutta l’aria di essere cinerino, è piuttosto diverso dagli altri, bianchi,
immacolati seppur vivano nel fango, noblesse oblige, verrebbe da pensare. A
Verona troviamo subito parcheggio, abbiamo una piccola discussione sulla strada
da percorrere per giungere nella splendida Piazza delle Erbe, poi Claudio
dimostra facilmente di aver ragione per cui Valentina dovrà pagare il pranzo,
camminiamo a passo svelto tra viuzze e piazzette colorate, elegantemente briose
con i fiori che traboccano dalle finestre colorate in un tripudio di ritmi
architettonici. Piazza delle Erbe ci fa rallentare il passo per la sua
incomparabile beltà, i palazzi decorati con un gusto tutto italiano che esprime
appieno la compresenza di stili e di tempi, peculiarità di molte città italiane
particolarmente evidente in alcune di esse, tra cui Roma e, appunto la città
dell’amore shakespeariano. Prima di fiondarci dentro la Bottega del tortello da
passeggio, dove facciamo conoscenza con alcune persone e chiacchieriamo a lungo
con una versione umana del gatto Roxy, di nome Giacomo, accompagnato da una
ragazza, Silvia, passiamo accanto alla Casa di Giulietta. Pensiamo che questo è
proprio il viaggio delle riunificazioni di grandi amori leggendari, ricordiamo
il corteo nuziale per Ines e Pedro ad Alcobaca e a Valentina torna in mente una
canzone che ha a che fare con un’onda bianca e il sole, cantata dalla splendida
voce di Mamma Lucilla. I due antispecisti sono impegnati a cercare di capire e
sperimentare nuove forme di economia senza soldi, discutiamo di politica e
corruzione e riprendiamo la strada verso il bresciano per poi arrivare a
Cremona dove troviamo tutto chiuso, Museo del violino, liuterie, negozietti,
per cui, al contrario di Crema, non ci fa una grande impressione e ci sembra
meno vivace di Salisburgo. Proseguiamo quindi nella Pianura Padana e ci
troviamo a Roncole Verdi, la patria di Verdi e di Guareschi, dove c’è la
minuscola piazzetta in cui è racchiuso l’immaginario italiano.
Al bancone dove Guareschi mesceva vino e bevande una ragazza
di origine rumena con un accento della Bassa degno dei migliori libri di Don
Camillo e Peppone.
Proseguiamo e ci fermiamo in Autogrill vicino Parma
dove mangiamo bene spendendo poco.
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