Annemasse
* Ginevra * Berna * Neuchâtel * Strada del Vino * Annemasse
Ci
alziamo più tardi rispetto al solito, la giornata è piovigginosa e
decidiamo di fare un giro per la Svizzera.
Ci
dirigiamo verso Berna passando per Ginevra, di giorno senza tutte le
lucette accese fa un altro effetto, sembra una città anonima.
Varie
strade sono chiuse al traffico a causa della festa della sera
precedente ma riusciamo ad arrivare sull'autostrada.
Notiamo che
sulle targhe svizzere c'è uno scudo di colori differenti in base al
cantone, elemento che rafforza l'affermazione di Valentina sulla
presenza di una trentina di cantoni, in realtà 26, al contrario di quanto
spesso si pensa, ovvero che ve ne siano soltanto quattro.
Chilometri
e chilometri di vigneti e coltivazioni ci incuriosiscono su quale
mercato possano avere i prodotti ortofrutticoli di questa parte
d'Europa.
Possibile che a Sanremo siano in crisi per la concorrenza
dei mercati della sponda Sud del Mediterraneo e qui, dove costa tutto
anche dieci volte tanto rispetto all'Italia, ci sia un fiorente
commercio agricolo?
Scopriamo poi che il 60% è per la produzione
interna, tanto nella patria degli orologi costa tutto tanto, ma
l'altro 40% rimane un mistero cosmico, anche perché c'è
effettivamente un nutrito mercato di export per l'agroalimentare
svizzero.
Incomprensibili, per noi, movimenti della finanza e del
commercio.
Arriviamo
a Berna, Patrimonio UNESCO, parcheggiamo davanti al Museo Einstein
che però non è dedicato al grande scienziato, e ci incamminiamo
verso il centro, sperando anche di trovare un bagno pubblico.
La
cittadina è incantevole, molto pittoresca, certo comparata a
qualunque borgo italiano non è propriamente considerabile un
gioiello ma è davvero carina.
Sembra un'ambientazione di una fiaba o una scenografia di un film fantasy.
Sembra un'ambientazione di una fiaba o una scenografia di un film fantasy.
Ci si aspetterebbe di veder
spuntare dalle casette con il tetto a punta personaggi fantastici e
abitanti dei boschi.
Non troviamo nulla del genere, soltanto negozi,
botteghe e bar chiusi sotto una pioggia incessante.
Troviamo
finalmente un bar dove acquistiamo due caffè a portar via per la
'modica' cifra di 8,40€ e Valentina può utilizzare il bagno,
proseguiamo nell'itinerario turistico e arriviamo all'ufficio
informazioni.
Claudio va a prendere la macchina mentre Valentina aspetta sotto la pioggia e guarda carovane di asiatici che sbarcano nella cittadina UNESCO.
Nell'ufficio informazioni incontriamo un simpatico signore che parla abbastanza bene l'italiano e ha una nostalgia indicibile per la nostra Patria.
Claudio va a prendere la macchina mentre Valentina aspetta sotto la pioggia e guarda carovane di asiatici che sbarcano nella cittadina UNESCO.
Nell'ufficio informazioni incontriamo un simpatico signore che parla abbastanza bene l'italiano e ha una nostalgia indicibile per la nostra Patria.
Ci spiega che nelle chiese
non abbiamo la speranza di trovare opere d'arte per ragioni religiose
e che non vi sono architetture che deviino, anche per un istante,
dalla sobrietà che contraddistingue questo angolo di Europa.
Il
Caravaggio nelle chiese non riescono neanche ad immaginarlo, ci
spiega sconsolato raccontandoci di un suo passato amore italiano.
È
ora di ripartire verso Neuchâtel, dove ci fermiamo a bordo lago per
mangiare qualcosa preparato nell'appartamento.
L'acqua è
limpidissima ma a Claudio gli abitanti del luogo sembrano un po'
strani, alterati, di una calma che non convince punto.
Stiamo per andar via quando intravediamo la parte vecchia della cittadella, con annesso un vecchio collegio in stile medievale.
Stiamo per andar via quando intravediamo la parte vecchia della cittadella, con annesso un vecchio collegio in stile medievale.
Valentina si scatena
con le foto anche con la pioggerella, visitiamo una chiesa a tre
navate adornata austeramente con statue lignee di cavalieri e dame a
mani giunte in cui viene espressa una qualche forma di delicatezza
dello spirito nell'esaltazione della semplicità e della morigerata
castità.
Gargolle mostruose all'esterno danno un po' di movimento alla struttura altrimenti statica nonostante l'elevazione architettonica vagamente gotica.
Gargolle mostruose all'esterno danno un po' di movimento alla struttura altrimenti statica nonostante l'elevazione architettonica vagamente gotica.
Camminiamo verso una piazzetta con
qualche baretto tipico, qualche altra foto e ripartiamo. Lungo la
strada incontriamo alcuni borghi con castelli e ci fermiamo ad
immortalarli, ancora vigneti e coltivazioni di vari prodotti
agricoli.
Torniamo ad Annemasse stanchi, mangiamo e per l'ennesima
volta ci rendiamo conto di quanto sia bella l'Italia e di quanto sia
assurda l'incompetenza di chi la gestisce.
Andiamo a dormire con la
voglia di rivedere le montagne.
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