mercoledì 31 agosto 2016

Cronachette di un viaggio in Italia. Autostrada * Populonia * Agriturismo * Rispescia * Alberese * mare * Montiano * Magliano in Toscana * Rispescia * Alberese * Agriturismo

31 agosto 2016

Autostrada * Populonia * Agriturismo * Rispescia * Alberese * mare * Montiano * Magliano in Toscana * Rispescia * Agriturismo

Ci svegliamo verso le 8, assonnati e stanchi. La sosta per evitare un colpo di sonno si è rivelata una scoperta di nuove forme pubblicitarie molto carine sebbene taluni dettagli possano essere migliorabili. Ripartiamo subito verso Alberese, giriamo verso Populonia, per vedere il famoso Parco Naturale di Baratti, che non ci piace punto. Proseguiamo. Giungiamo a Rispescia e fortunatamente c’è un posticino per noi nel solito agriturismo, dove ritroviamo e possiamo finalmente salutare la Signora P., con cui chiacchieriamo brevemente di quanto accaduto nel tempo in cui non ci siamo viste e sentite. Un abbraccio, poi ci sistemiamo nella camera scaricando qualche bagaglio, torniamo ad Alberese per alcuni acquisti. Nel centro di Alberese compriamo biglietti dell’autobus, panini imbottiti che a Valentina ricordano molto quelli distribuiti dai chioschi tanti anni fa e l’immancabile Settimana Enigmistica, è l’edizione precedente, pazienza. Parcheggiamo, la Ford ancora carica ma non in modo eccessivo, l’autobus arriva quasi subito. L’Uccellina ci accoglie nella sua delicata bellezza di macchia mediterranea non distrutta dall’avidità edilizia degli esseri umani, l’odore di pini ci inebria. La spiaggia è abbastanza affollata nonostante sia la fine di agosto. Costruiamo una capannina recuperando legni dispersi, ci spruzziamo protettivo solare, sistemiamo gli asciugamani, una gran quantità di venditori ambulanti ci chiede di acquistare mercanzia. Ci innervosiamo, non ricordiamo tanta insistenza nel Parco, rispondiamo in modo secco, in modo piccato ci viene risposto: ‘con calma, con calma, poi io me ne vado’, chiediamo scusa ma gli ambulanti continuano a questuare e proporre merci da acquistare. Andiamo a farci un bagno, siamo stanchissimi e non ci va di discutere. Le onde lievi ci coccolano senza stancarci, scarichiamo le tensioni del viaggio, le gambe gonfie da troppo girovagare cominciano a riprendere una forma normale. L’acqua, che in altre occasioni avremmo trovato freddina, ci sembra quasi calda dopo quella gelida dell’oceano, per cui sguazziamo per circa un’ora. Siamo contenti di essere venuti nel Parco toscano, qualunque altro luogo ci sarebbe sembrato troppo affollato, costruito, urbanizzato, troppo poco ‘naturale’.
Mangiamo e osserviamo incuriositi una tribù di bambini trasformatisi per l’occasione in guerrieri tribali con tanto di bastoni rituali. L’oggetto della loro attenzione è una volpe che col suo musetto curioso non capisce tutte quelle urla. Si aspetterebbe forse una carezza o un pezzetto di cibo, ma i bimbi continuano ad esultare e gridando la fanno scappare.
Dormicchiamo un po’, compiliamo qualche schema di parole crociate, facciamo qualche bagno, l’Uccellina ci incanta come al solito, ci lasciamo cullare dalla sua bellezza fino a che arriva un temporale per cui dobbiamo riprendere la navetta e tornare verso Alberese. Nonostante cominciamo a rilassarci abbiamo ancora i ritmi frenetici del viaggio per cui decidiamo di andare alla cantina sociale. Valentina ricorda che quella più buona è dalle parti di Montiano, Claudio pensa sia dalle parti di Magliano. In effetti abbiamo ragione entrambi, è appena fuori Magliano verso Montiano. Acquistiamo vino e prelibatezze da regalare ad amici e parenti. Chiacchieriamo un po’ delle diverse mentalità tra Toscana e Lazio e ci dirigiamo verso l’agriturismo, non senza passare prima per l’alimentari di Rispescia. Claudio porta una bottiglia di vino alla Signora Paola che ci fornisce uno stendino per appendere i panni appoggiati sulle sedie in modo poco decoroso. Mangiamo, proviamo a connetterci ad internet senza riuscirci.

Abbiamo deciso di dedicarci qualche ora, di fermarci un po’ prima di ricominciare il tran tran quotidiano con la consapevolezza che dopo aver visto l’oceano qualcosa in noi è profondamente cambiato. Siamo felici di essere all’Uccellina, ci riavviciniamo pian piano all’urbanità dopo esserci inselvatichiti per qualche giorno, sapendo che non c’è niente di normale nel vivere in città inquinate, colme di cemento e di incomprensioni. Ci addormentiamo assonati.

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