domenica 9 agosto 2015

Cronachette di un viaggio in Europa * Svizzera * Annemasse * Ginevra * Berna * Neuchâtel * Strada del Vino * Annemasse


9 agosto 2015

Annemasse * Ginevra * Berna * Neuchâtel * Strada del Vino * Annemasse

Ci alziamo più tardi rispetto al solito, la giornata è piovigginosa e decidiamo di fare un giro per la Svizzera.

Ci dirigiamo verso Berna passando per Ginevra, di giorno senza tutte le lucette accese fa un altro effetto, sembra una città anonima.
Varie strade sono chiuse al traffico a causa della festa della sera precedente ma riusciamo ad arrivare sull'autostrada.
 
Notiamo che sulle targhe svizzere c'è uno scudo di colori differenti in base al cantone, elemento che rafforza l'affermazione di Valentina sulla presenza di una trentina di cantoni, in realtà 26, al contrario di quanto spesso si pensa, ovvero che ve ne siano soltanto quattro.
 
Chilometri e chilometri di vigneti e coltivazioni ci incuriosiscono su quale mercato possano avere i prodotti ortofrutticoli di questa parte d'Europa.
 
Possibile che a Sanremo siano in crisi per la concorrenza dei mercati della sponda Sud del Mediterraneo e qui, dove costa tutto anche dieci volte tanto rispetto all'Italia, ci sia un fiorente commercio agricolo?
 
Scopriamo poi che il 60% è per la produzione interna, tanto nella patria degli orologi costa tutto tanto, ma l'altro 40% rimane un mistero cosmico, anche perché c'è effettivamente un nutrito mercato di export per l'agroalimentare svizzero.
Incomprensibili, per noi, movimenti della finanza e del commercio.

Arriviamo a Berna, Patrimonio UNESCO, parcheggiamo davanti al Museo Einstein che però non è dedicato al grande scienziato, e ci incamminiamo verso il centro, sperando anche di trovare un bagno pubblico.
 
La cittadina è incantevole, molto pittoresca, certo comparata a qualunque borgo italiano non è propriamente considerabile un gioiello ma è davvero carina.

Sembra un'ambientazione di una fiaba o una scenografia di un film fantasy.
 
Ci si aspetterebbe di veder spuntare dalle casette con il tetto a punta personaggi fantastici e abitanti dei boschi.
 
Non troviamo nulla del genere, soltanto negozi, botteghe e bar chiusi sotto una pioggia incessante.
 
Troviamo finalmente un bar dove acquistiamo due caffè a portar via per la 'modica' cifra di 8,40€ e Valentina può utilizzare il bagno, proseguiamo nell'itinerario turistico e arriviamo all'ufficio informazioni.

Claudio va a prendere la macchina mentre Valentina aspetta sotto la pioggia e guarda carovane di asiatici che sbarcano nella cittadina UNESCO.

Nell'ufficio informazioni incontriamo un simpatico signore che parla abbastanza bene l'italiano e ha una nostalgia indicibile per la nostra Patria.
 
Ci spiega che nelle chiese non abbiamo la speranza di trovare opere d'arte per ragioni religiose e che non vi sono architetture che deviino, anche per un istante, dalla sobrietà che contraddistingue questo angolo di Europa.
 
Il Caravaggio nelle chiese non riescono neanche ad immaginarlo, ci spiega sconsolato raccontandoci di un suo passato amore italiano.
 
È ora di ripartire verso Neuchâtel, dove ci fermiamo a bordo lago per mangiare qualcosa preparato nell'appartamento. 
 
 L'acqua è limpidissima ma a Claudio gli abitanti del luogo sembrano un po' strani, alterati, di una calma che non convince punto.

Stiamo per andar via quando intravediamo la parte vecchia della cittadella, con annesso un vecchio collegio in stile medievale.
 
Valentina si scatena con le foto anche con la pioggerella, visitiamo una chiesa a tre navate adornata austeramente con statue lignee di cavalieri e dame a mani giunte in cui viene espressa una qualche forma di delicatezza dello spirito nell'esaltazione della semplicità e della morigerata castità.

Gargolle mostruose all'esterno danno un po' di movimento alla struttura altrimenti statica nonostante l'elevazione architettonica vagamente gotica.
 
Camminiamo verso una piazzetta con qualche baretto tipico, qualche altra foto e ripartiamo. Lungo la strada incontriamo alcuni borghi con castelli e ci fermiamo ad immortalarli, ancora vigneti e coltivazioni di vari prodotti agricoli.
 
Torniamo ad Annemasse stanchi, mangiamo e per l'ennesima volta ci rendiamo conto di quanto sia bella l'Italia e di quanto sia assurda l'incompetenza di chi la gestisce.
 
Andiamo a dormire con la voglia di rivedere le montagne. 

Nessun commento:

Posta un commento