Annemasse
Dopo
una notte quasi insonne per Valentina e di sonno profondo per Claudio
usciamo dalla stanza verso le 11.
Alla reception una simpatica
signorina bionda con splendidi occhi azzurri ci trae d'impaccio
facendoci capire che parla inglese.
Le spieghiamo che vorremmo poter
utilizzare un aspirapolvere e lei ci dice che sta aspettando le
indicazioni per sapere se dobbiamo cambiare stanza.
Casa con i segni delle carte ad Annemasse |
Usciamo per le vie
di Annemasse alla ricerca di croissant francesi, la disinvoltura con
cui una fornaia prende i cornetti a mani nude per poi smanettare alla
cassa e quindi maneggiare vari bacilli ci fa desistere dall'acquisto
e continuiamo a gironzolare.
Claudio individua subito un negozio di
musica con varie chitarre e, girato l'angolo, un liutaio con scatole
piene di violini.
Un'emozione lo pervade... più che semplici
strumenti gli evocano luoghi magici in cui si compiono azioni fiabesche
tra folletti, gnomi e creature dei boschi. In una città così
piccola tanti violini tutti insieme sembrano atipici.
Continuiamo a
girovagare nel centro cittadino, incrociamo una tavola calda che
potrebbe essere una buona fonte di cibo, sembra abbastanza
pulita anche se il più lindo pare il ristorantino giapponese.
Andiamo verso l'Ufficio del Turismo dove si scusano per non avere
neanche un museo in città, ci toccherà percorrere qualche
chilometro fino a Ginevra... a tal proposito ci forniscono orari e
costi dei biglietti del trasporto pubblico nella città svizzera, con
tanto di piano orario dei bus urbani, poco importa se è in un altro
Paese, potrebbe essere un'utile informazione per il turista.
Annemasse |
Elementare Watson.
Usciamo dall'Ufficio costernati per la nostra
incapacità di realizzare simili posti in Italia e sorridendo per le
scuse per la mancanza di un museo anche perché ovviamente la
cittadina è fornita di Centro culturale, Auditorium, Centri
ricreativi, Maison delle Associazioni, c'è persino un Centro della
cultura spagnola, oltre ad un Ufficio del Turismo che Roma Capitale
può soltanto immaginare nelle più rosee speranze di sviluppo
ragionato.
Andiamo a fare la spesa, compriamo baguette, vino, birra, formaggi e uova,
invano cerchiamo spugnette di costo inferiore ai 7 euro,
sghignazziamo commentando malignamente che da quelle parti forse sono
considerate un prodotto di nicchia.
Lungo la via incontriamo un
pastore tedesco che scorrazza libero e felice.
Non ripassiamo nella
viuzza in cui i pali della luce sono impacchettati in copertine fatte
a mano.
Torniamo verso l'appartamento, ci propongono di cambiare
stanza ma è un posto caldo e rumoroso, tra l'altro la doccia è
'pulita' nella stesso modo.
Decidiamo di restare dove siamo e
otteniamo che vi sia una pulizia della moquette nel pomeriggio.
Sistemiamo le valigie, mangiamo dopo quasi 24 ore di semi-digiuno e
finalmente riusciamo a fare una doccia.
Trascorriamo il pomeriggio
tra pigrizia, lezioni di chitarra e qualche esercizio di francese,
ceniamo e andiamo a letto.
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